Libri ROCK PROGRESSIVO ITALIANO 1980 - 2013 - METAL PROGRESSIVE ITALIANO

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La storia dei generi enciclopedica

sabato 13 marzo 2021

MinDance

 

MINDANCE - Cosmically Nothing
Open Mind - Lizard Records
Genere: Psichedelia/Progressive Rock
Supporto: cd – 2020




Mamma mia da quanto tempo non facevo un trip del genere! Non pensate subito male, trattasi di un viaggio mentale su tappeto di note psichedeliche e sognanti. Ci voleva una band italiana, chissà quante volte si è cercato chissà dove quando invece a fianco a noi esisteva già la soluzione per stare bene e passare un oretta estraniati dal mondo.
I MinDance sono del Molise e precisamente di Campobasso, una comune di artisti dedita a trovarsi assieme per suonare senza termine ore ed ore di musica “spaziale” proprio come facevano gli Hawkwind negli anni ’70. Si fondano circa nel 2012 e dopo varie vicissitudini che alternano anche cambi di line up, si stabilizzano oggi con Tonino Marchitelli (voce, tastiere), Gianluca Vergalito (chitarra), Peppe Aloisi (basso, voce, synth, noises) e Massimo Cosimi (batteria).
Undici canzoni per viaggiare, alcune elettriche come l’iniziale “Minkiadance” dove la chitarra elettrica sale in cattedra ostentando veloci scale a ritmiche più Heavy ad altre più ricercate. Un esempio è “Prologue One” composta da narrato e ritmiche elettroniche, la breve esibizione accompagna a “Falls In Love” e qui amici miei inizia ufficialmente il trip. Si evidenziano influenze Pink Floyd periodo primi anni ’70 e chi ama queste sonorità sicuramente avrà già drizzato le orecchie. Il solo di chitarra verso il finale è quanto di meglio ho potuto ascoltare in questi ultimi mesi, questo brano da solo vale il prezzo del disco.
“I Don’t Believe” è un mid tempo cadenzato e più orecchiabile, ma i MinDance sanno come variare l’argomento, facendo ricadere il loro stile anche nel Progressive Rock. C’è anche il brano cantato in italiano, o per meglio dire in dialetto, “Echi Megl’E Me” è una ballata intrigante e molto vicina ai Porcupine Tree periodo “Signify” ma anche agli Anathema. Ipnotica “Don’t Break Me”, lisergica e ancora una volta devota al mondo di Steven Wilson. Le tastiere fanno da evidenziatore a quanto detto. “Dopo la breve “Prologue Two” è la volta di “Strange Love”, qui il ritmo sale e resta molto difficile restare fermi durante l’ascolto, pezzo che potrebbe venire dagli anni ’80 dal filone ex Punk, e vai di chitarra elettrica!
A sorpresa in “Sery” giungono arpeggi Marillioniani, altro movimento lento ed affascinante, da ascoltare ad occhi chiusi. Di nuovo a spezzare “Prologue Three” e poi via verso il clamoroso finale di “Cosmically Nothing”, gioiello raro della durata di dodici minuti.
Per le note negative posso dire che personalmente non ho apprezzato molto il suono della batteria, ma è una questione di gusti ovviamente.
Lasciamoci quindi travolgere dall’onda della psichedelia, quella massa che ti sbatacchia qua e la nel fondale di questa vita che negli attuali tempi non fa altro che donarci restrizioni, Evadiamo almeno con la mente, i MinDance ce ne danno l’opportunità da cogliere al volo. MS




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