Libri ROCK PROGRESSIVO ITALIANO 1980 - 2013 - METAL PROGRESSIVE ITALIANO

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La storia dei generi enciclopedica

domenica 8 luglio 2012

Anubis Gate

ANUBIS GATE - Andromeda Unchained
Locomotive
Distribuzione italiana: Frontiers
Genere: Progressive
Support: CD - 2007






Ho gia espresso giudizi positive per il precedente “A Perfect Forever”, ho descritto gia una formazione matura sulle scene dal 1984 e di certo non metto limiti allo sviluppo stilistico, sempre molto vicino a quello dei Queensryche. Per questo , ancora una volta mi attendo un disco variegato, con cambi umorali e schegge Progressive e nuovamente gli Anubis Gate non mi deludono.
Il cd è un concept Cyber Metal, al quale necessita più di un ascolto prima della completa assimilazione e per poter dare un giudizio più veritiero. Il disco si apre con la tragica “Snowbound”, dove l’atmosfera di una città distrutta dalla guerra ed un ragazzo che cerca la salvezza tramite la fuga, è palpabile fra le note.
Il nuovo frontman Jacob Hansen ha una voce molto bella, interpreta al meglio i brani ed è più vicino a La Brie che a Tate. Il suono riempie la nostra mente, molto buoni gli arrangiamenti che, con suoni d’ogni sorta, si alternano al meglio con le schitarrate di puro Power Metal.
La melodia è sempre in cattedra, non deve essere sopraffatta dalla tecnica asfissiante, come troppo spesso accade e questo gli Anubis Gate lo sanno. Non mancano comunque momenti più scontati, altrimenti staremo qui a gridare al capolavoro. Ecco dunque “Waking Hour” essere si potente, ma noiosa, la title track viaggia nei binari del Prog Metal più classico, mentre “Beyound Redemption” e la sua melodia rialzano il tiro. La produzione esalta il suono e la possente ritmica, così è un piacere perdersi fra le sonorità di “Resurrection Time”. Il cd prosegue in una sorta di crescendo emotivo, i pezzi migliori li incrociamo dopo la metà, “This White Storm Through My Mind” ha da raccontarci molte situazioni nei suoi otto minuti ed il top si raggiunge con “The End Of Millenium Road”, sorta di mini suite dalle molte sfaccettature.
Passo in avanti dunque per i bravi danesi, anche se restano da smussare alcuni spigoli, i soliti, quelli che il Prog Metal sembra non voler toccare. Perché non tentare più personalità, anche a rischio di sbagliare? Altrimenti noi addetti saremmo costretti a cambiare nome ad un genere che di Progressive ha oramai davvero poco. Static Rock? MS



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