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domenica 29 ottobre 2023
sabato 28 ottobre 2023
Ancient Veil
ANCIENT
VEIL – Puer Aeternus
Ma.Ra.Cash
Records / Eden Production
Genere: Progressive Rock
Supporto: cd – 2023
L’uomo
attraverso le religioni ha trattato approfonditamente l’argomento su dove andrà
la nostra anima dopo la morte terrena, generalmente secondo il comportamento in
vita c’è chi lo colloca al paradiso, all’inferno, al purgatorio, alla destra di
un Dio, etc. Il discorso è alquanto complesso, e se vogliamo anche un poco
egoistico in quanto pochi invece, si chiedono dove eravamo prima di nascere,
forse perché non ci interessa più in quanto passato. La risposta (fittizia) è
generalmente relegata a un ipotetico limbo. Questo è circa l’argomento
dell’ultimo album concept “Puer Aeternus” della oramai storica Prog band
italiana Ancient Veil.
Alessandro
Serri (voce, chitarra classica, acustica, 12 corde, elettrica, flauto traverso,
armonica,
programmazione
tastiere), Edmondo Romano (flauto dolce contralto – soprano – tenore - basso,
sax soprano e sopranino, chalumeau, clarinetti, low whislte, voce), Fabio Serri
(pianoforte, hammond e moog, voce), Massimo Palermo (basso), e Marco Fuliano (batteria),
esclusi i due album live, giungono al quarto disco in studio. Per raccontare in
musica e parole quest’odissea spirituale si coadiuvano di special guest anche
importanti del calibro di Lino Vairetti (Osanna), Martin Grice (Delirium), Sophya
Baccini, Tony Cicco (Formula Tre), Roberto Tiranti (New Trolls), Natalino
Ricciardo (Paolo Conte), Simona Fasano, Elisa Marangon e molti altri ancora.
Il
protagonista è Puer, un essere incorporeo senza definizione di età e sesso, ed è
imprigionato in un apparente Eden. Un limbo eterno, piacevole, illuminato,
sempre uguale e perfetto ma allo stesso tempo morto perché totalmente privo di
crescita. Questa tematica arcaica viene trattata dalla band attraverso diciotto
brani che come da loro stile, nella maggioranza dei casi, si presenta in
sezione acustica. Un QR Code presente nel CD fornisce all’ascoltatore anche la traduzione
in inglese dell’intera opera, e la possibilità di leggere il libretto italiano
in formato word, con tanto di descrizioni brano per brano, per una migliore
comprensione del concept.
Cotanta
argomentazione necessita quindi di un’importante colonna sonora, già “L’Eterno
Tempo” apre a suono pastorale di matrice Prog molto vicino al sound del Banco
del Mutuo Soccorso. Narra il brano che il mito del Puer Aeternus nasce nelle
“Metamorfosi” di Ovidio. Il Dio-fanciullo viene identificato nella divinità
greca Dioniso e poi in Eros. Oggi il suo significato diviene immagine di eterno
fanciullo.
Le
parti con il flauto sono quelle che ho maggiormente apprezzato, come in “La
Visione Della Parte Mancante”, un tuffo nel passato fra New Trolls e Le Orme. I
brani più articolati e orchestrati sono “Nella Stanza L’Intera Storia Umana”,
“La Comprensione Del Tempo” (con una buona vena Rock all’interno e ottime
coralità), e “L’Ascesa Di Hermes Nel Dio Visibile” che da solo vale l’acquisto
dell’album!
In
“Puer Aeternus” degli Ancient Vail c’è tanta storia del Prog, anima e cultura,
oltre che tecnica strumentale sopra la media dei prodotti odierni, un disco da
godere in tutto e per tutto.
Bella
anche la copertina tratta dall’opera in olio su tela intitolata proprio “Puer Aeternus“
di Francesca Ghizzardi (2015). Il disco è dedicato alla memoria di Vittorio De
Scalzi (New Trolls). MS
Versione Inglese:
ANCIENT VEIL - Puer Aeternus
Ma.Ra.Cash Records / Eden Production
Genre: Progressive Rock
Support: cd - 2023
Man through religions has dealt extensively with the
topic of where our soul will go after earthly death, generally according to the
behavior in life there are those who place it to heaven, hell, purgatory, the
right hand of a God, etc. The discourse is quite complex, and if you will, also
a little selfish in that few instead, ask where we were before we were born,
perhaps because we no longer care about it as the past. The (fictitious) answer
is generally relegated to a hypothetical limbo. This is about the subject of
the latest concept album "Puer Aeternus" by the now historic Italian
prog band Ancient Veil. Alessandro Serri (vocals, classical, acoustic,
12-string, electric guitar, transverse flute, harmonica,
keyboards programming), Edmondo Romano (alto - soprano
- tenor - bass recorder, soprano and sopranino saxes, chalumeau, clarinets, low
whislte, vocals), Fabio Serri (piano, hammond and moog, vocals), Massimo
Palermo (bass), and Marco Fuliano (drums), excluding the two live albums, reach
their fourth studio album. To narrate this spiritual odyssey in music and
words, they are also assisted by special guests of the caliber of Lino Vairetti
(Osanna), Martin Grice (Delirium), Sophya Baccini, Tony Cicco (Formula Tre),
Roberto Tiranti (New Trolls), Natalino Ricciardo (Paolo Conte), Simona Fasano,
Elisa Marangon, and many others.
The protagonist is Puer, an incorporeal being with no
definition of age or gender, and he is imprisoned in an apparent Eden. An
eternal, pleasant, enlightened limbo, always the same and perfect but at the
same time dead because it is totally devoid of growth. This archaic theme is
treated by the band through eighteen tracks that as per their style, in most
cases, is presented in acoustic section. A QR Code on the CD also provides the
listener with the English translation of the entire work, and the possibility
of reading the Italian booklet in word format, complete with track-by-track
descriptions, for a better understanding of the concept.
Cotanta argomentazione then needs an important
soundtrack, already "L'Eterno Tempo" opens to pastoral sound of Prog
matrix very close to the sound of Banco del Mutuo Soccorso. The song narrates
that the myth of Puer Aeternus originates in Ovid's "Metamorphoses."
The child-god is identified in the Greek deity Dionysus and then in Eros. Today
its significate becomes the image of the eternal child.
The parts with the flute are the ones I enjoyed the
most, as in "La Visione Della Parte Mancante," a dip into the past
between New Trolls and Le Orme. The most articulate and orchestrated tracks are
"In the Room The Entire Human Story," "The Understanding Of
Time" (with a good Rock vein inside and excellent choruses), and "The
Rise Of Hermes In The Visible God," which alone is worth the purchase of
the album!
In Ancient Vail's "Puer Aeternus" there is
so much Prog history, soul and culture, as well as above-average instrumental
technique in today's products, an album to be enjoyed throughout.
Also beautiful is the cover artwork taken from the oil
on canvas work entitled just "Puer Aeternus" by Francesca Ghizzardi
(2015). The disc is dedicated to the memory of Vittorio De Scalzi (New Trolls).
MS
venerdì 27 ottobre 2023
Baldo & I Giovani
BALDO
& I GIOVANI – L’Ora D’Aria
Music
Force / Toks Records / Egea Music
Genere: Jazz
Supporto: cd – 2023
Il
termine “musica” è generico, solo nel tempo siamo stati capaci di suddividerla
per generi in base alle sonorità proposte, questo per indirizzare al meglio
l’ascoltatore. In realtà la musica è tutto, persino stile di vita. Essa oltre
che voce dell’essere, può descrivere differenti stati d’animo come divertirsi,
fare paura, piangere, ballare, riflettere, e molto altro ancora. Si deduce da
quanto detto che sia una cosa seria, ma può una cosa seria andare a braccetto
con la giocosità? Che cosa succede quando ad esempio uno stile radicato e
rispettoso delle tradizioni come il Jazz, si lascia contaminare dalla modernità
e l’ironia? Ce lo fanno ascoltare i friulani Baldo & I Giovani nel loro
debutto intitolato “L’Ora D’Aria”.
E
si, perché la musica non ha confini, soprattutto il divertimento il quale
diventa contagioso se per primo lo vive chi sta suonando. Baldo & I Giovani
è il progetto del compositore chitarrista e cantante Alan Malusà Magno, assieme
a Gabriele Cancelli (tromba), Mirko Cisilino (tromba e trombone), David Cej
(fisarmonica), Marzio Tomada (contrabbasso) e Marco D’Orlando (batteria).
Tredici
sono i brani proposti per circa tre quarti d’ora di musica, tutti inediti ad
eccezione di “I Like Bananas” di Chris Yacich e “La Noia Prima Della Dittatura”
con il testo originale di Fabio Varnerin. La grafica e la copertina di Gabriele
Cancelli portano immediatamente l’ascoltatore avanti ad un prodotto in cui s’intuisce
il passato (un volto in bianco e nero con il cilindro anni ’30) e la voglia di
volare via (i palloncini) da questa realtà, proprio con il divertimento,
malgrado si è legati a un peso (societario) che tenta di non farci fuggire.
La
musica dunque va a ruota libera, fra swing e arrangiamenti dixieland con
melodie facili da ricordare, fischiettare e cantare.
“Baldanzoso”
già nel titolo anticipa ciò a cui si va incontro, giochi di fiati fatti di
colloqui fra le trombe e stacchi di ritmo repentini. Qualcuno probabilmente
potrebbe fare il nome di Paolo Conte, il che non sarebbe del tutto errato. In
un minuto “Albeggia” si dipinge di malinconia grazie alla fisarmonica per poi
sfociare in una ritmica travolgente con “Luce”. Il cantato è gradevole e qui ci
trovo affinità con Sergio Caputo. Un caldo contrabbasso impreziosisce “Sei Solo
La Spina Di Un Cactus”, un piccolo racconto di vita dove l’effetto stereo ha
una grande valenza, una tromba a sinistra e una a destra donano profondità
all’ascolto. La suddetta giocosità associata al passato e al presente è bene espressa
in “Città Vuote” dove i Baldo & I Giovani si divertono a sbeffeggiare il
brano. Solare “Campione Degli Idioti” mentre “Baldixie” è nomen omen. E via di spazzola
con “Il Piede Sa (Piejalji’a)” in un vorticoso brano ironico dove il cantato a
tratti non prende neppure fiato, questa volta è Daniele Silvestri a venirmi in
mente. Geniale nei testi “La Noia Prima Della Dittatura”, come direbbe Fabrizio
De Andrè “Un tram con cui portare in giro le parole”, mentre la musica diventa
soft. “L’Ora D’Aria” alterna ritmo e storia del Jazz per poi tornare nel mondo
di Caputo con “Sogno Doppio Sogno”. “Barone Torpedone” è sornione come un
gatto, le trombe con la sordina sanno esprimere al meglio questa sensazione. Il
disco si chiude con lo spead di “I Like Bananas”, vetrina per le capacità
esecutive della band.
