Pagine

mercoledì 31 luglio 2024

Cubo Di Rubik

CUBO DI RUBIK - U.P
TSCK Records / Produzioni Dal Basso
Genere: Post Prog Moderno
Supporto: cd / Digital – 2024




Quante volte abbiamo rivolto lo sguardo al cielo e abbiamo pensato di non essere soli. Questa vastità riesce a incuterci timore e spesso a farci sentire piccoli oltre che inutili. L’uomo ha subito nei millenni il fascino del creato, spesso affibbiandogli un significato spirituale, perché dove la mente non concepisce, subentra sempre qualcosa di soprannaturale. L’argomento è spesso trattato in composizioni musicali, specie nel Rock e anche in quello Progressivo, basti pensare alle Orme di “Felona E Sorona”, oppure ai dischi dell’Olandese Lucassen con il progetto Ayreon, Star One e Ambeon, agli Yes, e poi viaggi lisergici veri e propri attraverso band come Pink Floyd o Hawkwind e molti altri ancora. Generalmente sono composti concept album veri e propri, come nel caso dell’esordio della band di Parma Cubo Di Rubik. Grazie ad una campagna di Crowdfunding, il progetto vede prendere forma lentamente nel tempo, sino giungere al risultato di “U.P.”.
I Cubo Di Rubik sono formati da Nicola Denti alla chitarra, Salvatore Bazzarelli alle tastiere, Leonardo Cavalca alla batteria e Marilena Montarone al basso, tutti musicisti preparati che vantano collaborazioni con artisti del calibro di Cristiano De Andrè, Maurizio Solieri, Eugenio Finardi, Mogol, Custodie Cautelari, Aida Cooper, Federico Poggipollini, Eric Burdon.
Così si legge dai dati biografici tratti da Gruppi Emergenti: “La compagnia di giochi CDR Corporation sta testando il gioco MultiverX che permette di fare viaggiare le persone attraverso universi paralleli. Ernő è un uomo ricco, rimasto solo, annoiato e rassegnato; ha perso ogni tipo d’interesse verso la vita e decide di fare da cavia per MultiverX. Attraverso la macchina XC820 viene aperto un cunicolo spazio temporale e il suo corpo viene trasportato in un’altra dimensione.
Qualcosa però va storto: la compagnia perde subito i contatti con Ernő ed egli rimane intrappolato in un mondo parallelo, dove regna desolazione e distruzione.
Ernő così parte alla scoperta della terra ignota in cui è stato catapultato, così diversa da quello che gli era stato promesso di trovare. Ritrova nel nuovo mondo ancora la fabbrica della CDR Corporation e riutilizza la macchina XC820 per viaggiare in un altro universo. Da qui comincia la sua avventura per tentare di tornare da dove è partito, ritrovandosi però ogni volta in un universo parallelo differente. Un viaggio estenuante che durerà molti anni, fino al momento in cui Ernő si risveglierà nel suo letto, nella sua casa, nella sua terra. Tutto come prima, nemmeno il tempo sembrerà essere passato… realtà o illusione?".
“U.P.” è composto di otto capitoli ed è accompagnato da un libretto in cui ci sono anche le foto a cura di Silvia Saponaro, mentre il disegno in copertina è di Lalas Milla.
Trattandosi di argomento spaziale, il suono (ben registrato agli Studio Tartini5 di Parma da Fausto Tinello), non disdegna l’elettronica, anche se di base è il Rock a prevalere, grazie a buoni assolo di chitarra e una ritmica ben oliata. Nell’iniziale “MultiverX” le influenze vanno dai Porcupine Tree ai Transatlantic, uno strumentale sia tecnico che proporzionato a un andamento orecchiabile. Nella breve e tastieristica “XC820”, il protagonista si sente viaggiatore solitario in un mondo dimenticato ricoperto di cristalli, ed è con “Sic Mundus Creatus Est” che le atmosfere cominciano a essere più elettriche. Gli strumenti occupano il posto delle parole e ben descrivono le scene che appaiono avanti ai nostri occhi dettate dalla fantasia durante l’ascolto.
Tutto l’album strumentale è ricco di cambi di tempo e passaggi solo a tratti articolati e prosegue con qualità senza momenti di stanca. Di certo è un disco che potrà interessare anche agli amanti del Prog Metal e dei suddetti Porcupine Tree periodo “Deadwing”. Complimenti alla band, una bella sorpresa che va a impreziosire ulteriormente il panorama Progressivo italiano.  MS





Versione Inglese: 


CUBO DI RUBIK - U.P.
TSCK Records / Productions From Below
Genre: Modern Post Prog
Support: cd / Digital - 2024


How many times have we looked up at the sky and thought that we are not alone. This vastness manages to instill fear in us and often make us feel small as well as useless. Man has been fascinated by creation over the millennia, often attaching spiritual significance to it, because where the mind does not conceive, something supernatural always takes over. The subject is often dealt with in musical compositions, especially in Rock and even in Progressive Rock, just think of Orme's "Felona E Sorona", or the records of Dutchman Lucassen with the Ayreon project, Star One and Ambeon, to Yes, and then real lysergic journeys through bands such as Pink Floyd or Hawkwind and many others. Generally true concept albums are composed, as in the case of the Parma band's debut Cubo Di Rubik. Thanks to a Crowdfunding campaign, the project sees slowly take shape over time, until the result of "U.P." is achieved.
The Cubo Di Rubik is made up of Nicola Denti on guitar, Salvatore Bazzarelli on keyboards, Leonardo Cavalca on drums and Marilena Montarone on bass, all trained musicians who boast collaborations with the likes of Cristiano De Andrè, Maurizio Solieri, Eugenio Finardi, Mogol, Custodie Cautelari, Aida Cooper, Federico Poggipollini, and Eric Burdon.
Thus we read from biographical data taken from Emerging Groups, "The game company CDR Corporation is testing the MultiverX game that allows people to travel through parallel universes. Ernő is a rich man, left alone, bored and resigned; he has lost all interest in life and decides to be a guinea pig for MultiverX. Through the XC820 machine a space-time wormhole is opened and his body is transported to another dimension.
Something goes wrong, however: the company soon loses contact with Ernő and he becomes trapped in a parallel world where desolation and destruction reign.
Ernő thus sets out to discover the unknown land to which he has been catapulted, so different from what he was promised to find. He finds in the new world still the factory of the CDR Corporation and reuses the XC820 machine to travel to another universe. From here he begins his adventure to try to return to where he started, but finding himself in a different parallel universe each time. A grueling journey that will last many years, until the moment when Ernő awakens in his bed, in his home, in his land. Everything as before, not even time will seem to have passed--reality or illusion?"
"U.P." consists of eight chapters and is accompanied by a booklet in which there are also photos edited by Silvia Saponaro, while the drawing on the cover is by Lalas Milla.
Since this is a spatial subject, the sound (well recorded at Studio Tartini5 in Parma by Fausto Tinello), does not disdain electronics, although basically it is Rock that prevails, thanks to good guitar solos and well-oiled rhythm.
In the opening "MultiverX," influences range from Porcupine Tree to Transatlantic, an instrumental both technical and commensurate with a catchy progression. In the short, keyboard-driven "XC820", the protagonist feels like a lonely traveler in a forgotten world covered in crystals, and it is with "Sic Mundus Creatus Est" that the atmospheres begin to be more electric. The instruments take the place of words and well describe the scenes that appear before our eyes dictated by imagination while listening.
The entire instrumental album is full of tempo changes and passages that are only occasionally articulate and continues with quality without any tired moments. It is certainly an album that will also appeal to lovers of Prog Metal and the aforementioned Porcupine Tree "Deadwing" period. Congratulations to the band, a nice surprise that goes to further embellish the Italian Progressive scene.  MS







martedì 30 luglio 2024

Macroscream

MACROSCREAM - Macrophonix
AltrOck / Ma.Ra.Cash Records
Genere: Progressive Rock
Supporto: cd / Bandcamp – 2024




