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venerdì 31 gennaio 2014

Osta Love

OSTA LOVE – Good Morning Dystopia
Progressive Promotion Records
Genere: Progressive Psichedelico/Post Rock
Supporto: cd – 2013



Non nascondo che alla visione dell’artwork di “Good Morning Dystopia” a prima sensazione mi sono venuti alla mente i Mars Volta, ma non centrano quasi nulla. La musica dei berlinesi Osta Love ha a che fare più con la Psichedelia Pinkfloydiana e la nuova tendenza Porcupine Tree che altro. Si parla di debutto, in realtà non è del tutto così, nel 2011, solo on line e dunque in download, con “Colours”.
Gli Osta Love sono un duo composto da amici d’infanzia, Tobias Geberth (voce, chitarra, basso, tastiere) e Leon Ackermann (batteria). Nel percorso dell’album composto da dieci tracce, si coadiuvano di musicisti aggiuntivi come Florian Hauss (in “Red Sky”) al piano, Gregor Nicolai (in “Fragile Freedom”) al basso e Sarah Gretsch (in “Alaska”) alla voce. Questo dunque non è un album Progressive per come lo si intende generalmente fra sinfonie e vintage, infatti mancano anche le suite, bensì gli artisti prediligono la formula canzone relegata all’enfasi delle atmosfere, spesso eteree e trascinate.
“Prologue” apre mettendo subito in evidenza le intensioni con tutti i mezzi a disposizione, ascoltare le chitarre è quantomeno esplicativo. Anche il cantato impassibile resta una prerogativa prettamente Pinkfloydiana, la si evince in “Fragile Freedom”, canzone con buone soluzioni tastieristiche di supporto. “Alienation” si accosta più allo stile della band di Steven Wilson, anche per la voce filtrata. In “Subway” il motivo è intrigante, sicuramente a portata di orecchio per tutti, senza troppe complicazioni, abbastanza lineare, in certi frangenti mi ricordano alcuni tentativi anni ’80 di Alan Parson. Il discorso cambia di poco nella successiva “Red Sky” e ritornano i Pink Floyd in maniera più evidente nelle melodie di “Insomnia”.
In “Guards” sonorità eteree si alternano a chitarre più vigorose in una sorta di schiaffo o bacio, una canzone che si lascia ricordare anche per l’incedere del ritmo da “The Wall”. “Alaska” è fra le mie preferite, gli arrangiamenti mi convincono di più, l’arpeggio di chitarra alla Hackett sfocia in un andamento Psichedelico con tanto di echi annessi, da farmi tornare con la mente agli anni ’70.
“Shine” scorre via senza pregi o difetti, mentre la conclusiva “Epilogue” mostra i muscoli, i suoni sono più corali e l’enfasi cresce inesorabilmente.
I Pink Floyd ed i Porcupine Tree hanno fatto una serie di proseliti incredibile, questo non mi dispiace, perché in fondo stiamo parlando di sensazioni e di emozioni forti, quelle della mente. Musica per la mente quindi e per stare bene con se stessi, da ascoltare ad alto volume e pertanto grazie anche agli Osta Love, una nuova realtà che sono certo anche in futuro ne farà ascoltare delle belle, consiglio loro soltanto di lavorare di più sulla personalità. (MS)

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