Force Of Progress
FORCE
OF PROGRESS – R3Design
Progressive
Promotion Records
Distribuzione italiana: G.T. Music
Genere: Progressive Rock/Metal
Progressive
Supporto: cd – 2021
Molte
volte si è fatta diatriba fra Progressive Rock e Metal Progressive, spesso sono
trattati come due mondi completamente differenti, chi ama il rock non gradisce
eccessive distorsioni elettriche, chi invece ama il Metal si accosta con più
semplicità al Rock. Ma quando l’equilibrio è perfetto allora nascono produzioni
che possono lasciare esterrefatti entrambi i fans dei due generi.
Il
nome di Force Of Progress non è di certo nuovo a chi vive di questa musica, band
dotata di tecnica palesata nei due lavori strumentali davvero gradevoli
intitolati “Calculated Risk” (Progressive Promotion Records – 2017), e “A
Secret Place” (Progressive Promotion Records – 2020), recensiti anche in questa
sede.
La
formazione subisce un cambio passando da quattro elementi a tre, Dominik Wimmer
alla batteria non è più nelle file lasciando il posto a special guest, per cui
restano Hanspeter Hess (The Healing Road) alle tastiere, Chris Grundmann
(Cynity) alle tastiere, chitarra e basso, e Markus Roth (Marquette, Horizontal
Ascension) alle tastiere, chitarra e basso. Cambio anche nella confezione del
disco, sia per tipologia di artwork, qui decisamente semplice e lineare
rispetto i disegni colorati e particolareggiati precedenti, sia in tipo di confezione,
non più cartonata ma di plastica.
“R3Design”
racchiude sei brani per una durata di cinquanta minuti abbondanti.
Il
disco parte a mille con una vetrina balistica davvero apprezzabile, “Ultra
Conservation” sembra un pezzo uscito dalla discografia dei Dream Theater
(quelli più in vena) ovviamente senza la voce. Qui risiede tutto quello che un
fans del Metal Prog cerca, scale su scale, ritmi su ritmi. Resto colpito dai
dieci minuti di “Viral Signs I – Ambassador Of Light”, come stile vuole si
comincia con una bella melodia orecchiabile per poi svilupparla nel proseguo
dell’andamento, il tutto condito con cambi di tempo e d’umore. Buone le
chitarre che sono sia da accompagnamento che da base oltre che protagoniste di pregevoli
assolo. Le tastiere risultano quelle che negli anni ci hanno fatto apprezzare
personaggi come Jordan Charles Rudess o Kevin Moore, sale sulla coda del suono.
Le scale sono a tratti vertiginose ma in altri momenti si gode di quiete
melodiosa. Prima di giungere alla suite seconda parte di “Viral Signs” ad
inframezzare c’è “Next”, composizione che si articola fra atmosfere Black e
sonorità più solari il tutto in una specie di gara fra schiaffo o bacio, top
l’assolo di chitarra finale. Ma il brano più bello dell’album a gusto di chi vi
scrive è la suddetta suite di sedici minuti intitolata “Viral Signs II -
Incident 3030”. Essa rispecchia il mio modo d’intendere il Metal Progressive
ossia il giusto equilibrio a cui facevo cenno nell’inizio della recensione, fra
tecnica e melodia Prog Rock. Hammond, coralità ad opera di Markus Scheley,
effetti elettronici, rumoristici e un assolo di chitarra da parte di Achim
Wierschem davvero godibile (Pink Floyd style).
Un
lungo viaggio sulle montagne russe del pentagramma.
Dopo
questa scorpacciata serve un brano più breve e meno articolato, infatti ci sono
i quattro minuti di “Lady Lake” a dare al disco un piacevole break che si
approssima anche alla formula canzone. Chiude “Redesign”, inizialmente composto
da sonorità Yes ed Emerson Lake & Palmer, a conferma che il trio è attento
anche al passato, per poi passare al lento ritmico di una ballata supportata
dalla chitarra elettrica di Claus Flittiger, ma non c’è bisogno di aggiungere
altro.
La
qualità dell’incisione è più che buona, i suoni appaiono ben distinti e il tempo
alla fine sembra essere volato. Magia della buona musica. MS
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