Lasciatemi subito dire che il Progressive Rock in Italia sta subendo una mutazione rivolta a uno stile moderno e distaccato rispetto ai canonici anni ’70. Ovviamente questo non vale per tutti i gruppi, rimane sempre uno zoccolo duro che stagna in quel sound tanto caro ai fans di prima data, e questo comunque non è un fatto negativo, anzi, le tradizioni, come si dice in gergo, vanno sempre rispettate. Poi ci sono band che mantengono i piedi su due staffe, ossia fra passato e presente, quelle che personalmente definisco “in mutazione”. Cambiano i tempi, le mode, la tecnologia e la società, quindi il Rock essendo specchio del momento, si muove di conseguenza. Questo può piacere o meno, ma è nella naturale evoluzione delle cose, e non vale soltanto per la musica.
Nel 2001 a Roma nasce il progetto Macroscream, per volere del bassista e cantante Alessandro Patierno, questo per passione nei confronti del Progressive Rock prettamente anni ’70. Servono tuttavia molti anni prima che la band si stabilizzi e dia luce a “Sisyphus” (2012), un disco in cui trapela tutta la passione dei musicisti che si lanciano anche in brani suite, come da tradizione progressiva. Nel 2016 è la volta di “Macroscream”, album apprezzato soprattutto dalla critica e che mette la band sotto i riflettori di un pubblico più vasto. Per questo oggi aleggiano attese riguardo al nuovo “Macrophonix”. In questo lasso di tempo all’interno del gruppo avvengono avvicendamenti che contribuiscono a dare un sound più diretto e meno sinfonico rispetto ai lavori precedenti. Le lunghe suite lasciano il passo a brani più sintetici, conservando tuttavia la vena anni ’70 seppur infarcita di nuove tendenze. La nuova formazione vede sempre Alessandro Patierno coadiuvato dal tastierista Davide Cirone, a seguire i nuovi innesti Daniele Pulcini alla chitarra elettrica, Giacomo Liò alla batteria e Giovanni Saulini alla voce solista.
La Medusa (figura mitologica greca) rappresentata in copertina con dei connettori jack per capello al posto dei famosi serpenti, lascia intendere un percorso multiplo, forse inquietante visto lo sguardo di ghiaccio del volto, per scoprirlo non resta che addentrarsi nelle dieci canzoni che compongono l’album.
“Inside The Tunnel” è l’intro dalle caratteristiche psichedeliche dettate dalle abbondanti tastiere che immergono lo stato d’animo nel giusto contesto, qui sembra di trovarsi faccia a faccia con questo volto di Medusa. E’ con “First Step” che si entra a pieno titolo nell’ascolto che denota immediatamente il succitato intento di esprimere un Rock diretto pur mantenendo le influenze del passato grazie all’uso dell’Hammond. Il pezzo è orecchiabile e godibile soprattutto nella fase centrale in cui le coralità disegnano intriganti passaggi assieme ai cambi di tempo. Il basso apre “Sand Dunes”, canzone inizialmente ricercata oltre che intimista, per poi lanciarsi in un contesto altamente Progressive Rock. Uno strumentale che mette in luce le capacità sia tecniche che compositive della band. Ritmo Funk per “Follow Me Down”, questo mette in evidenza la cultura ampia nel contesto di questi strumentisti. Tutto scorre liscio come l’olio, tra frangenti divertenti e altri più complessi. In evidenza la title track, la bellissima “Standing On A Miracle” e la Rock “Road To The East”, canzone più lunga del disco attraverso nove minuti abbondanti di cambi di tempo.
“Macrophonix” evidenzia tutte le capacità e la volontà del gruppo di fuoriuscire da un modus operandi stantio, arricchendo la musica Prog con nuove idee derivanti da un mix di generi cuciti fra loro da eleganti assolo fra chitarra elettrica e tastiere. Il passato dunque è assorbito e metabolizzato, poi ci pensa la personalità a giocare con il pentagramma, apportando freschezza e buone soluzioni vocali, anche per merito di Giovanni Saulini. Un disco maturo da gustare con tranquillità. MS




 


Versione Inglese:


MACROSCREAM - Macrophonix
AltrOck / Ma.Ra.Cash Records
Genre: Progressive Rock
Support: cd / Bandcamp - 2024


Let me immediately say that Progressive Rock in Italy is undergoing a mutation aimed at a modern style detached from the canonical 70s. Obviously this does not apply to all bands, there always remains a hard core that stagnates in that sound so dear to early fans, and this however is not a negative fact, on the contrary, traditions, as they say in the jargon, should always be respected. Then there are bands that keep their feet in two stirrups, that is, between the past and the present, those that I personally call "mutating." Times, fashions, technology and society change, so Rock being a mirror of the moment, moves accordingly. You may or may not like this, but it is in the natural evolution of things, and it does not only apply to music.
In 2001 the Macroscream project was born in Rome, at the behest of bassist and vocalist Alessandro Patierno, this out of a passion towards purely 70s Progressive Rock. However, it takes many years before the band stabilizes and gives birth to "Sisyphus" (2012), an album in which all the passion of the musicians leaks out and they also launch into suite songs, as per progressive tradition.
In 2016 it was the turn of "Macroscream", an album that was mostly appreciated by critics and put the band in the spotlight of a wider audience. Therefore, today hovers expectations about the new "Macrophonix". During this time within the band, changes occur that contribute to a more direct and less symphonic sound than in previous works. The long suites give way to more synthetic tracks, yet retaining the 70s vein albeit infused with new trends. The new lineup still sees Alessandro Patierno assisted by keyboardist Davide Cirone, followed by new additions Daniele Pulcini on electric guitar, Giacomo Liò on drums and Giovanni Saulini on lead vocals.
The Medusa (a Greek mythological figure) depicted on the cover with hair jacks instead of the famous snakes, hints at a multiple path, perhaps unsettling given the icy look on her face, to find out all one has to do is delve into the ten songs that make up the album.
"Inside The Tunnel" is the intro with psychedelic characteristics dictated by the abundant keyboards that immerse the mood in the right context, here it seems to be face to face with this face of Medusa.
It is with "First Step" that one enters fully into the listening experience that immediately denotes the aforementioned intent to express straightforward Rock while retaining past influences through the use of Hammond. The piece is catchy and enjoyable especially in the middle phase where choruses draw intriguing passages along with tempo changes. The bass opens "Sand Dunes", a song that is initially searching as well as intimate, then launches into a highly Progressive Rock context. An instrumental that showcases both the technical and compositional skills of the band. Funk rhythm for "Follow Me Down", this highlights the broad culture in the context of these instrumentalists. Everything flows smoothly between fun bangs and more complex ones. Highlights include the title track, the beautiful "Standing On A Miracle", and the rock "Road To The East", the longest song on the record through nine copious minutes of tempo changes.
"Macrophonix" highlights all the band's abilities and willingness to break out of a stale modus operandi, enriching Prog music with new ideas derived from a mix of genres stitched together by elegant solos between electric guitar and keyboards. The past therefore is absorbed and metabolized, then personality takes care of playing with the staff, bringing freshness and good vocal solutions, also thanks to Giovanni Saulini. A mature record to be enjoyed quietly. MS

 

 


 



domenica 28 luglio 2024

Tony Carnevale

TONY CARNEVALE – Tu Che Mi Puoi Capire
Soundtrack srl
Genere: Alternative / Symphonic Rock
Supporto: cd/lp – 2022




Entrare nella musica di Tony Carnevale è come guardare in un caleidoscopio, le sensazioni che si provano a ogni minimo movimento cambiano. Parlare poi della sua carriera artistica è davvero difficile, in quanto il pianista, compositore, orchestratore, direttore artistico, produttore, arrangiatore e chi più ne ha più ne metta, ha navigato per lungo e largo fra mille generi e artisti. Solo due nomi, Banco Del Mutuo Soccorso e Patty Pravo, ma la lista è decisamente più estesa. Numerose anche le sigle televisive realizzate per Mediaset e la RAI.
E’ ideatore del metodo ANORA (l’acronimo di Approccio NOn Razionale), dove la musica viene vissuta attraverso una lunga esperienza in maniera non convenzionale, una ricerca sul pensiero espressivo-rappresentativo e sugli aspetti psicoacustici e psicodinamici del processo creativo e del rapporto di formazione. Al riguardo all’autore scrive nove libri e diversi articoli in Narramusica, questo se siete curiosi di approfondire l’argomento: https://tonycarnevale.world/
“Tu Che Mi Puoi Capire” ha come sottotitolo “Immagini per pianoforte e orchestra”, ciò lascia intuire il contenuto sonoro, in realtà qui si apre un discorso molto più articolato in cui la volontà di inserire del Rock dista anni luce da quello che è accaduto negli anni ’70 quando il Progressive Rock sposa la causa sinfonica, vedi i Pink Floyd con “Atom Heart Mother”, oppure i Deep Purple, i Nice e i nostrani New Trolls con il famoso “Concerto Grosso”. In questi casi la scena Rock impatta con la musica sinfonica in una sorta di fusione a freddo, anche se il risultato è di gran lunga piacevole ed emozionante. Nel caso di Tony Carnevale c’è una ricerca differente, non d’accompagnamento, bensì di protagonismo, un insieme di movimenti stilisticamente difficili da collocare in un genere predefinito.
L’album Quasi strumentale è formato da sette movimenti, di cui uno soltanto già edito, “La Vita Che Grida” scritto nel 1995 con Francesco Di Giacomo (Banco Del Mutuo Soccorso) e Rodolfo Maltese (Banco Del Mutuo Soccorso).
Il prodotto esce in formato vinilico con cd allegato, tutto questo per venire incontro a un appassionato di musica e collezionista con lo scopo di fargli godere al meglio l’impatto sonoro, ricco di particolari e frequenze atte a un impegno e concentrato ascolto. Le sfumature sono importanti, come si dice spesso, sono i particolari che fanno la differenza.
Giochi di volumi in crescendo, voce su arie soavi , aprono il percorso come per una colonna sonora di un film attraverso “Il Suono Della Voce” dove gli strumenti sembrano divertirsi a giocare a nascondino nel pentagramma. La parte dei fiati richiama per certi versi il lavoro di “Atom Heart Mother” (Pink Floyd) ma è soltanto una breve percezione, perché come ho avuto già modo di esprimere, si è in un continuo mutamento di stili e situazioni. Il Piano disegna paesaggi color acquarello intramezzandosi nell’irruenza potente dell’orchestra.
“Quel Discorso Che Non Abbiamo Mai Finito…” sussurra sensazioni amorevoli, nascoste in genere dentro l’animo di ognuno di noi. Carnevale sgocciola note al pianoforte che passeggiano nei ricordi, nei colori, negli odori, tutte quelle situazioni che associano certe fasi della nostra vita a un suono, ed ecco che “Tu Mi Puoi Capire” ne diventa vera e propria colonna sonora. “Ad Ogni Incontro” è un brano da ascoltare con attenzione in cuffia. Qui il suono è greve, il cielo si annuvola sopra le nostre teste con forza e determinazione, ma la solarità presto giunge a riportare la quiete sottolineata dallo splendido lavoro d’arrangiamento da parte dell’orchestra. Denoto in ogni passaggio, un uso della sinfonia altamente professionale rispetto a molto di quello che generalmente ho potuto ascoltare nel tempo. Pianoforte sempre protagonista anche in “Oltre Le Note” dove l’artista sembra ragionare sopra ogni tocco. Il lato B del vinile si apre con i nove minuti di “Pagine Del Libro Dei Sogni”, mai titolo più esplicativo. Mi ritrovo ad isolarmi dalla realtà impegnato in un ascolto generalmente affrontato ad occhi chiusi. Qui dominano lo stupore, la quiete tranquillizzante, tutte sensazioni che fanno stare bene.
Ed è la volta di “La Vita Che Grida” con la voce di Francesco Di Giacomo. In questo caso si aggiunge la chitarra elettrica impegnata in un assolo finale strepitoso, ed è quella di Rodolfo Maltese. Per chi è amante dello storico Banco, questa è una gemma sinfonica imperdibile.
Chiude l’opera (perché di questo si tratta) “…Al Tempo Meravigliosamente Perso Insieme”, un volteggio leggiadro delle dita sopra i tasti d’avorio.
“Tu Che Mi Puoi Capire” è un disco che definirei terapeutico oltre che eseguito in maniera impeccabile, una gemma fuori contesto, fuori tempo e luogo, un isola felice in cui affidare la nostra anima che ha bisogno sia di ricordi sia di sensazioni per vivere al meglio. Ecco, la musica di Tony Carnevale è vita! MS





Versione Inglese: 

TONY CARNEVALE – Tu Che Mi Puoi Capire
Soundtrack Ltd.
Genre: Alternative / Symphonic Rock
Support: cd/lp - 2022


Entering Tony Carnevale's music is like looking into a kaleidoscope, the sensations one feels with every slightest movement change. Talking then about his artistic career is really difficult, as the pianist, composer, orchestrator, art director, producer, arranger, and you name it, has sailed far and wide among a thousand genres and artists. Just two names, Banco Del Mutuo Soccorso and Patty Pravo, but the list is definitely more extensive. Also numerous are the television theme songs he has made for Mediaset and RAI.
He is the creator of the ANORA method (the acronym for Approach NOn Rational), where music is experienced through a long experience in an unconventional way, a research on expressive-representational thinking and the psychoacoustic and psychodynamic aspects of the creative process and the training relationship. In this regard the author writes nine books and several articles in Narramusica, this if you are curious to learn more: https://tonycarnevale.world/
“Tu Che Mi puoi Capire” has as its subtitle ‘Images for Piano and Orchestra,’ this hints at the sonic content, in reality a much more articulated discourse opens up here in which the desire to include Rock is light years away from what happened in the 1970s when Progressive Rock married the symphonic cause, see Pink Floyd with ‘Atom Heart Mother’, or Deep Purple, Nice and our own New Trolls with the famous ”Concerto Grosso”. In these cases the Rock scene impinges on symphonic music in a kind of cold fusion, although the result is by far pleasant and exciting. In Tony Carnevale's case there is a different quest, not for accompaniment, but for protagonism, a set of movements that are stylistically difficult to place in a predefined genre.
The album Almost Instrumental consists of seven movements, only one of which has already been edited, “La Vita Che Grida” written in 1995 with Francesco Di Giacomo (Banco Del Mutuo Soccorso) and Rodolfo Maltese (Banco Del Mutuo Soccorso).
The product is released in vinyl format with an accompanying CD, all in order to meet the needs of a music lover and collector with the aim of making him or her enjoy the sonic impact to the fullest, rich in details and frequencies suitable for committed and concentrated listening. Nuances are important, as is often said, it is the details that make the difference.
Volume games in crescendo, vocals on dulcet tunes , open the path as if for a film soundtrack through “The Sound Of The Voice” where the instruments seem to enjoy playing hide and seek in the staff. The woodwind part is in some ways reminiscent of the work in “Atom Heart Mother” (Pink Floyd) but it is only a brief perception, because as I have already had occasion to express, one is in a constant shifting of styles and situations. The Piano draws watercolor landscapes interspersed in the powerful impetuosity of the orchestra.
“That Speech That We Never Finished...” whispers loving feelings, usually hidden inside everyone's soul. Carnevale drips piano notes that stroll through memories, colors, smells, all those situations that associate certain phases of our lives with a sound, and “Tu Mi puoi Capire” becomes its true soundtrack. “Ad Ogni Incontro” is a track to be listened to carefully on headphones. Here the sound is heavy, the sky clouds over our heads with strength and determination, but the sunshine soon comes to bring back the quiet underscored by the splendid arrangement work by the orchestra.
I denote in each passage, a highly professional use of the symphony compared to much of what I have generally been able to hear over time. Piano also always takes center stage in “Beyond The Notes” where the artist seems to reason over every touch. Side B of the vinyl opens with the nine-minute “Pages From The Book Of Dreams”, never a more explanatory title. I find myself isolating myself from reality engaged in listening generally approached with eyes closed. Awe dominates here, a tranquilizing stillness, all feel-good sensations.
And it is the turn of “La Vita Che Grida” with the voice of Francesco Di Giacomo. In this case the electric guitar engaged in a resounding final solo is added, and it is that of Rodolfo Maltese. For those who love the historic Banco, this is a symphonic gem not to be missed.
Closing the work (for that is what it is) is “...Al Tempo Meravigliosamente Perso Insieme”, a graceful twirling of the fingers over the ivory keys.
“Tu Che Mi puoi Capire” is a record that I would call therapeutic as well as impeccably executed, a gem out of context, out of time and place, a happy island in which to entrust our souls that need both memories and sensations to live to the fullest. Here, Tony Carnevale's music is life! MS

 



 



venerdì 26 luglio 2024

Mobili Trignani

MOBILI TRIGNANI - Webinar
Music Force / Egea Music
Genere: Cantautore – Pop – Folk
Supporto: cd – 2024




Noi italiani ci sappiamo distinguere in ambito cantautorale per i testi generalmente mai banali. Basti pensare ai grandi nomi del passato per averne una conferma, ma anche le nuove leve sanno farsi rispettare. C’è chi si getta anima e corpo nel pop impegnato e chi invece predilige i testi ironici ricchi di doppi sensi, come nel caso del duo Fabrizio Trignani e Nicola Modesti, in arte Mobili Trignani. Il nome deriva dall’attività di famiglia di Fabrizio che in passato si adoperava proprio della vendita dei mobili.
Non stiamo parlando di un progetto sconosciuto, anzi, i Mobili Trignani dal 2016 ne hanno percorsa di strada fra dischi in studio, live e audizioni. Tre sono gli album e numerosi i singoli editi nel corso della loro carriera che li vede aprire concerti a band come Marlene Kunz, Tricarico, Pan Del Diavolo, Truppi e molti altri.
Ancora fresco l’ascolto del precedente “PopArticolare” (2022 – Music Force), un disco che ha colpito nel segno per freschezza, semplicità e… Ironia, il leitmotiv trainante.  La musica ha molteplici scopi nella vita, uno dei tanti è quello di far cantare e divertire, questo il duo di Arsita (TE) l’ha ben chiaro in mente. Simpatica la copertina che ritrae i due strumentisti in una seduta psichiatrica, ciò lascia presagire lo stile di vita in cui si aggirano, soprattutto l’approccio alla musica. Dentro l’edizione cartonata dell’album c’è il libretto con i testi finalmente scritti comprensibili nero su bianco, particolare non da poco in quanto generalmente le parole sono soffocate dalle fotografie o da disegni di sorta, anche questo fa comprendere la volontà di far comprendere i testi all’acquirente, tutti segnali che hanno un unico filo conduttore, l’impegno di essere diretti. Il progetto grafico è a cura di Alessio Anthony, mentre le foto sono di Gaia Di Loreto.
Tredici le canzoni registrate allo studio Mobile di Cassetta Records da Paul BraNeagade.
Già arguto e tagliente l’intro “Compra Mobili Trignani”, un elenco di annunci sopra un ritmo Punk, i giochi sono aperti e proseguono nel reggae di “Webinar”. Il ritornello dice tutto: “Insegnava nei corsi per non farsi fregar da chi vendeva i corsi. Concorsi e Webinar”. Nuovamente solare in un’onda di calipso la successiva “Razza”, difficile resistere al ritmo e all’ennesimo ritornello sagace. La voce non è la stessa ovviamente, ma se questa canzone fosse stata nella discografia di Rino Gaetano non ci sarebbe stato nulla di male. In “Comete” invece l’approccio è differente, vicino al mondo di Alex Britti. Di nuovo cambio di stile con “Cover”, un tributo al cantautorato antico su una base che sarebbe perfetta colonna sonora per una serata alle giostre. Trascinante e divertente, è altresì perfetta per una riuscita eccellente in una serata live.
I Mobili Trignani ne hanno per tutti, anche per la “Tim”, un sunto sull’inefficienza del servizio in casi importanti, capitato mai? La cura per la ricerca di un motivo ruffiano è tangibile in ogni pezzo, e credetemi se vi dico che non è assolutamente semplice trovare il giusto leitmotiv, questa è la caratteristica principale del duo, capace di farti comunque cantare in qualche modo. “Mi Perdo In Giro” ne è un altro esempio, comunque molto curato anche nelle coralità. Un arpeggio di chitarra introduce il momento più impegnato dell’album intitolato “Fragile”, canzone che ci fa ciondolare assieme al ritmo durante l’ascolto. Gli arrangiamenti di sottofondo sono più che indovinati, incastonati nel mondo della psichedelia. Una delle tracce più impegnate s’intitola “Pasolini”, dove all’interno Carmine Valentino Mosesso recita la poesia tratta da “La Terza Geografia”. Sale il ritmo elettronico nella gioiosa “Acqua Alla Gola”, almeno nel ritmo, perché il testo è un’amara considerazione societaria. “Nin Mi Dice Core” è liberamente tratta da “Questa E’” di Gino Bucci, prossimo all’andamento de “La Mia Banda Suona Il Rock” di Ivano Fossati. Altra messa a fuoco su un problema prettamente italico è “Triage”, amara considerazione finale dove la dottoressa in ospedale sentenzia “Giovanotto può essere tutto come può essere niente”. La chiusura spetta a “2 Senza Te” con suggestioni di chitarra per mano di Edoardo Di Massimo e Paolo Valente.
I Mobili Trignani sono in netta crescita compositiva, denoto una maggiore cura nei suoni oltre che nei testi e nelle melodie facili da memorizzare. Ho apprezzato molto anche il numero di generi musicali trattati, questo fa sì che l’ascolto proceda in maniera fluida senza importanti stop emotivi. Un disco da avere per godere di spensieratezza ma attenzione, perché dietro c’è riflessione, magari scaturita proprio da una seduta di psicanalisi. Geniali.  MS





