Pagine

domenica 29 ottobre 2023

Il Castello Di Atlante

 
IL CASTELLO DI ATLANTE – Memorabilia
Autoproduzione
Genere: Progressive Rock
Supporto: EP digitale - https://create.ffm.to/memorabilia / 2023




Quando nella musica si leggono nomi particolari come ad esempio Il Balletto Di Bronzo, Raccomandata Ricevuta Ritorno, Quella Vecchia Locanda, Premiata Forneria Marconi, Banco Del Mutuo Soccorso, vuol dire che la musica suonata dalla band in questione è relegata agli anni ’70 e al Rock Progressivo. Non è una regola che vale per tutte le formazioni intendiamoci, ma in principal modo si, il Rock in Italia negli anni ’70 grazie anche alla controcultura, non vuole essere più banale e si getta nella ricerca divenendo la cosiddetta “musica colta”.
Un altro nome interessante che inizia la propria carriera nel 1974 grazie a Dino Fiore e al suo amico d'infanzia Paulo Ferrarotti, è quello de Il Castello Di Atlante.
Generalmente il sound proposto è di matrice anglofona, con influenze Genesis su tutte, ma all’interno coesistono diverse soluzioni tanto da rendere il risultato sonoro mai banale e alquanto sinfonico. Pur iniziando presto la carriera, solamente nel 1992 esordiscono in studio con l’album “Sono Io Il Signore Delle Terre A Nord” (Vinyl Magic), un sunto di tanto materiale raccolto negli anni. I tempi cambiano ma non la voglia di suonare certa musica, così anche Il Castello Di Atlante si adegua alla tecnologia regalando ai propri fans questo EP “Memorabilia” composto di tre brani inediti suonati dalla vecchia formazione, e due nuovi con la band attuale in formato digitale scaricabile negli appositi store. Personalmente vi consiglio di andare a ricercare l’intera discografia composta di sei album e un live, la qualità delle composizioni farà di certo piacere a chi è amante di questo stile sonoro che sembra non subire le svolte del tempo.
L’EP si apre con “Amico Di Sempre”, pezzo molto Rock grazie all’uso delle chitarre elettriche e una ritmica sostenuta, ma il cambio umorale è sempre dietro l’angolo e chi ascolta Prog lo sa bene.  Un tuffo nel passato che ha sempre dell’affascinante.
“Può Succedere Così” ha il violino che istintivamente fa associare la band al sound di Quella Vecchia Locanda, in realtà per raffinatezza delle melodie li accosterei più alle Orme. Ancora sinfonia in “Effetto Notte”, altro bell’esempio di classico Rock Progressivo Italiano.
Sale il ritmo con “Solo Un Uomo”, la band si muove all’unisono per suonare un brano sia semplice sia ricercato, grazie agli arrangiamenti del pianoforte. Personalmente ci trovo molto degli Osanna e della PFM. “Nel Vento” prosegue la strada intrapresa in maniera più gioiosa per un risultato piacevole da seguire con attenzione.
Concludendo, in “Memorabilia” non troverete innovazione, in effetti nessuno la richiede, ma soltanto bella musica con melodie piacevolissime e personalmente di questi tempi mi accontento alla grande. MS





Versione Inglese:


IL CASTELLO DI ATLANTE - Memorabilia
Self-production
Genre: Progressive Rock
Support: digital EP - https://create.ffm.to/memorabilia - 2023


When one reads particular names in music such as Il Balletto Di Bronzo, Raccomandata Ricevuta Ritorno, Quella Vecchia Locanda, Premiata Forneria Marconi, Banco Del Mutuo Soccorso, it means that the music played by the band in question is relegated to the 1970s and Progressive Rock. It is not a rule that applies to all formations mind you, but mainly yes, Rock in Italy in the 70s thanks also to the counterculture, does not want to be more banal and throws itself into research becoming the so-called "cultured music".
Another interesting name that began its career in 1974 thanks to Dino Fiore and his childhood friend Paulo Ferrarotti is Il Castello Di Atlante.
Generally the sound proposed is Anglophone, with Genesis influences above all, but within it various solutions coexist so that the sonic result is never banal and somewhat symphonic. Although starting their career early, it was not until 1992 that they made their studio debut with the album "Sono Io Il Signore Delle Terre A Nord" (Vinyl Magic), a summary of much material collected over the years. Times change but not the desire to play certain music, so even Il Castello Di Atlante adapts to technology by giving their fans this EP "Memorabilia" consisting of three unreleased tracks played by the old lineup, and two new ones with the current band in digital format downloadable in the appropriate stores. I personally recommend that you go and research the entire discography consisting of six albums and one live, the quality of the compositions will certainly please those who are lovers of this style of sound that seems to be unaffected by the twists and turns of time.
The EP opens with "Amico Di Sempre," a very Rock piece thanks to the use of electric guitars and a sustained rhythm, but mood change is always around the corner and Prog listeners know this well.  A dive into the past that always has some fascination.
"Può Succedere Così" has the violin that instinctively makes the band associate with the sound of Quella Vecchia Locanda, actually for refinement of melodies I would liken them more to Orme. More symphony in "Effetto Notte," another fine example of classic Italian Progressive Rock.
Picking up the pace with "Solo Un Uomo," the band moves in unison to play a song both simple and sophisticated, thanks to the piano arrangements. Personally, I find a lot of Osanna and PFM in it. "Nel Vento" continues the path taken in a more joyful way for a pleasant result to follow closely.
In conclusion, in "Memorabilia" you will find no innovation, in fact no one asks for it, but only beautiful music with very pleasant melodies and personally these days I am very happy with it. MS





sabato 28 ottobre 2023

Ancient Veil

ANCIENT VEIL – Puer Aeternus
Ma.Ra.Cash Records / Eden Production
Genere: Progressive Rock
Supporto: cd – 2023




