Libri ROCK PROGRESSIVO ITALIANO 1980 - 2013 - METAL PROGRESSIVE ITALIANO

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La storia dei generi enciclopedica

domenica 24 giugno 2018

HeavenBlast


HEAVENBLAST – STAMINA
Music Force
Genere: Progressive Metal
Supporto: cd – 2018


L’Italia Metal Progressive è più grande di quello che si possa immaginare. Numerosissime (a migliaia) le formazioni che si dilettano a suonare gesta di gruppi come Iron Maiden, Helloween, Gamma Ray, Angra, Dream Theater, Pain of Salvation, Ayreon, Scorpions, White Skull, Devin Townsend, Labyrinth, Rhapsody of Fire ed una di queste proviene da Chieti con il nome Heavenblast. Si formano nel 1995 fra i banchi di scuola, come molte volte accade, ma bisogna attendere il 1998 per vedere una formazione quantomeno stabile e nel 2000 danno luce a due demo tape di genere Power Metal. Pubblicano per Underground Symphony due album, Heavenblast” (2003) e “Flashback” (2007), in questo secondo c’è un atteggiamento progressivo più marcato. Nel 2008 subiscono uno stop per un momentaneo scioglimento dovuto ai vari impegni dei singoli componenti, ma nel 2011 il progetto ritorna attivo.
Il gruppo è formato da Chiara Falasca (voce), Donatello Menna (chitarra), Matteo Pellegrini (tastiere) e Alex Salvatore (batteria).
Il ritorno discografico odierno si intitola “STAMINA” ed è un concept album composto da nove canzoni in cui l’argomento è la ribellione e la libertà. Nel percorso gli Heavenblast si coadiuvano di special guest tra cui Diego Regina e Michele Melchiorre oltre che a sei voci.
Il disco si presenta bene anche visivamente, grazie alla copertina, alle foto e all’artwork in senso generale da parte di Alberto Di Muzio e Federica Di Tizio.
Dopo il breve ed immancabile intro strumentale qui dal titolo “Mind Introuders” si parte subito a scheggia su una ritmica quantomeno veloce con “Purity” e le carte sono già scoperte. Si evince l’importanza dei tappeti sonori dettati dalle tastiere di Pellegrini, una ritmica rodata e presente, la chitarra non invasiva nei momenti giusti sa fare il proprio dovere, la voce di Chiara Falasca svolge il suo senza andarsi a perdere in meandri non consoni sia in altezze che in tonalità basse. I ragazzi hanno capito l’importanza della melodia, sfoggiano si grande tecnica individuale palesando cambi di tempo e di umore, ma sempre tenendo in considerazione la canzone, perché quello che in definitiva deve restare alla fine dell’ascolto è almeno un qualcosa di canticchiabile. Molti di voi già avranno pensato ai Dream Theater, ebbene si, ci sono richiami ai maestri del genere Metal Prog, ma qui aleggia qualcosa di differente, ossia l’innesto del Power Metal e del Gothic (in maniera minima). “Altro esempio è “Alice In PsychoWonderland”. Momento toccante in “We Are State” ed il gioco fra voce maschile e femminile è ben rodato e perfettamente funzionale alla causa. “The Rovers” è più graffiante nella parte centrale del brano anche se il giro di tastiere di accompagnamento fanno l’occhiolino al New Progressive degli anni ’80. Da questo momento in poi gli Heavenblast alzano l’asticella sotto tutti gli aspetti, sia compositivi che esecutivi, resto colpito dalla fragilità dell’inizio di “Don’t Clean Up This Blood” che sfocia in un anthem importante ed in un crescendo di potenza che vira  in altri lidi sonori in maniera repentina. Prog Metal a tutti gli effetti. Lavoro davvero importante.
“Sinite Parvuols Venire Da Me” è cantata in latino ed ha un fascino davvero assoluto, ho ascoltato nel Prog i bravi fiorentini Deus Ex Machina, ma nel Metal Prog…Mi mancava. Da sottolineare anche l’intervento vocale in growl. Avrete capito che all’ascolto di “STAMINA” non ci si annoia, ed avete capito bene, la title track prosegue il cammino creativo come uno schiacciasassi. L’opera concept si chiude con “Canticle Of The Hermit”, degno sigillo e sunto dello stile Heavenblast.
Un disco sorprendente, consigliato anche a coloro che storcono il naso quando sentono parlare di Metal Progressive, perché qui c’è tanta carne al fuoco ma messa in maniera precisa, nessuna confusione, nessuna formuletta che funziona da ripetere all’infinito, solo tanta buona musica e ricerca emotiva. Non ci crederete ma ora vado a premere di nuovo il tasto “play”. MS



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