Marco Sonaglia
MARCO SONAGLIA – Ballate Dalla
Grande Recessione
Vrec / Audioglobe distribuzione
Genere: Cantautore
Supporto: cd – Spotify – 2021
Oramai
Marco Sonaglia è un nome radicato nel mondo del cantautorato italiano, quello
più impegnato come soleva essere negli anni ’70 nel momento del massimo
splendore. Chi non dovesse essere ancora a conoscenza della musica del
cantautore marchigiano, è consigliabile iniziare l’approfondimento a partire dal
suo primo album “Il Pittore E’ L'unico Che Sceglie I Suoi Colori” del 2012, e a
seguire l’ottimo “Il Vizio Di Vivere” (2015).
Sonaglia
è sempre attento al sociale, al folk, agli avvenimenti storici e con una
cultura al riguardo davvero invidiabile, si supporta di influenze artistiche
derivanti da musicisti quali Francesco Guccini, Fabrizio De Andrè, Nomadi, Modena City Ramblers, Claudio Lolli, Massimo
Bubbola, The Gang e molti altri ancora, in breve la crema del parterre in
questione. Infatti vado a sottolineare che il cantautore ed insegnante Marco
Sonaglia apre nella sua carriera anche i concerti di Claudio Lolli, Massimo
Bubola e Modena City Ramblers.
In
questo interminabile periodo restrittivo il settore musicale è quello che ha
subito più danni dalla pandemia, forzando l’arresto delle esibizioni live e
presentazioni varie. Una condizione davvero penalizzante e proibitiva per chi
ne fa un mestiere e deve pur vivere, dire anche che in tempi migliori non è che
si sia mai navigato in grandi mari. Tuttavia questa condizione porta molti
artisti, cantautori in primis, a riflettere e creare nuovo materiale con
relativa calma e maggiore ponderatezza, approfondendo al meglio argomenti seguendo
con attenzione gli avvenimenti quotidiani. Si può con certezza affermare che
per fortuna questa pandemia giunge in un momento di buona levatura tecnologica,
dove internet comunque sia ci tiene uniti ed in contatto, questo anche per
presentare e vendere nuovi dischi. Ma non è tutto oro quello che luccica,
questa snervante situazione “di reclusione” porta ad un inevitabile mutamento
mentale sino a mostrare un lato differente del nostro essere, quello che non ti
aspetti, aggressivo, basato su una crescita esponenziale dettata soltanto da
informazioni sbagliate lette qua e là nella suddetta tecnologia mediatica. Un
divenire “leone da tastiera” spaventato da tutto ciò che è potenzialmente
dietrologia rendendo l’individuo insicuro e quindi aggressore prima di aggredito.
Ed ecco che un cantautore sagace e pungente, analizzatore di fatti come
Marco Sonaglia ne trae ispirazione creando “Ballate Dalla Grande Recessione”,
perché di questo si sta trattando: Recessione.
L’album
è anticipato dal singolo “Primavera A Lesbo”, una ballata in stile francese con
la collaborazione del suo amico Salvo Lo Galbo, giornalista e poeta. Nel disco
suonano Paolo Bragaglia (tastiere ed elettronica), Julius Cupo (violoncello) e quindi
Marco Sonaglia (voce e chitarra), mentre i testi sono scritti da Salvo Lo
Galbo.
Dieci
le ballate contenute, ad iniziare proprio da “Primavera A Lesbo”, dove il
cantante da voce a migliaia di profughi maltrattati e pestati che fuggono
nell’isola dai bombardamenti delle dittature baathiste e panturchiste. Qui
vengono falciati anche dalla morte per denutrizione sotto lo sguardo
indifferente (e complice) del mondo. Arpeggio malinconico e voce perentoria,
una sferzata a questo sistema malato dove i musicali anni ’70 sembrano
risiedere ancora nel quotidiano. La descrizione dei fatti è quantomeno
chirurgica, tanto da far trovare l’ascoltatore partecipe con la fantasia nei
luoghi narrati.
In
ambienti sociali come questi descritti nel disco, non possono mancare neppure i
riferimenti a Cuba, al capitalismo durante e dopo Castro, argomenti sempre cari
a questo tipo di cantautorato in senso generale. Il brano è reso
particolarmente folk grazie all’uso dell’armonica a bocca. Una ballata è
dedicata a Stefano Cucchi (“Ballata Per Stefano”) ed il suono diviene
maggiormente duro grazie alla chitarra elettrica distorta, come una lama
scalfisce sotto le parole sottolineandole. La musica è solo un evidenziatore ai
testi anche per “Ballata Per Claudio”, essenziali note malinconiche gettate giù
in diretta nel giorno della morte del grande cantautore Lolli. Un omaggio
sentito da parte di Sonaglia ad un collega a cui deve moltissimo. “Ballata
Della Vecchia Antropofoga” narra della società capitalistica e del suo
cannibalismo, l’artista è immerso in questa descrizione sociale dove una
riflessione è quantomeno obbligatoria.
Ritorna
la ballata per la memoria, “Ballata Per Una Ballerina” questa volta rivolta
alla ventiseienne Lola Horovitz prigioniera deportata
nel campo di concentramento di Auschwitz dove decide di morire combattendo.
Mimmo Lucano è il destinatario per la “Ballata Dello Zero”, mentre “Ballata Per
Sacko” dona voce all’ingiustizia per l’uccisone avvenuta nel 2018 di Sacko Soumaila, sindacalista e bracciante
che cerca di dare giaciglio ai suoi colleghi in un deposito abbandonato, una
triste storia che non ha mai ricevuto giusta luce su di se. Altra morte importante,
anche se qui vista in maniera metaforica, è quella dell’articolo 18, in
“Ballata Dell’Articolo 18” l’argomentazione viene gestita in versione valzer.
La conclusiva “La mia Classe” è un amara considerazione sull’attuale classe
operaia, solo ombra di se stessa. La recessione.
Per
fortuna anche nel 2021 esistono artisti che portano alta la bandiera della
cultura nel cantautorato italiano, quelli che ci fanno pensare, riflettere e
capire.
“Ballate Dalla Grande
Recessione”, quando la musica diventa una macchina fotografica. MS
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