L’uomo attraverso le religioni ha trattato approfonditamente l’argomento su dove andrà la nostra anima dopo la morte terrena, generalmente secondo il comportamento in vita c’è chi lo colloca al paradiso, all’inferno, al purgatorio, alla destra di un Dio, etc. Il discorso è alquanto complesso, e se vogliamo anche un poco egoistico in quanto pochi invece, si chiedono dove eravamo prima di nascere, forse perché non ci interessa più in quanto passato. La risposta (fittizia) è generalmente relegata a un ipotetico limbo. Questo è circa l’argomento dell’ultimo album concept “Puer Aeternus” della oramai storica Prog band italiana Ancient Veil.
Alessandro Serri (voce, chitarra classica, acustica, 12 corde, elettrica, flauto traverso, armonica,
programmazione tastiere), Edmondo Romano (flauto dolce contralto – soprano – tenore - basso, sax soprano e sopranino, chalumeau, clarinetti, low whislte, voce), Fabio Serri (pianoforte, hammond e moog, voce), Massimo Palermo (basso), e Marco Fuliano (batteria), esclusi i due album live, giungono al quarto disco in studio. Per raccontare in musica e parole quest’odissea spirituale si coadiuvano di special guest anche importanti del calibro di Lino Vairetti (Osanna), Martin Grice (Delirium), Sophya Baccini, Tony Cicco (Formula Tre), Roberto Tiranti (New Trolls), Natalino Ricciardo (Paolo Conte), Simona Fasano, Elisa Marangon e molti altri ancora.
Il protagonista è Puer, un essere incorporeo senza definizione di età e sesso, ed è imprigionato in un apparente Eden. Un limbo eterno, piacevole, illuminato, sempre uguale e perfetto ma allo stesso tempo morto perché totalmente privo di crescita. Questa tematica arcaica viene trattata dalla band attraverso diciotto brani che come da loro stile, nella maggioranza dei casi, si presenta in sezione acustica. Un QR Code presente nel CD fornisce all’ascoltatore anche la traduzione in inglese dell’intera opera, e la possibilità di leggere il libretto italiano in formato word, con tanto di descrizioni brano per brano, per una migliore comprensione del concept.
Cotanta argomentazione necessita quindi di un’importante colonna sonora, già “L’Eterno Tempo” apre a suono pastorale di matrice Prog molto vicino al sound del Banco del Mutuo Soccorso. Narra il brano che il mito del Puer Aeternus nasce nelle “Metamorfosi” di Ovidio. Il Dio-fanciullo viene identificato nella divinità greca Dioniso e poi in Eros. Oggi il suo significato diviene immagine di eterno fanciullo.
Le parti con il flauto sono quelle che ho maggiormente apprezzato, come in “La Visione Della Parte Mancante”, un tuffo nel passato fra New Trolls e Le Orme. I brani più articolati e orchestrati sono “Nella Stanza L’Intera Storia Umana”, “La Comprensione Del Tempo” (con una buona vena Rock all’interno e ottime coralità), e “L’Ascesa Di Hermes Nel Dio Visibile” che da solo vale l’acquisto dell’album!
In “Puer Aeternus” degli Ancient Vail c’è tanta storia del Prog, anima e cultura, oltre che tecnica strumentale sopra la media dei prodotti odierni, un disco da godere in tutto e per tutto.
Bella anche la copertina tratta dall’opera in olio su tela intitolata proprio “Puer Aeternus“ di Francesca Ghizzardi (2015). Il disco è dedicato alla memoria di Vittorio De Scalzi (New Trolls). MS






Versione Inglese:


ANCIENT VEIL - Puer Aeternus
Ma.Ra.Cash Records / Eden Production
Genre: Progressive Rock
Support: cd - 2023


Man through religions has dealt extensively with the topic of where our soul will go after earthly death, generally according to the behavior in life there are those who place it to heaven, hell, purgatory, the right hand of a God, etc. The discourse is quite complex, and if you will, also a little selfish in that few instead, ask where we were before we were born, perhaps because we no longer care about it as the past. The (fictitious) answer is generally relegated to a hypothetical limbo. This is about the subject of the latest concept album "Puer Aeternus" by the now historic Italian prog band Ancient Veil. Alessandro Serri (vocals, classical, acoustic, 12-string, electric guitar, transverse flute, harmonica,
keyboards programming), Edmondo Romano (alto - soprano - tenor - bass recorder, soprano and sopranino saxes, chalumeau, clarinets, low whislte, vocals), Fabio Serri (piano, hammond and moog, vocals), Massimo Palermo (bass), and Marco Fuliano (drums), excluding the two live albums, reach their fourth studio album. To narrate this spiritual odyssey in music and words, they are also assisted by special guests of the caliber of Lino Vairetti (Osanna), Martin Grice (Delirium), Sophya Baccini, Tony Cicco (Formula Tre), Roberto Tiranti (New Trolls), Natalino Ricciardo (Paolo Conte), Simona Fasano, Elisa Marangon, and many others.
The protagonist is Puer, an incorporeal being with no definition of age or gender, and he is imprisoned in an apparent Eden. An eternal, pleasant, enlightened limbo, always the same and perfect but at the same time dead because it is totally devoid of growth. This archaic theme is treated by the band through eighteen tracks that as per their style, in most cases, is presented in acoustic section. A QR Code on the CD also provides the listener with the English translation of the entire work, and the possibility of reading the Italian booklet in word format, complete with track-by-track descriptions, for a better understanding of the concept.
Cotanta argomentazione then needs an important soundtrack, already "L'Eterno Tempo" opens to pastoral sound of Prog matrix very close to the sound of Banco del Mutuo Soccorso. The song narrates that the myth of Puer Aeternus originates in Ovid's "Metamorphoses." The child-god is identified in the Greek deity Dionysus and then in Eros. Today its significate becomes the image of the eternal child.
The parts with the flute are the ones I enjoyed the most, as in "La Visione Della Parte Mancante," a dip into the past between New Trolls and Le Orme. The most articulate and orchestrated tracks are "In the Room The Entire Human Story," "The Understanding Of Time" (with a good Rock vein inside and excellent choruses), and "The Rise Of Hermes In The Visible God," which alone is worth the purchase of the album!
In Ancient Vail's "Puer Aeternus" there is so much Prog history, soul and culture, as well as above-average instrumental technique in today's products, an album to be enjoyed throughout.
Also beautiful is the cover artwork taken from the oil on canvas work entitled just "Puer Aeternus" by Francesca Ghizzardi (2015). The disc is dedicated to the memory of Vittorio De Scalzi (New Trolls). MS



venerdì 27 ottobre 2023

Baldo & I Giovani

BALDO & I GIOVANI – L’Ora D’Aria
Music Force / Toks Records / Egea Music
Genere: Jazz
Supporto: cd – 2023




