Ernest Lo
ERNEST LO – Io So Essere Macchina
Music
Force / Egea Music
Genere:
Cantautore
Supporto: cd – 2021
Il
cantautore in senso generale del termine è mutato negli anni, questo è un fatto
inopinabile dettato dalla normale evoluzione delle cose. Gli avvenimenti e la
società del momento fanno in modo che ci sia un certo tipo di approccio alla
composizione, così nei testi che nella musica. Si è potuta ascoltare la melodia
italiana negli anni ’60, il cantautorato impegnato nei ’70, il melodico
commerciale nei ‘90 per poi trovare una stasi dettata proprio dalla
globalizzazione della società. Internet ci ha legato tutti, il mondo in tasca
ha fatto in modo che l’individuo non fosse più al centro dell’interesse bensì riunito
in una sorta di rassicurante gregge, dove la pecora nera (o perlomeno
differente) è necessariamente da isolare. Tutti uguali, allineati, ci muoviamo
ed agiamo come avanti ad uno specchio o ad un ballo di società. La musica
rappresenta oggi questo, ma attenzione perché il bello, l’idea, il messaggio
forte, esiste sempre pur se in maniera celata,
va solo cercato con parsimonia in questo immenso calderone mediatico. Chi è
geniale o perlomeno individuo a se, apporta sempre evoluzione e aria fresca nel
contesto in cui agisce.
La
musica cantautorale è quindi in fase evolutiva si adegua ai tempi, li racconta
e si reinventa.
Remo
Santilli è Ernest Lo, un arguto ed ironico cantautore che si propone nel mondo
della musica con questo esordio intitolato “Io So Essere Macchina”. La prima
cosa che colpisce nel disco sono le frasi contenute all’interno del libretto,
ossia “A piccoli parolieri buone intenzioni”, “Impara la parte e mettila ad
arte”, “A mali rimedi estremi bancari” e “Chi trova un tesoro perde un amico”,
ottimo preludio per l’ascolto che inizia con “Ssialaè”. Il brano giocoso è
quasi rappato assieme all’ospite Micromega, una canzone che descrive in maniera
ironica cosa piace della vita e di una donna da parte dell’artista. Il sound è
moderno, Ernest Lo naviga i mari dei tempi e lo fa con scaltrezza oltre che con
fare ruffiano grazie all’immediatezza dei suoni e delle soluzioni si già
sfruttate, ma pur sempre piacevoli.
Ancora
con Micromega in “Errore 404”, quella fastidiosa scritta che vorremmo mai
apparisse nel computer, canzone che viaggia nel mondo di internet mostrandone
più che altro i difetti, soprattutto quelli dei social. Lo sguardo ironico di
Ernest Lo si posa successivamente sul “Bla Bla Bla” della gente, piccoli
reminiscenze di Rino Gaetano più che altro per l’approccio al brano non per la
musica che piuttosto potrebbe essere accostata al mondo di Alex Britti.
Simpaticissima
“I Gatti Del Borgo” mentre acidamente analitica è “Ti Piace?”, sunto del modus
operandi della società del momento, un auto-deridersi fatto in modo intelligente.
“Alla
Coop” è il brano più lungo dell’album con i quattro minuti e mezzo. Non proprio
cantato piuttosto narrato risulta sia divertente che storicamente legato a
certi stilemi vissuti con i grandi Squallor e scusate se dico poco.
“Serena
Vuole Andare A Nanna” è il pezzo più canzone dell’album, diciamo anche il
momento ballata e qui l’artista mostra diverse potenzialità rispetto quanto
ascoltato sino ad ora, pur rimanendo sul binario dell’ironia. Cesare Cremonini
sembra aver lasciato qualche segno sonoro. “Numeri” è un altro momento
simpatico e diretto apparentemente banale, ma ascoltate il testo.
Ridere
su “Talpe Ubriache” è facile, ma se lo si ascolta più volte c’è meno da ridere.
Chiude “Bar Lume”, un luogo dove si trinca e si vive un certo tipo di
quotidianità. Non so il perché ma Pino D’Angiò mi passa per la mente e anche
questo particolare mi conferma la caratura delle potenzialità dell’autore in
analisi.
Ernest
Lo è un personaggio da tenere sott’occhio, ha cose differenti da dire, quelle
che servono all’attuale cantautorato per mutare, poi i difetti nel tempo si
possono smussare, ma credetemi, qui c’è molta carne in fuoco. MS
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