MICTLàN - Me Vs. Myself
Panidea
Genere Sperimentazione vocale
Supporto: SoundCloud – 2019
Dietro
al nome Mictlàn c’è Giorgio Pinardi, cantante e sperimentatore della voce.
Insegnante di canto armonico, fra improvvisazione vocale, canto Alterjinga, workshop
e concerti, l’artista si getta anima e corpo nello studio ispirato da elementi
del cosiddetto “teatro della voce”, dal quale per influenze scaturisce anche un certo
Demetrio Stratos, indimenticato vocalist dei Ribelli e dei grandi
Area negli anni ’70.
Dopo
il successo di "Yggdrasill" esce oggi "Mictlàn", in seguito
e conclusione di un ciclo. Un viaggio fra le culture di tutto il mondo, uno
studio che evoca visioni e suoni unici, fra sperimentazione e consapevolezza.
Dice l’autore del proprio lavoro: “Un mosaico di suoni, timbri, ritmi, armonie,
fonemi, melodie e ambienti sonori entro e oltre i limiti della Voce.”. Così in
effetti è.
“Me
Vs. Myself” è formato da otto frangenti sonori ad iniziare da “Khnum”, insieme
di voci sovra registrate che si inseguono in una ipnotica nenia. “Tin Hinan”
possiede il calore del sud, un canto aperto, sentito, con una contro-voce che simula
il basso ed un atmosfera magica. La melodia è fittizia ma allo stesso tempo
concreta, un controsenso che sposa perfettamente la causa sperimentale.
“Gurfa”
è strutturata anche con sonorità di percussioni, in certi versi mi ricorda il
Bob McFerrin di “Thinkin' About Your Body”. Nel suono vocale di Mictlàn non si
ricercano necessariamente polifonie, piuttosto numerose tonalità.
L’Africa
è avanti i nostri occhi con “Mbuki – Mvuki” mentre in “Sygyzy” c’è angoscia, un
suono quasi spettrale fra effetti e in questo caso anche polifonie, uno dei
momenti più ricercati dell’intero lavoro, davvero notevole.
Si
torna al sole, si va in Brasile in un Samba afro brasiliano arrangiato in
maniera perfetta, le voci sono culla di questa cultura e di suoni che sono
radicati nell’uomo. “Ohrwurm” ha un inizio introspettivo, fuorviante, legato ad
un susseguirsi di voci quasi a cappella, un gioco che riempie la mente, specie
se l’ascolto viene effettuato in cuffia. Nell’incedere il brano si apre e va a
ricordare melodie anni ’30 per poi tornare in un percorso quasi eucaristico, un
brano complesso e ricercato.
Il
disco si conclude con la Psichedelia di “Eostre”, stati d’animo, sensazioni,
attimi, disturbi, suoni fonetici registrati anche al contrario, un suggello
davvero potente per un lavoro che nulla ha di scontato, neppure nei titoli!
Chi
dalla musica e dallo strumento umano chiamato voce pretende un qualcosa in più,
l’ascolto di “Me Vs. Myself” è obbligatorio. MS
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