Il termine “musica” è generico, solo nel tempo siamo stati capaci di suddividerla per generi in base alle sonorità proposte, questo per indirizzare al meglio l’ascoltatore. In realtà la musica è tutto, persino stile di vita. Essa oltre che voce dell’essere, può descrivere differenti stati d’animo come divertirsi, fare paura, piangere, ballare, riflettere, e molto altro ancora. Si deduce da quanto detto che sia una cosa seria, ma può una cosa seria andare a braccetto con la giocosità? Che cosa succede quando ad esempio uno stile radicato e rispettoso delle tradizioni come il Jazz, si lascia contaminare dalla modernità e l’ironia? Ce lo fanno ascoltare i friulani Baldo & I Giovani nel loro debutto intitolato “L’Ora D’Aria”.
E si, perché la musica non ha confini, soprattutto il divertimento il quale diventa contagioso se per primo lo vive chi sta suonando. Baldo & I Giovani è il progetto del compositore chitarrista e cantante Alan Malusà Magno, assieme a Gabriele Cancelli (tromba), Mirko Cisilino (tromba e trombone), David Cej (fisarmonica), Marzio Tomada (contrabbasso) e Marco D’Orlando (batteria).
Tredici sono i brani proposti per circa tre quarti d’ora di musica, tutti inediti ad eccezione di “I Like Bananas” di Chris Yacich e “La Noia Prima Della Dittatura” con il testo originale di Fabio Varnerin. La grafica e la copertina di Gabriele Cancelli portano immediatamente l’ascoltatore avanti ad un prodotto in cui s’intuisce il passato (un volto in bianco e nero con il cilindro anni ’30) e la voglia di volare via (i palloncini) da questa realtà, proprio con il divertimento, malgrado si è legati a un peso (societario) che tenta di non farci fuggire.
La musica dunque va a ruota libera, fra swing e arrangiamenti dixieland con melodie facili da ricordare, fischiettare e cantare.
“Baldanzoso” già nel titolo anticipa ciò a cui si va incontro, giochi di fiati fatti di colloqui fra le trombe e stacchi di ritmo repentini. Qualcuno probabilmente potrebbe fare il nome di Paolo Conte, il che non sarebbe del tutto errato. In un minuto “Albeggia” si dipinge di malinconia grazie alla fisarmonica per poi sfociare in una ritmica travolgente con “Luce”. Il cantato è gradevole e qui ci trovo affinità con Sergio Caputo. Un caldo contrabbasso impreziosisce “Sei Solo La Spina Di Un Cactus”, un piccolo racconto di vita dove l’effetto stereo ha una grande valenza, una tromba a sinistra e una a destra donano profondità all’ascolto. La suddetta giocosità associata al passato e al presente è bene espressa in “Città Vuote” dove i Baldo & I Giovani si divertono a sbeffeggiare il brano. Solare “Campione Degli Idioti” mentre “Baldixie” è nomen omen. E via di spazzola con “Il Piede Sa (Piejalji’a)” in un vorticoso brano ironico dove il cantato a tratti non prende neppure fiato, questa volta è Daniele Silvestri a venirmi in mente. Geniale nei testi “La Noia Prima Della Dittatura”, come direbbe Fabrizio De Andrè “Un tram con cui portare in giro le parole”, mentre la musica diventa soft. “L’Ora D’Aria” alterna ritmo e storia del Jazz per poi tornare nel mondo di Caputo con “Sogno Doppio Sogno”. “Barone Torpedone” è sornione come un gatto, le trombe con la sordina sanno esprimere al meglio questa sensazione. Il disco si chiude con lo spead di “I Like Bananas”, vetrina per le capacità esecutive della band.
Curiosi? Fate bene, una cosa è garantita all’ascolto vi divertirete alla grande, impossibile pure tenere a freno il piedino che parte da solo al ritmo di queste canzoni che sono capaci di allietare qualsiasi tipo di giornata. Complimenti anche alla Music Force che propone sempre artisti mai banali, questo è doveroso sottolinearlo. MS





Versione Inglese:


BALDO & I GIOVANI – L’Ora D’Aria
Music Force / Toks Records / Egea Music
Genre: Jazz
Support: cd - 2023


The term "music" is generic, only over time have we been able to subdivide it into genres according to the sounds proposed, this is to better address the listener. In reality, music is everything, even lifestyle. It as well as a voice of being can describe different moods such as having fun, being scary, crying, dancing, reflecting, and much more. It is inferred from the above that it is a serious thing, but can a serious thing go hand in hand with playfulness? What happens when, for example, a style as rooted in and respectful of traditions as jazz, allows itself to be contaminated by modernity and irony? Friuli's Baldo & I Giovani let us hear it in their debut entitled "L'Ora D'Aria.".
And yes, because music has no boundaries, especially fun which becomes contagious if the person who is playing first experiences it. Baldo & I Giovani is the project of guitarist composer and singer Alan Malusà Magno, together with Gabriele Cancelli (trumpet), Mirko Cisilino (trumpet and trombone), David Cej (accordion), Marzio Tomada (double bass) and Marco D'Orlando (drums).
Thirteen tracks are featured for about three quarters of an hour of music, all unreleased except for "I Like Bananas" by Chris Yacich and "La Noia Prima Della Dittatura" with original lyrics by Fabio Varnerin. The graphics and cover art by Gabriele Cancelli immediately bring the listener forward to a product in which one senses the past (a black-and-white face in a 1930s top hat) and the desire to fly away (the balloons) from this reality, precisely by having fun, despite being tied to a (societal) burden that tries not to let us escape.
The music therefore goes freewheeling, between swing and Dixieland arrangements with melodies that are easy to remember, whistle and sing along to.
"Baldanzoso" already in its title anticipates what is to come, woodwind games made up of conversations between trumpets and sudden rhythmic breaks. Some could probably name it after Paolo Conte, which would not be entirely wrong. Within a minute "Albeggia" paints itself with melancholy thanks to the accordion and then flows into an overwhelming rhythm with "Luce." The singing is pleasant and here I find affinities with Sergio Caputo. A warm double bass embellishes "Sei Solo La Spina Di Un Cactus," a little tale of life where the stereo effect has great value, a trumpet on the left and one on the right give depth to the listening. The aforementioned playfulness associated with the past and the present is well expressed in "Empty Cities" where Baldo & The Young Ones have fun mocking the song. Sunny "Champion Of Idiots" while "Baldixie" is nomen omen. And off to the brush with "Il Piede Sa (Piejalji'a)" in a swirling ironic track where the singing at times does not even take a breath, this time it is Daniele Silvestri who comes to mind. Brilliant in lyrics "La Noia Prima Della Dittatura," as Fabrizio De Andrè would say "A streetcar with which to carry words around," as the music turns soft. "L'Ora D'Aria" alternates between rhythm and jazz history and then returns to Caputo's world with "Sogno Doppio Sogno".
"Barone Torpedone" is sly as a cat, the muted trumpets best expressing this feeling. The disc closes with the spead of "I Like Bananas," a showcase for the band's performance skills.
Curious? Do well, one thing is guaranteed upon listening you will have a great time, impossible as well to hold back the little feet that start off on their own to the rhythm of these songs that are capable of brightening any kind of day. Kudos also to Music Force, which always offers artists that are never trivial, this should be emphasized. MS



domenica 22 ottobre 2023

Simone Cozzetto

SIMONE COZZETTO – Le Miroir
Sincom Music
Genere: Rock Progressivo
Supporto: Bandcamp – 2023




