Officina F.lli Seravalle
OFFICINA
F.LLI SERAVALLE – Blecs
Lizard
Records / ZeiT Interferance
Distribuzione:
BTF, GT Music, Pick Up, Ma.Ra.Cash, Syn Phonic
Genere: Sperimentale
Supporto: cd – 2021
Quando
si ama la musica in maniera passionale, si tenta di renderla personale, la si modifica
fino a farla diventare speciale…Unica. Non è una pretesa, bensì una esigenza,
quando l’artista è degno di questo nome non segue ciò che dice la moda, neppure
suona per il pubblico, ma esclusivamente per se stesso. Il classico “Chi mi ama
mi segua”.
I
fratelli Seravalle tornano sul luogo del delitto con il terzo lavoro in studio
dopo “Us Frais Cros Fris Fics Secs” (ZeiT Interference, Lizard – 2018) e
“Tajs!” (Lizard – 2019) a conferma che la vena artistica in pochi anni è
davvero fluida. Il duo Alessandro (chitarre elettriche, elettronica, voce
oggetti, tastiere) e Gian Pietro (ritmiche, tastiere, basso generatore di
frequenze) questa volta si coadiuvano di guest musicians come Simone D’Eusanio
(violino elettrico), Andrea Massaria ( chitarra), Alessandra Rodaro (Horn
francese) e Paolo Volpato (chitarra). Per chi non conoscesse l’artista
Alessandro Seravalle ricordo che proviene dall’esperienza annosa con la band
storica di Progressive Rock e Metal sperimentale Garden Wall.
“Blecs”
in gergo friulano sta a significare “rattoppo”, un chiudere una falla aperta
dall’esplosione della vita quotidiana che ci mette avanti a mille problemi, la
musica è qui intesa come un palliativo, un “Blecs”. La Psichedelia che circonda
l’ascolto così come la sperimentazione, sono come una droga che anestetizza il
nostro essere, basta non aver paura nel lasciarsi trasportare.
Non
bisogna soffermarsi ad un solo ascolto, la profondità di alcuni passaggi ed
elementi meritano davvero una concentrazione particolare, proprio per questo in
apertura ho parlato di “artisti”.
Undici
rattoppi , undici differenti stati d’animo ad iniziare da “Imprevisto
Cristallo”, brano più lungo dell’album con i suoi nove minuti abbondanti. Un
tunnel sonoro avvolge l’udito in una sorta di bolla, spezzato solo dall’elettronica
che di tanto in tanto fa riaprire gli occhi cogliendoci alle spalle, perché
l’ascolto deve essere come dicevo “concentrato”.
In
“Shady Business” sensazioni oniriche aleggiano sulle note del violino
elettrico, il tutto in una ritmica spezzata ma insistente. Il crescendo sonoro
ha sempre il suo maledetto fascino, il coinvolgimento è dunque garantito.
L’elettronica prende il sopravvento sulla psichedelia in “Digital Panoptikon”,
nomen omen.
Instabilità,
nervosismo e senso di ipnotica destabilizzazione portano all’incanalarsi
nell’era della digitalizzazione.
Ma
non serve soffermarsi sulla descrizione di ogni singolo brano, perché il bello
di questo lavoro è proprio la scoperta che personalmente non intendo rovinare.
Posso
dire invece che la copertina è un dipinto ad opera di Giovanni “Ninos”
Seravalle, davvero una vera e propria famiglia di artisti che calzano a
pennello l’aggettivo in questione, oggi troppo spesso adoperato in maniera
superficiale. Spazio dunque a chi osa, perché non sempre si ha voglia di
ascoltare musica per cantare o ballare, spesso si ha anche voglia di sentirsi
stupiti. La vita è stupore come diceva il grande Lucio Dalla, ed è vero, quando
non ci stupiremo più avremo perso il significato della nostra esistenza.
“Blecs”
lassù, dove osano le aquile. MS
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