Inner Prospekt
INNER
PROSPEKT – Canvas Two
Somnus
Media Ltd
Genere: Progressive Rock
Supporto: cd – 2021
La
band romana di Rock Progressivo Italiano (RPI) Mad Crayon ha lasciato nel suo percorso
storico quattro album importanti.
Tralasciando il demo “Far From The Clouds - Someone Wants To Play” del
1992, l’esordio ufficiale risale al 1994 con “Ultimo Miraggio” (Cygnus Records).
Questo album mostra al pubblico uno stile radicato nell’ RPI più classico,
quello suggerito da band come Genesis, Orme ma soprattutto Banco Del Mutuo
Soccorso.
Il
viaggio sonoro prosegue sino ai nostri giorni con l’ottimo “Drops” (2020),
autoproduzione digitale uscita solo su internet in FLAC. Il talentuoso
tastierista dei Mad Crayon si chiama Alessandro Di Benedetti e nel 2014 inizia
la carriera da solista con l’album “Dreaming Tony Banks” (autoproduzione). Il
titolo lascia trapelare le origini alle quali si ispira, il suono delle
tastiere di Tony Banks (Genesis) hanno segnato la storia sia del Progressive
Rock che della musica Rock in generale.
Alessandro
quindi fonda il progetto Inner Prospekt con il quale negli anni rilascia ben
dieci album. “Canvas Two” è l’undicesimo da studio e seconda parte di “Canvas
One” realizzato nel 2020 del quale esiste anche una versione completamente
strumentale.
“Canvas
Two” è suddiviso in otto tracce e ci suonano Alessandro Di Benedetti (tastiere,
voce, batteria), Rafael Pacha (12-string e chitarra elettrica), Federico Tetti
e Carmine Capasso (chitarre), Giovanni Maucieri (batteria nel brano “Abby's
Escape”) e Giuseppe Militello (sassofono).
Difficile
non restare concentrati durante l’ascolto di questa musica che sembra voler
ipnotizzare l’ascoltatore, di certo non adatta ad un ascolto distratto o
perlomeno superficiale.
Proprio
il pianoforte apre la strumentale “Glimpse”, composizione leggera ma al
contempo sofisticata, arrangiata con archi in maniera accurata.
Come
il genere spesso ci mostra, non manca nell’insieme la lunga suite, qui
intitolata “Soul Of Hundred Lives” della durata di diciassette minuti
abbondanti. In essa circolano differenti soluzioni e cambi di ritmo, perfino
schegge di Jazz caldo e riflessivo. Qui c’è il cantato in lingua inglese, la
voce non è incisiva ma neppure scadente, diciamo che è da contabilizzare nella
media del genere italico, dove solitamente risulta essere vero e proprio
tallone d’Achille. Mentre la suite prosegue di sorpresa in sorpresa con
energia, molto spesso compaiono durante l’ascolto sonorità e situazioni
tipicamente anni ’70. A mio gusto questa musica è perfetta per accompagnare
anche dei telefilm di quegli anni, tanto per rendere l’idea di come riesca a
far confluire nella mente dell’ascoltatore immagini nitide e precise. Sempre
protagoniste le tastiere in generale, in “King Of Spades” però sono il sassofono
e le chitarre arpeggiate ad arricchire il contesto e l’atmosfera si fa
immediatamente calda e soft. Qui migliore anche l’interpretazione vocale ed
evidente l’ispirazione a Tony Banks. Personalmente apprezzo molto “Why Me” che
mi riporta anima e corpo dentro il mondo Genesis anni ’70, ma anche di
personalità con un equilibrio che apprezzo vivamente. “Abby's Escape” prosegue
il contesto senza aggiungere o togliere nulla, facendo così proseguire
l’ascolto nella fluidità. Altre mini suite portano il titolo di “White Skies” e
“The Knight And The Ghost”, nuova vetrina per i musicisti impegnati oltre che
per le tastiere di Alessandro. A concludere giunge la bonus track “The Queen Of
Clubs”, sexy, fumosa e da drink, grazie ancora al sax di Giuseppe Militello.
Quindi
avrete avuto modo di capire cosa elargisce la musica di “Canvas Two”, un disco
che coccola ma al contempo sa colpire. MS
Mad Crayon soprattutto con il loro album "Diamanti" del 99, realizzarono un album di prog leggero con melodie facili da ricordare. Da segnalare soprattutto "l'allegra brigata" brano malinconico e romantico che è sicuramente l'apice del cd. Fa piacere scoprire che il tastierista, che rappresentava il suono del gruppo abbia continuato a suonare, ovviamente nell'oblio più totale. Diamanti a distanza di anni rimane un cd dal suono fresco, brani di durata media con riferimenti ai grandi giganti dei 70. Ricordo che composero una suite di 25 minuti per le raccolte che proponeva la musea record. Non un granché, molto meglio nei brani contenuti. Un ottimo ricordo di quegli anni, quando il prog italiano sfornava buoni dischi a ripetizione, e una società non tossicamente dipendente dai social, dai cellulari, quando i cd si compravano. Io continuo a farlo!
RispondiEliminaSplendidi ricordi e condivido in pieno il tuo pensiero.
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