Fra le band più imitate nella storia del Rock ci sono i Pink Floyd, veri e propri maestri della Psichedelia e in alcuni casi, seppur sporadici, del Progressive Rock. I proseliti risiedono in tutto il mondo, anche da noi in Italia, basta guardare quante tribute o cover band girano per i teatri o nei locali al riguardo. Delle più conosciute nomino i Wit Matrix e gli Echoes, proprio da quest’ultima band giunge il chitarrista polistrumentista romano Simone Cozzetto.
Inizia nella giovane età di quattordici anni a dedicarsi alla chitarra frequentando numerose formazioni, sino giungere al 2010 per dedicarsi agli studi dello strumento al “Saint Louis Music College”. Il primo album solista porta il titolo di “Wide Eyes” (Goodfellas – 2016), ma pur essendo un debutto Cozzetto mira subito in alto, coadiuvandosi nella realizzazione del disco con musicisti del calibro di Kee Marcello (Europe), Titta Tani (Goblin), William Stravato e Francesco Marino (John Macaluso & Union Radio). Seguono “The Weight Of The Wind” (Sincom Music – 2020) e “Oblivion” (Sincom Music – 2023), a testimonianza di un ottimo periodo d’ispirazione.
A pochi mesi lo ritroviamo con “Le Miroir”, un concept album narrante lo sdoppiamento della personalità dell’uomo, ed è lo specchio perfetto oggetto per parafrasare il tutto. Le nostre paure, i pensieri, il dolore e molto altro, sono trattate nei sette brani che compongono quest’ultima fatica in cui fanno presenza altrettanti ospiti importanti quali Durga McBroom (corista dei Pink Floyd), Francesco Marino (The Glam, Union Radio), Alessandro Inolti (batterista Fabrizio Moro), e Michele Kraisky (chitarra acustica).
Racconta Simone Cozzetto: “A livello compositivo, si sviluppa un gioco stereofonico in cui alcuni strumenti sono registrati sul canale sinistro e, contemporaneamente, capovolti sul destro, creando un richiamo anche sonoro allo specchio”.
Questo nuovo album è moderno nelle soluzioni e altrettanto rispettoso del passato, specialmente durante il solo di chitarra inevitabilmente di Gilmouriana memoria, ciò si evince sin da “Don’t Talk To The Mirror" in cui anche le prove vocali sono buone. Unita giunge la title track della durata di dieci minuti in cui si possono apprezzare i suddetti suoni allo specchio. L’artista bada al sodo, anche se non mancano i cambi di tempo, privilegiando le melodie semplici da ricordare, proprio per questo le canzoni non stancano mai, neppure dopo ripetuti ascolti. Quando la chitarra elettrica si lancia in pindarici voli sonori, inevitabilmente i brividi scorrono sulla pelle.
“Eight Pawns” richiama il periodo di fine anni ’80, quando il Prog dopo essersi adeguato alla canzone semplice, ritorna a cercare qualcosa di più articolato. La canzone è quindi al confine dell’AOR.
La strumentale “In The Storm” impenna immediatamente, mettendo il luce la tecnica di Cozzetto, mentre una vera e propria scarica d’adrenalina investe l’ascoltatore. Con la successiva “Velvet” ritornano gli anni ’80 per poi passare all’ottima e mia preferita “Dysphoria”, ballata strumentale che sa lanciarsi anche nel mondo del Metal Progressive. Una menzione in senso generale va fatta alla sezione ritmica. Il disco si conclude con “Sundowning” e la splendida voce di Durga McBroom.
“Le Miroir” conferma le qualità di Cozzetto, un musicista e compositore che merita una attenzione particolare e questo non lo dico soltanto per i fans della band di Cambridge o dei tedeschi RPWL per intenderci nello specifico, ma anche a tutti coloro che semplicemente amano la bella musica Rock. Dategli una possibilità, la merita. MS




Versione Inglese:



SIMONE COZZETTO - Le Miroir
Sincom Music
Genre: Progressive Rock
Support: Bandcamp - 2023


Among the most imitated bands in Rock history are Pink Floyd, true masters of Psychedelia and in some cases, albeit sporadic, of Progressive Rock. Proselytes reside all over the world, even here in Italy, just look at how many tribute or cover bands tour theaters or clubs in this regard. Of the best known I nominate Wit Matrix and Echoes, just from the latter band comes Roman multi-instrumentalist guitarist Simone Cozzetto.
He began at the young age of fourteen to devote himself to the guitar by attending numerous formations, until reaching 2010 to devote himself to the study of the instrument at the "Saint Louis Music College". The first solo album bears the title "Wide Eyes" (Goodfellas - 2016), but despite being a debut Cozzetto immediately aims high, assisting in the making of the record with such musicians as Kee Marcello (Europe), Titta Tani (Goblin), William Stravato and Francesco Marino (John Macaluso & Union Radio). This is followed by "The Weight Of The Wind" (Sincom Music - 2020) and "Oblivion" (Sincom Music - 2023), testifying to an excellent period of inspiration.
A few months later we find him again with "Le Miroir," a concept album narrating the splitting of man's personality, and it is the perfect mirror object to paraphrase it all.
Our fears, thoughts, pain and much more are dealt with in the seven tracks that make up this latest effort in which as many important guests such as Durga McBroom (Pink Floyd backing vocalist), Francesco Marino (The Glam, Union Radio), Alessandro Inolti (Fabrizio Moro drummer), and Michele Kraisky (acoustic guitar) make an appearance.
Tells Simone Cozzetto, "At the compositional level, a stereophonic game is developed in which some instruments are recorded on the left channel and, at the same time, flipped to the right, creating a sonic reference to the mirror as well."
This new album is modern in solutions and equally respectful of the past, especially during the guitar solo inevitably of Gilmourian memory, this is evident from as early as "Don't Talk To The Mirror" in which the vocal evidence is also good. Joined comes the ten-minute title track in which one can appreciate the aforementioned sounds in the mirror. The artist cuts to the chase, although there is no shortage of tempo changes, favoring melodies that are easy to remember, which is precisely why the songs never tire, even after repeated listening. When the electric guitar launches into pindaric sonic flights, chills inevitably run down the skin.
"Eight Pawns" harkens back to the period in the late 1980s when Prog, after adjusting to the simple song, returned to seeking something more articulate. The song is then on the borderline of AOR.
The instrumental "In The Storm" soars immediately, showcasing Cozzetto's technique, while a real rush of adrenaline invests the listener. With the next "Velvet" the 80s return and then we move on to the excellent and my favorite "Dysphoria," an instrumental ballad that also knows how to launch itself into the world of Progressive Metal. A mention in a general sense should be made of the rhythm section. The album ends with "Sundowning" and Durga McBroom's wonderful vocals.
"Le Miroir" confirms the qualities of Cozzetto, a musician and composer who deserves special attention, and I say this not only for fans of the Cambridge band or the German RPWL to be specific, but also to all those who simply love beautiful Rock music. Give him a chance, he deserves it. MS











Le Vostre Recensioni

   LE VOSTRE RECENSIONI




Avete qualche album a cui tenete in particolar modo?
Volete rispolverare un grande classico?
Ritenete che un disco abbia ricevuto poco merito per quello che è?
Avete da segnalare novità secondo voi interessanti?

