Welcome Coffee
WELCOME COFFEE - Light Years Away
Autoproduzione/ Marco Parlante
Distribuzione: Overdub Recordings
Genere: Progressive Rock
Supporto: Soundcloud - 2021
Abbiamo
lasciato i Welcome Coffee nel 2017 autori di quell’interessante EP intitolato “The
Mirror Show” (autoproduzione) con tante buone intenzioni per il nuovo album.
Oggi a distanza di quattro anni eccoci qui a raccontare i suoni e le emozioni
di “Light Years Away”.
La
band triestina formatasi nel 2012 giunge dunque al terzo disco ufficiale della
loro carriera con la formazione attuale composta da Alessandro Cassese (chitarra),
Stefano Ferrara (basso, chitarra acustica), Andrea “Armando” Scarcia (voce ,
armonica), Andrea Parlante (tastiere) e Michele Manfredi (batteria).
Nel
tempo il sound acquisisce sicurezza, avvicinandosi ad un suono leggermente più
duro, una forma di Rock maggiormente vivace pur mantenendo sempre ben saldi
alcuni tipi di stilemi progressivi. Il disco ha dieci canzoni per una durata di
circa 47 minuti, mentre la copertina è ad opera del grafico argentino Andres
Furioso. Il cantato in lingua inglese è la strada scelta dal quintetto e lo
possiamo ascoltare sin dall’iniziale “4th Dimension” che molto ha del carattere
sonoro dei Muse. Il pezzo scorre bene nei cinque minuti sostenuto da un
semplice ritornello e un buon uso delle tastiere in senso generale. Convincente
anche la fase conclusiva di una chitarra che si immerge in un breve viaggio
psichedelico. Con “She” la band mostra i muscoli addentrandosi in un
condotto energico impreziosito dai lievi
cambi di tempo e di umore. Questa volta sono le chitarre a darsi da fare oltre
che ovviamente la ritmica, qui in ottimo spolvero.
"Light
Years Away" è il primo singolo del quale viene realizzato anche un
videoclip. Qui si può apprezzare la crescita artistica dei Welcome Coffee dove
gli arrangiamenti sono ben curati, arma vincente del brano. La melodia è
orecchiabile in un contesto che ha del “senza tempo”. Energia positiva.
Il
Progressive Rock compare in maniera netta nella canzone “Sick”, ancora una
volta le melodie sono orecchiabili e gradevoli, la prova vocale di Andrea
“Armando” Scarcia è perfetta nel contesto. Arriva anche il momento delle
atmosfere rilassanti grazie a “Rainbows & Clouds”. I Welcome Coffee tornano
a ruggire con "Ice in my mouth", qui un mix di Rock, Prog e Metal
anni ’90 ad infarcire il brano. Molto ruffiana “Just Say No”, ennesima conferma
della crescita artistica, certi trucchi di strutturazione del brano vengono
messi in pratica in modo preciso e professionale, fino al raggiungimento di un
risultato piacevole e mai monotono. Esperienza si, ma anche cultura musicale
riguardante un certo tipo di passato prossimo sonoro. Un giro di basso apre nel
Blues “We’ve Broken Up”, la base del Rock messa a disposizione del presente. Qui
le tastiere fanno buona vetrina.
E’
la volta del secondo lento dell’album intitolato “Stolen Land”, mi viene da fare
un paragone non tanto per il suono che poco o nulla ha da spartire, però
l’andamento mi fa venire alla memoria i passaggi più acustici degli Opeth misti
ai Queensryche più ricercati. Interessante l’innesto dell’armonica.
Il
disco si chiude con il ruggito di “The Man Who Cried The World”, tanta sostanza
e mestiere.
I
Welcome Coffee hanno confezionato un prodotto moderno, snello e ricco di buone
melodie, consigliato agli amanti della musica in senso generale, senza
etichette. MS
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