CUBO DI RUBIK - U.P
TSCK Records / Produzioni Dal Basso
Genere: Post Prog Moderno
Supporto: cd / Digital – 2024
Quante
volte abbiamo rivolto lo sguardo al cielo e abbiamo pensato di non essere soli.
Questa vastità riesce a incuterci timore e spesso a farci sentire piccoli oltre
che inutili. L’uomo ha subito nei millenni il fascino del creato, spesso
affibbiandogli un significato spirituale, perché dove la mente non concepisce,
subentra sempre qualcosa di soprannaturale. L’argomento è spesso trattato in
composizioni musicali, specie nel Rock e anche in quello Progressivo, basti
pensare alle Orme di “Felona E Sorona”, oppure ai dischi dell’Olandese Lucassen
con il progetto Ayreon, Star One e Ambeon, agli Yes, e poi viaggi lisergici
veri e propri attraverso band come Pink Floyd o Hawkwind e molti altri ancora.
Generalmente sono composti concept album veri e propri, come nel caso dell’esordio
della band di Parma Cubo Di Rubik. Grazie ad una campagna di Crowdfunding, il
progetto vede prendere forma lentamente nel tempo, sino giungere al risultato
di “U.P.”.
I
Cubo Di Rubik sono formati da Nicola Denti alla chitarra, Salvatore Bazzarelli
alle tastiere, Leonardo Cavalca alla batteria e Marilena Montarone al basso, tutti
musicisti preparati che vantano collaborazioni con artisti del calibro di
Cristiano De Andrè, Maurizio Solieri, Eugenio Finardi, Mogol, Custodie
Cautelari, Aida Cooper, Federico Poggipollini, Eric Burdon.
Così
si legge dai dati biografici tratti da Gruppi Emergenti: “La compagnia di
giochi CDR Corporation sta testando il gioco MultiverX che permette di fare
viaggiare le persone attraverso universi paralleli. Ernő è un uomo ricco,
rimasto solo, annoiato e rassegnato; ha perso ogni tipo d’interesse verso la
vita e decide di fare da cavia per MultiverX. Attraverso la macchina XC820
viene aperto un cunicolo spazio temporale e il suo corpo viene trasportato in
un’altra dimensione.
Qualcosa
però va storto: la compagnia perde subito i contatti con Ernő ed egli rimane
intrappolato in un mondo parallelo, dove regna desolazione e distruzione.
Ernő
così parte alla scoperta della terra ignota in cui è stato catapultato, così
diversa da quello che gli era stato promesso di trovare. Ritrova nel nuovo
mondo ancora la fabbrica della CDR Corporation e riutilizza la macchina XC820
per viaggiare in un altro universo. Da qui comincia la sua avventura per
tentare di tornare da dove è partito, ritrovandosi però ogni volta in un
universo parallelo differente. Un viaggio estenuante che durerà molti anni,
fino al momento in cui Ernő si risveglierà nel suo letto, nella sua casa, nella
sua terra. Tutto come prima, nemmeno il tempo sembrerà essere passato… realtà o
illusione?".
“U.P.”
è composto di otto capitoli ed è accompagnato da un libretto in cui ci sono
anche le foto a cura di Silvia Saponaro, mentre il disegno in copertina è di Lalas
Milla.
Trattandosi
di argomento spaziale, il suono (ben registrato agli Studio Tartini5 di Parma
da Fausto Tinello), non disdegna l’elettronica, anche se di base è il Rock a
prevalere, grazie a buoni assolo di chitarra e una ritmica ben oliata. Nell’iniziale
“MultiverX” le influenze vanno dai Porcupine Tree ai Transatlantic, uno
strumentale sia tecnico che proporzionato a un andamento orecchiabile. Nella
breve e tastieristica “XC820”, il protagonista si sente viaggiatore solitario
in un mondo dimenticato ricoperto di cristalli, ed è con “Sic Mundus Creatus
Est” che le atmosfere cominciano a essere più elettriche. Gli strumenti occupano
il posto delle parole e ben descrivono le scene che appaiono avanti ai nostri
occhi dettate dalla fantasia durante l’ascolto.
Tutto
l’album strumentale è ricco di cambi di tempo e passaggi solo a tratti
articolati e prosegue con qualità senza momenti di stanca. Di certo è un disco
che potrà interessare anche agli amanti del Prog Metal e dei suddetti Porcupine
Tree periodo “Deadwing”. Complimenti alla band, una bella sorpresa che va a impreziosire
ulteriormente il panorama Progressivo italiano. MS
Versione Inglese: