GRICE – Mordant Lake
Hungersleep Productions
Genere: Crossover Prog
Supporto: cd / Bandcamp – 2024
L’appartenenza
è uno stato di cui andare fieri. Qualunque sia la nostra provenienza,
l’orgoglio delle origini, l’amore per la propria terra è inconfutabile e deve
essere un diritto per ciascuno di noi. Purtroppo l’uomo nel tempo ci ha
abituati alla bramosia di potere, dell’espropriazione in nome di Dio denaro, alla
guerra. Nessuna lezione storica ci ha insegnato nulla e ancora oggi continuiamo
a commettere gli stessi errori. Gli esempi sarebbero innumerevoli, esistono per
questo enciclopedie di storia.
Il
cantautore Prog Jim Peters, in arte Grice, nel sesto album da studio affronta quest’argomento
trattando le tristi vicissitudini di tribù private della loro terra. Peters è
stato il membro fondatore di numerose band nel corso degli anni: Laugh Like A
Madman, The Burning Martyrs, The Martyrs, Swanston e Hungersleep, oltre che
compositore di musica per documentari e lungometraggi televisivi. Il
titolo del nuovo album è “Mordant Lake”, un luogo immaginario, dove troneggia
un lago di sale di color argento, come rappresentato nella copertina, in cui si
riuniscono le persone apolidi vedove della propria provenienza di origine. Una
pozza di lacrime dove si riflette la storia. Il libretto che accompagna la
musica, presenta il capo 'Broken Arm' (nazione Sioux) e delle immagini
d’archivio del Campo a Stony Lake, Kutenai-camp-Curtiss-camp, con le Fotografie
originali "North-from-Dyea", Pleasant camp, Kutenai camp.
Il
cantautorato Folk si evince immediatamente nell’apertura attraverso il brano
“Mordant Lake”, solo voce e chitarra acustica. La voce è quasi sempre sussurrata,
un poco in stile Tim Bowness (No Man) per intenderci. Altri sono i punti in
comune con l’operato di Steven Wilson (No Man, Porcupine Tree, Blackfield,
etc.), la ricerca strutturale del brano e la cadenza, e per chiudere il cerchio
dico anche che Grice ha collaborato con Richard Barbieri, tastierista dei Porcupine
Tree. Le atmosfere che fuoriescono dai suoni sono generalmente malinconiche,
ottime narranti dei testi. Un lieve cambio d’umore giunge da “Offer You”, ma
l’intento è pressoché lo stesso. L’armonica a bocca di “Karl” accompagna il
singolo estratto dall’album donando pennellate di storia passata alla tela
oramai ingiallita dai colori dal passato.
Questa
è musica contemplativa e ipnotica, un esempio giunge da “Ghost Dance”, un brano
che si rincorre come un cane che tenta di mordersi la coda, in questo caso sono
gli insegnamenti di Tom Yorke (Radiohead) a salire in cattedra. Il desiderio di
tornare a casa è espresso in maniera addolorata nella dolce “How Long”, una
supplica che solo un eventuale Dio potrebbe ascoltare vista la riluttanza
umana. Non mancano interventi psichedelici come nel caso di “Voice” o giochi
corali in “Silent Thunder (reprise)” a dimostrazione di una cura per gli
arrangiamenti fortemente ricercata cara a certi Beatles dei tempi d’oro che
furono. “End Of The Mountain” chiude con struggente decisione l’argomento.
Grice
in “Mordant Lake” vuole dare voce a questi argomenti che troppo spesso
ignoriamo e subiamo a causa della bramosia umana, un disco per certi versi
etereo, solo a tratti elettrico, pieno di storia che sconfina persino nel Folk
britannico. Altamente consigliato a tutti, perché c’è bisogno di usare la
musica anche come cotton fioc, un ripulire la mente e il cuore. MS
Versione Inglese:
GRICE - Mordant Lake
Hungersleep Productions
Genre: Crossover Prog
Support: cd / Bandcamp - 2024
Belonging is a state to be proud of. No matter where
we come from, the pride in our origins, the love for our homeland is
irrefutable and should be a right for each of us. Unfortunately, man over time
has accustomed us to the lust for power, of dispossession in the name of God
money, of war. No historical lesson has taught us anything, and even today we
continue to make the same mistakes. The examples would be countless; there are
encyclopedias of history for that.
Prog singer-songwriter Jim Peters, aka Grice, in his
sixth studio album addresses this topic by dealing with the sad vicissitudes of
tribes deprived of their land. Peters has been a founding member of numerous
bands over the years-Laugh Like A Madman, The Burning Martyrs, The Martyrs,
Swanston, and Hungersleep-as well as a composer of music for documentaries and
television features.
The title of the new album is "Mordant Lake",
an imaginary place where a silver-colored salt lake towers, as depicted on the
cover, where stateless people who are widowed from their origin background
gather. A pool of tears where history is reflected. The booklet accompanying
the music, features Chief 'Broken Arm' (Sioux Nation) and archival images of
Camp at Stony Lake, Kutenai-camp-Curtiss-camp, with the original
"North-from-Dyea," Pleasant camp, Kutenai camp Photographs.
Folk songwriting is immediately evident in the opening
through the track "Mordant Lake", just vocals and acoustic guitar.
The vocals are almost always whispered, a little in the style of Tim Bowness
(No Man) to wit. There are other commonalities with the work of Steven Wilson
(No Man, Porcupine Tree, Blackfield, etc.), the song's structural research and
cadence, and to close the circle I also mention that Grice collaborated with
Richard Barbieri, keyboardist for Porcupine Tree. The atmospheres emanating
from the sounds are generally melancholy, excellent narratives of the lyrics. A
slight change in mood comes from "Offer You", but the intent is much
the same. The mouth-harmonica of "Karl" accompanies the single taken
from the album, giving brushstrokes of past history to the canvas now yellowed
by colors from the past.
This is contemplative and hypnotic music, an example
comes from "Ghost Dance", a track that chases after itself like a dog
trying to bite its own tail, in this case it is the teachings of Tom Yorke
(Radiohead) that take the lead. The desire to return home is expressed in a
sorrowful way in the gentle "How Long", a plea that only a possible God
could hear given human reluctance. There is no shortage of psychedelic
interventions as in the case of "Voice" or choral interplay in
"Silent Thunder (reprise)" demonstrating a strongly researched care
for arrangements dear to certain Beatles of the golden days that were.
"End Of The Mountain" brings the subject matter to a poignant close.
Grice in "Mordant Lake" wants to give voice
to these topics that we too often ignore and suffer because of human greed, a
record in some ways ethereal, only at times electric, full of history that even
borders on British Folk. Highly recommended to all, because there is a need to
use music also as a Q-tip, a cleaning of the mind and heart. MS
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