Libri ROCK PROGRESSIVO ITALIANO 1980 - 2013 - METAL PROGRESSIVE ITALIANO

Libri ROCK PROGRESSIVO ITALIANO 1980 - 2013 - METAL PROGRESSIVE ITALIANO
La storia dei generi enciclopedica

sabato 30 novembre 2024

Odawin

ODAWIN – Cantrips
Seahorse Recording
Genere: Psichedelia / Pop
Supporto: Digital EP / Spotify - 2024



 



La semplicità spesso paga, anche nella musica.
La comunicazione sonora è un fenomeno difficile da spiegare perché cambia per ognuno di noi, in base alle esperienze personali e alla sensibilità. Le canzoni fanno parte della colonna sonora della nostra vita e si fondono a noi lasciando un segno indelebile. Chi è cresciuto con un certo tipo di musica resta fedele a essa anche nel tempo e, se sei un artista, ciò va a influenzare ciò che si compone. Per “semplici” oggi si possono intendere canzoni alla Beatles (per quella volta però non lo erano di certo!) oppure accordi minimali che vanno a scavare nell’introspettivo, resta il fatto che tutto ciò che è diretto, arriva al pubblico più facilmente di opere articolate o logorroiche.
Capita di imbattersi anche nel 2024 in artisti che fanno della semplicità il proprio credo, magari anche a loro insaputa, uno di questi è il romano Patrizio Ottaviani in arte Odawin.
Dal 2016 al 2020 è stato frontman della band Taprobana, di cui ha scritto quasi tutti i brani da loro pubblicati, incluso l’EP “Dawn”. Successivamente pubblica il primo EP solista intitolato “The
Untitled EP” per Wires Records. La ricetta della musica proposta oggi in questo nuovo lavoro intitolato “Cantrips” è composta di Psichedelia, Beatles, musica classica e araba per un risultato finale diretto e molto orecchiabile.
L’EP prodotto da Marco Fasolo dei Jennifer Gentle e registrato ai Big Three Studios, è formato da quattro canzoni. Suonano con Odawin,  Federico Palucci (chitarre, basso, voce), e Yuri Croscenko (batteria, percussioni). La copertina è per opera di Marcello Crescenzi.
Ed è immediatamente “Big Talkin', Small Doin” a mettere in chiaro lo stile dell’autore, grazie a un giro armonico di pianoforte e voce martellante che si basa su un percorso storico inerente gli anni ‘60/70 con alcune influenze Beatlesiane.
L’inizio di “Kata Metron” non si discosta di molto da quanto ascoltato, a differenza che qui si adoperano tutti gli strumenti, compreso il basso,  la batteria oltre che alle immancabili tastiere e pianoforte. Il brano potrebbe risiedere benissimo nel capolavoro “Magical Mystery Tour” di Lennon e compagni.
Sale l’intensità in “Mow-Here”, giocosa e fortemente ritmata fra stop e cambi di tempo. L’intenzione di Odawin è palese, ed è quella di emozionare con sonorità passate ma filtrate attraverso la sapienza consapevole di un autore moderno. La chiusura spetta a “This Is The Way”, canzone dall’ampio respiro in cui vengono ancora una volta rimarcate tutte le caratteristiche dell’artista.
“Cantrips” ha il dono di far stare bene, una musica semplice, armoniosa, senza troppi inutili orpelli, dove l’unico scopo è quello di essere se stessi e dimostrare che il passato è molto importante. Odawin passa dunque la staffetta dal passato al presente, il tutto con semplicità a favore del risultato finale assolutamente gradevole. Ora siamo in attesa di un album ufficiale. MS






Versione Inglese:


ODAWIN - Cantrips
Seahorse Recording
Genre: Psychedelia / Pop
Support: Digital EP / Spotify - 2024


Simplicity often pays off, even in music.
Sound communication is a difficult phenomenon to explain because it changes for each of us, based on personal experiences and sensibilities. Songs are part of the soundtrack of our lives and merge with us, leaving an indelible mark. Those who grew up with a certain kind of music remain loyal to it even over time, and if you are an artist, this goes to influence what you compose. By “simple” today one can mean Beatles-esque songs (for that time, however, they certainly were not!) or minimal chords that delve into the introspective, the fact remains that anything that is direct reaches the audience more easily than articulate or logorrheic works.
It happens to come across even in 2024 artists who make simplicity their creed, perhaps even unbeknownst to them, one of them being Roman Patrizio Ottaviani aka Odawin.
From 2016 to 2020 he was frontman of the band Taprobana, for which he wrote almost all the songs they released, including the EP “Dawn.” He subsequently released his first solo EP entitled “The
Untitled EP” for Wires Records. The recipe of music offered today in this new work entitled “Cantrips” is composed of Psychedelia, Beatles, classical and Arabic music for a direct and very catchy end result.
The EP, produced by Marco Fasolo of Jennifer Gentle and recorded at Big Three Studios, consists of four songs. Playing with Odawin are Federico Palucci (guitars, bass, vocals), and Yuri Croscenko (drums, percussion). The cover art is by Marcello Crescenzi.
And it is immediately “Big Talkin‘, Small Doin’” that makes the author's style clear, thanks to a harmonic turn of piano and pounding vocals that is based on a historical journey inherent in the 1960s/70s with some Beatlesian influences.
The beginning of “Kata Metron” does not deviate much from what we have heard, except that here all instruments are employed, including bass, drums as well as the ever-present keyboards and piano. The song could very well reside in the masterpiece “Magical Mystery Tour” by Lennon and co.
The intensity goes up in “Mow-Here”, playful and strongly rhythmic between stops and tempo changes. Odawin's intention is obvious, and it is to excite with sounds of the past but filtered through the conscious wisdom of a modern songwriter. Closure falls to “This Is The Way”, a wide-ranging song in which all the artist's characteristics are once again remarked.
“Cantrips” has the gift of making one feel good, simple, harmonious music without too many unnecessary frills, where the only purpose is to be oneself and prove that the past is very important. Odawin thus passes the relay from the past to the present, all with simplicity in favor of the absolutely pleasant end result. Now we are waiting for an official album. MS






 

giovedì 28 novembre 2024

Duaolismo Asintotico

DUALISMO ASINTOTICO – Quel Mare Che E’ La Vita
Autoproduzione
Genere: Cantautore / Progressive Rock
Supporto: Spotify – 2024




