Libri ROCK PROGRESSIVO ITALIANO 1980 - 2013 - METAL PROGRESSIVE ITALIANO

Libri ROCK PROGRESSIVO ITALIANO 1980 - 2013 - METAL PROGRESSIVE ITALIANO
La storia dei generi enciclopedica

sabato 2 aprile 2011

Picture Of A Thousand Worlds

PICTURE OF A THOUSAND WORLDS - demo
Selfproduced
Distribuzione italiana: no
Genere: Art Rock
Support: CD - 2005




Dal Mantovano si affacciano, in questo sterminato mondo sonoro, un quintetto di ragazzi dai buoni propositi. Questo EP che mi giunge, ha a suo favore una buona rappresentazione grafica, con tanto di testi all’interno e delle simpatiche faccette disegnate al posto delle solite foto con volti perennemente arrabbiati. La scena in cui si adoperano è quella prettamente Metal, ma con ampi riferimenti all’Hard Rock ed al Progressive.
Servono dunque buone doti tecniche per addentrarsi in questi meandri ed i POATW sembrano possederne. Sin dall’iniziale “History (Of A Name)” ci si rende conto dell’intesa del quintetto, ben amalgamato , con una ritmica frizzante ed una voce, quella di Imago, pulita e bella. Il pezzo, molto Hard Rock , è davvero divertente ed è targato 2002. Più maturo ed interessante (almeno per le mie orecchie Progressive) la successiva strumentale “The Sidewinder’s Swing”, un minestrone ben condito con Hard Rock, Blues e vaghi eco Zappiani. Buona l’idea del Sax, mentre le chitarre del duo Giac-Jaco si divertono nel duettare.
Si ritorna nel Metal con “Rebirth”, la voce di Imago si imposta alla Tate (Queensryche) e nell’insieme questo sembra un passo indietro rispetto alla freschezza delle precedenti. E’ anche un buon momento con idee valide ed un solo di chitarra piacevole, ma rientriamo in canoni troppo utilizzati, serve ben altro per emergere.
Si prosegue con la ballata “M’hellancholy”, un ibrido fra Queensryche e Dream Theater, con un finale davvero emozionante. Chiudono i sette minuti strumentali di “Fingering Your Asshole” (che titolo…), ben assemblati, farina del sacco Metal Prog.
Ci ritroviamo ancora una volta a parlare bene di un nuovo esordio italiano, ma altrettanto a ribadire il solito concetto: Serve qualcosa di più per emergere dalla massa. Bravi, buona tecnica e lampi d’idee… chissà, che frutti avremo se svilupperanno di più il sentiero tracciato con “The Sidewinder’s Swing”? MS

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