QUANTUM FANTAY – Yemaya Orisha
Progressive Promotion Records
Distribuzione italiana: G.T. Music
Genere: Space Rock / Progressive
Rock
Supporto: cd – 2019
Annosa
la storia dei belgi Quantum Fantay, traghettatori di musica spaziale e
progressiva ad iniziare dal primo album “Agapanthusterra” uscito nel 2005.
Molta strada hanno percorso questi artisti, salendo sul treno
dell’improvvisazione ponderata, quella che poi riesci a migliorare in studio
con aggiunta di idee. Musica a colori, come le loro oramai storiche copertine,
colori che trasportano in questo ennesimo trip composto da cinque lunghi brani.
In
questo ottavo album da studio suonano Pete Mush (synths), Tom Tee (chitarra),
Jaro (basso) e Louis Verlinden (batteria) con l’ausilio dei special guest
Charles Sla (flauto), Maera (voce nel terzo brano) e Rafaela (voce nel quinto
brano).
Inizio
etereo, arioso come un vento nei capelli con “Yemaya Orisha (Veautifull Mocean
pt1)”, dove le tastiere giocano un ruolo fondamentale. Fughe strumentali si
susseguono mentre la ritmica inforca passaggi spezzati e all’occasione
persistenti. Tredici minuti dove tutte le caratteristiche dello Space Rock
vengono rigorosamente rispettate, il lato progressivo fuoriesce nei cambi di
tempo e di conseguenza di temperamento. Il ritmo sale in crescendo verso il
finale dove la chitarra elettrica fa il suo ingresso.
Rilassatezza
ed atmosfere importanti nell’inizio di “Mami Wata (Veautifull Mocean pt2)”
grazie all’uso dell’elettronica. Il suono avvolge l’ascolto come un turbine di
nebbia per poi sfociare in una corsa elettrica da volo pindarico. Qui vengono
alla mente i migliori Øresund Space Collective quando si lanciano in favolose
improvvisazioni. Il flauto di Sla dona eleganza al tutto, piacevole lasciarsi
andare ad occhi chiusi.
“Riddles
Of The Sphinx” è più Progressive Rock e gode di un ritmo irrefrenabile spesso
utilizzato da artisti che si gettano le Prog Jazz come gli Area, solo per fare
un nome. Dopo questa vagonata di energia sopraggiunge “Gemini Flower” con una
chitarra che sembra parlare da quanto si snoda nella Psichedelia. Il disco si
chiude con i sette minuti di “Serra Da Estrela”, un piccolo tassello che
completa il puzzle colorato della discografia Quantum Fantay in maniera
perfetta.
Un
percorso questo della band belga che va anno per anno sempre in crescendo, con
la sapienza di miscelare più generi e la consapevolezza di farlo in maniera
intelligente.
Se
volete assentarvi dalla realtà senza l’ausilio di dannose sostanze, questo
disco è perfetto all’uso, buon viaggio. MS
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