Quando m’imbatto in giovani cantautori dediti al Progressive Rock di questi tempi, non posso che essere contento. Sentiamo troppo spesso dire che oggi la musica non regala più nulla di nuovo, che gli X Factor hanno monopolizzato le menti, e via dicendo; ma per caso non è che saremo noi a non conoscere a fondo la scena? E qual è la scena odierna in campo Progressivo? Servirebbero pagine e pagine sull’argomento, per questo vi rimando al mio ultimo libro “Post Prog Moderno“ (Arcana) se siete curiosi su come la penso al riguardo. E’ senza dubbio inconfutabile l’influenza che Steven Wilson ha avuto negli ultimi anni, per la rabbia di molti “die hard” attaccati al buon vecchio Prog anni ’70 style.
Ma ricordiamoci che l’evoluzione prosegue con o senza la nostra volontà, non si può arrestare.
E quindi, secondo me, quando oggi un cantautore infarcisce la propria musica attraverso un equilibrio fra passato e presente, allora c’è di che ascoltare. Questo è un poco il sunto dell’arte del polistrumentista ventitreenne romano Simone Sangiorgio, in arte Dualismo Asintotico.
“Quel Mare Che E’ La Vita” è il secondo album dopo l’omonimo del 2020. Il singolo intitolato “Singolarità”, immerge immediatamente nel mondo di Sangiorgio attraverso coralità sovra incise, cambi umorali, chitarre alla Porcupine Tree e piccoli innesti di Prog vintage in stile Orme. Il brano di dieci minuti è sia spiazzante sia orecchiabile, tanto da indurre l’ascoltatore più curioso a ripremere il tasto play. Il brano “Quel Mare Che E’ La Vita” è una suite divisa in sei tracce a partire da “La Giovinezza”, ballata che si aggira su arpeggi di chitarra dal sentore passato, arrangiato molto bene grazie ad un uso di tastiere elegante, poi l’ingresso della chitarra elettrica fionda la mente nell’ ”albero del porcospino”. La cura per le coralità è ancora una volta elevata, vera caratteristica peculiare dello stile Dualismo Asintotico. Il capitolo “La Guerra” è maggiormente elettrico e spinge di più l’acceleratore mentre ancora una volta gli anni ’70, questa volta quelli di certi Trip, fanno capolino nel pentagramma. “E fu così” è ammaliante, suoni sospesi, aurei, etnici, metallici, un mix di sonorità ancora una volta non scontate spiazzano l’ascolto. La voce è buona interprete dei testi a loro volta intriganti. Il cantautorato si presenta in “L’Oblio”, quarto capitolo della suite. La chitarra elettrica spazia anche nel mondo della psichedelia.
Sentita dall’autore “La Melodia D’Amor” che lascia spazio all’ultima parte della suite intitolata “L’Epilogo”, effettata con registrazioni al contrario.
Ed è la volta degli otto minuti abbondanti di “Passaggio”, in un sound cosmico oltre che celestiale ispirato fortemente a quello dei Porcupine Tree degli anni ’90.
Per concludere un'altra mini suite intitolata “Falena”, un inno all’esistenza di questa bestiola notturna espresso fra metriche liriche particolari e un senso d’ironia che non manca di certo a questo giovane cantautore.
Dualismo Asintotico sta maturando, la consapevolezza si può respirare fra le note, Sangiorgio ha argomenti da trattare, sarei davvero curioso di vederlo alla prova con una vera e propria band alle spalle, sono certo che il risultato sarebbe ancor più piacevole. Un disco di carattere, una vetrina sulla cultura musicale dell’autore il quale non si nasconde dietro ad un dito, bensì si da in pasto sia agli appassionati del Prog che della formula canzone. Complimenti doppi. MS



ASCOLTO:  

https://open.spotify.com/track/2LapEabnKOfaSHxSZy03Bn?si=V96kUqDyQfeWxoNfk3g5bg


Versione Inglese:


DUALISMO ASINTOTICO – Quel Mare Che é La Vita
Self-production
Genre: Songwriter / Progressive Rock
Support: Spotify - 2024


When I come across young songwriters dedicated to Progressive Rock these days, I can't help but be pleased. We hear too often that today's music doesn't give anything new anymore, that the X Factors have monopolized minds, and so on and so forth; but isn't it by chance that we are the ones who don't know the scene thoroughly? And what is today's scene in the Progressive field? It would take pages and pages on the subject, so I refer you to my latest book “Modern Post Prog” (Arcana) if you are curious about how I feel about it. It is no doubt irrefutable the influence that Steven Wilson has had in recent years, to the anger of many “die hard” people attached to good old 70s style Prog.
But let us remember that evolution goes on with or without our will, it cannot be stopped.
And so, in my opinion, when a songwriter today infuses his music through a balance of past and present, then there is something to listen to. This is a little summary of the art of 23-year-old Roman multi-instrumentalist Simone Sangiorgio, aka Dualismo Asintotico.
“Quel Mare Che E' La Vita” is the second album after the self-titled 2020 release. The single titled “Singularity,” immediately immerses the listener in Sangiorgio's world through over-enunciated choruses, mood shifts, Porcupine Tree-esque guitars, and small grafts of vintage Orme-style prog. The ten-minute track is both unsettling and catchy, enough to prompt the most curious listener to repress the play button. The track “Quel Mare Che E' La Vita” is a suite divided into six tracks starting with “La Giovinezza”, a ballad that wanders over guitar arpeggios with a hint of the past, arranged very well thanks to an elegant use of keyboards, then the entrance of the electric guitar sends the mind into the Porcupine Tree. Attention to chorality is once again high, a true hallmark of the Asymptotic Dualism style. The chapter “La Guerra” is more electric and pushes the accelerator more while once again the 1970s, this time those of certain Trip, peep into the staff. “E Fu Così” is bewitching, suspended sounds, aural, ethnic, metallic, a mix of sounds once again not taken for granted disorient the listener. The vocals are good interpreters of lyrics that are in turn intriguing. Songwriting shows up in “L’Oblio”, the fourth chapter of the suite. The electric guitar also ranges into the world of psychedelia.
Heard by the author “La Melodia D'Amor”, which gives way to the last part of the suite entitled “L’Epilogo”, effected with reverse recordings.
And it's the turn of the eight-plus minutes of “Passaggio”, in a cosmic as well as celestial sound strongly inspired by that of Porcupine Tree of the 1990s.
To conclude another mini-suite entitled “Falena”, a hymn to the existence of this nocturnal beast expressed between peculiar lyrical metrics and a sense of irony that this young singer-songwriter certainly does not lack.
Dualism Asymptotic is maturing, awareness can be breathed among the notes, Sangiorgio has topics to deal with, I would be really curious to see him try his hand with a real band behind him, I am sure the result would be even more enjoyable. A record with character, a showcase on the musical culture of the author who does not hide behind a finger, but rather gives himself to both Prog and formula song fans. Double kudos. MS

 


Simone Sangiorgio


martedì 26 novembre 2024

Carmine Capasso

CARMINE CAPASSO – Live Concert
Ma.Ra.Cash records
Genere: Progressive Rock / Virtuoso
Supporto: Digital / Bandcamp – 2024





Giunge anche per il chitarrista Carmine Capasso la prova del live dopo l’ottimo “Assenza Di Gravità” (Ma.Ra.Cash Records) del 2022.
Oramai note le sue collaborazioni, Sasha (Timoria), Trip, The Samurai Of Prog, Arturo Stalteri e moltissime altre, tanto da essere considerato oggi uno dei chitarristi Prog più richiesti nell’ambito. Il disco ricopre diverse date del tour promozionale del primo album "Assenza Di Gravità" e con Carmine suonano artisti già noti nel settore come Giuseppe "Sep" Sarno (tastiere, piano), Jacopo Casadio (batteria) e Piero Chiefa (basso).
Oltre ai brani del proprio esordio da solista, la setlist presenta una cover di "Sole Spento" dei Timoria, un omaggio alla Premiata Forneria Marconi con la celeberrima "Impressioni Di Settembre", e "Firth Of Fifth" dei Genesis, dove un gentilissimo Steve Hackett si complimenta con l'artista.
Capasso non esclude dal progetto la parentesi con gli storici Trip, suonando brani da lui composti che rispondono al titolo di "Acheronte", tratto dalla sua produzione "Caronte 50 Years Later" (che si lega all'omaggio dovuto a Joe Vescovi con "Caronte") e "Enigma" dall'ultimo album in studio della band "Now The Time Has Come", qui con Tony Alemanno (ex bassista della band) come special guest.
Il live inizia con “Sogno Pt.1”, un brano strumentale atmosferico dall’intro psichedelico e sognante perfettamente cucito sul significato del titolo proposto. L’incedere ha una matrice storica relegata ai Pink Floyd. La chitarra cambia stile ruggendo in “Assenza Di Gravità”, brano che resta in bilico fra cantautorato e ricerca Progressiva.
Introspettivo il pianoforte di “In Un Posto Che Non C’è”, ballata in Timoria style, dove il solo di chitarra centrale fa venire più di un brivido sulla pelle. Capasso sa comporre arie lievi con eleganza e semplicità, dote che a mio avviso si deve tenere ben stretta, come accade in “Neve Nera”. Ancora di più a proprio agio il chitarrista si ritrova in “Sole Spento”, e non poteva essere differente vista la collaborazione con Sasha. Radiofonica risulta “Una Valigia Di Perché”, mentre i giochi si fanno seri con la già nominata “Acheronte”, due minuti narrati che conducono a “Caronte”, splendido classico del Prog italiano suonato davvero con dovizia e dedizione. Il gruppo si muove agilmente all’unisono. Per restare in ambito Trip, il quartetto si cimenta a seguire in “Enigma”, altra chicca per chi ama l’Hard Prog fatto come si deve.
Interessante la versione di “Impressioni Di Settembre”, personalmente apprezzo molto chi rende un grande classico, un brano proprio mettendo in gioco il proprio carattere. Qui Sarno mette tutta la classe e tecnica sciolinando un assolo di piano che si getta anche nel classicismo per un risultato altamente coinvolgente, mentre letteralmente imponente è l’assolo finale di chitarra. Il discorso varia di nulla nei confronti di “Firth Of Fifth”, altra gemma senza tempo perfettamente assimilata e riproposta. La conclusione strumentale intitolata “Sogno Pt.2 (reprise)” spacca di brutto e come nei finali dei fuochi d’artificio… Di tutto e di più.
Questo live ha il pregio di ricoprire un vasto pubblico, non soltanto amante del Rock che fu, ma anche di quello attuale, con tanta anima e sudore. Diceva qualcuno: “Provare per credere”. MS

 

 


Versione Inglese:


CARMINE CAPASSO - Live Concert
Ma.Ra.Cash records
Genre: Progressive Rock / Virtuoso
Support: Digital / Bandcamp - 2024


The live test also comes for guitarist Carmine Capasso after the excellent “Assenza Di Gravità” (Ma.Ra.Cash Records) from 2022.
By now his collaborations are well known, Sasha (Timoria), Trip, The Samurai Of Prog, Arturo Stalteri and many others, so much so that today he is considered one of the most sought-after Prog guitarists in the field. The album covers several dates of the promotional tour of the first album “Assenza Di Gravità” and with Carmine play artists already known in the industry such as Giuseppe “Sep” Sarno (keyboards, piano), Jacopo Casadio (drums) and Piero Chiefa (bass).
In addition to songs from his own solo debut, the setlist features a cover of Timoria's “Sole Spento”, a tribute to Premiata Forneria Marconi with the very famous “Impressioni Di Settembre”, and Genesis' “Firth Of Fifth,” where a very gracious Steve Hackett also puts his own spin on the closing “Sogno Pt.2 (reprise)”.
Capasso does not exclude from the project the interlude with the historic Trip, playing songs he composed that answer to the title “Acheronte”, from his production “Caronte 50 Years Later” (which ties in with the tribute due to Joe Vescovi with “Caronte”) and “Enigma” from the band's latest studio album “Now The Time Has Come,” here with Tony Alemanno (former bassist of the band) as a special guest.
The live show begins with “Sogno Pt.1,” an atmospheric instrumental track with a psychedelic and dreamy intro perfectly sewn to the meaning of the proposed title. The opening has a historical matrix relegated to Pink Floyd. The guitar changes style roaring in “Absence Of Gravity,” a track that remains poised between songwriting and Progressive research.
Introspective piano in “In Un Posto Che Non C’è”, a ballad in Timoria style, where the central guitar solo sends more than a chill over the skin. Capasso knows how to compose light airs with elegance and simplicity, a skill that in my opinion he should hold on to, as happens in “Neve Nera”. Even more at ease the guitarist is found in “Sole Spento,” and it could not be different given the collaboration with Sasha. Radiophonic turns out to be “Una Valigia Di Perché”, while the games get serious with the aforementioned “Acheronte”, two narrated minutes that lead to “Caronte,” a splendid Italian Prog classic played really with skill and dedication. The group moves nimbly in unison.
To stay in the Trip sphere, the quartet next tries its hand at “Enigma”, another gem for those who like Hard Prog done right.
The version of “Impressioni Di Settembre” is interesting, personally I really appreciate those who make a great classic, a song their own by putting their own character on the line. Here Sarno puts all the class and technique melting a piano solo that also throws in classicism for a highly engaging result, while literally imposing is the final guitar solo. The discourse varies by nothing vis-à-vis “Firth Of Fifth”, another timeless gem perfectly assimilated and reprised. The instrumental conclusion titled “Sogno Pt.2 (reprise)” kicks ass and like fireworks endings... Anything and everything.
This live show has the merit of covering a wide audience, not only lovers of the Rock that was, but also of the current one, with lots of soul and sweat. Someone said, “Trying is believing”. MS

