CENTRAL
UNIT – Whatever Day Suits You Best
M.P.
& Records
Genere:
Progressive Rock
Supporto: cd – 2018
Sono
passati dieci anni dall’ultima realizzazione in studio dei bolognesi Central
Unit, quell’ “I See You” che convinse la
critica di settore. Stiamo parlando di un genere abbastanza di nicchia, quel
Rock composito di generi come l’elettronica, il Rock ed il Jazz, un connubio
assolutamente interessante e sempre aperto a nuovi innesti, sintetizzando è
Progressive Rock.
La
formazione oggi è composta da Alberto Pietropoli ai sax e flauto, Enrico
Giuliani al basso, Riccardo Lolli alle tastiere e programmazione e Andrea
Ventura alla batteria e percussioni.
I
Central Unit raccontano nel percorso sonoro con le note, ciò che accade ad un
individuo nell’arco di una giornata, evidenziando la frenesia a cui siamo
sollecitati, a partire dallo stress del lavoro. Poi ci sono anche momenti di
relax, come quello di sognare ad occhi aperti, magari dondolando su di un
altalena. E la musica si fa portavoce.
Sei
le canzoni contenute in “Whatever Day Suits You Best”, tutte si aggirano su una
durata media di sei minuti esclusa “Seesaw Daydream” con i suoi otto abbondanti
e “Snowed Under” di cinque. Il disegno della copertina è sempre realizzato
dall’ormai fido disegnatore Giorgio Carpinteri, come il Prog ci insegna,
associare uno stile visivo preciso al nome del gruppo è quantomeno funzionale.
“On
Board” si apre con un giro di tastiere efficace e gradevole sostenute
dall’elettronica non invasiva. Il sax subentra alzando il tiro del sound. I più
attenti di voi avranno notato in senso generale l’assenza della chitarra,
perchè lo stile Central Unit non la richiede, gode di specifica personalità.
“Gear
Path” ha un incedere arabeggiante e segue un filo conduttore dall’ampio respiro
grazie anche ad alcuni effetti eco e ad
un tappeto di tastiere efficace. La sezione ritmica sostiene egregiamente il
tutto.
“Snowed
Under” ha un ottimo giro di basso mentre il flauto traverso si intromette
rilasciando loop di note. Il refrain è piacevole così l’unisono dei suoni che
lo accompagnano, ben equilibrati.
In
“Get It Out Of Your System” il suono diviene più vintage malgrado gli
interventi elettronici che lo completano, perché le tastiere hanno il timbro
del Mellotron. Si gode anche di un ritornello che subito si stampa alla mente. Nei
brani i Central Unit non si lanciano in assolo strumentali, bensì badano al
sodo concentrandosi sull’efficacia del motivo.
“Seesaw
Daydream” si apre con un altro loop compulsivo, per poi lasciarsi trasportare
via da arie leggere trainate dal flauto di Pietropoli. Bello il giro di piano a
sostegno. Il disco si conclude con “What Use (Bob Costa Remix)”, elettronica,
radiofonica e con sprazzi sonori dal profumo anni ’80.
Questa
dei Central Unit è musica d’atmosfera che disegna precise situazioni senza
astruse complessità, sta soltanto a noi saperle visualizzarle. MS
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