ILLACHIME
QUARTET – Soundtrack For Parties On The Edge Of The Void
Autoproduzione
/ L’Asilo
Genere: Contemporanea, Avant Jazz
Supporto: cd – 2019
I
napoletani Illàchime Quartet ritornano ad incidere e lo fanno con questo nuovo
quarto album dal titolo “Soundtrack For Parties On The Edge Of The Void”. Ad
oggi il gruppo è composto da Pasquale Termini (violoncello acustico ed
elettronico), Gianluca Paladino (chitarra), Fabrizio Elvetico (produttore,
compositore, elementi elettronici, basso, piano, tastiere) e Ivano Cipolletta
(batteria e percussioni).
Quello
che ci si deve aspettare da un disco di questi ottimi strumentisti è ciò che
non ci si deve aspettare, ossia si viaggia nell’imponderabile. La loro musica a
briglia sciolta, che negli anni ha accumulato coscienza e sfrontatezza, ne è la
cartina tornasole. Dopo il buon esordio del 2004 dal titolo omonimo, il gruppo
prende maggiore fiducia nei propri mezzi e si lancia in un percorso sempre più
ricercato, ed ecco “I'm Normal, My Heart Still Works” (Lizard) nel 2009,
incastonato nella famiglia della Lizard Records. Si dice poi che il terzo album
sia quello della verità, o si vola o si cade, e i napoletani grazie a “Sales” (ZeiT
Interference ) del 2012 confermano, anzi accrescono le loro capacità e
potenzialità pindariche.
Oggi
come dicevo, ritornano e lo fanno con un sound arricchito e non soltanto aperto
al Jazz e all’ improvvisazione, ma anche alla melodia e alla sregolatezza. Il
genio scomposto tuttavia qui mette un poco di ordine, e se comunque si lascia andare
ha un atteggiamento più lineare che nel passato, ha sempre intrinseco il gusto
per la ricerca, e perché no anche del gioco.
I
brani del disco sono due, suddivisi in numerose sotto tracce, il primo si
intitola “Five Easy Pieces” con “Easy Piece #1”, “Easy Piece#2”, “Easy Piece#3”
sino a giungere a 5. Il secondo porta il titolo di “Five Uneasy Pieces” e anche
qui le sotto tracce “Uneasy Piece #1” arrivano ovviamente fino a 5.
Una
lunga lista di special guest arricchisce il sound proposto con trombone, mandolino,
vibrafono, flauto, bassoon, sax ed altro ancora. La coralità dei suoni (anche
bene incisi) è appagante, musica spesso morbida ed avvolgente come nel caso dell’”Easy
Piece #2” o di “Easy Piece #4”. La chitarra elettrica dona sfumature Rock in
sottofondo che fa da controaltare al sound acustico delle strumentazioni a
fiato. L’imponderabile è quello che ho già nominato, ed ecco che la struttura
musicale viene giocosamente utilizzata come una sorta di montagna russa in
“Easy Piece#3”.
“Five
Easy Pieces” si chiude in maniera ritmata con gli immancabili fiati e il
vibrafono a supporto, quello di Marco Pezzenati.
La
parte B, ossia “Five Uneasy Pieces” se vogliamo è più Rock e si apre in maniera
psichedelica e greve, il violoncello traccia una linea sonora sostenuta e
malinconica, anche nella seconda mini traccia, dove le percussioni fanno
capolino di tanto in tanto in questa nebbia sonora.
Scaturisce
un incedere Crimsoniano in “Uneasy Piece #3” che fa sicuramente la gioia degli
amanti della band di Fripp, me compreso. La ricerca prosegue inesorabile sino
alla fine, un impegno per il suono davvero intrigante.
Questa
musica non è databile, non ha tempo e questo fattore deve far riflettere.
Perché
suonare fa bene, perché creare fa bene, ma soprattutto perché la musica ci
rende liberi, anche di non stare alle regole, solo così si progredisce e
l’evoluzione dunque passa anche attraverso
l’Illachime Quartet, è inesorabile. MS
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