TRAUMHAUS
– In Oculis Meis
Progressive
Promotion Records
Genere: Progressive Rock
Supporto: cd – 2020
Di
certo non si può dire che il progetto tedesco Traumhaus sia prolifico, ne è
passata d’acqua sotto i ponti dopo il debutto del 2001 intitolato “Traumhaus”.
Ad oggi “In Oculis Meis” è il quarto album in studio, il quinto se teniamo
conto dell’ep “Ausgeliefert” del 2014. Pochi album nel tempo, ma tutti di
ottima qualità.
Lo
stile proposto riesce ad abbracciare un ampio bacino di pubblico, spaziando dal
Progressive classico supportato da grandi tastiere, a momenti psichedelici ed
altri più vicini al Metal Prog.
L’album
focalizza i testi attorno all’argomento società moderna e la necessità per ogni
individuo di affrontare i problemi. Trattate paure inconsce e strategie
individuali per preservare il proprio equilibrio interiore, il tutto osservando
ciò che accade nel mondo. Ecco che per una tematica così pesante, al limite
dell’oscurità, servono suoni più duri, così che “In Oculis Meis” risulta essere
un album più duro rispetto al passato.
La
bellissima custodia dell’album è cartonata e all’interno contiene un libretto
ricco di informazioni e testi. L’artwork dello stesso leader fondatore
Alexander Weyland già del suo indirizza l’ascoltatore verso la musica, molto fosco
con un occhio in primo piano che osserva. I cd contenuti all’interno sono due,
il primo è cantato in lingua tedesca, il secondo in inglese. Otto i brani
mentre il gruppo è composto da Alexander Weyland (tastiere, voce), Tobias Hampl
(chitarra), Till Ottinger (basso) e Ray Gattner (batteria).
Un
piano malinconico apre le danze nei due minuti di “The Awakening” e sin da
subito risalta all’ascolto l’ottima produzione sonora, con un suono profondo e
distinto. Roboante la ritmica, mentre la voce ricorda quella di Peter Gabriel.
Una volta rotto il ghiaccio si parte per il viaggio con “Preserve &
Understand”, il sound è al confine con il Metal Prog e con i suoi otto minuti
abbondanti risulta essere fra i pezzi più lunghi dell’album. Molto orecchiabile
il ritornello, un raggio di luce nel corridoio buio in cui ci siamo
avventurati. Alcuni momenti strumentali possono richiamare i Porcupine Tree o i
Neo Prog Pallas per chi li conoscesse.
Elettronica
apre “Walk On Yourself”, canzone articolata con un mix passato e presente, il
presente l’ho già citato, il passato si cela fra alcune reminiscenze Genesis.
L’incedere ipnotico raggiunge l’apice con l’assolo delle tastiere e a seguire
della chitarra. E proprio a proposito d’ipnotismo, “Escape” si presenta in
maniera psichedelica fra Pink Floyd e Porcupine Tree, a seguire “So Many Ways”,
la canzone più breve dell’album in quattro minuti abbondanti.
“The
New Morning” rovista sia nel panorama Metal Prog che Progressive Rock, un
sottile filo sonoro li unisce facendo spaziare l’ascoltatore con la fantasia
grazie all’incedere, dove la somma dei
due generi sfocia nell’AOR, specialmente nel tratto del ritornello. Quando gli
assolo partono c’è di che godere. Misteriosa la strumentale “Understand &
Preserve”, essa sa picchiare quando serve, l’anima più scura dei Traumhaus che
nel pachidermico andamento richiama il suono nervoso di certi King Crimson,
quelli più recenti. Il disco si chiude con il brano più lungo, quasi nove
minuti di ottimo Prog dal titolo “X-Ray The Darkness”, anche il più sereno.
I
Traumhaus fanno nuovamente centro, un disco ricco di emozioni e qualità che
oramai si associa alla grandissima quantità delle produzioni edite dalla
Progressive Promotion Records. Speriamo solo di non attendere altri sette anni prima
di poter godere di questa maestosa musica.
Dell’album
esiste anche una versione vinilica per collezionisti stampata in 250 copie. MS
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