Alessandro Monti
ALESSANDRO MONTI – Monti
M.P. & Records
Distribuzione: G.T. Music Distribution
Genere: Elettronica / Art Rock
Supporto: cd – 2021
La
musica non smette mai di stupire, la creatività è il propellente e per fortuna
esistono ancora artisti che sentono la necessità di esprimere il proprio stato
d’animo attraverso un suono, qualunque esso sia. Con la musica si può cantare,
ballare, gioire o piangere, ma anche pensare, questo è il potere di cui essa
dispone. La ricerca è un altro espediente per realizzare certe composizioni ed
i risultati spesso godono di freschezza, così di vita propria.
Il
nome di Alessandro Monti per i più attenti amanti del Progressive Rock in senso
generale sicuramente non risulterà nuovo, infatti lo ritroviamo in progetti
come Unfolk, o Quanah Parker.
L’idea
geniale per la realizzazione di questo album omonimo consiste nell’essere se
stesso artista special guest del disco. Come è possibile? E’ presto detto, riporto
la descrizione che risiede all’interno dell’artwork:
“Essere una guest star, un ospite speciale
nel tuo primo lavoro solista sembra surreale, ma in realtà è quello che
succede: ho realizzato questo lavoro utilizzando solo alcuni pezzi di chitarra
acustica realmente suonata, il resto è virtuale. Per settimane ho assemblato,
riprocessato, alterato, editato suoni, trovato le giuste armonie da moltissime
fonti condivise liberamente in rete. In un momento in cui non era possibile una
vera collaborazione "fisica" con altri musicisti, mi sembrava la
strada giusta da percorrere. Ne sono uscite una serie di nuovissime
composizioni, grazie alle fonti più diverse che in origine sono il frutto del
lavoro di tante persone, per la maggior parte impossibili da identificare
nell'oceano della rete. Ecco la ragione per cui mi sono sentito un ospite
speciale nel progetto. L'idea dietro il metodo è spiegata nel breve testo
dell'ultimo brano, "We Are The Guest Stars".
L’artwork
realizzato da Monti è molto bello, il libretto interno diventa mini poster con
tanto di grafica psichedelica perfettamente rappresentante il contenuto sonoro
del supporto ottico.
Otto
le tracce sonore per un totale di cinquantaquattro minuti di musica ben
registrata. Ascoltare “Turning Of A Wheel” mi getta subito nel mondo dei
Porcupine Tree quando nei primi tempi degli anni ‘90 si divertivano a ricercare
nella psichedelia malinconica sensazioni oniriche. Per chi li conoscesse
aggiungerei anche i No Man sempre con Steven Wilson in cattedra.
“Low
Tech Montage Part 1” si apre con un pianoforte insistente che lascia campo a
suoni oltre che alla chitarra di Monti, il brano gira su se stesso tornando a
ripetere le soluzioni ricercate. Atmosfere impalpabili conducono ad un ascolto
fatto inevitabilmente ad occhi chiusi per lasciare via libera alla fantasia.
Concatenato giunge “Low Tech Montage Part 2” un frangente di tre minuti
abbondanti di suoni elettronici, qui le atmosfere si palesano maggiormente
nervose. Ed è la volta di “Low Tech Montage Part 3” con i suoni che sfociano
nella rumoristica a chiudere il trittico. Il brano è così vivo che puoi
sentirlo respirare.
La
musica è colore, lo sanno bene i sinestetici, e qui il tutto ricade in questo
contesto.
Il
gioco diventa sempre più forte con i suoni di “Interference And Dissonance”,
c’è elettronica che riporta alla memoria i primi suoni di “Radioactivity” dei
Kraftwerk con un bell’effetto stereofonico da gustare i cuffia.
“Let
The Ocean In” ha un suono che si infrange come le onde del mare, ipnotizza e ad
un certo momento diventa addirittura inquietante, è il brano più lungo
dell’album con i suoi undici minuti. Le chitarre elettriche distorte ripetono
il riff come in un loop e l’ascoltatore sembra non avere via di scampo,
soprattutto quando sopraggiungono suoni elettronici stridenti e di alta
frequenza.
Ma
ecco la quiete con l’ingresso della chitarra acustica, un altro momento
psichedelico. ”Seven And SevenWas” prosegue il cammino interrotto nel brano
precedente, la differenza consiste nell’intervento delle linee vocali. Per
concludere “We Are The Guest Stars” e ancora una volta mi sopraggiungono i
Porcupine Tree, questa volta quelli di “Metanoia” per poi cambiare nuovamente,
questo è il momento più vicino alla formula canzone dell’intero lavoro.
Alla realizzazione del disco hanno contribuito
anche Daniele Principato (chitarra elettrica e sintetizzatori) e Franco Moruzzi
(batteria).
Chi
sfida la musica ed ama essere sorpreso “Monti” è pane per i propri denti. Open
mind. MS
Un sentito ringraziamento per la review: questo cd (e il libro "Riproduzione Casuale", Arcana ed) è quello che succede quando metti insieme:
RispondiElimina4 ricoveri in ospedale, 2 interventi chirugici, una successiva pandemia, un primo lockdown, intere giornate a disposizione, un secondo lockdown, hip hop, post-rock anni 90 e songwriting...
Saluti da Venezia!
A.M.
Carissimo Alessandro, speriamo di scrivere e registrare a tempo libero. Arriveranno tempi migliori. Grazie per il tuo intervento, mi fa piacere ed onore. Un abbraccio.
RispondiEliminaRicambio, Max...
RispondiEliminaanche se i dettagli sono contenuti nell'inlay del cd, volevo aggiungere solo due parole sul metodo usato per registrare: ho sperimentato per settimane con Audacity, un free software multipista disponibile in rete e Looperman, un archivio di suoni al quale chiunque può contribuire liberamente; è stato davvero istruttivo (oltre che divertente) e ha coinciso con un personale momento di rinascita psicofisica.
A parte il mastering finale, non mi risulta che esistano in giro interi albums registrati su Audacity... in questo almeno il lavoro è abbastanza unico!
Hugs.
Grande.
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