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venerdì 18 ottobre 2024

DGM

DGM – Endless
Frontiers Music
Genere: Metal Prog / Progressive Rock
Supporto: cd / lp – 2024







Se una band realizza nel corso della sua esistenza la bellezza di dodici album in studio, un motivo valido c’è sicuramente. L’ex band di Titta Tani inizia il cammino discografico nel 1997 attraverso un Power Prog Metal con influenze Symphony X, Dream Theater e Vanden Plas, per poi mutare nel tempo, sino a giungere oggi a un sound sempre energico, ma tecnicamente più raffinato e incline ai tempi dispari. Mutata anche la formazione che oggi vede Mark Basile alla voce, Simone Mularoni alle chitarre, Emanuele Casali alle tastiere e flauto, Andrea Arcangeli al basso e Fabio Constantino alla batteria.
“Endless” è per i DGM il primo concept album, dove la storia ruota attorno ad un dubbio che ci assale molto spesso nel corso della nostra esistenza, ossia cosa sarebbe potuto accadere se avessimo preso decisioni differenti nella vita, e quali ne sarebbero state le conseguenze?
Che il sound dei DGM è maturato e si è smussato, lo s’intuisce immediatamente dalle prime note di “Promises”, un inizio inconsueto per la band incentrato sul connubio chitarra classica e voce, quella splendida di Basile. Addirittura si può apprezzare un flauto, quello di Emanuele Casali. Trapela nelle note un retrogusto vintage, dettato probabilmente da ascolti di band come Genesis e Yes su tutte. Ed è già sorpresa, in quanto la vigorosità delle chitarre bene si alterna a passaggi più complessi di matrice Prog Rock.
Non cala la qualità, anzi, il singolo “The Great Unknown”, di cui esiste anche il video, alza il tiro facendo il verso agli americani Spock’s Beard e ciò la dice lunga sulla qualità melodica e tecnica del pezzo supportato dal violino di Gabriele Boschi dei Winterage. Molto ricercate le coralità.
Le sorprese non finiscono mai, “The Wake” sostiene nuovamente la pienezza dei suoni, ma racconta un’evoluzione differente, se si ascolta bene il riff della chitarra elettrica non possono che venire alla memoria gli Opeth.
“Solitude” conferma il cambio di rotta dei DGM proponendo un brano composto da Emanuele Casali, soffice e armonioso, dove ancora una volta fa presenza di se il flauto. Il pezzo potrebbe benissimo risiedere nella discografia degli olandesi Ayreon.
Dove la band si esprime meglio, in senso d’intesa, tuttavia è il terreno Power Prog e ci pensa quindi “From Ashes” a pigiare sull’acceleratore.
“Final Call” è quantomeno divertente, potente e melodica al punto giusto con un ritornello alla DGM. Alla metà della durata si spezza l’ascolto con flauto, cambio di tempo e piccole dosi di Porcupine Tree.
In un disco pieno di sorprese non poteva mancare la ballata generalmente non nel DNA della band, ma in questo caso la validità del brano non poteva essere ignorata. Personalmente ci trovo i Dream Theater più melodici. Tutto bellissimo, ma come si dice solitamente, dulcis in fundo, ecco la mazzata conclusiva, “...Of Endless Echoes” è una suite di quasi quindici minuti in cui si respira tutta la musica della band che questa volta ha saputo sorprendermi in maniera eclatante. Le parti orchestrali sono per opera di Ludovico Cioffi dei Delain.
“Endless” è a mio gusto personale uno dei dieci migliori album che ho ascoltato in questo 2024, perché dalla musica cerco proprio questo, la sorpresa (o stupore, chiamatelo come volete), ma soprattutto al termine dell’ascolto qualcosa mi deve rimanere in testa e i DGM ci sono riusciti alla grande! Da avere. MS







Versione Inglese:


DGM - Endless
Frontiers Music
Genre: Metal Prog / Progressive Rock
Support: cd / lp - 2024


If a band makes in the course of its existence the beauty of twelve studio albums, there is surely a good reason. Titta Tani's former band began its recording journey in 1997 through a Power Prog Metal with influences from Symphony X, Dream Theater and Vanden Plas, and then mutated over time, until reaching today a sound that is always energetic, but technically more refined and prone to odd times. Also changed is the lineup that now features Mark Basile on vocals, Simone Mularoni on guitars, Emanuele Casali on keyboards and flute, Andrea Arcangeli on bass and Fabio Constantino on drums.
“Endless” is DGM's first concept album, where the story revolves around a doubt that assails us very often in the course of our existence, namely what might have happened if we had made different decisions in life, and what would have been the consequences?
That DGM's sound has matured and smoothed out is immediately apparent from the first notes of “Promises”, an unusual beginning for the band centered on the combination of classical guitar and voice, Basile's splendid one. Even a flute can be appreciated, that of Emanuele Casali. A vintage aftertaste seeps into the notes, probably dictated by listening to bands like Genesis and Yes above all. And it is already surprise, as the vigor of the guitars well alternates with more complex passages of a Prog Rock matrix.
There is no drop in quality; on the contrary, the single “The Great Unknown”, for which there is also a video, raises the bar by lampooning the Americans Spock's Beard, and this speaks volumes about the melodic and technical quality of the piece supported by the violin of Gabriele Boschi of Winterage. Highly researched choruses.
The surprises never end, “The Wake” again sustains the fullness of the sounds, but it tells a different evolution, if you listen well to the electric guitar riff you can't help but be reminded of Opeth.
“Solitude” confirms DGM's change of course by offering a song composed by Emanuele Casali, soft and harmonious, where once again the flute makes a presence of itself. The piece could well reside in the discography of Dutch Ayreon.
Where the band expresses itself best, in the sense of understanding, however, is the Power Prog terrain, and so “From Ashes” is there to step on the accelerator.
“Final Call” is at least fun, powerful and melodic to the point with a DGM-esque refrain. Halfway through it breaks up the listening with flute, tempo change and small doses of Porcupine Tree.
In an album full of surprises, the ballad generally not in the band's DNA could not be missed, but in this case the validity of the song could not be ignored. Personally, I find Dream Theater more melodic in it. All beautiful, but as they usually say, dulcis in fundo, here is the concluding bang, “...Of Endless Echoes” is a suite of almost fifteen minutes in which all the music of the band breathes, and this time it has managed to surprise me in a resounding way. The orchestral parts are by Ludovico Cioffi of Delain.
“Endless” is in my personal taste one of the ten best albums I have listened to in this 2024, because from music I look for just that, surprise (or astonishment, call it what you want), but above all at the end of the listening something has to stay in my head and DGM have succeeded great! Must-have. MS









 

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