 

 


 

domenica 24 novembre 2024

Methodica

METHODICA – Hypocriticy
Autoproduzione / K2 Music Management
Genere: Metal Progressive
Supporto: Bandcamp – 2024





Il destino del mondo musicale è sempre immerso in un’aura incognita, dai tempi dei tempi. Non sempre i musicisti che meritano ricevono le giuste attenzioni, vuoi per una legge di mercato dipendente dalle tendenze del momento, vuoi per un pubblico spesso e volentieri non preparato a un certo tipo di ascolto. Questo ci può stare, anche se di base non sembra giusto. I media giocano le loro carte per quello che concerne il movimento monetario che si aggira attorno alla musica, proponendo un bombardamento mirato solo al guadagno e distante dal significato vero del termine arte. Per fortuna l’amante della musica (tutta, non di un genere specifico), è attento all’evolversi dei tempi ed è sempre alla ricerca di nuove emozioni. Esistono piccole realtà produttive coraggiose, ma anche loro non riescono ad arrivare in ogni dove. Molti artisti scelgono dunque la strada dell’autoproduzione, malgrado nel tempo abbiano già dimostrato ampiamente la propria valenza. E’, ad esempio, il caso dei Methodica che hanno avuto la possibilità di aprire concerti a band del calibro di Skunk Anansie, Uriah Heep, Riverside, Anathema, Marillion, Pendragon, Dream Theater, Queensryche e ai Fates Warning. Preparazione, amore per la musica e coraggio sono gli ingredienti che muovono Piubelli Massimo (voce), Marco Ciscato (chitarre, synth), Alessandro Lanza (basso) e Marco Piccoli (batteria), a realizzare album interessanti sin dal 2009 quando esordiscono con "Searching For Reflections". Seguono vari festival come Pistoia Blues, Vallemaggia Magic Blues, 2 Days Prog, Exprog Festival. Nel 2012 è la volta dell'EP "Light My Fire", nel 2015 “The Silence Of Wisdom"; nel 2016 l’EP digitale “The Angel Lies Dying”, nel 2020 il terzo full-lenght "Clockworks”, nel 2022 l’EP digitale “The Black Road” e oggi “Hypocriticy”.
Con un artwork particolarmente curato per opera di Alessandro Palvarini AP Design e le foto di Fabio Led Pasquali, “Hypocriticy” è un concept album ispirato al romanzo “La Nausée” di Jean-Paul Sartre pubblicato nel 1938. L’opera è una sorta di diario filosofico in cui secondo Sartre, la nausea è una dimensione metafisica ed un atteggiamento psicologico nei confronti dell'esistenza.
Le dieci canzoni iniziano con il classico intro della durata di quarantadue secondi, in cui il vociare delle persone introduce l’ascoltatore nel contesto, ed è qui che inizia “You’ve Changed”. Voce distorta, ritmiche profonde fanno da base a questo pezzo monolitico e drammatico sostenuto da un gradevole refrain. Il Metal Prog proposto ha una sua personalità di base, anche se certi richiami ai Queensryche si possono evincere durante l’ascolto. In “Ephemeral” la ricerca ritmica dettata da cambi di tempo e controtempi stessi, mostra le qualità compositive e tecniche della band in cui la bella voce di Piubelli fa sfoggio di se. Per chi dovesse conoscere, posso dire che in questo territorio aleggiano i Pain Of Salvation ultimo periodo. Attraverso “Detour” i Methodica quasi si accostano alla ballata, un pezzo in bilico fra potenza e dolcezza. In ogni brano al basso compare lo special guest Paolo Iemmi.
Interessante “Mechanical Flowers”, di base prossima a quanto detto sino ad ora, con la giunta di una cura per gli arrangiamenti più marcata. “Sanctuary” si muove come un colosso, ma dal cuore tenero, facile lasciarsi trasportare dall’ampio ritornello. “The Running Glow” suggerisce all’ascoltatore le basi del Metal Prog e sale il ritmo attraverso “Death Of Jazz Trumpeter”, ammaliante canzone dalle differenti influenze e dalle numerose soluzioni. “Not One” è uno dei movimenti che ho maggiormente apprezzato, perché le atmosfere oscure si sposano alla perfezione con l’incedere del pezzo, sia orecchiabile che curato. La chiusura spetta a “Crows And Hail”, ed ecco ritornare lo stile Pain Of Salvation.
La carta vincente di questo ultimo album dei Methodica risiede nella ricerca di armonie delicate che ben si intersecano con le parti strumentali altamente tecniche e mai scontate, a testimonianza di una preparazione individuale degna di una grande band. Il Metal Prog in Italia gode sempre di buona salute e questo grazie anche ai Methodica che meriterebbero sicuramente maggiore attenzione da parte degli addetti ai lavori, almeno, questo mi sento di suggerire. MS 









Versione Inglese:


METHODICA - Hypocriticy
Self-Production / K2 Music Management
Genre: Progressive Metal
Support: Bandcamp - 2024


