ANUBIS
- The Unforgivable
Bird's
Robe Records
Genere: Neo Prog
Supporto: cd / vinile / Bandcamp
Nel
2024 il Neo Prog prosegue il suo dignitoso cammino verso il futuro, senza mai
fare il passo più lungo della gamba. Fra alti e bassi temporali, il genere
resiste con uscite discografiche abbastanza centellinate ma di buona qualità.
Servono sempre i veterani a dare una spinta di tanto in tanto, come fanno gli
Arena e oggi anche gli australiani Anubis.
La
band di Robert James Moulding (voce, chitarra, basso) e David Eaton (tastiere)
si forma nel 2004 a Sydney e rilascia nel tempo sette album in studio compreso
questo “The Unforgivable”. La band è completata da Douglas Skene (chitarre
elettriche e acustiche, voce), Dean Bennison (chitarre elettriche e acustiche,
voce), Anthony Stewart (basso, voce), e Steven Eaton (batteria, percussioni,
voce), oltre che godere della partecipazione dell’ospite Becky
Bennison alla voce in due brani.
Il
percorso artistico è mediamente onorevole, sempre vicino alla formula canzone
costruita su armonie di facile assimilazione, come il genere stesso insegna sin
dagli anni ’80 con gruppi come Marillion, IQ, Pendragon, etc.
Dopo
venti anni di carriera, gli Anubis ricercano qualcosa di più impegnato,
realizzando quest’album concept suddiviso in dieci parti tutte concatenate fra
loro.
“Part
I - A Legion Of Angels” è il breve intro a effetto e suonato dal piano e chitarra, in
stile Pink Floyd. Le atmosfere sono
eteree e lasciano spazio immediatamente al Rock ben ritmato di “Part II - The
Mark Of Cain”, canzone facile da ricordare. Le chitarre sono un valore aggiunto
nei momenti dell’assolo, atte a spezzare la strofa di per se già accattivante.
L’energia sale nell’incombere delle chitarre distorte in “Part III - Alone”,
fra cambi di ritmo e umore. La voce filtrata può far venire alla mente alcuni
passaggi dei Porcupine Tree, quelli maggiormente riflessivi e malinconici. Le
tastiere sono da supporto, perfette arrangiatrici di un brano che ha molta
carica emotiva de elargire. Qui si denota a grandi linee il percorso evolutivo
che sta affrontando il Neo Prog, avvicinandosi al Post Prog moderno.
Incisiva
“Part IV – The Chains”, nettamente prossima alla discografia degli Arena,
quelli maggiormente energici. Il ritornello è il suo punto di forza, così il
pezzo di chitarra.
“Part
V - One Last Thing” è una ballata ottimamente strutturata e per certi versi
debitrice ai Dream Theater più melodici, oltre che ai Marillion. Giunge un
treno all’inizio di “Part VI - All Because Of You”, altro spicchio di cuore
messo in pasto all’ascoltatore, questa volta rispetto la precedente si denota
maggiore ricerca nelle soluzioni. Risale il ritmo e ritornano le atmosfere
Arena in “Part VII - The End Of The Age”, in questo caso è funzionale il duetto
voce maschile/femminile. “Part VIII – Back” non è altro che la costola melodica
della sesta parte che lascia spazio a “Part IX - Shadows Cloak The Gospel”,
piccola gemma sorretta da un arpeggio di chitarra in stile Steve Rothery
(Marillion). L’apertura dell’assolo fa venire più di un brivido sulle braccia,
potenza vera e propria di questo genere musicale nel classico momento che tutti
attendono. L’album si chiude con la title track “Part X - The Unforgivable”, ma
il meglio è appena passato.
Un
gran bel disco, curato nei particolari, professionalmente parlando
ineccepibile, di sicuro lo metto fra le migliori uscite dell’anno, perché
all’interno ci sono tutte le caratteristiche che un amante del Neo Prog in
senso generale desidera (e anche qualcosa di più), compresi i momenti da
cantare con la band. MS
Versione Inglese:
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