Libri ROCK PROGRESSIVO ITALIANO 1980 - 2013 - METAL PROGRESSIVE ITALIANO

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La storia dei generi enciclopedica

sabato 13 marzo 2021

Kosmos

 

KOSMOS – Ajan Peili
Open Mind - Lizard Records
Genere: Prog Folk
Supporto: cd – 2019




Il mondo dei finlandesi Kosmos è ampio, colorato ma allo stesso tempo riflessivo e rispettoso, soprattutto nei confronti del passato, per quel suono che deriva dagli anni ’70 e che tanto ha fatto proseliti. Nella musica proposta si riscontrano dunque differenti stili che spaziano dalla psichedelia al Folk passando per il Rock ed il Prog. Basta dire che nelle strumentazioni ci sono mellotron e flauto per rendere bene l’idea. I testi parlano generalmente di una realtà cosmica e mistica, questo sin dall’album d’esordio risalente al 2005 intitolato “Tarinoita Voimasta”.
Questo nuovo album “Ajan Peili” è nell’ordine il quinto sigillo da studio ed è composto da otto canzoni. La band è formata da Päivi Kylmänen (voce), Kimmo Lähteenmäki (batteria, conga-batteria, organo, mellotron), Kari Vainionpää  (chitarra, basso), Olli Valtonen (shrutibox, taalmala) e Ismo Virta (chitarra, mellotron, organo, sintetizzatore, batteria). Con loro sono ospiti Juha Kulm (narrazioni), Arto Kuronen (basso), Sini Palokangas (violino, sassofono, xilofono) e Kari Riihimäki (chitarra elettrica).
Dopo questa scorpacciata di nomi per noi quasi impronunciabili passiamo al contenuto visivo del disco, l’artwork come sempre è colorato ma allo stesso tempo malinconico, mentre il libretto interno è un piccolo poster contenente i testi cantati in lingua madre. Di certo la rudezza fonetica non è atta per tutti gli orecchi, ma vi assicuro che si sposa benissimo con la causa sonora. La voce femminile di Päivi Kylmänen addolcisce di molto il contesto anche grazie al flauto che trasporta la nostra fantasia in campi aperti dove la leggiadria è di casa. Poi quel mellotron…
Bastano poche note all’inizio della title track “Ajan Peili” per entrare anima e corpo in questo sound, molto vicino a quello di altre band nordiche come Sinkadus ed Anglagard. Lo stile dei Kosmos negli anni non cambia mai la rotta, per chi è affezionato a questo tipo di sonorità è una vera e propria sicurezza. Dimostrano anche di conoscere bene la storia del genere Folk Rock avvicinandosi con “Eilinen” ai più famosi Fairport Convention. La capacità dei nordici nel trasmettere con le note la loro innata oscurità e malinconia è disarmante, bastano pochi arpeggi di chitarra, una voce sognante e il gioco è fatto, il tutto è palesato in “Lapsen Uni”. Serve molto poco per emozionare, non altro che il cuore. Molto più Folk ed etnica “Aina Lähellä”, ma il discorso cambia di nulla. La fase acustica prosegue con “Kohti Taivasta”, ancora ambientazioni ampie e bucoliche.
“Salainen Oppi” è dedicata a madame Blavatsky, e risulta affascinante  il connubio sax soprano, mellotron e piano. Narrato e sperimentale “Jatkuvuus” immerso in sonorità psichedeliche oscure e spaventose fra simil sitar, mellotron e sax, a chiudere il brano più lungo dell’album con i suoi dodici minuti di Rock Progressivo “Minä Olen” in classico Kosmos style.
Chi conosce a menadito il Progressive nordico sa già bene cosa lo attende in “Ajan Peili”, per chi invece non è informato al riguardo i Kosmos possono essere una buona opportunità, ma non soltanto per questo ultimo lavoro, anche per gli altri quattro in studio. Buon ascolto. MS
 



3 commenti:

  1. Un altro splendido tassello nella discografia dei Kosmos. È vero che lo stile negli anni è rimasto uguale, ma sta proprio qui la bellezza la leggiadria come bene hai espresso, il prog nordico di quella immensa penisola, ha prodotto così tante realtà di ottima fattura con un il risultato culturale migliore in Europa. Tutte queste band dai 70 ad oggi dovrebbero diventare patrimonio universale dell'UNESCO. Ivano Sgattoni.

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  2. Mi riferito dagli anni 90 ad oggi come il miglior risultato culturale in Europa in ambito prog e non solo. Ivano Sgattoni.

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