Wine Guardian
WINE
GUARDIAN – Timescape
BM
Burning Minds Group -
Logic Il Logic Records
Distribuzione: Plastic Head
Genere: Metal Progressive –
Progressive Rock
Supporto: cd – 2021
Prosegue
l’evoluzione artistica del trio milanese Wine Guardian, la vena compositiva
sembra aver trovato il giusto affluente musicale. Il trio composto da Lorenzo
Parigi (voce, chitarra), Stefano Capitani (basso, voce) e Davide Sgarbi
(batteria e voce), realizza “Timescape” dopo i buoni
“Fool's
Paradise” (2013 – Autoproduzione) e “Onirica” (2017 – Autoproduzione).
Il
genere in cui spaziano è il Metal Progressive ma con uno sguardo attento al
Progressive Rock stesso, anche a dimostrazione di una buona conoscenza della
storia musicale in senso generale. L’album è formato da sette canzoni per una
durata totale di quasi un ora. La formazione a tre ed il genere proposto
possono far pensare ad uno stile Rush completo, tuttavia all’interno delle
composizioni le influenze risultano molteplici. Dopo un inizio di carriera che
protende verso sonorità Queensrÿche, Savatage e Fates Warning, la band si
raffina lasciandosi contaminare anche da suoni di band più recenti (se così
possiamo definirle) come Opeth e Porcupine Tree.
Il
disco si apre con l’energia di “Chemical Indulgence”, un riff massiccio alla Holocaust
ne è spina dorsale per poi lasciarsi variare dalle armonie progressive sempre
relegate ai cambi di ritmo e di umore. La voce di Lorenzo Parigi è malleabile a
seconda delle situazioni, riesce ad essere melodica e pulita, oppure nel caso
ruvida e addirittura growl. Si staglia avanti all’ascoltatore un banco di
nebbia durante l’ascolto della “Opethiana” “Little Boy”, salvo diradarsi nel
corso del prosieguo.
Un
arpeggio acustico di chitarra introduce la strumentale “Magus” che potremo definire
complementare alla precedente “Little Boy” per atmosfere, non certo per il
completo andamento. Il pezzo è davvero un bell’esempio di come si può concepire
oggi un certo tipo di Metal Progressive, apportandoci soluzioni moderne e non
scontate. Un frangente molto divertente e scorrevole. Adiacente giunge “Digital
Dharma”, in qualche momento vicino al Neo Prog inglese. Aumentano le soluzioni
sonore e la durata del brano con “The Luminous Whale”, qui davvero molto
materiale per il Prog Metal fans, ancora di più nella mini suite di quasi
tredici minuti “The Astounding Journey”, per chi vi scrive fiore all’occhiello
di “Timescape”. Il disco finisce con dolcezza e stile grazie all’acustica
“1935”, un bell’arrivederci da parte del trio che spero di poter riascoltare
con nuovo materiale al più presto se questi sono i risultati. “Timescape” è
stato registrato, mixato e masterizzato da Andrea Seveso, nei Ivory Tears Music
Worksstudio.
Concludo
la recensione riportando mie parole scritte all’interno del libretto che
accompagna “Timescape”:
“La musica all’ascolto propina immagini che
prendono il posto delle parole, dove esse non raggiungono più lo scopo esplicativo del concetto voluto.
Subentrano prepotentemente nella
nostra mente.
Il Metal Progressive attraverso gli
alti e bassi di ritmo si presta molto all’immaginazione essendo un insieme di
generi incastonati fra di loro.
I Wine Guardian hanno assimilato la
lezione storica delle band passate e con la propria personalità che trasuda
inevitabilmente mediterraneità, amalgamano
un mondo sonoro visionario, esplicativo, risoluto.
La tecnica non fa di se inutile
vetrina, bensì si mette a disposizione della melodia, il tutto rigorosamente
fra sterzate umorali.
Una nuova avanguardia sonora si fa
ulteriormente avanti attraverso band come i Porcupine Tree, Opeth e Soen, un muro sonoro che i Wine
Guardian attraverso Timescape riescono a riproporre con raffinatezza e
consapevolezza. La musica è questo”.
Per
gli appassionati collezionisti di dischi dico altresì che di “Timescape” ne
esiste una speciale edizione limitata di sole 30 copie a cura di Outward Styles
(disponibile solo sul sito web dell’etichetta). MS
https://www.wineguardian.it/
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