Potete inviare le vostre recensioni a salari.massimo@virgilio.it

NONSOLO PROGROCK E' DI TUTTI!

Goad

GOAD – Titania
My Kingdom Music
Genere: Progressive Rock
Supporto: digital – 2cd – 2lp




La storia del Rock Progressivo Italiano è disseminata di casi incomprensibili, non è la prima volta che un ascoltatore s’imbatte in un disco dalle qualità altissime ma che poi lo relega nel dimenticatoio. Se parliamo di questo genere i nomi che potete leggere in ogni enciclopedia, oppure rivista, sono sempre i soliti, Banco Del Mutuo Soccorso, Le Orme e Premiata Forneria Marconi, meritatamente intendiamoci, ma sorge un dubbio, come il Prog può essere arrivato ai giorni nostri ancora in salute? Di certo non bastano tre band per permettere tutto questo, se poi consideriamo che due di queste abbiano subito negli anni un pesante stop. Ciò sta significando che qualcun altro ha lavorato per loro, come un salmone controcorrente, specialmente negli anni ’80, quando il genere è dato per finito. Grazie ad alcune di queste band, la musica si è tramandata e ancora oggi anche i grandi nomi possono ancora suonare.
In Italia una di queste formazioni storiche porta il nome di Goad, la band toscana del polistrumentista Maurilio Rossi. Per i cinquant’anni di carriera pubblicano “Titania”, doppio cd o doppio lp, narrante la storia della regina delle fate Titania tratta dal romanzo di William Shakespeare “Sogno Di Una Notte Di Mezza Estate”. Il secondo disco invece contiene estratti live dei loro migliori successi registrati a Genova nel 2006 e a Firenze nel 2022.
Il sound dei Goad è sempre stato rispettoso del passato, soprattutto verso quello dei Van Der Graaf Generator, in realtà gode di una grandissima personalità ben riconducibile alla band già da pochi ascolti. In questo caso la produzione di Max Cirone dona a “Titania” un fascino aggiunto, quel velo d’oscurità ricco di particolari molto appetibile.
Il concept si divide in quattordici tracce, mentre l’artwork è affidato a Hans Trasid. Con Rossi suonano Paolo Carniani (batteria), Gianni Rossi (chitarra), Francesco Diddi (chitarra, sax, flauto),
Alessandro Bruno (chitarra, violino, oboe), e Martino Rossi (tastiere, basso).
Un organo apre “Upon A Little Hill”, movimento cadenzato nel proseguimento di facile memorizzazione. La voce graffiante, a tratti acida, è interprete dei testi cantati e recitati in lingua inglese.
Un velo di tristezza traspare dalle prime note di piano in “Let Fly To The Sun”, una ballata intimistica supportata da buoni arrangiamenti. La musica dei Goad ha del visionario, pur rimanendo molto vicino alla formula canzone. Difficilmente in “Titania” si fa la voce grossa, gli standard sono rivolti al quieto piuttosto che al gridato, fra i pezzi più ritmati c’è “Who Sent Me Some Roses”. Peter Hammill è di sicuro un punto di riferimento importante per Rossi, il quale anche nel cantato ne richiama la cadenza. Interessante la suite “Beauty Is Truth” suddivisa in sei parti.
Come anticipato, il secondo cd di dodici canzoni è registrato dal vivo con i successi passati e s’intitola “Live”.
Di certo i Goad in cinquant’anni di carriera hanno dato molto al genere grazie alla realizzazione di dieci album in studio, questo palesa l’amore per la musica da parte di Maurilio Rossi. Lo stile è rivolto a un pubblico specifico e preparato, ma si sa, all’interno del Prog ce n’è per tutti i gusti. MS




Versione Inglese:


GOAD - Titania
My Kingdom Music
Genre: Progressive Rock
Support: digital - 2cd - 2lp


The history of Italian Progressive Rock is littered with incomprehensible cases, it is not the first time that a listener comes across a record with very high qualities but then relegates it to oblivion. If we talk about this genre, the names you can read in any encyclopedia, or magazine, are always the usual ones, Banco Del Mutuo Soccorso, Le Orme and Premiata Forneria Marconi, deservedly so, mind you, but a question arises, how can Prog have arrived in our days still healthy? Surely three bands are not enough to enable this, if we then consider that two of them have suffered heavy stops over the years. This is meaning that someone else worked for them, like a salmon against the tide, especially in the 1980s, when the genre was given up for dead. Thanks to some of these bands, the music has been passed on and even today big names can still play.
In Italy, one of these historic ensembles bears the name Goad, the Tuscan band of multi-instrumentalist Maurilio Rossi. For their 50-year career they release "Titania," a double CD or double lp, telling the story of the fairy queen Titania from William Shakespeare's novel "A Midsummer Night's Dream." The second disc, on the other hand, contains live excerpts of their best hits recorded in Genoa in 2006 and Florence in 2022.
Goad's sound has always been respectful of the past, especially towards that of Van Der Graaf Generator, it actually enjoys a great personality well traceable to the band from just a few listens. In this case Max Cirone's production gives "Titania" an added charm, that veil of darkness full of very palatable details.
The concept is divided into fourteen tracks, while the artwork is entrusted to Hans Trasid. Playing with Rossi are Paolo Carniani (drums), Gianni Rossi (guitar), Francesco Diddi (guitar, sax, flute),
Alessandro Bruno (guitar, violin, oboe), and Martino Rossi (keyboards, bass).
An organ opens "Upon A Little Hill," a cadenced movement in the easy-to-remember continuation. Scratchy, sometimes acidic vocals interpret the lyrics sung and recited in English.
A veil of sadness shines through from the first piano notes in "Let Fly To The Sun," an intimate ballad supported by good arrangements. Goad's music has the visionary, while remaining very close to the song formula. Hardly vocal in "Titania," the standards are aimed at the quiet rather than the shouty; among the more rhythmic pieces is "Who Sent Me Some Roses." Peter Hammill is certainly a major reference point for Rossi, who even in his singing recalls his cadence. The suite "Beauty Is Truth" divided into six parts is interesting.
As anticipated, the second 12-song CD is recorded live with past hits and is titled "Live."
Certainly the Goads in their fifty-year career have given a lot to the genre through the release of ten studio albums, this pales Maurilio Rossi's love for music. The style is aimed at a specific and prepared audience, but you know, within Prog there is something for everyone. MS






 

venerdì 20 ottobre 2023

Inglese & Nannetti

INGLESE & NANNETTI – Lavorare Per Distrarsi
La Luna E I Falò – Lizard Records
Distribuzione: G.T. Music
Genere: Cantautore – Folk Prog
Support: cd – 2023




Nell’anno 1977 Le Orme cantavano “Se io lavoro, è perché non so che fare…”, oggi una frase del genere probabilmente non troverebbe più un ampio consenso, vista la crisi che ci morde le caviglie, ma gli artisti Inglese e Nannetti ex della band Prog Sithonia ripropongono oggi circa lo stesso concetto intitolando il loro ultimo album “Lavorare Per Distrarsi”. Perché no, in fondo nella vita ognuno ha un’esistenza a se, nessuno è uguale a un altro e come dice il detto, si fa quel che si può.
Gabriele Inglese (voce, chitarre, flauti, organo, pianoforte, armonica, percussioni) e Paolo Nannetti (voce, synt, mellotron, fisarmonica, chitarra) suonano assieme a Bologna dal lontano 1972, ossia dai tempi della scuola media, il legame è dunque davvero forte e ascoltando la loro musica direi anche l’intesa. L’album gira attorno al brano “Caporale Milt”, tratto dal disco di Nannetti “Stranamente Sereno”, una canzone che racconta un fatto realmente accaduto nell’autunno del 1944 incentrato sulla linea gotica nella zona della Futa. Milt s’innamora di una ragazza di Monghidoro ma presto con l’avanzare degli alleati i due si perdono di vista per poi ritrovarsi nel tempo più che ottantenni. Gabriele Inglese vuole regalare all’amico Paolo una sua versione di questo brano, da qui l’ispirazione per questo concept che inizia con “Sembra Niente”. Fiati e un andamento strutturale vicino alla musica popolare raccontano di due giovani coniugi che vedono la quotidianità in maniera differente fra loro. Il brano potrebbe benissimo risiedere in un album di Stefano Rosso. “Canzone Di Ottobre” è scolpita negli anni ’70, perfettamente vissuti e assimilati da entrambi i musicisti. Il flauto addolcisce di molto la melodia di per se già armoniosa. Il lato più giocoso e solare viene fuori con “Estate” dove le chitarre sono le protagoniste in un motivo altamente cantautoriale.
“Negroes” con le parole ispirate dal libro “I Fratelli Di Soledad”, racconta la morte di Jonathan Jackson, scomparso in un disperato tentativo di fare evadere suo fratello George dal carcere. C’è anche un brano cantato in lingua inglese, “My Worthiness Is All My Doubt”, variante del componimento 751 di Emily Dickinson, qui ancora una volta è il flauto a dettare le linee melodiche.
“Caporale Milt” è malinconica proprio a ricordare i posti in cui gli ottantenni fidanzati si sono lasciati. Segue “Genova E Valerio”, quarantenne della sinistra romana che con personaggi vari tenta di organizzare un pulmino per una scappata al G8. Il cantautorato è sempre più marcato, questa volta richiama il mai troppo ricordato Claudio Rocchi.
Non manca un colto cenno a Primo Levi nel brano “La Breve Ballata Di Un Atomo Di Carbonio” e a proposito di scrittori, il finale è dedicato a Italo Calvino con “La Penna Di Hu”, trasposizione in versi di una sua fiaba con la variante narrativa presa dai fratelli Grimm.
“Lavorare Per Distrarsi” è quindi un disco che sembra essere uscito direttamente dagli anni ’70 con richiami altamente culturali e sporadiche influenze Folk, da ascoltare tutto di un fiato perché qui non c’è musica gridata ma educatamente ponderata… Come si faceva una volta. MS 







Versione Inglese: 


INGLESE & NANNETTI – Lavorare Per Distrarsi
La Luna E I Falò - Lizard Records
Distribution: G.T. Music
Genre: Songwriter - Folk Prog
Support: cd - 2023


In the year 1977 Le Orme sang "If I work, it's because I don't know what to do...", today such a phrase would probably no longer find wide acceptance, given the crisis that bites us in the ankles, but the artists Inglese and Nannetti formerly of the Prog band Sithonia re-propose today about the same concept by titling their latest album "Lavorare Per Distrarsi". Why not, after all, in life everyone has an existence of their own, no one is equal to another and as the saying goes, you do what you can.
Gabriele Inglese (vocals, guitars, flutes, organ, piano, harmonica, percussion) and Paolo Nannetti (vocals, synt, mellotron, accordion, guitar) have been playing together in Bologna since as far back as 1972, that is, since middle school, so the bond is really strong and listening to their music I would say also the understanding. The album revolves around the song "Corporal Milt," taken from Nannetti's record "Strangely Serene," a song that recounts an actual event that happened in the fall of 1944 centered on the Gothic Line in the Futa area. Milt falls in love with a girl from Monghidoro but soon with the advance of the Allies the two lose sight of each other only to find each other again in time more than eighty years old. Gabriele Inglese wants to give his friend Paolo his own version of this song, hence the inspiration for this concept that begins with "Sembra Niente".
Winds and a structural pattern close to popular music tell of two young spouses who see everyday life differently from each other. The track could very well reside on a Stefano Rosso album. "Canzone Di Ottobre" is carved in the 1970s, perfectly experienced and assimilated by both musicians. The flute greatly sweetens the already harmonious melody. The more playful and sunny side comes out with "Summer" where guitars take center stage in a highly songwriting motif.
"Negroes," with lyrics inspired by the book "The Brothers Of Soledad," recounts the death of Jonathan Jackson, who disappeared in a desperate attempt to break his brother George out of prison. There is also a song sung in the English language, "My Worthiness Is All My Doubt," a variation of Emily Dickinson's poem 751, here once again the flute dictates the melodic lines.
"Corporal Milt" is melancholy just to remind us of the places where the 80-year-old boyfriends broke up. "Genoa And Valerio" follows, a 40-year-old Roman leftist who with various characters tries to organize a bus for a G8 getaway. The songwriting is increasingly pronounced, this time recalling the never-too-remembered Claudio Rocchi.
There is no shortage of cultured nods to Primo Levi in the track "La Breve Ballata Di Un Atomo Di Carbonio," and speaking of writers, the finale is dedicated to Italo Calvino with "La Penna Di Hu," a verse transposition of one of his fairy tales with the narrative variant taken from the Brothers Grimm.
"Working To Distract" is thus an album that seems to have come straight out of the 1970s with highly cultural references and sporadic Folk influences, to be listened to in one breath because there is no shouted music here but politely pondered... As it used to be done. MS






Frank Pilato

FRANK PILATO – Spettri
Toscana 100 Band
Distribuzione: Lizard Records
Genere: Rock, Jazz, Classica
Supporto: EP – 2016 (2021)




Artisti si nasce.
Il talento è cosa innata, non ha bisogno di forzature ma solamente di sfogo. Ci sono musicisti che s’immergono nel mondo sonoro studiando e insistendo sugli strumenti, ma se non si ha l’attitudine naturale, c’è poco da fare, il risultato può essere buono ma non memorabile. Poi esistono casi in cui il talento non è compreso dalla massa, non è la prima volta che riconosciamo solo con colpevole ritardo le qualità di un artista, può essere lui un pittore, un musicista o quello che volete voi. Mi auguro non sia questo il caso di Francesco Paolo Pilato, in arte Frank Pilato.
Compositore, chitarrista, clarinettista e tecnico del suono, nasce a Firenze nell’anno 1982 e si getta nel mondo sonoro alla giovane età di sette anni imparando il clarinetto. Si diploma in chitarra Jazz al Conservatorio Ottorino Respighi di Latina con Umberto Fiorentino. La carriera musicale è ricca di collaborazioni, un turnista molto impegnato, ricercato da molti e che nel 2015 rappresenta l’Italia al Festival Jazz di Berlino.
Registra in studio da solista quattro album fra Fusion, Jazz, Rock e Metal, un musicista poliedrico che si è sempre saputo circondare di artisti importanti, la lista è davvero lunga, per chi avesse curiosità al riguardo pongo qui alcuni di questi nomi: Jeff Berlin, Gary Willis, Andrea Marcelli, Dave Carpenter, Sophie Ellis Bextor, Jolly Rox, Mitch Forman, Francesco Artusato, Allan Holdsworth, Ludovico Fulci, Philippe Ciminato, Tobias Relenberg, Sushi Rain, Miranda, Frank Gambale, Paolo Fattorini, Andrea "Tower" Torricini, Alex Stornello, Michael Johnson Bop Quartet, Randy Warner, Carmelo Leotta, Leonardo Rossi.
“Spettri” è un EP di venti minuti suddivisi in sei movimenti dove tutto il talento dell’artista fuoriesce con incredibile naturalezza, e non è un tanto per dire…
Basso, batteria e chitarra per il Funk di “6711 Yucca St.” suonato rispettivamente con Luca Giachi e Francesco Micieli, il suono ottimamente registrato mette in risalto le qualità balistiche di Pilato, fra scale difficoltose e ricerca per la melodia. La sezione ritmica è di altissima qualità, raggiungendo a tratti i fasti dei canadesi Uzeb.
In “Spettri” si aggiungono i Synth, tuttavia in sostanza il risultato è comparabile al brano che l’ha preceduto. E’ con “Oktophobie” che invece si presenta l’animo più sperimentale dell’artista, in poco più di due minuti si manifesta la volontà di mettere a nudo l’anima attraverso pochi suoni e mirati.
La musica di Pilato si da staffetta con movimenti di notevole tecnica e altri decisamente rilassati, questo consente all’intero ascolto di godere in fluidità. In “Psicomagia” si aggiunge Lorenzo Furferi alle tastiere le quali donano all’intero suono un delicato tappeto di sensibilità, qui l’artista sembra voler ragionare sopra ogni nota proposta. Per ascoltare una voce, in questo caso quella dell’ospite Stefano Chianucci, bisogna arrivare a “Golden Vanity”, ma non è un cantato, bensì un narrato. L’EP si chiude con la magnifica “L’Innamorato”, una coccola sonora soffice come una piuma.
Frank Pilato propone in sei brani differenti stili, tutti legati dall’amore che nutre per la musica raffinata, una piccola gemma da ascoltare e riascoltare per non perderne tutte le sfumature. MS


 




Versione Inglese:


FRANK PILATO - Spettri
Tuscany 100 Band
Distribution: Lizard Records
Genre: Rock, Jazz, Classical
Support: EP - 2016 (2021)


Artists are born.
Talent is an innate thing, it does not need forcing but only venting. There are musicians who immerse themselves in the sonic world by studying and insisting on instruments, but if you do not have the natural aptitude, there is little you can do, the result may be good but not memorable. Then there are cases when talent is not understood by the masses, it is not the first time that we recognize only with guilty delay the qualities of an artist, he may be a painter, a musician or whatever you want. I hope this is not the case with Francesco Paolo Pilato, aka Frank Pilato.
Composer, guitarist, clarinetist and sound technician, he was born in Florence in the year 1982 and threw himself into the world of sound at the young age of seven by learning the clarinet. He graduated in jazz guitar at the Ottorino Respighi Conservatory in Latina with Umberto Fiorentino. His musical career is full of collaborations, a busy turn player, sought after by many and representing Italy at the Berlin Jazz Festival in 2015.
He records in the studio as a solo artist four albums between Fusion, Jazz, Rock and Metal, a multifaceted musician who has always been able to surround himself with important artists, the list is really long, for those who have curiosity about it I place here some of those names: Jeff Berlin, Gary Willis, Andrea Marcelli, Dave Carpenter, Sophie Ellis Bextor, Jolly Rox, Mitch Forman, Francesco Artusato, Allan Holdsworth, Ludovico Fulci, Philippe Ciminato, Tobias Relenberg, Sushi Rain, Miranda, Frank Gambale, Paolo Fattorini, Andrea "Tower" Torricini, Alex Stornello, Michael Johnson Bop Quartet, Randy Warner, Carmelo Leotta, Leonardo Rossi.
"Spectres" is a twenty-minute EP divided into six movements where all the artist's talent comes out with incredible naturalness, and that's not just saying a lot...
Bass, drums and guitar for the Funk of "6711 Yucca St." played respectively with Luca Giachi and Francesco Micieli, the excellently recorded sound highlights Pilato's ballistic qualities, between difficult scales and search for melody. The rhythm section is of the highest quality, at times reaching the splendors of Canada's Uzeb.
Synths are added in "Spectres," however in essence the result is comparable to the track that preceded it. It is with "Oktophobie," however, that the artist's more experimental soul presents itself; in just over two minutes, the willingness to bare the soul through a few focused sounds is manifested.
Pilate's music relays with movements of remarkable technique and others that are decidedly relaxed, this allows the entire listening experience to be enjoyed in fluidity. In "Psychomagia" he adds Lorenzo Furferi on keyboards who give the whole sound a delicate carpet of sensitivity, here the artist seems to want to reason over every note proposed. To hear a vocal, in this case that of guest Stefano Chianucci, we have to get to "Golden Vanity," but it is not a cantato, but a narrato. The EP closes with the magnificent "The Lover," a feather-soft sound cuddle.
Frank Pilato offers in six tracks different styles, all linked by his love of fine music, a little gem to listen to and listen again so as not to miss all the nuances. MS






Action Figures

ACTION FIGURES – Original Music From The Film Mystery Babylon
Lizard Records / SlowBurn Records
Genere: Colonna Sonora
Supporto: cd – 2023




Dai tempi dei tempi che l’uomo resta affascinato dalle tematiche dell’occulto, tutto ciò che non comprendiamo o che ci spaventa è incanalato nel sottosuolo, dove attribuiamo la dimora del solfureo diavolo. Alcuni ci scendono a patti (o almeno credono), altri lo ripudiano ma entrambi, comunque sia, riconducono certe circostanze a lui.
La musica è stata spesso da supporto alle questioni, così il cinema, la letteratura e la pittura. Molti i film storici da attribuire al male, in Italia per esempio come non ricordare “Profondo Rosso” con la colonna sonora a dir poco perfetta dei Goblin.
Probabilmente la paura ci fa sentire vivi, resta il fatto che è un argomento comune all’umanità.
Una storia giunge da Manhattan (New York), precisamente da un’idea del batterista dei Black Sun Ensemble, Bryan Kohl (alias Otto Terrorist) e da Eric Johnson, suo compagno nella band. Quest’ultimo risiede da molto tempo a Tucson, in Arizona, e registra sotto il nome di Action Figures.
L’intento è di creare un progetto di film e colonna sonora che potesse illustrare un viaggio audiovisivo riguardo alla nascita di New York. Nella musica di Eric Johnson, c’è teatralità che narra la grandiosità e la bellezza enigmatica dei movimenti occulti del diciannovesimo e ventesimo secolo, il disco s’intitola “Mystery Babylon”. Undici sono i movimenti che compongono la doppia opera sia visiva che sonora, infatti, nell’artwork interno del disco potrete leggere il link su cui andare a visionare il filmato completo della colonna sonora.
E’ un motivo lento e malinconico suonato da un pianoforte ad aprire “The Hierophant”, primo brano di “Mystery Babylon”. Un suono di violoncello e di mellotron rendono l’atmosfera greve, quasi in bianco e nero, ma è soltanto l’inizio, “Eight Of Wands Or Swiftness” spinge l’acceleratore sul Dark, immaginate i Pink Floyd dei primi anni ’70 intristirsi oltremodo.
Perfetto il connubio immagine/suoni anche per “The Lovers”, qui l’elettronica si propone prepotentemente nell’intro iniziale. La musica di Ation Figures si plasma secondo le esigenze non risparmiando nessun genere musicale, anche se soventemente si avvicina al mondo dei Goblin. Numerose quindi anche le strumentazioni che vanno dai fiati alle tastiere, chitarra, batteria proprio per indicare un accostamento al Progressive Rock non tanto per le sonorità quanto per l’attitudine di ricerca.
Sexy il sax di “Princess Of Cups”, i più afferrati di voi avranno già notato a questo punto che tutti i nomi dei titoli sono ispirati dal mazzo dei tarocchi "The Book Of Thoth" di Aleister Crowley, se così non fosse, ora lo sapete. “Six Of Swords Or Science” è ancora una volta piano e sax, così via sino all’arrangiamento dell’inno ortodosso russo con “In The Dark Night”. La delicatezza di certi passaggi lasciano l’ascoltatore concentrato sulle melodie, vera arma di questa colonna sonora. Il filmato e la musica si concludono nuovamente immersi nel mondo del Dark Rock, sempre con uno sguardo ai suddetti Pink Floyd.
Consigliato vivamente la visione e l’ascolto contemporaneo, anche se la musica resta gradevole già da sola.
“Mystery Babylon” è un lavoro sopra le righe, di carattere, attento ai particolari, in parole povere una piccola opera d’arte da gustare nel tempo. MS





Versione Inglese:


ACTION FIGURES - Original Music From The Film Mystery Babylon.
Lizard Records / SlowBurn Records
Genre: Soundtrack
Support: cd - 2023


From the earliest times man has been fascinated by occult themes, everything we do not understand or that frightens us is channeled underground, where we attribute the dwelling place of the sulfurous devil. Some come to terms with it (or at least believe), others repudiate it but both, whatever the case, trace certain circumstances back to him.
Music has often been supportive of the issues, so have film, literature, and painting. Many historical films to be attributed to evil, in Italy for example how can we not remember "Profondo Rosso" with the Goblin's soundtrack, to say the least, perfect.
Probably fear makes us feel alive, the fact remains that it is a common theme of humanity.
One story comes from Manhattan (New York), specifically from an idea of Black Sun Ensemble drummer Bryan Kohl (aka Otto Terrorist) and Eric Johnson, his bandmate. The latter is a longtime resident of Tucson, Arizona, and records under the name Action Figures.
The intent is to create a film and soundtrack project that could illustrate an audiovisual journey regarding the birth of New York City. In Eric Johnson's music, there is theatricality that narrates the grandeur and enigmatic beauty of the occult movements of the nineteenth and twentieth centuries, the record is titled "Mystery Babylon." Eleven are the movements that make up the double work both visual and sonic, in fact, in the disc's interior artwork you can read the link on which to go to view the full soundtrack film.
It is a slow, melancholy tune played by a piano that opens "The Hierophant," the first track of "Mystery Babylon." A cello and mellotron sound make the atmosphere heavy, almost black-and-white, but that's just the beginning, "Eight Of Wands Or Swiftness" pushes the throttle on Dark, imagine early 1970s Pink Floyd getting sad beyond belief.
The combination of image/sounds is also perfect for "The Lovers," here the electronics come forward powerfully in the opening intro. The music of Ation Figures molds itself according to needs, sparing no musical genre, although it often approaches the world of Goblin. Numerous therefore also the instrumentations ranging from woodwinds to keyboards, guitar, drums just to indicate a juxtaposition to Progressive Rock not so much for the sonorities as for the research attitude.
Sexy sax on "Princess Of Cups," the more grasping of you may have noticed by now that all the title names are inspired by Aleister Crowley's tarot deck "The Book Of Thoth," if not, now you know. "Six Of Swords Or Science" is again piano and sax, so on until the arrangement of the Russian Orthodox hymn with "In The Dark Night." The delicacy of certain passages leave the listener focused on the melodies, the true weapon of this soundtrack. The film and music conclude again immersed in the world of Dark Rock, again with a glance at the aforementioned Pink Floyd.
Highly recommended viewing and contemporary listening, although the music remains enjoyable on its own.
"Mystery Babylon" is an over-the-top, characterful, detail-oriented work, simply put, a small work of art to be enjoyed over time. MS