OLOGRAM – La Mia Scia
Autoproduzione
Genere: Progressive Rock
Supporto:
CD /Spotify / Amazon Music – 2025
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Ho
già avuto modo di apprezzare l’esordio discografico della band siciliana
Ologram capitanata dal talentuoso polistrumentista e compositore Dario Giannì
attraverso l’album “La Nebbia” (Autoproduzione – 2022), e ho riposto in loro
buone attese per un eventuale futuro.
Giannì
ha militato negli anni ‘90 nella band Progressive Rock / Metal di Siracusa
chiamata Ydra, e anche Anema. “La Nebbia” ha spaziato dall’Hard Prog al
Progressive Rock, fra ambientazioni grigie e aperture solari, un lavoro che
consiglio di andare a rispolverare.
Oggi
gli Ologram sono formati da Dario Giannì (basso), Lorenzo Giannì (chitarre),
Roberto Giannì (tastiere), Fabio Speranzo (voce), e Giovanni Spadaro (batteria).
Avrete notato che è un progetto praticamente creato in famiglia. Per la
realizzazione di “La Mia Scia”, si avvalgono della presenza di alcuni special
guest che rispondono ai nomi di Gabriele Agosta (voce), Matteo Blundo (viola,
violino), e Raffaele Schiavo (voce).
Come
molto spesso accade in chi propone musica Prog o Metal, l’opera inizia con un
breve intro, qui intitolato “22.43” e non può che essere un movimento
introspettivo, misterioso, basato su giochi di voce, alcune dalla provenienza
atavica degli sciamani.
E’
il Rock di “Kasbah” ad aprire il percorso attraverso un ritmo cadenzato in
modalità “Kashmir” dei Led Zeppelin per poi lasciare il palco alla formula
canzone prossima al cantautorato. Schegge di PFM si possono apprezzare nel
proseguimento. Ottimo il frangente conclusivo delle tastiere dal profumo
vintage, gli Ologram sanno bilanciare con perizia e astuzia, il passato con il
presente. La canzone, grazie alla melodia indovinata del refrain, resta
scolpita nella mente.
“Luna
Piena” apre con una ritmica in crescendo ben articolata e non scontata, ma la
canzone è sempre dietro l’angolo, interpretata alla perfezione dalla bella voce
di Fabio Speranza. Il basso di Dario Giannì è a mio modo di vedere un ottimo
protagonista assieme alla chitarra elettrica finale che regala un assolo breve
ma intenso. Ancora una volta la carta vincente del brano è l’inciso,
martellante al punto giusto.
“Non
Sarai” si presenta come una semi ballata sostenuta dal basso roboante. Gli
Ologram in questo nuovo album mostrano una capacità compositiva legata alla
scena classica musicale italiana davvero invidiabile. Ci pensano le fughe delle
tastiere a far apparire nella mente dell’ascoltatore i Genesis di fine anni ’70
e primi ’80, e poi la solita chitarra elettrica a stupire per essenzialità
d’intenti. Si alza l’asticella con “Jacaranda”, qui si evince una maggiore cura
per la ricerca strutturale e lirica, dove ancora una volta la voce compie a
pieno il proprio impeccabile dovere. Arpeggi di chitarra, violino, mellotron,
tutti ingredienti che fanno la gioia degli estimatori del Prog italico curato e
passato.
Gli
Ologram entrano a piè pari nel mondo del Prog attraverso il brano strumentale
“Descent” grazie all’uso del Moog e del piano Fender di Agosta, ma anche della
chitarra elettrica in stile Steve Hackett e all’uso della viola e violini.
Tutto questo accade senza cadere mai nel prolisso, un rispetto per il passato che
dimostra la cultura musicale dei singoli componenti.
Ed
è la volta della title track, un mix di cantautorato moderno e Rock anni ’80
facile da memorizzare.
Chiude
“1997” con un messaggio positivo, quello di vivere la nostra vita al meglio
delle possibilità. Il finale è affidato alle tastiere, e direi che sono davvero
una degna conclusione.
Una
menzione a parte per l’ottima incisione, i suoni risultano ben distinti e non
sovrapposti. L’artwork di Vittoria Gallo è semplice e lineare, dove i caratteri
dei testi sono una volta tanto ben leggibili, nero su bianco.
Non
prendetemi poi per pazzo, ma come approccio alla composizione, questo nuovo “La
Mia Scia” mi ha ricordato la struttura dell’album “Passpartù” della PFM. Tante
emozioni, energia positiva e molto da cantare, di questi tempi è manna dal
cielo. Gli Ologram confermano la promessa del 2022, sono presuntuoso se dico
che me lo aspettavo? MS
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