Libri ROCK PROGRESSIVO ITALIANO 1980 - 2013 - METAL PROGRESSIVE ITALIANO

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La storia dei generi enciclopedica

domenica 4 aprile 2021

Khadavra

KHADAVRA - Hypnagogia
Black Widow Records
Genere: Psychedelic/Space Rock
Supporto: 2lp - 2019




Il Mellotron, tastiera dalla personalità importante, un suono che ti getta immediatamente dentro gli anni ’70, il tempo si piega su se stesso mentre la fantasia di chi ascolta riesce anche a captare gli odori dei momenti vissuti. Si, perché la musica ha anche questa capacità, di farti rivivere le sensazioni passate come se fossero presenti in questo istante, magari ascoltando ad occhi chiusi.
Durante si presentano luoghi, azioni, sapori e tutto quello che la musica riesce a narrarti.
Il sound del Progressive Rock scandinavo è ben definito, con una storia alle spalle davvero importante, i Khadavra sono svedesi e pur essendo una band odierna fondatasi negli anni ‘2000 ha nel proprio bagaglio culturale la storia passata, mista fra Psichedelia e Prog, un connubio fra Pink Floyd e King Crimson. Questo è nelle caratteristiche di moltissime altre band svedesi, il sound è subito riconoscibile, grazie alle atmosfere oscure che molto spesso accompagnano le note, ma come sempre sono circondate da grandi melodie. 
Il cantato in lingua madre rende l’ascolto leggermente più ostico, ma in realtà trattasi soltanto di brevi episodi in quanto la musica è la protagonista principale dell’intero disco. “Hypnagogia” è il secondo album della band dopo il buon esordio del 2014 intitolato “A True Image Of The Infinite Mind”.
Il gruppo è formato da Sebastian Eriksson (chitarra, sitar, didgeridoo, voce), Nils Erichson (tastiere, organo da chiesa, pianoforte, chitarra, voce), Jón Klintö (basso, corno francese) e Alexander Eriksson (batteria, percussioni, marimba, voce). L’artwork di Sebastian Eriksson è davvero bello, Psichedelico il giusto per rappresentare al meglio la musica contenuta nel disco. Il doppio lp è gatefuld e ha al proprio interno un pregevole libretto con tanto di foto, testi e disegni, anche il look della band getta l’ascoltatore indietro nel tempo, capelli lunghi compresi (escluso il caso del tastierista Nils). E’ bello nel 2021 incontrarsi ancora in vinili curati nei particolari e devo dire anche nel suono  che rispecchia in tutto e per tutto quello degli anni ’70. I brani contenuti sono sei, fra mini suite e composizioni medio lunghe.
Viene naturale fare il paragone con band del calibro di Anglagard, Sinkadus, oppure con i storici Trettioariga Kriget per chi li conoscesse (altrimenti consiglio di rimediare), eppure i Khadavra hanno una magia tutta loro pur avendo molti punti in comune con le band ora citate. Ecco, forse il termine più appropriato è “magia”, quella che scaturisce ogni volta che un suono ti tele trasporta e aiuta far sognare.
Non esiste all’interno dell’intero album un brano più importante dell’altro, questo a conferma della compattezza qualitativa delle composizioni. Se dovessi scegliere a mio gusto personale forse nominerei “Down The Rabbithole” nei suoi dieci minuti di Space Prog.
Esiste sempre la musica che sa toccarti dentro, che ti fa vibrare con le proprie corde in ogni periodo della nostra esistenza, e qui chiudo come ho aperto, grazie soprattutto al Mellotron, strumento magico che ti rigetta addosso quintali di suoni magniloquenti, ma tutta la band è ad alti livelli sonori, basti pensare che all’interno ci sono anche assolo di batteria e addirittura il sitar!
Complimenti alla ligure Black Widow Records per l’attenzione che mette nella ricerca di gruppi più o meno underground, una scommessa che riempie il cuore dei fans di gioia, perché il piacere del bello significa che anche oggi esiste, grazie a Dio. MS




 

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