FEAT.
ESSERELA’ - Disco Dooro
Lizard
Records Joe Frassino Records
Genere:
Jazz Rock / Progressive Rock
Supporto:
cd – 2019
Questa
volta voglio iniziare la recensione dall’artwork, perchè ha a mio modo di
vedere ha una valenza importante, cosa sarebbe ad esempio il disco “The Dark
Side Of The Moon” senza il prisma? L’immagine è specchio di quello che si
ascolta o perlomeno di quello che gli artisti vogliono comunicare, e se poi
codesti sono i geniali bolognesi Feat. Esserelà, allora c’è di che
visualizzare. La genialità e l’ironia del trio Francesco Ciampolini (tastiere),
Renato Minguzzi (chitarra) e Lorenzo Muggia (batteria) è ben rappresentata dai
disegni coloratissimi e bizzarri di Vanni Venturini. Un libretto di
accompagnamento al cd da godere nei particolari durante l’ascolto, solo così
molte cose potranno raggiungere un senso. La musica dei Feat. Esserelà è sempre
sulla scia del precedente esordio intitolato “Tuorl” del 2015, che potrete
sempre trovare nella scuderia Lizard Records.
Vogliamo
poi parlare dei titoli? Mi viene da ridere, specialmente nella traccia nove
dove la durata del brano è pari a cinque secondi, mentre il titolo è quantomeno
chilometrico, 888 caratteri adoperati! Da una band che ha come front man un
manichino (l’esserelà che è in cantina mentre provano) c’è d’aspettarsi
veramente di tutto.
La
musica quindi non annoia di certo, ad iniziare dalla breve e corale “Lauto
Grill”, in stile Bobby McFerrin. “Kajitemeco” ha tanto da raccontare, il brano
strumentale nel suo incedere Jazz Rock ha reminiscenze Area all’ interno, ma
questo non è solo che un minimo particolare, in quanto la musica dei Feat. è senza meno basata sull’improvvisazione.
Essa è riconoscibile, tuttavia il tutto è coeso e ragionato, in parole povere un modo
di comporre che alla fine porta ad un godibilissimo senso compiuto. Ritmi
variegati e sostenuti con assolo di chitarra precisi e mai scontati, anche
l’elettronica adoperata ha un suo perché, anche quando fa il verso alla musica
del gioco elettronico di “Mario Bross”.
“Servi
Della Klepa” è uno dei momenti che più ho apprezzato, sia nel piano che nella
struttura del brano, sempre articolata con riferimenti King Crimson e con una
buona melodia orecchiabile su un ritmo irresistibile.
I
Feat. Esserelà oltre che ottimi compositori sono soprattutto bravi musicisti
dotati di ottima tecnica individuale, lo palesano in ogni momento. Simpatico il
gioco synth in “Sahara…” e coma va ad intitolarsi il brano successivo? Ovvio,
“…Svegliati E’ Primavehera” (da notare il gioco delle “h”). Disarmanti.
Ma
la musica in alcuni casi scherza poco, specie quando decide di mostrare la
classe, come nel brano “Lodovico Svarchi” grazie anche al sax tenore di Lorenzo
Musca e al sax baritono di Michele Tamburini, ospiti nell’album. E quando la
musica scherza, sa mostrare anche i muscoli, come in “Popoloto”. Fra le mie
preferite “[…] Aio”, vetrina delle qualità tecniche dei ragazzi e profumo di
anni ’70, che non guasta mai. Come può finire un album? Ovviamente per loro con
“L’Intro”.
A
mio intendere questo è Progressive Rock, ricercare, improvvisare, innestare, i
Feat. Esserelà piano piano diventano un patrimonio del nostro Prog moderno. Da
avere assolutamente se siete degni dell’appellativo “progghettaro”, mentre voi
ragazzi musicisti salutatemi l’esserelà, non vorrei che se la fosse presa a
male perché non l’ho considerato molto.
MS
Nessun commento:
Posta un commento