Libri ROCK PROGRESSIVO ITALIANO 1980 - 2013 - METAL PROGRESSIVE ITALIANO

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La storia dei generi enciclopedica

giovedì 18 gennaio 2024

Ushuaia & The Wanderlust Orchestra

USHUAIA & THE WANDERLUST ORCHESTRA -  End Of The World
Vision & Vitality Entertainment
Genere: Geo Music
Supporto: Spotify – 2023




La terra ci racconta storie, l’uomo per la sopravvivenza si adatta a ogni situazione in ogni latitudine e longitudine del globo, da qui il famoso detto “Paese che vai, usanza che trovi”.
La musica è parte integrante della cultura, essa scaturisce da ciò che viviamo, un linguaggio universale ispirato dalle emozioni, sensazioni e tutto quello che ruota attorno all’animo umano. Basta percorrere pochi chilometri per notare un cambiamento culturale dettato dall’esistenza vissuta in quel determinato luogo. Il clima gioca un ruolo fondamentale, l’adattamento non è mai uguale a un altro, così la musica che è concepita dagli abitanti dello stesso muta con la propria formazione intellettuale ed esperienza.
Esiste chi nella vita ha girato il mondo da cima a fondo, e non è soltanto un modo di dire, ossia partendo dalla Patagonia fino a raggiungere l’Alaska, il tutto attraverso mezzi di fortuna, fra barche a vela, cargo e motociclette. Ushuaia è il nome di un globetrotter producer e compositore milanese, il quale s’incammina in questo immenso percorso culturale fatto di 100.000 miglia! Per ogni luogo visitato l’artista, si coadiuva di strumentisti o artisti del luogo, da qui il nome The Wanderlust Orchestra. L’idea è anche quella di coniare un nuovo appellativo per un genere totale, ed è per questo che crea la Geo Music.
In ogni brano dei diciannove che compongono questo esordio intitolato “End Of The World”, si respira l’usanza di un posto, tanto da avere la sensazione di vedere proprio con gli occhi dell’artista, ed è un’attitudine cinematografica sennonché sinestetica. Ushuaia è anche il nome della piccola città situata all'estremità meridionale della Terra del Fuoco denominata "Fin Del Mundo". Il viaggio durato un anno, è dunque incentrato in America fra mangrovie del Bayou, ritmi tribali, Jazz, Banjo, musica Folk, Rock’n’Blues, Elettronica, Soul e perfino Hip Hop.
Il viaggio sonoro inizia con un breve “Prologo” per imbarcarci in “Fin Del Mundo”, interpretato magistralmente dalla bella voce di Agnès Pelè sopra accordi di chitarra di Antonio Tunno e archi di Valentina Cariulo, mentre Ushuaia è impegnato in tastiere, basso e percussioni. Immense lande marine si stagliano inesorabilmente avanti la nostra fantasia. Con Benjo e corna “Walkin’On The Wrong Side” ha un incedere da nenia che coccola l’ascoltatore. Con lui ospiti Oh Petroleum e Sebastiano Lillo. Canto brasiliano in “Pedra Do Sal”, gioiosa e trascinante grazie all’interpretazione di Marisa Brito e Antonio Novaes. Il caldo sound è coinvolgente oltre che ottimamente arrangiato, bella l’idea di fondo di un vociare popolare per immergerci totalmente nel contesto. “18 Sycamores” vede Angela Esmeralda al microfono e un approccio vibrato di forte personalità, la musica sognante fa staffetta con effetti vocali fra Folk e World Music. Un altro breve “Interludio” questa volta narrato, conduce a “Tornado Alley”, una diapositiva sonora immersa in un ventoso Soul dalle sonorità moderne interpretato da Shane Cooley. Fra i brani che ho apprezzato maggiormente cito il western “Ascent To Elkhorn”, “The Preacher”, e la calda “While I’m Leaving”. Esistono anche passaggi nell’Hip Hop con del Rap intitolati “Somewhere In Lapa”, “Speak Easy”, e “Once Upon A Time In Harlem”.
Otto mesi dopo quest’esordio, esce anche la versione strumentale dell’album con varianti strumentali e arricchimenti negli assolo.
Grazie a Ushuaia per questo lungo percorso di testimonianze, un risultato quantomeno affascinante e ricco di colori che fanno della musica un caleidoscopio ipnotico dove rimanere incantati. MS

 



Versione Inglese: 


USHUAIA & THE WANDERLUST ORCHESTRA - End Of The World
Vision & Vitality Entertainment
Genre: Geo Music
Support: Spotify - 2023


The earth tells us stories, man for survival adapts to every situation in every latitude and longitude of the globe, hence the famous saying "When in Rome, do as the Romans do."
Music is an integral part of culture, it springs from what we experience, a universal language inspired by emotions, feelings and everything that revolves around the human soul. One only has to travel a few miles to notice a cultural change dictated by the existence lived in that particular place. The climate plays a key role, adaptation is never the same as another, so the music that is conceived by the inhabitants of the same changes with their own intellectual training and experience.
There are those who in life have traveled around the world from top to bottom, and it is not just a figure of speech, that is, starting from Patagonia and reaching Alaska, all through makeshift means, between sailboats, cargo ships and motorcycles.
Ushuaia is the name of a globetrotter producer and composer from Milan, who sets out on this immense cultural journey made up of 100,000 miles! For each place the artist visits, he cohorts with local instrumentalists or artists, hence the name The Wanderlust Orchestra. The idea is also to coin a new appellation for a total genre, which is why he creates Geo Music.
In each track of the nineteen that make up this debut titled "End Of The World," one breathes the custom of a place, so much so that one has the feeling of seeing right through the eyes of the artist, and it is a cinematic sennonesthetic attitude. Ushuaia is also the name of the small town located at the southern end of Tierra del Fuego called "Fin Del Mundo." The year-long journey is thus centered in America among Bayou mangroves, tribal rhythms, Jazz, Banjo, Folk music, Rock'n'Blues, Electronic, Soul and even Hip Hop.
The sonic journey begins with a brief "Prologue" to embark on "Fin Del Mundo," masterfully interpreted by Agnès Pelé's beautiful voice over Antonio Tunno's guitar chords and Valentina Cariulo's strings, while Ushuaia is busy on keyboards, bass and percussion.
Immense sea moors loom inexorably ahead of our imagination. With Benjo and horns, "Walkin' On The Wrong Side" has a lullaby-like pacing that cuddles the listener. With him guests Oh Petroleum and Sebastiano Lillo. Brazilian singing in "Pedra Do Sal," joyful and enthralling thanks to the performance of Marisa Brito and Antonio Novaes. The warm sound is engaging as well as excellently arranged, nice the basic idea of a folk vocal to totally immerse us in the context. "18 Sycamores" features Angela Esmeralda on the microphone and a strong vibrato approach, the dreamy music relays with vocal effects between Folk and World Music. Another short "Interlude" this time narrated, leads to "Tornado Alley," a sonic slide immersed in a windy Soul with modern sounds played by Shane Cooley. Among the tracks I enjoyed most were the western "Ascent To Elkhorn," "The Preacher," and the warm "While I'm Leaving." There are also passages in Hip Hop with some Rap entitled "Somewhere In Lapa," "Speak Easy," and "Once Upon A Time In Harlem".
Eight months after this debut, the instrumental version of the album is also released with instrumental variations and enrichments in the solos.
Thanks to Ushuaia for this lengthy testimonial, a result that is at the very least fascinating and full of colors that make the music a hypnotic kaleidoscope to be enchanted by. MS

 




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