SIVERAL – The Future Is Analog
Autoproduzione
Genere: Alternative Progressive
Rock
Supporto: cd – 2019
Quando
mi imbatto in lavori del genere sono molto contento ed appagato, perché la mia
curiosità vacante nell’universo Rock, ha proprio bisogno di questo alimento.
C’è chi la musica la vive come semplice
svago e chi come me vuole giornalmente essere stupito da nuove sensazioni, il
piacere dell’ascolto.
Il
viatico dello spostamento delle coordinate Rock, risiede annosamente dentro il
calderone denominato “Rock Progressivo” e a tal proposito per approfondimenti e
delucidazioni sia mie che da parte di
numerosi artisti, le potrete trovare nel mio libro “Rock Progressivo Italiano
1980 – 2013” edito da Arcana. Qui dico solamente che oggi non ci si trova
d’accordo sul significato di Progressive Rock, c’è chi lo relega al periodo che
fu, il mitico splendore degli anni ’70, e chi invece intende il termine proprio
per il suo significato intrinseco, ossia “progredire”, dunque cambiare.
I
Siveral sono di Milano e si formano nel 2014 da un idea di Antonio Magrini
(Sleep Of Thetis, D'eryl) cantante ed autore dei brani. La band è completata da
Lorenzo Pasquini (chitarra), Fernando De Luca (basso) e Giovanni Tani
(batteria). Esordiscono discograficamente con un ep dal titolo omonimo edito
dalla My Place Records nel 2015. Il sentiero musicale intrapreso dai Siveral è
quello del Progressive Rock Alternativo, caro a gruppi come 30 Seconds To Mars,
Nine Inch Nails, Tool, Karnivool e
Porcupine Tree. In “The Future Is Analog”, che si presenta in edizione
cartonata e la foto ad opera di Tommaso Canciani, risiedono dieci brani ben
registrati da Max Zanotti nei @2000Spire Recording Studio di Ronago (CO).
Il
titolo, “Il futuro è l’analogico” spero sia profetico, dico questo perché la
cosa mi richiama il vinile in una maniera potente ed io, come ogni ascoltatore
della buona musica, ne sono un grande fans. Nostalgia? Forse, ma anche qualità e
suono caldo.
Il
disco si apre con l’elettronica e immediatamente un singolo, quell’”Awake” da
cantare assieme a loro. Un velo di nostalgia sorvola nel brano e un ritornello
accattivante prende il sopravvento. Qui Porcupine Tree e molto altro, a
conferma del bagaglio culturale degli artisti in esame. Atmosfere leggere e
suoni puliti sono la carta vincente dei Siveral, “Dreamer” riesce sia a toccare
l’animo che a scuoterlo.
“Pray”
è il secondo singolo estratto dall’album e mette in mostra la facilità con cui
Antonio Magrini riesce a comporre linee melodiche semplici e di facile
memorizzazione. Le chitarre elettriche disegnano riff piuttosto che assolo al
fulmicotone, per i i Siveral lo spazio
alla melodia è più importante del far vedere i muscoli. Profumo anni ’80 e
Depeche Mode nel terzo singolo estratto intitolato “Alvadret”. Ma quando i
Siveral non pensano ai singoli, se ne escono con quei brani che personalmente
attendo con più curiosità, più ricercati e comunque sempre gradevoli, ad
esempio “Elga” potrebbe benissimo uscire da un album degli Anathema di metà
carriera avanzata. “The Future Is Analog” poi ne è il perfetto esempio, fra
elettronica e Rock, qui l’assolo c’è, semplice ma c’è. Il crescendo sonoro ed
emotivo funziona sempre.
“Cali”
è più breve ed accattivante nell’incedere, spensierata e semplice. “My Deceit”
è aperta da un arpeggio di chitarra e ancora una volta il brano sale di
intensità, da sottolineare anche la buona prova vocale di Magrini, sempre
ottima interprete dell’enfasi dei brani. “Lite Gravity” è un mix fra Tool ed
Anathema, mentre la conclusiva “Regentanz” fa socchiudere gli occhi e ci regala
un volo pindarico, qui i Siveral dimostrano davvero tutto il loro talento.
Fare
oggi Prog con inserimenti di chitarre distorte, elettronica e brani da cantare è
a mio modo di vedere una nuova strada che deve essere necessariamente percorsa
per poter proseguire l’evoluzione del Rock, poi potrà piacere o meno, io
intanto scusate da bravo onnivoro musicale vado a ripremere il tasto “Play”. MS
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