CERVELLO - Chaire & Live At
Pomigliano d'Arco 1973
Sony – 2025
Genere: Rock Progressive
Supporto: 2cd / 2 LP – 2025
Il
merito dell'Italia in campo Progressive Rock è stato quello di apportare
mediterraneità alle complesse composizioni che circolavano a livello mondiale.
Non dimentichiamo la famosa tarantella rock "E' Festa" della Premiata
Forneria Marconi, e neppure la grande squadra che compone il Prog napoletano,
composta da un nutrito numero di rappresentanti che variano da Alan Sorrenti ai
Napoli Centrale, passando per gli Osanna, solo per fare alcuni nomi. Fra
questi, si aggirano gruppi che, come moltissimi altri del periodo anni '70,
hanno rilasciato un solo album, in seguito diventato un cimelio per i fan del
Progressive Rock più sinfonico e articolato. Uno di questi si chiama Cervello
ed è legato in qualche maniera al movimento Osanna grazie alla partecipazione
di Corrado Rustici nella line-up, fratello di Danilo Rustici degli Osanna. I
Cervello esordiscono nel 1973 con "Melos", un piccolo capolavoro
incentrato su miti dell'antica Grecia. Il disco è ricco di passaggi sinfonici,
proprio come andavano di moda negli anni '70, un gradevole mix anglofono e
mediterraneo.
Nel
1974 la band si scioglie e Corrado Rustici entra prima negli Osanna, con cui
incide "Landscape Of Life", e poi nei Nova. Il cantante Gianluigi Di
Franco (purtroppo deceduto nel 2005) fa comparsa nella metà degli anni '80 a
fianco di Tony Esposito, cantando anche sul famoso brano "Kalimba De
Luna". Poi dei Cervello non c'è stata più traccia, salvo qualche breve reunion
fra alcuni componenti.
Con
grande sorpresa, dopo ben cinquant'anni, eccoli nel 2025 dare seguito alla loro
discografia con "Chaire & Live At Pomigliano d'Arco 1973", un
doppio album in cui si possono ascoltare brani scritti tra il 1974 e il 1983, nuovamente
arrangiati e registrati nel corso degli ultimi quattro anni dai membri
originali superstiti, che sono: Corrado Rustici (chitarra, tastiere, voce),
Antonio Spagnolo (basso, chitarra acustica, flauto dolce, voce), e Giulio
D'Ambrosio (flauto, sax, voce). Conservata fortunatamente la voce di Gianluigi
Di Franco, estrapolata da alcune vecchie bobine, e le registrazioni vedono
altresì l'ausilio alla batteria di Roberto Porta.
Il
primo cd è "Chaire", che in lingua greca significa "stammi
bene". La musica riprende ciò che è stato concepito in "Melos",
per la gioia non soltanto degli estimatori della band, ma di tutto il movimento
intero.
"Chaire
- Hello" è proprio il titolo del breve preambolo narrato su un tappeto di
tastiere che inizia questo viaggio colorato, proprio come viene ben
rappresentato in copertina, e la magia è già in corso.
Segue
"Templi Acherontei", brano singolo dell'album, qui il tempo sembra
essersi fermato grazie agli arpeggi di chitarra, il flauto e la bella voce di
Gianluigi Di Franco, la quale farà scorrere brividi sulla pelle di chi aveva
perso ogni speranza di poterla riascoltare. Melodie gentili si stagliano fra le
coralità per poi mutare in un sound maggiormente elettrico, oltre che
monolitico.
Il
sax di Giulio D'Ambrosio è protagonista in "La Seduzione Di Chiaro
Ulivo", movimento che alterna parti canore prossime alla formula canzone
ad altre strumentali, ricercate al confine del Jazz Rock. Musica che profuma di
festival all'aperto, mediterraneità e napoletanità.
La
ricerca sonora è marcata in "Reina De Roca", dove il ritmo si presta
a crescendo emotivi. Il carattere della band è ben delineato, ispirato in
alcuni momenti dal suono inglese di band come Genesis, ma che di base ha un
proprio DNA ben definito. Spettacolare "Movalaide (inc.
Trasfigurazione)", qui gli anni '70 ci cadono addosso con tutto il loro
background sociale e storico, capitanati da armonie floreali e bucoliche. Altro
grande gioiello sonoro è "La Danza Dei Guardiani", un esempio di Rock
Progressivo italiano da fare ascoltare a eventuali neofiti che vogliono
approcciarsi a questo genere. La conclusione spetta all'outro
"Chaire-Farewell", narrato come quello iniziale.
Nel
secondo disco si può godere del live del concerto a Pomigliano D'Arco nel 1973,
tutto tratto da "Melos" escluso l'inedito strumentale
"Progressivo Remoto". La registrazione non è delle migliori, ma va
dato merito a questo "restauro" di essere una testimonianza
inestimabile sia per quello che concerne la fotografia di quegli anni, sia per
averci mostrato lo stato di salute della band che invece da lì a poco si
sarebbe inesorabilmente sciolta.
Questo
doppio lavoro non fa che aumentare il rammarico per una carriera sospesa troppo
in anticipo, perché qui i Cervello dimostrano una vena compositiva ispirata, di
certo non preambolo di uno stop che (maledizione) non doveva assolutamente
accadere. Una testimonianza essenziale per chi vive e respira quotidianamente
questa musica. MS
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