Versione Inglese:



MOBILI TRIGNANI - Webinar
Music Force / Aegean Music
Genre: Songwriter - Pop - Folk
Support: cd - 2024


We Italians know how to distinguish ourselves in songwriting for lyrics that are generally never banal. One only has to think of the great names of the past to confirm this, but even the new generation knows how to make themselves respected. There are those who throw themselves heart and soul into committed pop and those who prefer ironic lyrics full of double entendres, as in the case of the duo Fabrizio Trignani and Nicola Modesti, aka Trignani Furniture. The name derives from Fabrizio's family business, which in the past dealt precisely with the sale of furniture.
We are not talking about an unknown project, on the contrary, Mobili Trignani since 2016 have come a long way between studio records, live performances and auditions. Three are the albums and numerous singles released in the course of their career that sees them open concerts for bands such as Marlene Kunz, Tricarico, Pan Del Diavolo, Truppi and many others.
Still fresh listening to the previous “PopArticolare” (2022 - Music Force), a record that hit the mark for freshness, simplicity and... Irony, the driving leitmotif. 
.  Music has multiple purposes in life, one of them being to make people sing and have fun, this the duo from Arsita (TE) has clearly in mind. Cute cover depicting the two instrumentalists in a psychiatric session, this hints at the lifestyle in which they roam, especially their approach to music. Inside the hardback edition of the album is the booklet with the lyrics finally written comprehensible in black on white, no small detail since generally the words are smothered by photographs or drawings of some sort, this also hints at the buyer's desire to make the lyrics comprehensible, all of which have one common thread, the commitment to be direct. The graphic design is by Alessio Anthony, while the photos are by Gaia Di Loreto.
Thirteen songs recorded at Cassetta Records' Mobile studio by Paul BraNeagade.
Already witty and edgy the intro “Compra Mobili Trignani”, a list of ads over a Punk beat, the games are wide open and continue in the reggae of “Webinar”. The refrain says it all: “He taught courses so he wouldn't get ripped off by people selling courses. Contests and Webinars”.
Sunny again in a calypso wave is the next “Razza”, hard to resist the rhythm and yet another sagacious refrain. The voice is not the same of course, but if this song had been in Rino Gaetano's discography there would have been nothing wrong with it. In “Comete”, however, the approach is different, close to the world of Alex Britti. Again there is a change of style with “Cover”, a tribute to early songwriting over a base that would be perfect soundtrack for an evening at the merry-go-round. Upbeat and fun, it is also perfect for excellent success on a live evening.
Trignani Furniture has something for everyone, including “Tim”, a summary of the inefficiency of service in important cases, ever happen? The care in the search for a pandering motif is tangible in every song, and believe me when I tell you that it is by no means easy to find the right leitmotif, this is the duo's main characteristic, capable of making you sing along somehow anyway. “Mi Perdo In Giro” is another example of this, however, also very polished in the choruses. A guitar arpeggio introduces the album's busiest moment titled “Fragile”, a song that makes us sway along with the beat while listening. The background arrangements are more than guessed at, set in the world of psychedelia. One of the most committed tracks is titled “Pasolini”, where inside Carmine Valentino Mosesso recites the poem from “La Terza Geografia”.
The electronic beat goes up in the joyful “Acqua Alla Gola”, at least in the rhythm, because the lyrics are a bitter societal consideration. “Nin Mi Dice Core“ is loosely taken from Gino Bucci's ‘Questa E’”, close to the trend of Ivano Fossati's “La Mia Banda Suona Il Rock”. Another focus on a distinctly Italian problem is “Triage”, a bitter final consideration where the doctor in the hospital sentences “Giovanotto can be everything as he can be nothing”. Closing is “2 Senza Te” with guitar suggestions at the hands of Edoardo Di Massimo and Paolo Valente.
Trignani Furniture are clearly on the rise compositionally, denoting greater care in sounds as well as lyrics and melodies that are easy to memorize. I also really appreciated the number of musical genres covered, this makes the listening proceed smoothly without major emotional stops. A record to have to enjoy lightheartedness but beware, because there is reflection behind it, perhaps arising precisely from a psychoanalysis session. Brilliant.  MS

 



mercoledì 24 luglio 2024

Prowlers

PROWLERS – Orchidea
Ma.Ra.Cash Records
Genere: Progressive Rock
Supporto: Digital / cd / lp - 2024




Fra le band più importanti della nuova scena Progressiva italiana vanno annoverati i Prowlers del tastierista Alfio Costa.
Ne è passata d’acqua sotto i ponti dall’esordio “Morgana” del 1994, e con sei album in studio e un live, oggi i bergamaschi ritornano con “Orchidea” dopo numerose vicissitudini e defezioni. L’esperienza annosa che vede iniziare nel 1985, porta la band a realizzare nel tempo un crescendo qualitativo enorme, conquistando il pubblico e la critica disco dopo disco.  Nel 1998 subiscono un temporaneo stop per poi riformarsi nel 2010.
Le prime idee su “Orchidea” sono abbozzate nel 2018, ma sappiamo bene cosa è poi accaduto, fra pandemie, guerre (purtroppo ancora in atto) e quant’altro. Come se non bastasse, i Prowlers subiscono la prematura dipartita di Marco Premoli, bassista dal 1992 al 1995, oltre che l’abbandono di Stefano Piazzi, storico chitarrista e compositore di buona parte della musica contenuta in quest’album. Il musicista è sostituito da Fulvio Rizzoli, strumentista dal tocco maggiormente Rock.
Quindi oggi la formazione vede Laura Mombrini alla voce, cori e controcanti, Cristina Lucchini voce, cori e controcanti, Bobo Aiolfi al basso elettrico, Alfio Costa all’organo Hammond, pianoforte, piano Fender Rhodes, Minimoog, Mellotron, Roli seaboard, seconda voce in “Non Sei Mai Andato Via”, Marco Freddi alla batteria e percussioni, e Fulvio Rizzoli alle chitarre.
Ci sono anche special guest, che rispondono ai nomi di Vincenzo Zitello (flauto, violoncello), Alda Bano (chitarra classica), Agnis (voce), e Anna Cavalli (voce e cori).
Con “Orchidea” la band non si lega a un vero e proprio concept, bensì spazia in argomentazioni varie fra storie di donne, magia, natura, vita e morte, oltre ad una simpatica dedica all’allunaggio del 1969. Non può mancare neppure un ricordo di Premoli con il brano “Non Sei Mai Andato Via”.
I brani contenuti nel disco sono sette, mentre la versione cd vede aggiunta la bonus track “Clorofilla” in versione elettrica.
L’album si apre proprio con la title track, e voci femminili circondano immediatamente la mente come in un psichedelico viaggio onirico. Sono le tastiere a farsi avanti per prime, apportando sensazioni eteree conducenti a “Universi Paralleli”, pezzo presente soltanto nelle versioni digitale e cd. Il movimento è ruggente, grazie alle chitarre elettriche ma anche al suono graffiante dell’Hammond di sfondo. Piacevole il cambio umorale contenuto all’interno di stampo Prog classico in modalità Orme e piccole puntate nel mondo dei Pink Floyd.
“Clorofilla” è piano e violoncello, una ballata con la bella voce di Cristina Lucchini. in cattedra. Da solo il brano vale il prezzo del disco. Alfio Costa è in possesso di ottima tecnica strumentale questa fuoriesce in tutte le composizioni, così tanti sembrano essere i suoi punti di riferimento stilistico, in realtà il tocco gode di buona personalità, ascoltate il brano “Il Bao D3lla Luna” e noterete cambi improvvisi a conferma di quanto detto. In “Bocche D’Ambra” gli anni ’70 sono fermamente presenti, godibili soprattutto nel frangente centrale del pezzo, dove la chitarra elettrica si lancia in un assolo in stile Pink Floyd, ampio e arioso. Il pezzo forte dell’intero album è racchiuso nei venti minuti di “Ultimo Viaggio”, un pirotecnico cammino fra melodie godibili e buoni strumentali.
Estremamente toccante “Non Sei Mai Andato Via”, altra piccola gemma di quest’album privo di momenti di stanca.
La musica dei Prowlers è bene rappresentata dalle loro copertine, generalmente fatte con disegni a tratti pastello, fra delicatezza e fermezza. Tanta storia all’interno ma anche freschezza, soprattutto ispirata dalla voce di Cristina Lucchini e composizioni che risultano piacevoli in armonie. Dategli un ascolto e scoprirete un nuovo mondo colorato, fra passato e presente.  MS 