The fate of the musical world is always bathed in an unknown aura, from the days of yore. Musicians who deserve do not always receive the right attention, whether due to a law of the market dependent on the trends of the moment, or due to an audience that is often not prepared for a certain kind of listening. This may be there, even if it fundamentally does not seem fair. The media play their cards for what concerns the monetary movement around music, proposing a bombardment aimed only at making money and distant from the true meaning of the term art. Fortunately, the music lover (all of it, not a specific genre), is attentive to the changing times and is always looking for new excitement. Brave small production realities exist, but even they fail to reach everywhere. Many artists therefore choose the path of self-production, despite the fact that over time they have already amply demonstrated their worth.
This is, for example, the case of Methodica, which has had the opportunity to open concerts for bands such as Skunk Anansie, Uriah Heep, Riverside, Anathema, Marillion, Pendragon, Dream Theater, Queensryche and to Fates Warning. Preparation, love for music and courage are the ingredients that move Piubelli Massimo (vocals), Marco Ciscato (guitars, synths), Alessandro Lanza (bass) and Marco Piccoli (drums), to make interesting albums since 2009 when they debuted with “Searching For Reflections”. This was followed by various festivals such as Pistoia Blues, Vallemaggia Magic Blues, 2 Days Prog, Exprog Festival. In 2012 it was the turn of the EP “Light My Fire”, in 2015 “The Silence Of Wisdom”; in 2016 the digital EP “The Angel Lies Dying”, in 2020 the third full-length “Clockworks”, in 2022 the digital EP “The Black Road” and today “Hypocriticy”.
Featuring specially curated artwork by Alessandro Palvarini AP Design and photos by Fabio Led Pasquali, “Hypocriticy” is a concept album inspired by Jean-Paul Sartre's novel “La Nausée” published in 1938. The work is a kind of philosophical diary in which, according to Sartre, nausea is a metaphysical dimension and a psychological attitude toward existence.
The ten songs begin with the classic forty-two-second intro, in which the hubbub of people introduces the listener to the context, and this is where “You've Changed” begins. Distorted vocals, deep rhythms form the basis of this monolithic and dramatic piece supported by a pleasant refrain. The proposed metal prog has its own basic personality, although certain nods to Queensryche can be evinced while listening. In “Ephemeral” the rhythmic search dictated by tempo changes and counter-tempos themselves, shows the compositional and technical qualities of the band in which Piubelli's beautiful voice shows off. For those who should know, I can say that Pain Of Salvation last period hovers in this territory. Through “Detour”, Methodica almost approaches balladry, a piece poised between power and sweetness. In each track special guest Paolo Iemmi appears on bass.
Interesting “Mechanical Flowers”, basicly close to what has been said so far, with the added bonus of more care for arrangements. “Sanctuary” moves like a behemoth, but soft-hearted, easy to get carried away by the broad refrain. “The Running Glow” suggests to the listener the basics of Metal Prog and picks up the pace through ‘Death Of Jazz Trumpeter’, bewitching song of different influences and numerous solutions. “Not One” is one of the movements that I enjoyed the most, as the dark atmospheres match perfectly with the pacing of the piece, which is both catchy and polished. Closure falls to “Crows And Hail”, and here Pain Of Salvation's style returns.
The trump card of this latest Methodica album lies in the search for delicate harmonies that intersect well with the instrumental parts that are highly technical and never predictable, testifying to an individual preparation worthy of a great band. Metal Prog in Italy always enjoys good health and this is also thanks to Methodica who would certainly deserve more attention from the insiders, at least, this I would suggest. MS


 




venerdì 22 novembre 2024

Intervista a Massimo Max Salari

 INTERVISTA A MASSIMO MAX SALARI SU RADIO FAB

nel programma FLUSSO CONTINUO

di Eugenio (Euginko) Santangelo






giovedì 21 novembre 2024

Lunophone

LUNOPHONE – Surroundings
AltrOck Productions
Genere: Scuola Di Canterbury – Jazz Rock
Supporto: cd / Bandcamp – 2024




Forse vi sarà capitato almeno una volta, d’imbattervi nel termine “Scuola Di Canterbury”. Per i più ferrati di voi non ci sarebbe nessun bisogno di spiegazione, giustamente agli altri sintetizzo che la Scuola Di Canterbury (altrimenti detta anche Scena Di Canterbury), è una corrente del Rock Progressivo inglese sorta nella fine degli anni ’60, più precisamente nel Kent. Immaginate di fondere assieme il Rock Psichedelico, il Jazz, la musica d'avanguardia e la musica elettronica. Fra i nomi di spicco cito i Soft Machine di Robert Wyatt, i Gong dell'australiano Daevid Allen, gli Egg, i Caravan, gli Hatfield And The North, gli Henry Cow, Hugh Hopper e Kevin Ayers. Altri addetti ai lavori, molti anni fa, hanno accostato questo stile sonoro alla musica dei figli dei fiori, quando l’utopia della pace e dell’amore armava gli intenti di moltissimi giovani contrari a guerre e ingiustizie di stato.
Il genere non ha avuto moltissimi proseliti al di là degli anni ’70, tuttavia si è sempre saputo mantenere in vita, sia per influenze che hanno contribuito a certe evoluzioni nel Rock, sia di stile vero e proprio con nuove band e realizzazioni. Non a caso lo ritroviamo anche oggi in Italia e non soltanto, a conferma di un amore sconfinato per queste sonorità color pastello.
Oggi sono qui a parlare di un nuovo progetto che potrei definire internazionale: Lunophone.
Frutto della collaborazione tra Dario D'Alessandro (Homunculus Res) e James Strain (Rascal Reporters), Lunophone si propone di creare una miscela di Jazz Rock Progressivo con influenze di Canterbury/RIO, spaziando da momenti vivaci con ricchi cambi di tempo e frangenti maggiormente pacati e riflessivi.
“Surroundings” nelle sue dodici composizioni, trova il jolly negli arrangiamenti, molto curati e freschi. Dario D'Alessandro (voce, testi, chitarra elettrica, chitarra classica, sintetizzatori, pianoforte, glockenspiel, e tamburello) e l’irlandese James Strain (basso, batteria, chitarra elettrica, chitarra fretless, oud elettrico, sitar, pianoforte rhodes , organo fuzz , sintetizzatori, percussioni), danno vita a un lavoro fresco, ovviamente pregno di richiami al passato, il tutto con sorprendente naturalezza. Infatti una delle chiavi di lettura di “Surroundings”, è proprio lo scorrimento veloce del brano, senza inutili orpelli, o perlomeno se in alcuni momenti si possono scorgere, sono messi in modo che neppure te ne accorgi.
La pulizia dei suoni contribuisce in quest’ascolto, certe coralità immergono l’ascoltatore nella fine degli anni ’60, come nell’iniziale “Lunaria”, il divertimento dei due artisti è quindi contagioso. Pur essendo Rock Progressivo, l’album è privo di suite, difficilmente un pezzo supera i quattro minuti, a conferma di quanto detto, ossia di voler badare al sodo. “Choc Charraige” nella leggerezza della composizione, coccola lo stato d’animo, per poi passare al cantato di “Un Giorno O Due”, qui in lingua italiana. Per giungere a un movimento più ricercato bisogna giungere a “Dalbhdha”, e non nascondo che mi vengono alla memoria certi passaggi di Prog nordico, ritmi spezzati e percussioni. Il Jazz Rock è perfettamente rappresentato con “Ametista”, non molto dissimile “Aduantas”. I colori della copertina che sembrano mettere in mostra il carattere dei due protagonisti, bene visionano il brano “Miglior Vita”. In generale tutto l’album scorre su questi binari, per la gioia degli estimatori della Scuola Di Canterbury, anche oggi deliziati da questi suoni che sembrano si datati, ma possessori dell’elisir di lunga vita. MS





Versione Inglese:


LUNOPHONE - Surroundings
AltrOck Productions
Genre: School Of Canterbury - Jazz Rock
Support: cd / Bandcamp - 2024


