Police
POLICE – Reggatta De Blanc
A&M Records
Genere: Rock/Punk / Reagge
Supporto: 1979 – lp
I
Police si formano a Londra nel 1977 in piena era punk. Il trio è composto dal
bassista Gordon Matthew Sumner, in arte Sting, il chitarrista Andy Summers e il
batterista Stewart Copeland. Il genere
proposto è di personalità, riescono a miscelare insieme reggae, punk, new wave
e jazz. Non hanno una grandissima longevità artistica, purtroppo si sciolgono
nel 1986 per poi fare un breve ritorno nel 2007 in occasione di un tour
mondiale.
Stewart
Copeland prima di iniziare a pensare ai Police, ha una breve carriera nella
storica band Curved Air, dove inizia una relazione con la cantante Sonja
Kristina Linwood , che diventa in breve tempo sua moglie. Sting nel 1976 suona
il basso nel gruppo jazz fusion Last Exit, una volta contattato da Copeland
vanno alla ricerca del chitarrista. Inizialmente la scelta ricade su Henry
Padovani e con questa formazione registrano il singolo Fall Out (Miles Copeland
III ) nel 1977. Nel frattempo Stewart e Sting partecipano al progetto Strontium
90, organizzato da Mike Howlett, bassista dei Gong, qui restano colpiti dal
modo di suonare la chitarra di Andy Summers. Per un breve periodo la formazione
dei Police è dunque composta da quattro elementi con due chitarre, ma in breve
tempo Padovani lascia il gruppo. Nel tempo numerosi i concerti ed i
riconoscimenti.
Ma
veniamo ora al disco in analisi, esso è epocale per quello che concerne il
fenomeno che abbraccia il punk di fine anni ’70 ed il reggae portato in quel
periodo al successo da Bob Marley. I Police tuttavia nella loro pur breve
carriera ci hanno deliziato sempre con album di altissima qualità. Il riscontro
delle vendite ne è testimone.
Il
trio è una vera e propria macchina da guerra ritmica. La musica proposta si
basa essenzialmente su una ritmica insistente e comunque ricercata e raffinata.
“Regatta De Blanc” è il secondo disco in studio della band, dopo il buon
successo del debutto “Otlandos D’Amour” del 1978 (A&M Records) contenente
la famosa “Roxanne”.
Si
parte subito con un classico del gruppo, quel “Message In A Bottle” che ancora
oggi cantiamo e sentiamo sia nelle radio che nei canali tv musicali. Impossibile resistere al ritmo e
rimanere fermi impassibili all’ascolto. Secondo la prestigiosa rivista Rolling
Stone il brano giunge al numero 65 nella classifica delle "100 migliori
canzoni con la chitarra di tutti i tempi". I testi narrano di un
personaggio sperduto in un isola impegnato a spedire in una bottiglia al mare
il suo messaggio di richiesta d’aiuto, ma che ironicamente nel tempo vede
tornare a riva con altre migliaia di bottiglie contenenti richieste analoghe.
Non si è soli nell’essere frustrati. Segue la title track “Reggatta De Blanc”,
il cui titolo lascia trapelare che questo brano (ma anche tutto l’album), è
“reggae per bianchi”. Copeland sfoggia tutta la materia in dote, oltretutto la tecnica per suonare la batteria è raffinata da un viaggio in Africa avvenuto
in una tribù per apprendere al meglio certe ritmiche tribali. Il Post Punk
arriva con “It's Alright For You”, semplice e diretta come genere comanda.
“Bring
On The Night” è la più malinconica dell’album, pur avendo comunque un ritmo
godibile, essa narra del detenuto in attesa di morte Gary Gilmore, dove l’esecuzione
è oggetto del romanzo nel 1979 The Executioner’s Canzone di Norman Mailer. La
ricerca di Copeland è messa in pratica in “Deathwish”, così l’apporto ipnotico
della chitarra. Sting con voce inconfondibile impreziosisce il tutto. Un pregio
del trio è sicuramente il dono della sintesi, con poco riescono a realizzare
molto.
Il
lato B del vinile si apre con il secondo classico del gruppo, “Walking On The
Moon”. Il singolo si piazza al numero uno delle classifiche inglesi. Sting asserisce
di aver scritto questa canzone in condizioni alterate da una bella bevuta,
mentre il testo parla della sensazione
che si prova nell’essere innamorati. Tanto Reggae. Si ritorna al Post Punk con “On
Any Other Day”, in sintonia con lo stile Clash.
“The
Bed's Too Big Without You” ancora una volta gode di una ritmica irresistibile e
di un giro di basso profondo e penetrante. Un connubio fraseggio riff chitarra,
batteria e basso impressionante per riuscita, un mix fra New Wave (allora di
moda) e Reggae. Esso è l’ennesimo singolo dell’album che descrive la solitudine
e il dolore della fine di una relazione.
“Contact”
è in perfetto stile Police, con un basso greve che lo sostiene e sviluppa.
Successivamente “Does Everyone Stare” è la canzone decisamente più ricercata di
tutto l’album, specialmente nell’interpretazione vocale di Sting, davvero sentita e quasi recitata. Belle le
coralità. “No Time This Time” chiude a ritmo sostenuto quasi Ska questo lavoro
epocale, punto di riferimento per molte band a venire.
I
Police sono campioni di composizioni brevi e immediatamente ruffiane,
perfettamente adatte come colonna sonora della nostra vita quotidiana, ma adesso
non lo scopro di certo io. MS
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