Versione Inglese:


PROWLERS - Orchidea
Ma.Ra.Cash Records
Genre: Progressive Rock
Support: Digital / cd / lp - 2024


Among the most important bands of the new Italian Progressive scene must be counted keyboardist Alfio Costa's Prowlers.
A lot of water has passed under the bridge since their 1994 debut "Morgana", and with six studio albums and a live show, today the Bergamasque band returns with "Orchidea" after numerous vicissitudes and defections. The long-standing experience, which sees them begin in 1985, leads the band to achieve a huge qualitative crescendo over time, winning over audiences and critics disc after disc.  In 1998 they suffered a temporary stop and then reformed in 2010.
The first ideas on "Orchidea" are sketched out in 2018, but we know what happened next, between pandemics, wars (unfortunately still going on) and whatnot. As if that were not enough, the Prowlers suffer the untimely departure of Marco Premoli, bassist from 1992 to 1995, as well as the departure of Stefano Piazzi, historical guitarist and composer of much of the music on this album. The musician is replaced by Fulvio Rizzoli, an instrumentalist with a more Rock touch.
So today's lineup features Laura Mombrini on vocals, backing vocals and backing vocals, Cristina Lucchini on vocals, backing vocals and backing vocals, Bobo Aiolfi on electric bass, Alfio Costa on Hammond organ, piano, Fender Rhodes piano, Minimoog, Mellotron, Roli seaboard, second vocals in "Non Sei Mai Andato Via," Marco Freddi on drums and percussion, and Fulvio Rizzoli on guitars.
There are also special guests, who answer to the names of Vincenzo Zitello (flute, cello), Alda Bano (classical guitar), Agnis (vocals), and Anna Cavalli (vocals and backing vocals).
With "Orchidea", the band does not bind itself to a real concept, but ranges in various arguments between stories of women, magic, nature, life and death, as well as a nice dedication to the 1969 moon landing. A remembrance of Premoli cannot be missed either with the track "Non Sei Mai Andato Via".
There are seven tracks on the album, while the CD version sees the addition of the bonus track "Clorofilla" in an electric version.
The album opens right with the title track, and female vocals immediately surround the mind as if on a psychedelic dream journey. It is the keyboards that come forward first, bringing ethereal sensations leading to "Universi Paralleli," a piece present only in the digital and CD versions. The movement is roaring, thanks to the electric guitars but also to the scratchy sound of the Hammond in the background. Pleasant is the mood change contained within in the mold of classic Prog in the mode of Orme and small stakes in the world of Pink Floyd.
"Clorofilla" is piano and cello, a ballad with Cristina Lucchini' beautiful voice in the cathedra. The track alone is worth the price of the disc. Alfio Costa is in possession of excellent instrumental technique this comes out in all the compositions, so many seem to be his stylistic reference points, in fact the touch enjoys good personality, listen to the track "Il Ballo D3lla Luna" and you will notice sudden changes confirming what has been said.
In "Bocche D’Ambra”, the 1970s are firmly present, enjoyable especially in the central fringe of the piece, where the electric guitar launches into a Pink Floyd-style solo, broad and airy. The highlight of the entire album is encapsulated in the twenty-minute "Ultimo Viaggio", a pyrotechnic walk between enjoyable melodies and good instrumentals.
Extremely touching is "Non Sei Mai Andato Via”, another little gem on this album devoid of tired moments.
The Prowlers' music is well represented by their covers, generally done with pastel drawings, between delicacy and firmness. Lots of history inside but also freshness, especially inspired by Cristina Lucchini's voice and compositions that are pleasing in harmonies. Give it a listen and you will discover a colorful new world between past and present.  MS



martedì 23 luglio 2024

Moto Armonico

MOTO ARMONICO – Wondering Land
Andromeda Relix
Distribuzione: Ma.Ra.Cash
Genere: Metal Progressive
Supporto: cd – 2023




