MACROSCREAM - Macrophonix
AltrOck / Ma.Ra.Cash Records
Genere: Progressive Rock
Supporto: cd / Bandcamp – 2024
Lasciatemi
subito dire che il Progressive Rock in Italia sta subendo una mutazione rivolta
a uno stile moderno e distaccato rispetto ai canonici anni ’70. Ovviamente
questo non vale per tutti i gruppi, rimane sempre uno zoccolo duro che stagna in
quel sound tanto caro ai fans di prima data, e questo comunque non è un fatto
negativo, anzi, le tradizioni, come si dice in gergo, vanno sempre rispettate.
Poi ci sono band che mantengono i piedi su due staffe, ossia fra passato e
presente, quelle che personalmente definisco “in mutazione”. Cambiano i tempi,
le mode, la tecnologia e la società, quindi il Rock essendo specchio del
momento, si muove di conseguenza. Questo può piacere o meno, ma è nella
naturale evoluzione delle cose, e non vale soltanto per la musica.
Nel
2001 a Roma nasce il progetto Macroscream, per volere del bassista e cantante
Alessandro Patierno, questo per passione nei confronti del Progressive Rock
prettamente anni ’70. Servono tuttavia molti anni prima che la band si
stabilizzi e dia luce a “Sisyphus” (2012), un disco in cui trapela tutta la
passione dei musicisti che si lanciano anche in brani suite, come da tradizione
progressiva. Nel 2016 è la volta di “Macroscream”, album apprezzato soprattutto
dalla critica e che mette la band sotto i riflettori di un pubblico più vasto.
Per questo oggi aleggiano attese riguardo al nuovo “Macrophonix”. In questo
lasso di tempo all’interno del gruppo avvengono avvicendamenti che contribuiscono
a dare un sound più diretto e meno sinfonico rispetto ai lavori precedenti. Le
lunghe suite lasciano il passo a brani più sintetici, conservando tuttavia la
vena anni ’70 seppur infarcita di nuove tendenze. La nuova formazione vede
sempre Alessandro Patierno coadiuvato dal tastierista Davide Cirone, a seguire
i nuovi innesti Daniele Pulcini alla chitarra elettrica, Giacomo Liò alla
batteria e Giovanni Saulini alla voce solista.
La
Medusa (figura mitologica greca) rappresentata in copertina con dei connettori
jack per capello al posto dei famosi serpenti, lascia intendere un percorso
multiplo, forse inquietante visto lo sguardo di ghiaccio del volto, per
scoprirlo non resta che addentrarsi nelle dieci canzoni che compongono l’album.
“Inside
The Tunnel” è l’intro dalle caratteristiche psichedeliche dettate dalle
abbondanti tastiere che immergono lo stato d’animo nel giusto contesto, qui sembra
di trovarsi faccia a faccia con questo volto di Medusa. E’ con “First Step” che
si entra a pieno titolo nell’ascolto che denota immediatamente il succitato intento
di esprimere un Rock diretto pur mantenendo le influenze del passato grazie all’uso
dell’Hammond. Il pezzo è orecchiabile e godibile soprattutto nella fase
centrale in cui le coralità disegnano intriganti passaggi assieme ai cambi di
tempo. Il basso apre “Sand Dunes”, canzone inizialmente ricercata oltre che
intimista, per poi lanciarsi in un contesto altamente Progressive Rock. Uno
strumentale che mette in luce le capacità sia tecniche che compositive della
band. Ritmo Funk per “Follow Me Down”, questo mette in evidenza la cultura
ampia nel contesto di questi strumentisti. Tutto scorre liscio come l’olio, tra
frangenti divertenti e altri più complessi. In evidenza la title track, la bellissima
“Standing On A Miracle” e la Rock “Road To The East”, canzone più lunga del
disco attraverso nove minuti abbondanti di cambi di tempo.
“Macrophonix”
evidenzia tutte le capacità e la volontà del gruppo di fuoriuscire da un modus
operandi stantio, arricchendo la musica Prog con nuove idee derivanti da un mix
di generi cuciti fra loro da eleganti assolo fra chitarra elettrica e tastiere.
Il passato dunque è assorbito e metabolizzato, poi ci pensa la personalità a
giocare con il pentagramma, apportando freschezza e buone soluzioni vocali,
anche per merito di Giovanni Saulini. Un disco maturo da gustare con
tranquillità. MS
Versione Inglese:
MACROSCREAM - Macrophonix
AltrOck / Ma.Ra.Cash Records
Genre: Progressive Rock
Support: cd / Bandcamp - 2024
Let me immediately say that Progressive Rock in Italy
is undergoing a mutation aimed at a modern style detached from the canonical
70s. Obviously this does not apply to all bands, there always remains a hard
core that stagnates in that sound so dear to early fans, and this however is
not a negative fact, on the contrary, traditions, as they say in the jargon,
should always be respected. Then there are bands that keep their feet in two
stirrups, that is, between the past and the present, those that I personally
call "mutating." Times, fashions, technology and society change, so
Rock being a mirror of the moment, moves accordingly. You may or may not like
this, but it is in the natural evolution of things, and it does not only apply
to music.
In 2001 the Macroscream project was born in Rome, at
the behest of bassist and vocalist Alessandro Patierno, this out of a passion
towards purely 70s Progressive Rock. However, it takes many years before the
band stabilizes and gives birth to "Sisyphus" (2012), an album in
which all the passion of the musicians leaks out and they also launch into
suite songs, as per progressive tradition.
In 2016 it was the turn of "Macroscream", an
album that was mostly appreciated by critics and put the band in the spotlight
of a wider audience. Therefore, today hovers expectations about the new
"Macrophonix". During this time within the band, changes occur that
contribute to a more direct and less symphonic sound than in previous works.
The long suites give way to more synthetic tracks, yet retaining the 70s vein
albeit infused with new trends. The new lineup still sees Alessandro Patierno
assisted by keyboardist Davide Cirone, followed by new additions Daniele
Pulcini on electric guitar, Giacomo Liò on drums and Giovanni Saulini on lead
vocals.
The Medusa (a Greek mythological figure) depicted on
the cover with hair jacks instead of the famous snakes, hints at a multiple
path, perhaps unsettling given the icy look on her face, to find out all one
has to do is delve into the ten songs that make up the album.
"Inside The Tunnel" is the intro with
psychedelic characteristics dictated by the abundant keyboards that immerse the
mood in the right context, here it seems to be face to face with this face of
Medusa.
It is with "First Step" that one enters
fully into the listening experience that immediately denotes the aforementioned
intent to express straightforward Rock while retaining past influences through
the use of Hammond. The piece is catchy and enjoyable especially in the middle
phase where choruses draw intriguing passages along with tempo changes. The
bass opens "Sand Dunes", a song that is initially searching as well
as intimate, then launches into a highly Progressive Rock context. An
instrumental that showcases both the technical and compositional skills of the
band. Funk rhythm for "Follow Me Down", this highlights the broad
culture in the context of these instrumentalists. Everything flows smoothly
between fun bangs and more complex ones. Highlights include the title track,
the beautiful "Standing On A Miracle", and the rock "Road To The
East", the longest song on the record through nine copious minutes of
tempo changes.
"Macrophonix" highlights all the band's
abilities and willingness to break out of a stale modus operandi, enriching
Prog music with new ideas derived from a mix of genres stitched together by elegant
solos between electric guitar and keyboards. The past therefore is absorbed and
metabolized, then personality takes care of playing with the staff, bringing
freshness and good vocal solutions, also thanks to Giovanni Saulini. A mature
record to be enjoyed quietly. MS
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