Curiosi?
Fate bene, una cosa è garantita all’ascolto vi divertirete alla grande,
impossibile pure tenere a freno il piedino che parte da solo al ritmo di queste
canzoni che sono capaci di allietare qualsiasi tipo di giornata. Complimenti
anche alla Music Force che propone sempre artisti mai banali, questo è doveroso
sottolinearlo. MS
Versione Inglese:
BALDO & I GIOVANI – L’Ora D’Aria
Music Force / Toks Records / Egea Music
Genre:
Jazz
Support:
cd - 2023
The term "music" is generic, only over time
have we been able to subdivide it into genres according to the sounds proposed,
this is to better address the listener. In reality, music is everything, even
lifestyle. It as well as a voice of being can describe different moods such as
having fun, being scary, crying, dancing, reflecting, and much more. It is
inferred from the above that it is a serious thing, but can a serious thing go
hand in hand with playfulness? What happens when, for example, a style as rooted
in and respectful of traditions as jazz, allows itself to be contaminated by
modernity and irony? Friuli's Baldo & I Giovani let us hear it in their
debut entitled "L'Ora D'Aria.".
And yes, because music has no boundaries, especially
fun which becomes contagious if the person who is playing first experiences it.
Baldo & I Giovani is the project of guitarist composer and singer Alan
Malusà Magno, together with Gabriele Cancelli (trumpet), Mirko Cisilino
(trumpet and trombone), David Cej (accordion), Marzio Tomada (double bass) and
Marco D'Orlando (drums).
Thirteen tracks are featured for about three quarters
of an hour of music, all unreleased except for "I Like Bananas" by
Chris Yacich and "La Noia Prima Della Dittatura" with original lyrics
by Fabio Varnerin. The graphics and cover art by Gabriele Cancelli immediately
bring the listener forward to a product in which one senses the past (a
black-and-white face in a 1930s top hat) and the desire to fly away (the
balloons) from this reality, precisely by having fun, despite being tied to a
(societal) burden that tries not to let us escape.
The music therefore goes freewheeling, between swing
and Dixieland arrangements with melodies that are easy to remember, whistle and
sing along to.
"Baldanzoso" already in its title
anticipates what is to come, woodwind games made up of conversations between
trumpets and sudden rhythmic breaks. Some could probably name it after Paolo
Conte, which would not be entirely wrong. Within a minute "Albeggia"
paints itself with melancholy thanks to the accordion and then flows into an
overwhelming rhythm with "Luce." The singing is pleasant and here I
find affinities with Sergio Caputo. A warm double bass embellishes "Sei
Solo La Spina Di Un Cactus," a little tale of life where the stereo effect
has great value, a trumpet on the left and one on the right give depth to the
listening. The aforementioned playfulness associated with the past and the
present is well expressed in "Empty Cities" where Baldo & The
Young Ones have fun mocking the song. Sunny "Champion Of Idiots"
while "Baldixie" is nomen omen. And off to the brush with "Il
Piede Sa (Piejalji'a)" in a swirling ironic track where the singing at
times does not even take a breath, this time it is Daniele Silvestri who comes
to mind. Brilliant in lyrics "La Noia Prima Della Dittatura," as
Fabrizio De Andrè would say "A streetcar with which to carry words
around," as the music turns soft. "L'Ora D'Aria" alternates
between rhythm and jazz history and then returns to Caputo's world with
"Sogno Doppio Sogno".
"Barone Torpedone" is sly as a cat, the
muted trumpets best expressing this feeling. The disc closes with the spead of
"I Like Bananas," a showcase for the band's performance skills.
Curious? Do well, one thing is guaranteed upon listening
you will have a great time, impossible as well to hold back the little feet
that start off on their own to the rhythm of these songs that are capable of
brightening any kind of day. Kudos also to Music Force, which always offers
artists that are never trivial, this should be emphasized. MS
domenica 22 ottobre 2023
Simone Cozzetto
SIMONE COZZETTO – Le Miroir
Sincom Music
Genere: Rock Progressivo
Supporto: Bandcamp – 2023
Fra
le band più imitate nella storia del Rock ci sono i Pink Floyd, veri e propri
maestri della Psichedelia e in alcuni casi, seppur sporadici, del Progressive Rock.
I proseliti risiedono in tutto il mondo, anche da noi in Italia, basta guardare
quante tribute o cover band girano per i teatri o nei locali al riguardo. Delle
più conosciute nomino i Wit Matrix e gli Echoes, proprio da quest’ultima band
giunge il chitarrista polistrumentista romano Simone Cozzetto.
Inizia
nella giovane età di quattordici anni a dedicarsi alla chitarra frequentando
numerose formazioni, sino giungere al 2010 per dedicarsi agli studi dello
strumento al “Saint Louis Music College”. Il primo album solista porta il
titolo di “Wide Eyes” (Goodfellas – 2016), ma pur essendo un debutto Cozzetto
mira subito in alto, coadiuvandosi nella realizzazione del disco con musicisti
del calibro di Kee Marcello (Europe), Titta Tani (Goblin), William Stravato e
Francesco Marino (John Macaluso & Union Radio). Seguono “The Weight Of The
Wind” (Sincom Music – 2020) e “Oblivion” (Sincom Music – 2023), a testimonianza
di un ottimo periodo d’ispirazione.
A
pochi mesi lo ritroviamo con “Le Miroir”, un concept album narrante lo
sdoppiamento della personalità dell’uomo, ed è lo specchio perfetto oggetto per
parafrasare il tutto. Le nostre paure, i pensieri, il dolore e molto altro, sono
trattate nei sette brani che compongono quest’ultima fatica in cui fanno
presenza altrettanti ospiti importanti quali Durga McBroom (corista dei Pink
Floyd), Francesco Marino (The Glam, Union Radio), Alessandro Inolti (batterista
Fabrizio Moro), e Michele Kraisky (chitarra acustica).
Racconta
Simone Cozzetto: “A livello compositivo, si sviluppa un gioco stereofonico in
cui alcuni strumenti sono registrati sul canale sinistro e, contemporaneamente,
capovolti sul destro, creando un richiamo anche sonoro allo specchio”.
Questo
nuovo album è moderno nelle soluzioni e altrettanto rispettoso del passato,
specialmente durante il solo di chitarra inevitabilmente di Gilmouriana
memoria, ciò si evince sin da “Don’t Talk To The Mirror" in cui anche le
prove vocali sono buone. Unita giunge la title track della durata di dieci
minuti in cui si possono apprezzare i suddetti suoni allo specchio. L’artista
bada al sodo, anche se non mancano i cambi di tempo, privilegiando le melodie
semplici da ricordare, proprio per questo le canzoni non stancano mai, neppure
dopo ripetuti ascolti. Quando la chitarra elettrica si lancia in pindarici voli
sonori, inevitabilmente i brividi scorrono sulla pelle.
“Eight
Pawns” richiama il periodo di fine anni ’80, quando il Prog dopo essersi
adeguato alla canzone semplice, ritorna a cercare qualcosa di più articolato.
La canzone è quindi al confine dell’AOR.
La
strumentale “In The Storm” impenna immediatamente, mettendo il luce la tecnica
di Cozzetto, mentre una vera e propria scarica d’adrenalina investe
l’ascoltatore. Con la successiva “Velvet” ritornano gli anni ’80 per poi
passare all’ottima e mia preferita “Dysphoria”, ballata strumentale che sa
lanciarsi anche nel mondo del Metal Progressive. Una menzione in senso generale
va fatta alla sezione ritmica. Il disco si conclude con “Sundowning” e la
splendida voce di Durga McBroom.
“Le
Miroir” conferma le qualità di Cozzetto, un musicista e compositore che merita
una attenzione particolare e questo non lo dico soltanto per i fans della band
di Cambridge o dei tedeschi RPWL per intenderci nello specifico, ma anche a
tutti coloro che semplicemente amano la bella musica Rock. Dategli una
possibilità, la merita. MS
Versione Inglese:
SIMONE
COZZETTO - Le Miroir
Sincom
Music
Genre: Progressive Rock
Support: Bandcamp - 2023
Among the most imitated bands in Rock history are Pink
Floyd, true masters of Psychedelia and in some cases, albeit sporadic, of
Progressive Rock. Proselytes reside all over the world, even here in Italy,
just look at how many tribute or cover bands tour theaters or clubs in this
regard. Of the best known I nominate Wit Matrix and Echoes, just from the
latter band comes Roman multi-instrumentalist guitarist Simone Cozzetto.
He began at the young age of fourteen to devote
himself to the guitar by attending numerous formations, until reaching 2010 to
devote himself to the study of the instrument at the "Saint Louis Music
College". The first solo album bears the title "Wide Eyes"
(Goodfellas - 2016), but despite being a debut Cozzetto immediately aims high,
assisting in the making of the record with such musicians as Kee Marcello
(Europe), Titta Tani (Goblin), William Stravato and Francesco Marino (John
Macaluso & Union Radio). This is followed by "The Weight Of The
Wind" (Sincom Music - 2020) and "Oblivion" (Sincom Music - 2023),
testifying to an excellent period of inspiration.
A few months later we find him again with "Le
Miroir," a concept album narrating the splitting of man's personality, and
it is the perfect mirror object to paraphrase it all.
Our fears, thoughts, pain and much more are dealt with
in the seven tracks that make up this latest effort in which as many important
guests such as Durga McBroom (Pink Floyd backing vocalist), Francesco Marino
(The Glam, Union Radio), Alessandro Inolti (Fabrizio Moro drummer), and Michele
Kraisky (acoustic guitar) make an appearance.
Tells Simone Cozzetto, "At the compositional
level, a stereophonic game is developed in which some instruments are recorded
on the left channel and, at the same time, flipped to the right, creating a sonic
reference to the mirror as well."
This new album is modern in solutions and equally
respectful of the past, especially during the guitar solo inevitably of
Gilmourian memory, this is evident from as early as "Don't Talk To The
Mirror" in which the vocal evidence is also good. Joined comes the
ten-minute title track in which one can appreciate the aforementioned sounds in
the mirror. The artist cuts to the chase, although there is no shortage of
tempo changes, favoring melodies that are easy to remember, which is precisely
why the songs never tire, even after repeated listening. When the electric
guitar launches into pindaric sonic flights, chills inevitably run down the
skin.
"Eight Pawns" harkens back to the period in
the late 1980s when Prog, after adjusting to the simple song, returned to
seeking something more articulate. The song is then on the borderline of AOR.
The instrumental "In The Storm" soars
immediately, showcasing Cozzetto's technique, while a real rush of adrenaline
invests the listener. With the next "Velvet" the 80s return and then
we move on to the excellent and my favorite "Dysphoria," an
instrumental ballad that also knows how to launch itself into the world of
Progressive Metal. A mention in a general sense should be made of the rhythm
section. The album ends with "Sundowning" and Durga McBroom's
wonderful vocals.
"Le Miroir" confirms the qualities of
Cozzetto, a musician and composer who deserves special attention, and I say
this not only for fans of the Cambridge band or the German RPWL to be specific,
but also to all those who simply love beautiful Rock music. Give him a chance,
he deserves it. MS
Le Vostre Recensioni
LE VOSTRE RECENSIONI
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Volete rispolverare un grande classico?
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Goad
GOAD
– Titania
My
Kingdom Music
Genere:
Progressive Rock
Supporto: digital – 2cd – 2lp
La
storia del Rock Progressivo Italiano è disseminata di casi incomprensibili, non
è la prima volta che un ascoltatore s’imbatte in un disco dalle qualità
altissime ma che poi lo relega nel dimenticatoio. Se parliamo di questo genere
i nomi che potete leggere in ogni enciclopedia, oppure rivista, sono sempre i
soliti, Banco Del Mutuo Soccorso, Le Orme e Premiata Forneria Marconi,
meritatamente intendiamoci, ma sorge un dubbio, come il Prog può essere
arrivato ai giorni nostri ancora in salute? Di certo non bastano tre band per
permettere tutto questo, se poi consideriamo che due di queste abbiano subito
negli anni un pesante stop. Ciò sta significando che qualcun altro ha lavorato
per loro, come un salmone controcorrente, specialmente negli anni ’80, quando il
genere è dato per finito. Grazie ad alcune di queste band, la musica si è
tramandata e ancora oggi anche i grandi nomi possono ancora suonare.
In
Italia una di queste formazioni storiche porta il nome di Goad, la band toscana
del polistrumentista Maurilio Rossi. Per i cinquant’anni di carriera pubblicano
“Titania”, doppio cd o doppio lp, narrante la storia della regina delle fate
Titania tratta dal romanzo di William Shakespeare “Sogno Di Una Notte Di Mezza
Estate”. Il secondo disco invece contiene estratti live dei loro migliori
successi registrati a Genova nel 2006 e a Firenze nel 2022.
Il
sound dei Goad è sempre stato rispettoso del passato, soprattutto verso quello
dei Van Der Graaf Generator, in realtà gode di una grandissima personalità ben
riconducibile alla band già da pochi ascolti. In questo caso la produzione di Max
Cirone dona a “Titania” un fascino aggiunto, quel velo d’oscurità ricco di
particolari molto appetibile.
Il
concept si divide in quattordici tracce, mentre l’artwork è affidato a Hans
Trasid. Con Rossi suonano Paolo Carniani (batteria), Gianni Rossi (chitarra), Francesco
Diddi (chitarra, sax, flauto),
Alessandro
Bruno (chitarra, violino, oboe), e Martino Rossi (tastiere, basso).
Un
organo apre “Upon A Little Hill”, movimento cadenzato nel proseguimento di
facile memorizzazione. La voce graffiante, a tratti acida, è interprete dei
testi cantati e recitati in lingua inglese.
Un
velo di tristezza traspare dalle prime note di piano in “Let Fly To The Sun”,
una ballata intimistica supportata da buoni arrangiamenti. La musica dei Goad
ha del visionario, pur rimanendo molto vicino alla formula canzone.
Difficilmente in “Titania” si fa la voce grossa, gli standard sono rivolti al
quieto piuttosto che al gridato, fra i pezzi più ritmati c’è “Who Sent Me Some
Roses”. Peter Hammill è di sicuro un punto di riferimento importante per Rossi,
il quale anche nel cantato ne richiama la cadenza. Interessante la suite “Beauty
Is Truth” suddivisa in sei parti.
Come
anticipato, il secondo cd di dodici canzoni è registrato dal vivo con i
successi passati e s’intitola “Live”.
Di
certo i Goad in cinquant’anni di carriera hanno dato molto al genere grazie
alla realizzazione di dieci album in studio, questo palesa l’amore per la
musica da parte di Maurilio Rossi. Lo stile è rivolto a un pubblico specifico e
preparato, ma si sa, all’interno del Prog ce n’è per tutti i gusti. MS
Versione Inglese:
GOAD - Titania
My Kingdom Music
Genre: Progressive Rock
Support: digital - 2cd - 2lp
The history of Italian Progressive Rock is littered
with incomprehensible cases, it is not the first time that a listener comes
across a record with very high qualities but then relegates it to oblivion. If
we talk about this genre, the names you can read in any encyclopedia, or
magazine, are always the usual ones, Banco Del Mutuo Soccorso, Le Orme and
Premiata Forneria Marconi, deservedly so, mind you, but a question arises, how
can Prog have arrived in our days still healthy? Surely three bands are not enough
to enable this, if we then consider that two of them have suffered heavy stops
over the years. This is meaning that someone else worked for them, like a
salmon against the tide, especially in the 1980s, when the genre was given up
for dead. Thanks to some of these bands, the music has been passed on and even
today big names can still play.
In Italy, one of these historic ensembles bears the
name Goad, the Tuscan band of multi-instrumentalist Maurilio Rossi. For their
50-year career they release "Titania," a double CD or double lp,
telling the story of the fairy queen Titania from William Shakespeare's novel
"A Midsummer Night's Dream." The second disc, on the other hand,
contains live excerpts of their best hits recorded in Genoa in 2006 and
Florence in 2022.
Goad's sound has always been respectful of the past,
especially towards that of Van Der Graaf Generator, it actually enjoys a great
personality well traceable to the band from just a few listens. In this case
Max Cirone's production gives "Titania" an added charm, that veil of
darkness full of very palatable details.
The concept is divided into fourteen tracks, while the
artwork is entrusted to Hans Trasid. Playing with Rossi are
Paolo Carniani (drums), Gianni Rossi (guitar), Francesco Diddi (guitar, sax, flute),
Alessandro Bruno (guitar, violin, oboe), and Martino
Rossi (keyboards, bass).
An organ opens "Upon A Little Hill," a
cadenced movement in the easy-to-remember continuation. Scratchy, sometimes
acidic vocals interpret the lyrics sung and recited in English.
A veil of sadness shines through from the first piano
notes in "Let Fly To The Sun," an intimate ballad supported by good
arrangements. Goad's music has the visionary, while remaining very close to the
song formula. Hardly vocal in "Titania," the standards are aimed at
the quiet rather than the shouty; among the more rhythmic pieces is "Who
Sent Me Some Roses." Peter Hammill is certainly a major reference point
for Rossi, who even in his singing recalls his cadence. The suite "Beauty
Is Truth" divided into six parts is interesting.
As anticipated, the second 12-song CD is recorded live
with past hits and is titled "Live."
Certainly the Goads in their fifty-year career have
given a lot to the genre through the release of ten studio albums, this pales Maurilio
Rossi's love for music. The style is aimed at a specific and prepared audience,
but you know, within Prog there is something for everyone. MS
GOAD - Titania
My Kingdom Music
Genre: Progressive Rock
Support: digital - 2cd - 2lp
The history of Italian Progressive Rock is littered
with incomprehensible cases, it is not the first time that a listener comes
across a record with very high qualities but then relegates it to oblivion. If
we talk about this genre, the names you can read in any encyclopedia, or
magazine, are always the usual ones, Banco Del Mutuo Soccorso, Le Orme and
Premiata Forneria Marconi, deservedly so, mind you, but a question arises, how
can Prog have arrived in our days still healthy? Surely three bands are not enough
to enable this, if we then consider that two of them have suffered heavy stops
over the years. This is meaning that someone else worked for them, like a
salmon against the tide, especially in the 1980s, when the genre was given up
for dead. Thanks to some of these bands, the music has been passed on and even
today big names can still play.
In Italy, one of these historic ensembles bears the
name Goad, the Tuscan band of multi-instrumentalist Maurilio Rossi. For their
50-year career they release "Titania," a double CD or double lp,
telling the story of the fairy queen Titania from William Shakespeare's novel
"A Midsummer Night's Dream." The second disc, on the other hand,
contains live excerpts of their best hits recorded in Genoa in 2006 and
Florence in 2022.
Goad's sound has always been respectful of the past,
especially towards that of Van Der Graaf Generator, it actually enjoys a great
personality well traceable to the band from just a few listens. In this case
Max Cirone's production gives "Titania" an added charm, that veil of
darkness full of very palatable details.
The concept is divided into fourteen tracks, while the
artwork is entrusted to Hans Trasid. Playing with Rossi are
Paolo Carniani (drums), Gianni Rossi (guitar), Francesco Diddi (guitar, sax, flute),
Alessandro Bruno (guitar, violin, oboe), and Martino
Rossi (keyboards, bass).
An organ opens "Upon A Little Hill," a
cadenced movement in the easy-to-remember continuation. Scratchy, sometimes
acidic vocals interpret the lyrics sung and recited in English.
A veil of sadness shines through from the first piano
notes in "Let Fly To The Sun," an intimate ballad supported by good
arrangements. Goad's music has the visionary, while remaining very close to the
song formula. Hardly vocal in "Titania," the standards are aimed at
the quiet rather than the shouty; among the more rhythmic pieces is "Who
Sent Me Some Roses." Peter Hammill is certainly a major reference point
for Rossi, who even in his singing recalls his cadence. The suite "Beauty
Is Truth" divided into six parts is interesting.
As anticipated, the second 12-song CD is recorded live
with past hits and is titled "Live."
Certainly the Goads in their fifty-year career have
given a lot to the genre through the release of ten studio albums, this pales Maurilio
Rossi's love for music. The style is aimed at a specific and prepared audience,
but you know, within Prog there is something for everyone. MS
venerdì 20 ottobre 2023
Inglese & Nannetti
INGLESE & NANNETTI – Lavorare
Per Distrarsi
La Luna E I Falò – Lizard Records
Distribuzione: G.T. Music
Genere: Cantautore – Folk Prog
Support: cd – 2023
Nell’anno
1977 Le Orme cantavano “Se io lavoro, è perché non so che fare…”, oggi una
frase del genere probabilmente non troverebbe più un ampio consenso, vista la
crisi che ci morde le caviglie, ma gli artisti Inglese e Nannetti ex della band
Prog Sithonia ripropongono oggi circa lo stesso concetto intitolando il loro
ultimo album “Lavorare Per Distrarsi”. Perché no, in fondo nella vita ognuno ha
un’esistenza a se, nessuno è uguale a un altro e come dice il detto, si fa quel
che si può.
Gabriele
Inglese (voce, chitarre, flauti, organo, pianoforte, armonica, percussioni) e
Paolo Nannetti (voce, synt, mellotron, fisarmonica, chitarra) suonano assieme a
Bologna dal lontano 1972, ossia dai tempi della scuola media, il legame è
dunque davvero forte e ascoltando la loro musica direi anche l’intesa. L’album
gira attorno al brano “Caporale Milt”, tratto dal disco di Nannetti
“Stranamente Sereno”, una canzone che racconta un fatto realmente accaduto nell’autunno
del 1944 incentrato sulla linea gotica nella zona della Futa. Milt s’innamora
di una ragazza di Monghidoro ma presto con l’avanzare degli alleati i due si
perdono di vista per poi ritrovarsi nel tempo più che ottantenni. Gabriele
Inglese vuole regalare all’amico Paolo una sua versione di questo brano, da qui
l’ispirazione per questo concept che inizia con “Sembra Niente”. Fiati e un
andamento strutturale vicino alla musica popolare raccontano di due giovani
coniugi che vedono la quotidianità in maniera differente fra loro. Il brano
potrebbe benissimo risiedere in un album di Stefano Rosso. “Canzone Di Ottobre”
è scolpita negli anni ’70, perfettamente vissuti e assimilati da entrambi i
musicisti. Il flauto addolcisce di molto la melodia di per se già armoniosa. Il
lato più giocoso e solare viene fuori con “Estate” dove le chitarre sono le
protagoniste in un motivo altamente cantautoriale.
“Negroes”
con le parole ispirate dal libro “I Fratelli Di Soledad”, racconta la morte di
Jonathan Jackson, scomparso in un disperato tentativo di fare evadere suo
fratello George dal carcere. C’è anche un brano cantato in lingua inglese, “My
Worthiness Is All My Doubt”, variante del componimento 751 di Emily Dickinson,
qui ancora una volta è il flauto a dettare le linee melodiche.
“Caporale
Milt” è malinconica proprio a ricordare i posti in cui gli ottantenni fidanzati
si sono lasciati. Segue “Genova E Valerio”, quarantenne della sinistra romana
che con personaggi vari tenta di organizzare un pulmino per una scappata al G8.
Il cantautorato è sempre più marcato, questa volta richiama il mai troppo ricordato
Claudio Rocchi.
Non
manca un colto cenno a Primo Levi nel brano “La Breve Ballata Di Un Atomo Di
Carbonio” e a proposito di scrittori, il finale è dedicato a Italo Calvino con
“La Penna Di Hu”, trasposizione in versi di una sua fiaba con la variante
narrativa presa dai fratelli Grimm.
“Lavorare
Per Distrarsi” è quindi un disco che sembra essere uscito direttamente dagli
anni ’70 con richiami altamente culturali e sporadiche influenze Folk, da
ascoltare tutto di un fiato perché qui non c’è musica gridata ma educatamente
ponderata… Come si faceva una volta. MS
Versione Inglese:
INGLESE & NANNETTI – Lavorare Per Distrarsi
La
Luna E I Falò - Lizard Records
Distribution: G.T. Music
Genre: Songwriter - Folk Prog
Support: cd - 2023
In the year 1977 Le Orme sang "If I work, it's
because I don't know what to do...", today such a phrase would probably no
longer find wide acceptance, given the crisis that bites us in the ankles, but
the artists Inglese and Nannetti formerly of the Prog band Sithonia re-propose
today about the same concept by titling their latest album "Lavorare Per
Distrarsi". Why not, after all, in life everyone has an existence of their
own, no one is equal to another and as the saying goes, you do what you can.
Gabriele Inglese (vocals, guitars, flutes, organ,
piano, harmonica, percussion) and Paolo Nannetti (vocals, synt, mellotron,
accordion, guitar) have been playing together in Bologna since as far back as
1972, that is, since middle school, so the bond is really strong and listening
to their music I would say also the understanding. The album revolves around
the song "Corporal Milt," taken from Nannetti's record
"Strangely Serene," a song that recounts an actual event that
happened in the fall of 1944 centered on the Gothic Line in the Futa area. Milt
falls in love with a girl from Monghidoro but soon with the advance of the
Allies the two lose sight of each other only to find each other again in time
more than eighty years old. Gabriele Inglese wants to give his friend Paolo his
own version of this song, hence the inspiration for this concept that begins
with "Sembra Niente".
Winds and a structural pattern close to popular music
tell of two young spouses who see everyday life differently from each other.
The track could very well reside on a Stefano Rosso album. "Canzone Di
Ottobre" is carved in the 1970s, perfectly experienced and assimilated by
both musicians. The flute greatly sweetens the already harmonious melody. The
more playful and sunny side comes out with "Summer" where guitars
take center stage in a highly songwriting motif.
"Negroes," with lyrics inspired by the book
"The Brothers Of Soledad," recounts the death of Jonathan Jackson,
who disappeared in a desperate attempt to break his brother George out of prison.
There is also a song sung in the English language, "My Worthiness Is All
My Doubt," a variation of Emily Dickinson's poem 751, here once again the
flute dictates the melodic lines.
"Corporal Milt" is melancholy just to remind
us of the places where the 80-year-old boyfriends broke up. "Genoa And
Valerio" follows, a 40-year-old Roman leftist who with various characters
tries to organize a bus for a G8 getaway. The songwriting is increasingly
pronounced, this time recalling the never-too-remembered Claudio Rocchi.
There is no shortage of cultured nods to Primo Levi in
the track "La Breve Ballata Di Un Atomo Di Carbonio," and speaking of
writers, the finale is dedicated to Italo Calvino with "La Penna Di
Hu," a verse transposition of one of his fairy tales with the narrative
variant taken from the Brothers Grimm.
"Working To Distract" is thus an album that
seems to have come straight out of the 1970s with highly cultural references
and sporadic Folk influences, to be listened to in one breath because there is
no shouted music here but politely pondered... As it used to be done. MS
Frank Pilato
FRANK PILATO – Spettri
Toscana 100 Band
Distribuzione: Lizard Records
Genere: Rock, Jazz, Classica
Supporto: EP – 2016 (2021)
Artisti
si nasce.
Il
talento è cosa innata, non ha bisogno di forzature ma solamente di sfogo. Ci
sono musicisti che s’immergono nel mondo sonoro studiando e insistendo sugli
strumenti, ma se non si ha l’attitudine naturale, c’è poco da fare, il
risultato può essere buono ma non memorabile. Poi esistono casi in cui il
talento non è compreso dalla massa, non è la prima volta che riconosciamo solo
con colpevole ritardo le qualità di un artista, può essere lui un pittore, un
musicista o quello che volete voi. Mi auguro non sia questo il caso di Francesco
Paolo Pilato, in arte Frank Pilato.
Compositore,
chitarrista, clarinettista e tecnico del suono, nasce a Firenze nell’anno 1982
e si getta nel mondo sonoro alla giovane età di sette anni imparando il
clarinetto. Si diploma in chitarra Jazz al Conservatorio Ottorino Respighi di
Latina con Umberto Fiorentino. La carriera musicale è ricca di collaborazioni,
un turnista molto impegnato, ricercato da molti e che nel 2015 rappresenta
l’Italia al Festival Jazz di Berlino.
Registra
in studio da solista quattro album fra Fusion, Jazz, Rock e Metal, un musicista
poliedrico che si è sempre saputo circondare di artisti importanti, la lista è
davvero lunga, per chi avesse curiosità al riguardo pongo qui alcuni di questi
nomi: Jeff Berlin, Gary Willis, Andrea Marcelli, Dave Carpenter, Sophie Ellis
Bextor, Jolly Rox, Mitch Forman, Francesco Artusato, Allan Holdsworth, Ludovico
Fulci, Philippe Ciminato, Tobias Relenberg, Sushi Rain, Miranda, Frank Gambale,
Paolo Fattorini, Andrea "Tower" Torricini, Alex Stornello, Michael
Johnson Bop Quartet, Randy Warner, Carmelo Leotta, Leonardo Rossi.
“Spettri”
è un EP di venti minuti suddivisi in sei movimenti dove tutto il talento
dell’artista fuoriesce con incredibile naturalezza, e non è un tanto per dire…
Basso,
batteria e chitarra per il Funk di “6711 Yucca St.” suonato rispettivamente con
Luca Giachi e Francesco Micieli, il suono ottimamente registrato mette in
risalto le qualità balistiche di Pilato, fra scale difficoltose e ricerca per
la melodia. La sezione ritmica è di altissima qualità, raggiungendo a tratti i
fasti dei canadesi Uzeb.
In
“Spettri” si aggiungono i Synth, tuttavia in sostanza il risultato è
comparabile al brano che l’ha preceduto. E’ con “Oktophobie” che invece si
presenta l’animo più sperimentale dell’artista, in poco più di due minuti si
manifesta la volontà di mettere a nudo l’anima attraverso pochi suoni e mirati.
La
musica di Pilato si da staffetta con movimenti di notevole tecnica e altri
decisamente rilassati, questo consente all’intero ascolto di godere in fluidità.
In “Psicomagia” si aggiunge Lorenzo Furferi alle tastiere le quali donano
all’intero suono un delicato tappeto di sensibilità, qui l’artista sembra voler
ragionare sopra ogni nota proposta. Per ascoltare una voce, in questo caso
quella dell’ospite Stefano Chianucci, bisogna arrivare a “Golden Vanity”, ma
non è un cantato, bensì un narrato. L’EP si chiude con la magnifica
“L’Innamorato”, una coccola sonora soffice come una piuma.
Frank
Pilato propone in sei brani differenti stili, tutti legati dall’amore che nutre
per la musica raffinata, una piccola gemma da ascoltare e riascoltare per non
perderne tutte le sfumature. MS
Versione Inglese: