Gianni Venturi
GIANNI VENTURI – Socrate E’ Morto
Atoproduzione
Genere: Sperimentale – Voce
Supporto: cd – 2021
L’artista
emiliano Gianni Venturi è un valore aggiunto per l’arte contemporanea italiana,
non soltanto in sede musicale, quanto letteraria. Il poeta sperimentatore della
voce possiede moltissimi progetti in corso ed alle spalle, fra i tanti ricordo
la recente collaborazione con Alessandro Seravalle (Officina F.lli Seravalle,
Garden Wall), gli Altare Thotemico e Moloch.
Personalmente
sono stato fra i primi critici musicali a credere nella sua arte sin dal 2009, a
supportarlo a dovere, perché ho sempre ritenuto il connubio
poesia/sperimentazione un contesto esplosivo per comunicazione ed emozioni,
mentre in lui ne intuivo il perfetto viatico. Gianni Venturi è un nostro genio
al riguardo, un fiume in piena, ma quello che maggiormente colpisce
dell’artista è la semplicità con cui fa sgorgare le proprie opere. Ha una
capacità comunicativa devastante, una interpretazione graffiante al servizio di
argomenti mai banali, sempre annessi nel contesto sociale. La voce è il suo
strumento, il canto sciamano un punto di riferimento e non soltanto di
partenza, l’artista con il proprio strumento naturale ricerca e come anche nel
caso di “Socrate E’ Morto” ne fa uso totale. Unico strumento dell’album riesce
a completare foneticamente le poesie che compongono questo ultimo lavoro
composto da undici tracce sonore.
Praticamente
impossibile recensire un album di poesie in fonetica, è come descrivere a
parole un mondo senza farlo vedere quando esso è unico nel suo genere.
Ci
provo sempre, ma Venturi è appunto un mondo a parte, da visitare per
comprenderlo al meglio in tutte le sfaccettature che propone.
Ed
è con “Buco Nero” che si aprono le danze, le voci riproducono suoni che
circondano la poesia. Nenie, tonalità mutevoli ed echi lasciano l’ascoltatore
interdetto fra lo stupore dei suoni e quello delle parole.
Voce
su voce è l’arma vincente di Venturi.
Come
Bobby McFerrin adopera il suo corpo come strumento, anche qui il concetto non
si discosta dal risultato, la title track “Socrate E’ Morto” cerca una via di
fuga da questa società, un monito quasi disperato nella ricerca di un
aggregazione nuova, per non sentirsi più soli e spaesati. Voglia di resettare,
estraniarsi da questo mondo che poco di buono ci sta lasciando. Una visione
oscura ma inesorabile, quasi un grido di disperazione da parte dell’autore. Il
concetto prosegue in “Like” anche se qui Venturi diventa più un osservatore dei
fatti oltre che un registratore.
Le
voci sovra incise fanno musica in “Paese Che Crolla”, qui la melodia fa
capolino timidamente, quasi strano poter dire che il pezzo è una canzone dove l’autore
recita sempre ma con armoniosa musicalità. Tuttavia le parole procedono la via
della durezza.
“L’Uomo
Nuovo” è pessimistica, una marcia verso la sconfitta sociale, sottolineata
dalla cadenza ritmica della voce in accompagnamento al brano, in questo caso
più prosa che poesia. Narrazione acida in “Il Demone Dalle Ossa Rotte”, ancora
distrofia sociale mentre la parte musicale gode di un attenzione fonetica
maggiormente impegnativa.
Come
vede Venturi un benpensante? Lo
ascoltiamo nell’ ironica “Ritratto Di Uno Stronzo Allo Specchio”, il titolo di
per se toglie molti dubbi al riguardo. Più solare ed ariosa “Ommaya”, mentre “I
Am Sorry I Don’t Speak English” spinge l’acceleratore sull’ironia. Ritorna la
poesia pessimistica in “Obsolescenza Programmata” probabilmente adoperata come
un salvagente mentre “Black Hole” chiude il disco e guarda caso è lo stesso
titolo del primo brano soltanto in lingua inglese.
L’artista
gioca con l’ascoltatore ma lo fa a mio modo di vedere in maniera inconscia,
liberando soltanto l’arte che è in lui, senza badare a compromessi o eventuali
commenti negativi. Un vero artista fa questo, o per meglio dire deve fare
questo. Se si ha da dire lo si fa con la personalità e non con la voce di
altri, quindi concordo pienamente con il modus operandi del poeta. Ciò può
piacere o meno, non importa, resta il fatto che personalmente io nel 2021
voglio ancora sentirmi stupito, ora più che mai visto che la società ci propina
sempre più prodotti preconfezionati o politicamente corretti.
Per
me Gianni Venturi è sempre stato una boccata d’aria pulita e continua ad
esserlo ancora oggi, capisco la difficoltà del prodotto per chi non frequenta la
sperimentazione e la poesia, pazienza, io intanto godo. Dimenticavo la cosa più
importante: Non allarmatevi ma vi confessiamo che… Socrate è morto! MS
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