Libri ROCK PROGRESSIVO ITALIANO 1980 - 2013 - METAL PROGRESSIVE ITALIANO

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La storia dei generi enciclopedica

sabato 28 novembre 2020

Rick Miller

RICK MILLER – Unstuck In Time
Progressive Rock Records
Distribuzione: G.T.Music
Genere: Progressive Rock
Supporto: cd – 2020




Prosegue come una macchina schiacciasassi la vena compositiva del polistrumentista canadese Rick Miller, inesauribile talentuoso artista che da poco ha rilasciato l’album “Belief In The Machine” (2020 - Progressive Promotion Records). Il periodo di lookdown ha permesso a Miller di comporre ancora più alacremente, riuscendo quindi a realizzare un nuovo album a distanza di pochi mesi dal precedente. Il  titolo è “Unstuck In Time”, un poco lo scrollarsi di dosso il tempo che passa, un viaggio introspettivo che si svolge in nove tracce.
Assieme a lui suonano Barry Haggarty (chitarra), Kane Miller (violino, chitarra), Mateusz Swoboda (violoncello), Sarah Young (flauto) e Will (batteria).
Il mondo di Miller è un posto incantato per un Prog fans, dove le sonorità si associano a gemme senza tempo. I punti di riferimento sono sempre gli stessi, Genesis, Pink Floyd e Moody Blues su tutti.
L’apertura del disco è lasciata a “The Plauge” e alle sue chitarre “Pinkfloydiane”, il brano più lungo con dodici minuti e mezzo di durata. La voce è posata, quasi sussurrata in alcuni momenti. Un passaggio psichedelico si scontra con un movimento ecclesiastico per coralità ed il violino di Kane Miller, un mondo dal profumo antico dove in aggiunta il mellotron fa da catalizzatore. Molto bello il crescendo sonoro con la chitarra elettrica dopo un lungo barcamenare con l’acustica. Qualche brivido scorre inevitabilmente sulla pelle di chi come me è cresciuto quotidianamente con questa musica. Per chi mi ha capito aggiungo anche che molto spesso all’ascolto ci si chiudono gli occhi ed ovviamente non per la noia. Più canzone “State Of The Emergency”, narrazione di una realtà drammatica, quella che stiamo vivendo quotidianamente. Da sottolineare i buoni arrangiamenti, il gusto per il bello Miller lo ha acquisito negli anni, oggi professionista totale. Tre minuti tastieristici con innesti di elettronica per “Covid Concerto”, il titolo è più che esplicito. Il classicismo dato dai strumenti ad arco ed il suono moderno delle tastiere assieme raggiungono un risultato affascinante. Le atmosfere si fanno più tristi e cupe in “Fateful Apparitions”, il ritmo iniziale è molto lento dando la sensazione all’ascoltatore di aleggiare in una sorta di sospensione. Nel proseguo le condizioni peggiorano in una sensazione quasi spettrale salvo riaprirsi verso il finale con un assolo di chitarra dove i Pink Floyd hanno regnato nell’olimpo degli immortali.
Uno spicchio di sole arriva con “La Causa”, brano dal sapore iberico per l’approccio della chitarra acustica. Botta di King Crimson all’inizio di “Lost Continuum”, il mellotron ancora una volta colpisce per poi lasciare immediatamente il palco al flauto di Sarah Young e al violoncello. Uno strumentale intenso per emotività. Ritorna l’elettronica con “In Sync Whit The System”, inizialmente potrebbe benissimo essere la sigla di un programma televisivo degli anni ’70, questo per farvi capire l’ambiente sonoro. Per chi è a conoscenza della band americana Lands End dico che qui ci sono molte analogie, soprattutto nell’approccio vocale. “Broken Clocks” lancia schegge di
Simon & Garfunkel, ma è un breve lasso di tempo, appena due minuti e mezzo per poi arrivare alla title track “Unstuck In Time”, mini suite finale. Qui risiede l’anima di Miller e tutto il suo bagaglio sia tecnico che culturale riguardo questa musica.
 Quindici dischi in studio, un risultato ragguardevole che testimonia la passione e la creatività del musicista in questione, non si può restare indifferenti avanti a musica del genere, ascoltare per credere. MS




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