Andromeda Relix
Genere: Alternative Metal
Distribuzione: G.T. Music
Supporto: cd – 2018
Secondo
album per la band Alternative Metal di Verona. “Hevent Horizon” ha una
difficile gestazione a causa della chiusura della casa Broken Road Records, ma
l’Andromeda Relix ne acquisisce i diritti.
I
Closer propongono un Alternative Metal con influenze di gruppi come Alter
Bridge, Metallica, Pantera, Creed e Nickelback. Si formano nel 2011 e sin da
subito cominciano a comporre materiale proprio. Con il singolo “Everytime I
Close My Eyes”, nel 2012 partecipano vincendo al contest organizzato dal sito
incontrirock.com. Come premio la possibilità di registrare la traccia nei
famosi Fear Studio con la partecipazione del giudice d’onore GL Perotti degli
Extrema.
Questo
secondo album è formato da dodici momenti sonori ed un artwork notevole,
accompagnato da un mini poster pieghevole in cui sono dettagliati tutti i testi
e le info del caso.
Suono
cristallino e ben definito sin dall’ascolto della prima traccia “Here I Am”,
con tanto di ritornello gradevole ed una prova vocale del chitarrista Simone
Rossetto sopra le righe. Il disco è concatenato nei brani in un una sequenza
logica che relega al tutto una scorrevolezza quantomeno efficace, a partire dai
testi. Suoni potenti, il post Grunge scava nel sound, “Illusion” ne è
testimonianza. Buona le sezione ritmica, matura e di grande intesa fra Manuel
Stoppele al basso e Danilo Di Michele alla batteria. Lo stesso si può dire per
il lavoro delle chitarre da parte di Rossetto e Nicola Salvaro.
Non
esulano rasoiate di sorta come nell’atto quarto dal titolo “Mistakes”, qui
l’incedere è massiccio e metallico a dovere. Atmosfere più scure con “Battle
Within” e comunque tanta attenzione alla melodia. Questo leitmotiv si sciolina
per tutta la durata del disco. Brevi assolo di chitarra spezzano l’ascolto
mentre la voce viaggia sempre su vette elevate. Molto belle “Wait For Me”, una
semi-ballata, “Untouchable”, sunto dell’essenza Closer e la conclusiva “Event
Horizon”, vetrina delle capacità tecniche degli artisti in questione.
Quasi
un ora di musica e tante emozioni, anche da cantare, perché in fin dei conti la
musica deve fare questo, lasciare un segno tangibile, un qualcosa di
immediatamente riconducibile alla band. Possiamo chiamarla personalità, oggi
sempre più latente fra le band che copiano ed incollano questo o quello. Qui c’è
da ascoltare e da memorizzare. MS
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