You may have come across the term "School Of Canterbury" at least once. For the more fervent of you there would be no need for explanation, rightly to others I summarize that the School Of Canterbury (otherwise also called the Canterbury Scene), is a current of English Progressive Rock that arose in the late 1960s, more precisely in Kent. Imagine fusing together Psychedelic Rock, Jazz, avant-garde music and electronic music. Prominent names include Robert Wyatt's Soft Machine, Australian Daevid Allen's Gong, Egg, Caravan, Hatfield And The North, Henry Cow, Hugh Hopper, and Kevin Ayers. Other insiders, many years ago, likened this style of sound to the music of the flower children, when the utopia of peace and love armed the intentions of a great many young people opposed to wars and state injustices.
The genre has not had many proselytes beyond the 1970s, yet it has always been able to keep itself alive, both in terms of influences that have contributed to certain evolutions in Rock, and of actual style with new bands and accomplishments. It is no coincidence that we find it again today in Italy and beyond, confirming a boundless love for these pastel-colored sounds.
Today I am here to talk about a new project that I could call international: Lunophone.
The result of a collaboration between Dario D'Alessandro (Homunculus Res) and James Strain (Rascal Reporters), Lunophone aims to create a blend of Progressive Jazz Rock with Canterbury/RIO influences, ranging from lively moments with rich tempo changes to more calm and reflective bangs.
"Surroundings" in its twelve compositions, finds the wild card in the arrangements, which are very polished and fresh. Dario D'Alessandro (vocals, lyrics, electric guitar, classical guitar, synthesizers, piano, glockenspiel, and tambourine) and Irishman James Strain (bass, drums, electric guitar, fretless guitar, electric oud, sitar, rhodes piano , fuzz organ , synthesizers, percussion), give life to a fresh work, obviously filled with references to the past, all with surprising naturalness. In fact, one of the keys to reading "Surroundings", is precisely the fast flow of the song, without unnecessary frills, or at least if they can be glimpsed in some moments, they are put in such a way that you don't even notice them.
The cleanliness of the sounds contributes in this listening, certain chorality immerses the listener in the late 1960s, as in the opening "Lunaria", the fun of the two artists is thus infectious. Despite being Progressive Rock, the album is devoid of suites, hardly a piece exceeds four minutes, confirming what has been said, that is, of wanting to mind the bottom line. "Choc Charraige" in the lightness of composition, cuddles the mood, then moves to the singing of "Un Giorno O Due", here in Italian. To get to a more refined movement one has to reach "Dalbhdha", and I will not hide that certain passages of Nordic Prog, broken rhythms and percussion come to mind. Jazz Rock is perfectly represented with "Amethyst", not very dissimilar "Aduantas". The colors of the cover that seem to showcase the character of the two protagonists, well vision the track "Best Life".
In general, the whole album flows on these tracks, to the delight of admirers of the School Of Canterbury, even today delighted by these sounds that seem yes dated, but possessing the elixir of long life. MS

 




martedì 19 novembre 2024

Aquarius

AQUARIUS - L’Era Dell’Acquario E La Nota Fondamentale
Resisto / Materiali Musicali
Genere: Post Prog Moderno
Supporto: cd / Digital – 2024






La scena Progressiva underground italiana brulica di nuove band che scalpitano per voler esprimere la propria arte con personalità. Certo che oggi è molto difficile comunicare nuove sonorità o concetti visto che negli anni è stato già detto moltissimo, tuttavia c’è chi si adopera al riguardo con tenacia e passione.
Uno è il caso dei legnanesi Aquarius, quartetto formato da Raffaello Crespi, Flavio Alessandro Peverelli, e Gabriele Cucco. L’album d’esordio intitolato “L’Era Dell’Acquario E La Nota Fondamentale” denota musicalmente influenze Radiohead, Pink Floyd, Brian Eno, New Wave a testimonianza del volersi muovere in questo nuovo territorio denominato Post Prog Moderno. Il genere si distanzia dal classico Progressive Rock attingendo negli anni da chi ha modificato di molto le coordinate del Rock, trattasi comunque di sperimentazione, per questo è necessario il loro collocamento nel contesto, oramai distante da quello di band come Gentle Giant, Genesis, King Crimson, etc. Molti altri critici definiscono questo stile Alternative Rock.
“L’Era Dell’Acquario E La Nota Fondamentale” è anticipato da due singoli, “Anahata” e “Frequenze Alte”. Il disco, brano per brano, affronta argomenti spirituali e introspettivi badando alla sostanza. Si possono ascoltare coralità nei brani, a testimonianza della volontà nella cura dei particolari. La musica si aggira attorno alla canzone, e non si perde mai in inutili elucubrazioni, si evince subito all’ascolto di “Varco Per L’armonia” con un intro psichedelico parlato e recitato.
Arie eteree, a tratti bucoliche introducono “Anahata”, canzone che in seguito si dimostra altamente Rock grazie all’uso delle chitarre elettriche. Gli anni ’80 aleggiano nell’aria sfiorando la New Wave grazie soprattutto alla ritmica trascinante. Mi sono immaginato durante l’ascolto i primi Litfiba suonare Prog Rock.
Il secondo singolo “Frequenze Alte” si lascia ascoltare con piacere grazie all’andamento Funk che lo accompagna e ai buoni intuiti di chitarra. In “Salto Cosmico” si aprono scenari delicati e riflessivi, qui si possono estrapolare sensazioni progressive in crescendo sonori aggressivi. Ancora una volta buono il lavoro della sezione ritmica, soprattutto da parte del basso.
“Osservando Il Sole” dona allegria ed è il movimento stilisticamente parlando più attuale del disco.
Torna la voce narrante in “Il Flusso Delle Onde” con uno sguardo al passato che mai guasta in un contesto così vario.
Il pezzo conclusivo “Libera Libertà” inizia con un arpeggio di chitarra e si evolve ancora una volta in un contesto moderno.
Questo esordio degli Aquarius è gradevole e mostra una band ancora alla ricerca di una personalità ben definita. Molta carne al fuoco all’esame di un collocamento ben definito, anche se in realtà non è necessario ricadere in un genere specifico, la musica è il viatico di un divertimento a se stante e nessuno, tantomeno io, può dire a un artista cosa deve esprimere. Intanto gli Aquarius hanno messo il loro primo tassello, poi de gustibus non disputandum est. MS 






Versione Inglese:


AQUARIUS - L’Era Dell’Acquario E La Nota Fondamentale
Resisto / Materiali MusicaliGenre: Modern Post Prog
Support: cd / Digital - 2024


The Italian underground Progressive scene is teeming with new bands pawing at wanting to express their art with personality. Of course, today it is very difficult to communicate new sounds or concepts since so much has already been said over the years, yet there are those who work at it with tenacity and passion.
One is the case of Aquarius from Legnano, a quartet formed by Raffaello Crespi, Flavio Alessandro Peverelli, and Gabriele Cucco. Their debut album titled “L'Era Dell'Acquario E La Nota Fondamentale” musically denotes Radiohead, Pink Floyd, Brian Eno, and New Wave influences as evidence of wanting to move into this new territory called Modern Post Prog. The genre distances itself from classic Progressive Rock by drawing over the years from those who have greatly altered the coordinates of Rock, it still deals with experimentation, which is why their placement in the context, now distant from that of bands such as Gentle Giant, Genesis, King Crimson, etc., is necessary. Many other critics call this style Alternative Rock.
“L'Era Dell'Acquario E La Nota Fondamentale” is anticipated by two singles, ‘Anahata’ and ”Frequenze Alte”.  Track by track, the album deals with spiritual and introspective topics while minding the substance. Chorality can be heard in the tracks, a testament to the will in attention to detail. The music wanders around the song, and never gets lost in unnecessary lucubration, evident immediately upon listening to “Varco Per L'armonia” with a psychedelic spoken and recited intro.
Ethereal, at times bucolic tunes introduce “Anahata”, a song that later proves to be highly Rock due to the use of electric guitars. The '80s hover in the air touching on New Wave thanks mostly to the driving rhythm. I imagined while listening to early Litfiba playing Prog Rock.
The second single “Frequenze Alte” lets you listen with pleasure thanks to the accompanying Funk trend and good guitar intuitions. In “Salto Cosmico” delicate and reflective scenarios open up, here one can extrapolate progressive sensations into aggressive sonic crescendos. Once again good work from the rhythm section, especially from the bass.
“Osservando Il Sole” gives cheerfulness and is the most current movement stylistically speaking on the record.
The narrative voice returns in “Il Flusso Delle Onde” with a glimpse of the past that never hurts in such a varied context.
The closing track “Free Freedom” begins with a guitar arpeggio and again evolves into a modern context.
This Aquarius debut is enjoyable and shows a band still searching for a well-defined personality. Much meat on the fire at the examination of a well-defined placement, although in reality it is not necessary to fall into a specific genre; music is the viaticum of an entertainment in its own right and no one, least of all me, can tell an artist what he or she should express. In the meantime, Aquarius have put their first piece, then de gustibus non disputandum est. MS

 




domenica 17 novembre 2024

Speciale Singoli Eveline's Dust

Speciale Singoli EVELINE’S DUST
Lizard Records / Ma.Ra.Cash Records
Genere: Post Prog Moderno
Supporto: Spotify / Bandcamp – 2024
 
Gli Eveline's Dust si formano a Pisa nel 2012 e sono fra le band di Post Prog Moderno più interessanti del circuito. Le influenze King Crimson, Genesis e quelle maggiormente recenti di Steven Wilson, fanno del sound del gruppo un singolare connubio.
Esordiscono nel 2013 con l’ep “Time Changes” per poi replicare nel 2016 con “The Painkeeper” e nel 2019 con “K.”. Dopo cinque anni si ripresentano al pubblico grazie a tre singoli che anticipano l’imminente uscita dell’album vero e proprio prevista per il 2025. L’album sarà formato da otto brani e come stile della band tratterà differenti argomenti, il tutto per descrivere al meglio le persone che siamo e come viviamo su questo pianeta.
Oggi la band è formata da Nicola Pedreschi (voce e tastiere), Lorenzo Gherarducci (chitarra), Marco Carloni (basso) e Angelo Carmignani (batteria).

EVELINE è il primo singolo già dal quale si può evincere il percorso sonoro odierno della band, un incedere prossimo al Jazz miscelato con il sound dei Porcupine Tree. Granitico l’attacco sonoro della chitarra elettrica impegnata in un riff minimale atto a colpire l’animo dell’ascoltatore rendendolo vivo.




 
RETURNING SOMEWHERE inizia con il vociferare di persone per poi lasciare il campo a un mid tempo in cui la chitarra sciolina un arpeggio semplice e diretto. Il brano è alquanto intimistico, con aperture sonore dall’ampio respiro. La melodia è affascinante, così l’assolo di chitarra.
 






HERE THERE NOWHERE Gioca con le atmosfere eteree, campo in cui la band sembra trovarsi perfettamente a proprio agio. Piccole varianti verso un sound più duro nella metà del brano sostenuto da una bellissima sezione ritmica, mostrano una nuova strada intrapresa dai pisani.





 
Chi ha conosciuto la band nel passato avrà dunque notato un cambiamento rivolto maggiormente verso la formula canzone, un piccolo distacco dal Prog canonico per stare (giustamente) al passo con i tempi. Un artista vero suona quello che sente di essere al momento e gli Eveline’s Dust oggi sono questi, passione, cuore e semplicità. Attendiamo il nuovo album con vera curiosità. MS








Versione Inglese:


Special Singles EVELINE'S DUST
Lizard Records / Ma.Ra.Cash Records
Genre: Modern Post Prog
Support: Spotify / Bandcamp - 2024
 
Eveline's Dust formed in Pisa in 2012 and are among the most interesting Modern Post Prog bands on the circuit. King Crimson, Genesis and more recent Steven Wilson influences make the band's sound a singular blend.
They debuted in 2013 with the ep “Time Changes” and then replicated in 2016 with “The Painkeeper” and in 2019 with “K.”. After five years, they reintroduce themselves to the public thanks to three singles that anticipate the imminent release of the actual album scheduled for 2025. The album will consist of eight tracks and as the style of the band will cover different topics, all to best describe the people we are and how we live on this planet.
Today the band consists of Nicola Pedreschi (vocals and keyboards), Lorenzo Gherarducci (guitar), Marco Carloni (bass) and Angelo Carmignani (drums).
 
EVELINE is the first single already from which one can infer the band's present-day sonic path, a near-jazz-like procession mixed with the sound of Porcupine Tree. Granitic is the sonic attack of the electric guitar engaged in a minimal riff apt to hit the listener's soul making it alive.
 
RETURNING SOMEWHERE begins with the vociferation of people and then gives way to a mid tempo in which the guitar waxes a simple, direct arpeggio. The song is somewhat intimate, with wide-ranging sonic openings. The melody is charming, so is the guitar solo.
 
HERE THERE NOW plays with ethereal atmospheres, a field in which the band seems to be perfectly at home. Small variations toward a harder sound in the middle of the song supported by a beautiful rhythm section show a new path taken by the Pisans.
 
Those who knew the band in the past will therefore have noticed a change turned more toward the song formula, a small departure from canonical Prog to (rightly) keep up with the times. A true artist plays what he feels he is at the moment, and Eveline's Dust today is this, passion, heart and simplicity. We await the new album with real curiosity. MS

 

 









venerdì 15 novembre 2024

Misha Chylkova

MISHA CHYLKOVA – Dancing The Same Dance
Gare Du Nord Records / Peyote
Genere: Psichedelico – Folk Rock
Supporto: lp / cd / dg




L'amor che move il sole e l'altre stelle, narrava il sommo poeta Dante Alighieri, il fulcro della nostra esistenza tanto declamata da artisti in ogni campo, dalla pittura alla letteratura fino alla musica. Un argomento senza tempo, dove le melodie toccanti spesso hanno fatto da colonna sonora a questo sentimento.
La polistrumentista Misha Chylkova (arpa, chitarra, syhth, steel drum, armonium e voce) è una londinese di origine ceca oggi residente a Milano, anche lei è una attenta narratrice degli eventi, e tratta l’amore in tutte le sfaccettature, con semplicità ed eleganza. Il suo stile che si potrebbe definire anti-Folk, la vede immergersi nell’amore anche attraverso l’ironia fra intrecci melodici e crescendo sonori. Misha collabora nel tempo con artisti del calibro di The Awkward Silences, David Cronenberg’s Wife, Extradition Order, Darren Hayman, Ian Button e Jonathan Clayton. Oggi ha una band propria composta da Darren hayman (basso, pianoforte, chitarra, fisarmonica), Ian Button (batteria), Jonathan Clayton (organo), Niccolò Avanzi (chitarra) e Gabriele Arnolfo (batteria).
Il risultato dell’esordio s’intitola “Dancing The Same Dance” ed è una raccolta di brani intensamente personali scritti nel corso degli ultimi anni. Nelle dieci canzoni che compongono l’album, si parte dall’innamoramento per poi giungere all’amplificazione dei sensi fino all’ossessione e a tutto ciò che ne consegue. Misha analizza e lo racconta attraverso la sua splendida voce dopo la breve strumentale “Coffee”, loop rumoristico che conduce a “Love. Or.”. Le arie malinconiche si espandono nella mente attraverso suoni profondi addolciti dalle capacità vocali di Misha, ammalianti e sofisticate.
Solo con “Will You?” subentra il ritmo della batteria anche se in maniera molto lenta e leggera, come avesse il timore di disturbare il racconto della cantante. La sensualità si sprigiona in ogni nota durante un andamento crescente d’intensità. Nel finale un accenno d’assolo di chitarra rende il brano psichedelico. Notevole il gioco di coralità in “Loop”, brano ipnotico da ascoltare a occhi chiusi. Come gocce d’acqua le canzoni scavano nella mente, nota dopo nota, istante dopo istante, in una erosione lenta e inesorabile. Le parti strumentali sono sempre brevi e lontane da elucubrazioni tecniche. “Sparrows” si addentra negli anni ’80, quando la New Wave regalava alcuni brani introspettivi, qui ci si avvicina per la prima volta alla classica formula canzone.
Il lato B del disco in vinile inizia con “I Will”, altra coccola sonora indossata da Misha, un abito perfetto in cui l’artista si trova a proprio agio… Ed è bella.
Una chitarra apre “Doing It All Wrong”, secondo passaggio nel cantautorato in cui la melodia di fondo e dettata dalla voce della cantante. Il modus operandi non muta neppure per “Dead Plants”, ci pensa “(Don’t) Stay” a mutare l’andamento, attraverso un movimento minimale di chitarra, voce e basso.
La canzone più lunga dell’album composta di sei minuti abbondanti, è la conclusiva title track “Dancing The Same Dance”, vera e propria chicca psichedelica in cui lasciarsi trasportare.
Questo è un album per anime dolci, dove l’amore regna sovrano sotto ogni punto di vista ed è molto facile lasciarsi coinvolgere, perché non serve fare la voce grossa per colpire nel segno, serve principalmente classe. MS






Versione Inglese:


MISHA CHYLKOVA - Dancing The Same Dance
Gare Du Nord Records / Peyote
Genre: Psychedelic - Folk Rock
Support: lp / cd / dg


The love that moves the sun and the other stars, narrated the supreme poet Dante Alighieri, the core of our existence so much declaimed by artists in every field, from painting to literature to music. A timeless subject, where touching melodies often served as the soundtrack to this sentiment.
Multi-instrumentalist Misha Chylkova (harp, guitar, syhth, steel drum, harmonium and vocals) is a Czech-born Londoner now living in Milan, Italy; she, too, is a careful narrator of events, and treats love in all facets, with simplicity and elegance. Her style, which could be called anti-Folk, sees her immersing herself in love also through irony among melodic interweavings and sonic crescendos. Misha collaborates over time with the likes of The Awkward Silences, David Cronenberg's Wife, Extradition Order, Darren Hayman, Ian Button and Jonathan Clayton. Today he has his own band consisting of Darren hayman (bass, piano, guitar, accordion), Ian Button (drums), Jonathan Clayton (organ), Niccolò Avanzi (guitar), and Gabriele Arnolfo (drums).
The result of the debut is entitled “Dancing The Same Dance” and is a collection of intensely personal songs written over the past few years. In the ten songs that make up the album, it starts from falling in love and then reaches the amplification of the senses to obsession and all that follows. Misha analyzes and narrates it through her beautiful voice after the short instrumental “Coffee”, a noise loop that leads to “Love. Or”. Melancholy tunes expand in the mind through deep sounds softened by Misha's bewitchingly sophisticated vocal abilities.
Only with “Will You?” does the drum beat take over, although in a very slow and light manner, as if afraid to disturb the singer's narrative. Sensuality is released in every note during an increasing trend of intensity. In the finale a hint of a guitar solo makes the song psychedelic. Remarkable is the choral interplay in “Loop”, a hypnotic track to listen to with your eyes closed. Like drops of water, the songs burrow into the mind, note by note, instant by instant, in a slow and relentless erosion. The instrumental parts are always short and far from technical lucubrations. “Sparrows” delves into the 1980s, when New Wave gave some introspective songs, here we first approach the classic song formula.
The B-side of the vinyl record begins with “I Will”, another sonic cuddle worn by Misha, a perfect dress in which the artist is comfortable-and beautiful.
A guitar opens “Doing It All Wrong”, a second passage into songwriting in which the underlying melody is dictated by the singer's voice. The modus operandi does not change for “Dead Plants” either; we get “(Don't) Stay” to change the trend, through a minimal movement of guitar, vocals and bass.
The longest song on the album consisting of a good six minutes, is the concluding title track “Dancing The Same Dance”, a real psychedelic gem to get carried away in.
This is an album for sweet souls, where love reigns supreme in every respect and it is very easy to get involved, because you don't need to be vocal to hit the mark, you mainly need class. MS