Libri ROCK PROGRESSIVO ITALIANO 1980 - 2013 - METAL PROGRESSIVE ITALIANO

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La storia dei generi enciclopedica

martedì 2 agosto 2011

Airless

AIRLESS - 2nd Round
Lion Music

Genere: AOR
Supporto: cd - 2005



Secondo disco per questo quartetto spagnolo autore di un A.O.R. melodico intelligente e ben eseguito. Personalmente ammetto di non averli mai sentiti prima, ma devo riconoscere di essere rimasto colpito dal buon songwriting, mai scontato e saggiamente bilanciato fra personalità ed influenze storiche. Gli estimatori di Harem Scarem e Fate hanno di che godere.
Buona la voce di Inaki Lazkano ma quello che la fa da padrona è la chitarra di Robert Rodrigo, coadiuvata perfettamente dalla ritmica del basso di Miguel Manjòn e dalla batteria di Paco Martinez.
Il disco è stato registrato nell’estate del 2004 nei Rock Studios in Bilbao, Spagna.
L’iniziale “2nd Round” è esplicita, non nasconde le qualità del gruppo evidenziando l’importanza della chitarra, ma la successiva “Prayers Are Not Enough” sottolinea ancora di più il concetto. Divertenti le soluzioni Rock, allegre, spensierate e maschie. Gli Airless provano a scrivere una pagina importante di moderno A.O.R. se non altro cercano di mettere del proprio per tentare di uscire dalla mischia e questo gioca sicuramente a loro favore. “Don’t You Go” è una canzone che mi ha colpito essendo una semiballata robusta e dolce allo stesso tempo. La successiva “It’s Up To You” mi ricorda il giro armonico di “Message In A Bottle” dei Police, anche se nel proseguo, soprattutto nel ritornello, non ha nulla a che vedere. “Handful Of Lies” nel complesso è leggermente più anonima ma il gioco ritorna a farsi interessante immediatamente con la massiccia “Cross The Line”, dura e graffiante. “The Storm” rincara la dose pur restando legata a soluzioni armoniche molto accattivanti. “The Good Times” è fra i miei preferiti, una ballata dalla musicalità gigantesca, un assolo continuo di chitarra elettrica che ti entra dentro e ti rovista l’anima, sicuramente il momento più bello del disco. “Never Fall In Love” resta nella media e si lega alla conclusiva “The Darkness”, perfetto suggello di un disco che mi ha colpito più del dovuto, non tanto per i singoli pezzi tanto per la fluidità totale.
A questo punto mi cercherò anche il primo, ma senza dubbio nutrirò buone speranze per il prosieguo della loro carriera. MS


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