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venerdì 2 agosto 2024

Twenty Four Hours

TWENTY FOUR HOURS – Rubbish
Autoproduzione
Genere: Rock Progressive
Supporto: Digital / vinile – 2024




Oggi come oggi, il mondo della realizzazione musicale è quasi alla deriva, se non esistono persone che investono su nuovi artisti, questi in qualche maniera devono autoprodursi con escamotage, in quanto le spese sono davvero proibitive, a meno che si limitino a uscite soltanto in formato digitale.
Se poi aggiungiamo una dura gavetta alle spalle, allora si può sostenere che il suddetto artista è davvero intenzionato a dire qualcosa d’importante, oltre che palesare un amore viscerale per la musica. Una scappatoia intrapresa da alcuni di loro è quella del crowdfunding, ed è anche il caso dei Twenty Four Hours, band dei fratelli Lippe, Marco (batteria) e Paolo (voce, sintetizzatori). Con loro suonano Antonio Paparelli (chitarra solista), Paolo Sorcinelli (basso), Ruggero Condò (sassofoni), Gìo Lombardi (chitarra solista), e in alcuni brani Elena Lippe, voce e autrice dei testi.
La band si forma a Bari nel 1985, età degli studi universitari, ma le vicissitudini della vita portano i componenti a prendere differenti strade. Oggi Fano nelle Marche, dove Paolo lavora come medico ospedaliero, sembra essere la sede di registrazione. La loro carriera nel tempo non è stata semplice, tuttavia i Twenty Four Hours hanno saputo farsi apprezzare soprattutto dalla critica di settore, mettendo in tavola le carte del Prog anni ’70 con una chiave di lettura moderna.
Sette gli album in studio rilasciati a testimonianza di una robusta vena artistica ispirata.
Il crowdfunding è dunque servito per realizzare “Rubbish”, un album ibrido, fra cover, pezzi riediti e improvvisazioni in studio. Le cover riguardano i Pink Floyd con il brano “Careful With That Axe Eugene”, e i Tuxedomoon con “59 To 1”. La cosa curiosa è che su richiesta degli artisti, i donatori volontari hanno avuto la possibilità di consigliare sia l’artwork che accompagna il supporto sonoro, sia suggerire scelte di arrangiamento e mixaggio.
Il disco inizia con “Harold And Maps”, brano in cui le chitarre rimandano a passaggi elettrici in stile Steve Hackett (Genesis) su una ritmica dal sentore Jazz, rafforzata dagli interventi del sax di Pinkfloydiana memoria. Del brano la band realizza un video.
Segue la title track “Rubbish” dove undici minuti sembrano volare per quanto si è colpiti da materiale proveniente da diverse epoche e stili. Il brano è storico, uno di quelli che era suonato live dalla band negli anni ’80. Si possono ascoltare le registrazioni su Bancamp, nell’album “Onyx Marker”. Il lato A del vinile si chiude con “I Creatori Del Danno”, intriso di psichedelia e una prestazione vocale recitata più che cantata. Qui passaggi di tastiere richiamano alla mia memoria le nostrane Orme, ma anche del Neo Prog, mentre le arie lievi lasciano spazio ad ampi scenari bucolici. La ciliegina sulla torta è l’assolo di chitarra finale.
Dopo il rito del voltaggio vinilico sul piatto (per chi ancora possiede un giradischi, gli altri non sanno cosa si perdono), il lato B inizia con una versione di “Careful With That Axe Eugene” strepitosa, in quanto i Twenty Four Hours non si limitano a fare il verso ai Pink Floyd, bensì fanno proprio il pezzo e lo arricchiscono con un gran solo di sassofono. Di per se il brano vale il prezzo del disco. Consigliato l’ascolto ad alto volume. La seconda cover è la nominata “59 To 1”, così il discorso diventa equivalente.
In chiusura c’è “Sand Veil Groove”, ricca di effetti elettronici e rimandi al mondo arabo, tutto questo mostra una cultura musicale dei componenti a tutto tondo.
“Rubbish” è un disco che fa comprendere il significato di amare la musica, non bisogna soltanto saperla suonare, ma anche rispettare. Missione compiuta. MS





Versione Inglese:



TWENTY FOUR HOURS - Rubbish
Self-production
Genre: Progressive Rock
Support: Digital / Vinyl - 2024


In this day and age, the world of music making is almost adrift, if there are no people investing in new artists, they somehow have to self-produce by contrivance, as the expenses are really prohibitive, unless they limit themselves to digital-only releases.
If we then add a tough gavetta behind him, then it can be argued that the said artist is really intent on saying something important, as well as manifesting a visceral love for music. One loophole taken by some of them is crowdfunding, and this is also the case with Twenty Four Hours, a band of the Lippe brothers, Marco (drums) and Paolo (vocals, synthesizers). Playing with them are Antonio Paparelli (lead guitar), Paolo Sorcinelli (bass), Ruggero Condò (saxophones), Gìo Lombardi (lead guitar), and in some songs Elena Lippe, vocals and author of the lyrics.
The band formed in Bari in 1985, the age of university studies, but the vicissitudes of life led the members to take different paths. Today Fano in the Marche region, where Paolo works as a hospital doctor, seems to be the recording location. Their career over time has not been straightforward, yet Twenty Four Hours have been able to gain appreciation, especially from industry critics, putting the cards of 1970s Prog on the table with a modern twist.
Seven studio albums released testifying to a robust inspired artistic streak.
Thus, crowdfunding served to make "Rubbish", a hybrid album of covers, re-released pieces and studio improvisations. The covers involve Pink Floyd with the song "Careful With That Axe Eugene", and Tuxedomoon with "59 To 1." What is curious is that at the artists' request, volunteer donors were given the opportunity to recommend both the artwork that accompanies the sound medium and to suggest arrangement and mixing choices.
The album begins with "Harold And Maps", a track in which guitars refer to Steve Hackett (Genesis)-style electric passages over a rhythmic beat with a Jazz feel, reinforced by Pinkfloydian sax interventions. Of the track the band makes a video.
The title track "Rubbish" follows where eleven minutes seem to fly by as much as one is struck by material from different eras and styles. The track is historical, one that was played live by the band in the 1980s. One can hear the recordings on Bancamp, on the album "Onyx Marker". Side A of the vinyl closes with "I Creatori Del Danno", steeped in psychedelia and a vocal performance acted rather than sung. Here keyboard passages call to my memory our own Orme, but also some Neo Prog, while the light tunes give way to broad bucolic scenery. The icing on the cake is the final guitar solo.
After the ritual of turning the vinyl voltage on the platter (for those who still own turntables, the others don't know what they're missing), the B-side begins with a version of "Careful With That Axe Eugene" that is resounding, in that Twenty Four Hours don't just go all Pink Floyd on us, they make the song their own and enhance it with a great saxophone solo. In itself, the track is worth the price of the disc. Recommended listening at high volume. The second cover is the nominated "59 To 1", so the talk becomes equivalent.
Closing is "Sand Veil Groove", full of electronic effects and references to the Arab world, all of which shows a well-rounded musical culture of the components.
"Rubbish" is a record that makes one understand the meaning of loving music, one must not only know how to play it, but also respect it. Mission accomplished. MS



 

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