La musica Metal Progressive si presta bene a tematiche fantasy, le tastiere soprattutto riescono a donare epicità all’insieme, e in questo noi italiani siamo molto bravi. Se torno indietro con la memoria, ricordo i Black Jester nei primi anni ’90, a seguire altri capisaldi come Labyrinth, Eldritch e la lista è davvero estesa, tanto che personalmente ne ho scritto un libro al riguardo, Metal Progressive Italiano (Arcana).
Ma come la musica ci ha insegnato, l’evoluzione è sempre dietro l’angolo, difficilmente si stagna troppo a lungo su certe soluzioni, quindi anche un genere forte come il Metal Progressive si evolve, seppur lentamente. Non soltanto Dream Theater, a questi maestri si aggiungono nel tempo altri sperimentatori, come Pain Of Salvation, Shadow Gallery, Neal Morse Band che a loro volta apportano freschezza e nuove soluzioni. Tutto questo fa anche parte del bagaglio culturale della band Moto Armonico.
Si formano nel 2010 per volere del chitarrista Uccio Ghezzer per poi debuttare due anni dopo con l’album omonimo. Subiscono nel tempo diversi avvicendamenti al microfono, mentre il secondo album “Down To Timavo” vede luce nel 2014. Partecipano a diversi contest, vincendo sempre nel 2014 la quinta edizione del “Tregnago Rock Contest”. Passano un lungo periodo d’incertezze per poi giungere finalmente ai giorni nostri con la formazione attuale composta da Uccio Ghezzer,
Chistian Pasin (tastiere), Giampi Tomezzoli (basso), Marco Beso (Forever Deep, Real Illusion) alla batteria e dal cantante Andrea Vilardo (Blind Golem).
“Wondering Land” è il nuovo album con nove tracce e una bonus track, in cui si alternano ospiti come Flavio Caricasole (voce), Fabio Varalta (chitarra) e il batterista della band Stargate Isacco Dalle Pezze.
Il disco si presenta curato anche nell’artwork, grazie ai disegni di Elisa Granzarolo, sposando in pieno la causa del concept basato su una storia fantasy scritta da Annamaria Ferrari.
L’immancabile “Intro” prepara l’ascolto a penetrare nel contesto fra tastiere, ritmiche imponenti e tanta enfasi, fino a spaziare in un mid tempo supportato dalla chitarra elettrica impegnata in un assolo Neo Prog sostenuto. E’ la staffetta per “Wondering Land”, vetrina per la buona prova vocale di Vilardo, che senza strafare interpreta al meglio le armonie sopra una base prossima al mondo più pacato dei Dream Theater. I giochi si fanno seri negli undici minuti di “Unexpected Windy Week (Waves)”, il pezzo potrebbe benissimo risiedere in quel monumentale lavoro sempre del teatro dei sogni intitolato “Metropolis Pt. 2: Scenes From A Memory”, qui il cantato tenta alte vette. Strumentalmente la band viaggia all’unisono, fra ritmi spezzati, tempi dispari e cambi umorali, il tutto come ingranaggi perfettamente oliati. Grazie alle tastiere di tanto in tanto fanno capolino anche gli anni ’70. Un intro stile Queensryche primo periodo, apre “Mrs Herridan” mettendo in luce la capacità di scrittura della band grazie a melodie gradevoli miste a una giusta tecnica strumentale. Il pianoforte di Pasin porge una tregua in “Resembling King Arthur”, così la chitarra elettrica che si propone in un assolo delicato e ricco di patos. Ma in un attimo si ha subito la sensazione di vedere volare sopra le nostre teste un drago, il merito spetta ai quasi dieci minuti di “The Dragons From The East”. “Skin As Snow” è energica grazie alla batteria di Dalle Pezze, una canzone in questo caso più Metal che Prog, anche per il coro che la supporta. Ancor più sostenuta “The Weapons Against The Giants” cantata da Caricasole, e qui la tecnica strumentale è decisamente elevata. Il concept si conclude con la mini suite di quindici minuti intitolata “Just Three Words”, i Moto Armonico gridano al mondo la qualità del nostrano Metal Prog, senza compromessi. La bonus track è la pianistica “Evax’s Letters To Tiberius (Epistola Quae Evax Arabie MistTiberio Imperatori)”, aria con voce narrante di Paola Compostella in lingua latina.
Nulla da aggiungere, solo da costatare che “Wondering Land” è davvero un moto armonico. MS





Versione Inglese:


MOTO ARMONICO - Wondering Land
Andromeda Relix
Distribution: Ma.Ra.Cash
Genre: Progressive Metal
Support: cd - 2023


Progressive Metal music lends itself well to fantasy themes, the keyboards especially manage to give epicness to the whole, and in this we Italians are very good. If I go back with my memory, I remember Black Jester in the early 90s, followed by other cornerstones like Labyrinth, Eldritch and the list is really extensive, so much so that I personally wrote a book about it, Metal Progressive Italiano (Arcana).
But as music has taught us, evolution is always around the corner, hardly stagnating too long on certain solutions, so even a genre as strong as Progressive Metal evolves, albeit slowly. Not only Dream Theater, these masters are joined over time by other experimentalists, such as Pain Of Salvation, Shadow Gallery, Neal Morse Band, who in turn bring freshness and new solutions. All this is also part of the Moto Armonico band's cultural background.
They formed in 2010 at the behest of guitarist Uccio Ghezzer and then debuted two years later with their self-titled album. They undergo several changes on the microphone over time, while the second album "Down To Timavo" sees the light of day in 2014. They participate in several contests, always winning the fifth edition of the "Tregnago Rock Contest" in 2014. They pass a long period of uncertainty before finally reaching the present day with the current lineup consisting of Uccio Ghezzer,
Chistian Pasin (keyboards), Giampi Tomezzoli (bass), Marco Beso (Forever Deep, Real Illusion) on drums and singer Andrea Vilardo (Blind Golem).
"Wondering Land" is the new album with nine tracks and a bonus track, featuring guests such as Flavio Caricasole (vocals), Fabio Varalta (guitar) and Stargate band drummer Isacco Dalle Pezze.
The album is also neat in its artwork, thanks to Elisa Granzarolo's drawings, fully espousing the cause of the concept based on a fantasy story written by Annamaria Ferrari.
The unfailing "Intro" prepares the listener to penetrate into the context between keyboards, imposing rhythms and a lot of emphasis, until ranging into a mid tempo supported by the electric guitar engaged in a sustained Neo Prog solo. That's the relay for "Wondering Land", a showcase for Vilardo's good vocal performance, who without overdoing it interprets harmonies to the best of her ability over a base close to the quieter world of Dream Theater.
The games get serious in the eleven minutes of "Unexpected Windy Week (Waves)", the piece might as well reside in that monumental work always from the theater of dreams entitled "Metropolis Pt. 2: Scenes From A Memory", here the singing attempts high heights. Instrumentally, the band travels in unison, between broken rhythms, odd tempos and mood changes, all like perfectly oiled gears. Thanks to the keyboards the 70s also peep in from time to time. An early Queensryche-style intro opens "Mrs Herridan" highlighting the band's writing ability through pleasing melodies mixed with proper instrumental technique. Pasin's piano provides a respite in "Resembling King Arthur", so does the electric guitar, which comes through in a delicate solo full of pathos. But in an instant one has the feeling of seeing a dragon flying over our heads, credit to the nearly ten minutes of "The Dragons From The East". "Skin As Snow" is energetic thanks to Dalle Pezze's drums, a song in this case more Metal than Prog, not least because of the supporting chorus. Even more sustained is "The Weapons Against The Giants" sung by Caricasole, and here the instrumental technique is definitely high.
The concept concludes with the fifteen-minute mini-suite titled "Just Three Words", Moto Armonico shouts to the world the quality of our own uncompromising metal prog. The bonus track is the pianistic "Evax's Letters To Tiberius (Epistola Quae Evax Arabie MistTiberio Imperatori)", an aria with narrated voice by Paola Compostella in Latin.
Nothing to add, only to note that "Wondering Land" is indeed a harmonic motion. MS
 
 



sabato 20 luglio 2024

Gayle Ellett & The Electromags

GAYLE ELLETT & THE ELECTROMAGS – Friends
PeacockSunrise Records
Genere: Eclectic Prog
Supporto: Digital /CD – 2023




Come accade per un libro, un disco resta un buon amico su cui porre la tua fiducia, ed è sempre lì dove lo hai collocato, anche per anni… E ti aspetta, non ti tradisce mai. Da ciò traggo una lezione, la musica va goduta lentamente, con un ascolto fatto al momento giusto e con lo stato d’animo altrettanto giusto. Non sempre si ha la necessità di ascoltare musica di sottofondo con un frugale e distratto ascolto, capita a volte che ci si debba concentrare per capire al meglio le sensazioni che si provano.
Altresì ci sono stili sonori che sembrano non avere tempo, non facili da collocare in un periodo ben definito della nostra vita. Non so se vi è capitato mai di ascoltare la musica degli americani Djam Karet, una band molto prolifica e tecnicamente preparata, influenzata principalmente da gruppi come King Crimson o Ozric Tentacles, questa ha nelle righe il chitarrista e polistrumentista Gayle Ellett.
Durante il periodo del lockdown, Ellett si sofferma spesso sul terrazzo a suonare la chitarra e guardare al cielo, e questo mi riallaccia al preambolo del discorso, serve pazienza nel poter godere a pieno di una cosa, in questo caso è (come dicevano le nostre Orme) uno sguardo verso il cielo, dove la nostra esistenza si sofferma nella consapevolezza dell’immenso e dell’infinitamente piccolo.
Gayle Ellett & The Electromags è un progetto che con “Friends” giunge al secondo suggello, dopo “Shiny Side Up” e nasce con l’intento di unire più amici da tutte le parti del globo, questo grazie alla tecnologia moderna che si può utilizzare da casa senza uscire allo scoperto. Ellett, con di base Craig Kahn (batteria) e Mark Cook (basso), mette in contatto ben ventidue musicisti, fra i quali spiccano membri di Baraka (Giappone), Minimum Vital (Francia), Aisles (Cile), Electric Swan (Italia), Shylock (Francia), Edhels (Monaco) e California Guitar Trio (USA). In una sorta di staffetta di file, le canzoni si riempiono come in una grandissima jam session e il risultato finale formato da tredici tracce, viene intitolato “Friends”.
L’ Hammond B3 si lancia spesso in passaggi allegri durante lo svolgimento dei brani, come nel caso di “Viewer Discretion Advised”, in cui il dialogo con la chitarra di Ted Price è coinvolgente. Le parti ritmiche sono la base su cui gli artisti sono partiti, dunque il loro ruolo è di vitale importanza per il risultato finale, ecco dunque un altro esempio di buona jam nel brano “The Many Moods”, con Brian Chapman alla chitarra. Maggiormente ponderata “Valencia”, per poi ritornare verso un ritmo maggiormente sostenuto, quello di “It’s All San Andreas’ Fault” che vede come ospiti Marc Ceccotti e Joee Corso.
Tuttavia dall’ascolto generale si evincono non soltanto le jam ma anche la volontà di comporre brani veri e propri in cui la ricerca della composizione non passa di certo in secondo piano, come nel caso di “TransPacific Highway” con l’apporto di Issei Takami e Shin Ichikawa dei Baraka. Tanta storia fra le note di “Splitting Hairs”, ad apportarla è la chitarra elettrica di Dudley Taft, così il discorso è analogo per “Maximum Connection” che vedono Thierry Payssan, Bill Polits e Aquiles Magaña dialogare con i loro strumenti in un brano prossimo al Progressive Rock. Il sound sudista di “Three Parsecs From Tucson” con Carl Weingarten, Walter Whitney e David Udell è gradevole a tal punto che quattro minuti sembrano durare la metà. Il Blues con influenza Funk sale in cattedra grazie a “Maria’s Lakeside Drive “ e Barry Cleveland. Seguono “Guitar City “ con Paul Richards, “ Sons Of Sebastien” con Lucio Calegari, German Vergara e Juan Pablo, “Bueno Sanga” con Alvarez Ortega Bianchi e Jim Crawford, e la conclusiva “1960 Ocean Front Walk” con Frederic L'Epee, tutti brani dall’ascolto piacevole oltre che ricercato.
“Friends” è uno spaccato di quello che è stata la nostra società musicale nei tempi di reclusione forzata dovuta al Coronavirus, anche un momento per riflettere e capire che l’uomo non può fare mai a meno della musica, ma soprattutto del contatto umano. Un esempio. MS 





Versione Inglese:

GAYLE ELLETT & THE ELECTROMAGS - Friends
PeacockSunrise Records
Genre: Eclectic Prog
Support: Digital /CD - 2023


As with a book, a record remains a good friend to put your trust in, and it's always there where you've placed it, even for years--and it waits for you, never betrays you. I take a lesson from this, music should be enjoyed slowly, with listening done at the right time and with the right state of mind as well. One does not always have the need to listen to background music with frugal and distracted listening, it happens sometimes that one has to concentrate to better understand the feelings one is experiencing.
Likewise, there are sound styles that seem timeless, not easy to place in a well-defined period of our lives. I don't know if you have ever listened to the music of the Americans Djam Karet, a very prolific and technically trained band, mainly influenced by bands like King Crimson or Ozric Tentacles, this one has guitarist and multi-instrumentalist Gayle Ellett in the lines.
During the lockdown period, Ellett often lingers on the terrace playing guitar and looking to the sky, and this brings me back to the preamble of the talk, patience is needed in being able to fully enjoy a thing, in this case it is (as our Orme used to say) a gaze to the sky, where our existence lingers in awareness of the immense and the infinitely small.
Gayle Ellett & The Electromags is a project that with “Friends” reaches its second seal, following “Shiny Side Up”, and was born with the intention of uniting more friends from all parts of the globe, this thanks to modern technology that can be used from home without going out in the open. Ellett, based on Craig Kahn (drums) and Mark Cook (bass), connects as many as twenty-two musicians, including members of Baraka (Japan), Minimum Vital (France), Aisles (Chile), Electric Swan (Italy), Shylock (France), Edhels (Monaco) and California Guitar Trio (USA). In a kind of file relay, the songs fill up as in a huge jam session and the final result consisting of thirteen tracks, is titled “Friends.”
The Hammond B3 often launches into upbeat passages as the songs unfold, as in the case of “Viewer Discretion Advised,” in which the dialogue with Ted Price's guitar is engaging. The rhythm parts are the basis on which the artists started, so their role is vital to the final result, so here is another example of a good jam in the track “The Many Moods”, with Brian Chapman on guitar. More thoughtful “Valencia”, then back toward a more sustained rhythm, that of “It's All San Andreas' Fault,” featuring guests Marc Ceccotti and Joee Corso.
However, the general listening reveals not only the jams but also the willingness to compose real songs in which the search for composition certainly does not take a back seat, as in the case of “TransPacific Highway” with the contribution of Issei Takami and Shin Ichikawa of Baraka. Lots of history among the notes of “Splitting Hairs,” bringing it is the electric guitar of Dudley Taft, so the discourse is similar for “Maximum Connection” that see Thierry Payssan, Bill Polits and Aquiles Magaña conversing with their instruments in a song close to Progressive Rock. The Southern sound of “Three Parsecs From Tucson” featuring Carl Weingarten, Walter Whitney and David Udell is enjoyable to the point that four minutes seems to last half as long. Funk-influenced Blues takes the stage thanks to “Maria's Lakeside Drive ” and Barry Cleveland. This is followed by “Guitar City ‘ with Paul Richards, ’ Sons Of Sebastien” with Lucio Calegari, German Vergara and Juan Pablo, “Bueno Sanga” with Alvarez Ortega Bianchi and Jim Crawford, and the concluding “1960 Ocean Front Walk” with Frederic L'Epee, all enjoyable as well as refined listening tracks.
“Friends” is a glimpse of what our musical society was like in the days of forced confinement due to the Coronavirus, also a moment to reflect and understand that man can never do without music, but especially human contact. Example. MS