NAUTHA – Metempsychosis
Argonauta
Records / PR Grand Sounds Promotion
Genere:
Rock Psichedelico / Progressive Doom
Supporto: Bandcamp – 2023
Anche
se potrebbe sembrare strano, il genere Rock Psichedelico ha al proprio interno
differenti ramificazioni, non tutto è sempre riconducibile al periodo storico
dei mitici Hawkwind, tanto per fare un solo esempio. Nel tempo il genere si è
evoluto fino giungere ai nostri giorni attraverso innesti di Porcupine Tree
(sempre loro), Post Rock, e perché no anche del Doom Metal e del Prog. Il
risultato è ovviamente per un pubblico di nicchia che comunque ama lasciarsi
trasportare da sonorità spesso ipnotiche.
Un
nome nuovo nell’ambito italiano è quello dei romani Nautha, trio che si forma
nel 2016 a oggi composto da Antonio Montellanico (voce, basso, chitarra), Pierpaolo
Cianca (chitarra) e Giorgio Pinnen (batteria, sintetizzatore). Esordiscono con “Metempsychosis”,
quest’album formato da sette canzoni registrate ai Bloom Recording Studios a
Montecelio, mixato da Matteo Andolina e masterizzato da Claudio Pisi Gruer Pisi
ai Mastering Studio Community Page.
Viste
le premesse, posso andare anche nello specifico consigliando l’ascolto di
questo lavoro agli amanti oltre che dei Porcupine Tree anche a quelli di
Motorpsycho, Riverside e Beardfish, vista la natura delle sonorità espresse.
L’ampiezza
dei suoni si contrae fra Psichedelia e Metal sin dall’iniziale “Heracleion”
dove in quasi dieci minuti mettono in pratica tutto ciò che si è detto, mentre la
voce di Montellanico oltre che gradevole è bene inserita nel contesto che
alterna ariosità a ruvidità. Questo genere pone il meglio di se soprattutto
durante i trip strumentali, quelli che attendono con ansia gli amanti di questa
musica. Il suono ovviamente è elettrico ma ogni tanto si posa su territori pacati
rendendo l’ascolto molto fruibile. Proprio arpeggi di chitarra aprono “Laguna”
per poi addentrarsi nella psichedelia elettrica attraverso riff dalla facile
memorizzazione. “Kteis” mantiene il gusto per le melodie, arma che ritengo
vincente per la riuscita, oltre che il gusto per la potenza sonora. Con “Kata
Kumbas” il suono si fa improvvisamente introspettivo, morbido, supportato da
una ritmica leggera in mid tempo spezzato, un alito sussurrato alle orecchie.
Questo stile risulterà familiare agli estimatori dei polacchi Riverside. La
breve title track di un minuto e mezzo invece attraverso il pianoforte di
Giorgio Pinnen in stile Anathema accompagna all’ascolto di “Cerbero”, altro
pezzo studiato nei particolari e non scontato, fatto di cambi di tempo e
ruvidità. Breve ma incisivo l’assolo di chitarra a graffiare ulteriormente l’udito.
Chiude l’album “Samat”, canzone molto Rock Progressive vetrina per le capacità compositive
dei Nautha.
In definitiva “Metempsychosis” è un album pieno di
buone idee, scorrevole e già maturo malgrado si tratti di un esordio. Per chi
vi scrive, è una bella sorpresa, solo il tempo saprà dire quanto validi siano i
Nautha che comunque al momento si presentano già con un asso di briscola nelle
mani. MS
Versione Inglese: