AIRBAG
- The Century Of The Self
Karisma
Records
Genere:
Post Prog Moderno
Supporto: cd/vinile/digital – 2024
Dei
norvegesi Airbag ho avuto modo di parlarne ampiamente nel mio libro “Post Prog
Moderno” (Arcana), una band che nel tempo ha saputo fare breccia nei cuori dei
fans soprattutto dei Pink Floyd. Il modo di suonare la chitarra di Bjørn Riis è
simile a quello di David Gilmour, e questo si evidenzia durante gli assolo,
quelli sostenuti, privi di chissà quali tecnicismi, solo mirati a un suono
ampio, sostenuto e spaziale. Lo si evince perfino all’ascolto della discografia
solista del chitarrista, che poco dista da quello della band madre.
Il
genere proposto dunque è al limite della Psichedelia moderna, tutta musica per
la mente, spesso ipnotica, alienante ma ricca di melodie delicate, quelle che
ti fanno stare bene e che fanno socchiudere gli occhi durante l’ascolto.
Sin
dal primo album “Identity” del 2009, gli Airbag non si sono spostati di un
centimetro dallo stile proposto, quasi a perseverare sull’idea che la musica
quando è fatta bene non si tocca. E’ un’arma a doppio taglio, chi attende
novità stilistiche da una band comunque Prog come questa, a lungo andare
potrebbe abbandonare la nave, ma a Bjørn Riis (chitarra), Asle Tostrup (voce),
e Henrik Fossum (batteria), tutto questo sembra non interessare. Chi ama gli
Airbag probabilmente vuole soltanto questo, quelle composizioni che partono
lentamente o con un loop sonoro da mettere in testa, per poi andare in
crescendo nel finale con il classico assolo alla “Comfortably Numb” (Pink
Floyd). Si, perché questi norvegesi hanno un buon seguito, il successo li ha
comunque toccati, e perché rischiare? Sembrano voler dire: “Noi siamo questo, prendere
o lasciare.”.
Probabilmente
hanno ragione loro, e poi non vanno dimenticate queste composizioni dall’ampio
respiro che fanno battere forte il cuore.
“The
Century Of The Self” è il sesto album in studio formato da cinque canzoni di
media e lunga durata per un totale di quarantasette minuti di musica.
“Dysphoria” apre il viaggio e immediatamente stampa in testa il classico
tormentone Airbag, questa volta anche più insistente del solito, mentre il
sound sembra voler evolvere in un’atmosfera minimale atta all’attesa
dell’esplosione chitarristica. Questa volta si avvalgono della collaborazione
di tre special guest che rispondono ai nomi di Kristian Hultgren (basso), Ole
Michael Bjørndal (chitarra), e Simen Valldal Johannessen (tastiere).
Si
aggira sempre quel velo di malinconia che confina con la riflessione,
difficilmente in questa musica si alza la voce, canti introspettivi ben
eseguiti dalla voce di Tostrup. “Tyrants And Kings” alza il ritmo (per modo di
dire) e potrebbe benissimo risiedere nella discografia dei tedeschi RPWL, anche
se davvero c’è molto sentore di dejà vu. Il ritornello è sempre funzionale, una
formula oramai rodata a dovere. Buono l’arrangiamento delle tastiere in
lontananza. A volte ho la sensazione che cambino soltanto i titoli delle
canzoni tanto alcune si somiglino fra di loro, non è una cattiveria questa, ma
un dato oggettivo, eppure aleggia sempre grande magia.
Un
arpeggio apre “Awakening”, da qui in poi l’album sale qualitativamente con le
prerogative annunciate. Trattasi di ballata con buoni effetti sonori che
potrebbero ricordare i Porcupine Tree, ma la chitarra svolta nuovamente verso
gli ultimi Pink Floyd. Chi non vorrebbe aver scritto “Erase” per la propria
band? Un brano sincopato, misterioso, alienato, in attesa del lancio epico in
cui l’ascolto resta sospeso in un limbo mentale vigilante. Immancabilmente il
finale è come lo si attende. Ma sono i quindici minuti di “Tear It Down” a
sottolineare la grandezza degli Airbag. Quindi…Nulla di nuovo al fronte. Viva
il fronte! MS
Versione Inglese:
Sinceramente, mai amati con il loro miscuglio violento, che poi passa all' arpeggio di Porcupine memoria
RispondiEliminaInstancabile di sonorità già ampiamente conosciute inventandosi anche un nuovo termine di genere come il djent che scusate l'ignoranza, non sono un vecchio Progster di 70 anni, ma faccio realmente fatica ad assimilare certe sonorità che non hanno né capo né coda. Ora riceverò gli improperi dei millennials come se senza di loro includo anche Leprous, il prog sarebbe stato sepolto. Questa storia la ascolto da anni, come negli anni ,80 quando ancora ero in fasce si diceva giustamente la rinascita, ma soprattutto la continuazione pedissequa del Prog anni 70 di cui molti sentivano la mancanza. Oggi non vedo un proprio gruppo di nicchia che vuole per forza fare rinascere il rock progressivo. Ma un miscuglio di generi che amalgama tutto, il metal , le sonorità delicate e per poi chiamarlo con il nome più brutto della storia del Rock il djent.Non sto certo ad ascoltare tutto il giorno il meglio che fu, negli anni d'oro. Ma le nuove leve che si rifanno anche nel metal a sonorità che i giovani ritengono vecchie, c'è ne sono a centinaia, perciò datevi una mossa e siate curiosi soprattutto di ciò che propone il nostro straordinario panorama. Non fossilizzatevi sulle mode del momento che inevitabilmente passeranno come lacrime nella pioggia pioggia.piogiabe diluvio
Ciao Ivano. In fin dei conti il genere tenta in qualche modo una sua evoluzione (i questo caso involuzione). Anche suonare come i Genesis nel 2024 è oramai obsoleto, ma chi ama il genere capisco che vuole rimanere radicato ai propri beniamini. E' difficile creare qualcosa di nuovo in un momento in cui moltissimo è stato già scritto, inevitabilmente si cade nei deja vu. Questo è un genere che (come tutti) può piacere o no, tuttavia gli AIRBAG sanno il fatto loro in questo campo. Nessun grido al miracolo, ma neppure una stroncatura, anche perchè di bei momenti atmosferici ce ne sono. Hai ragione perfettamente nel consigliare di dare un occhiata generale al nostro straordinario panorama, ogni tanto belle sorprese fuoriescono, anche se da anni non vedo un capolavoro. Ho notato, in senso generale per tutte le band, che in un album ci sono almeno tre brani ottimi e altri di riempimento, sono tutti compiti ben eseguiti, ma manca un album che alla fine ti fa esclamare... 10!
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