CANTINA SOCIALE – Astraforismi
Ma.Ra.Cash
Genere: Progressive Rock
Supporto: cd / Digital – 2024
“Squadra
che vince non si tocca”, questo detto rispecchia spesso e volentieri l’andamento
di molte cose, attitudini che in un modo o nell’altro hanno funzionato in un
lasso di tempo. E’ anche il caso della band Cantina Sociale prodotta dallo
storico tastierista torinese degli Arti & Mestieri, Beppe Crovella
(Electromantic Music).
Bene
ha fatto il musicista a dare la possibilità a questa formazione di esprimere la
propria musica, un mix fra passato e presente in perfetto equilibrio. Dopo
l’ottimo “Caosfera” datato 2017, “Astraforismi” ripresenta oggi la stessa
formazione composta da Elio Sesia (chitarre), Rosalba Gentile (tastiere),
Marina Gentile (chitarre), Filippo Piccinetti (basso) e Massimiliano Monteleone
(batteria). Perfino l’artwork è sempre affidato ad Antonio Catalano con la
grafica di Luciano Rosso, questo modo di fare rispecchia l’attitudine delle
band che avevano soprattutto negli anni ’70, ossia l’associare un certo tipo
d’immagine alla musica affidandosi a uno stile ben riconducibile. L’immagine è
sempre stata importante per un disco, pensate voi i Pink Floyd senza lo studio
Hipgnosis, oppure gli Yes senza Roger Dean o i Genesis senza Paul Whitehead, di
certo il risultato non sarebbe stato lo stesso. L’artwork facilita di molto un
eventuale acquirente a capire che tipo di musica potrebbe contenere quest’album.
“Astraforismi”
è formato da otto canzoni, tutte strumentali come da caratteristica della band.
Il disco affronta, quantomeno con i titoli, la situazione sociale in cui
viviamo. La sensazione che provo in questa lettura e nell’ascolto è quella che
trovavo più o meno nell’approccio critico degli Area, anche se in questo caso
non c’è da parte degli autori una disperata volontà nel voler destabilizzare
l’ascoltatore, piuttosto di dare una colonna sonora a una determinata
fotografia di un attimo. Ecco allora la graffiante elettricità di “Arrabbiati
Cronici” manifestare tutto lo spirito critico, e proprio come diceva Demetrio
Stratos “Il mio mitra è un contrabbasso che ti spara sulla faccia ciò che penso
della vita”.
“Alfabeti
Perduti” è introspettiva, le tastiere iniziali fanno da tappeto al dialogo
ponderato fra chitarra e basso, un brano in cui lasciarsi trasportare da questi
suoni senza tempo che fanno parte del DNA del Rock Progressivo prettamente
mediterraneo.
Il
“Caffè Sospeso” è una cortesia, un atto di generosità, in questo caso sono le
tastiere a darsi staffetta con la chitarra elettrica di Marina Gentile. Trapela
soprattutto energia positiva, questo è proprio un caso emblematico della mia
constatazione precedente di equilibrio fra passato e presente.
In
“Claudicanti” le atmosfere diventano rarefatte, il piano segue sentieri
prossimi al Jazz in un contesto al confine con la Psichedelia in cui fanno
parte anche certi loop di scuola King Crimson. Un ritmo spezzato fa da
sottofondo alla chitarra elettrica di Marina che sembra voler parlare in “ I
Lamentosi”, qui si denota maggiormente la volontà dei Cantina Sociale nel voler
ricercare nel mondo Progressive, uno sforzo creativo che li colloca in un
contesto vintage bi base. Il basso di Piccinetti ricopre un ruolo fondamentale
in tutto l’arco dell’ascolto. Ma è con “Sguardi Sospetti” che la band mette a
nudo tutta l’intesa fra gli elementi, immergendosi in un connubio fra ballata e
fuga strumentale, interessante oltre che privo di sbavature. Il classico
crescendo in cui lasciarsi trasportare. “Le Cose Perdute” è un quadro sonoro
dove ogni nota sembra essere in possesso di un colore, per un risultato finale
di color pastello. L’album si conclude con “Bla Bla”, dove le chiacchiere sono
portate via dal vento, ma non la musica che resta legata al fascino ancora una
volta mediterraneo.
“Astraforismi”
è un ritorno in cui i Cantina Sociale palesano una maturità profonda, musica
per la mente, come si amava dire negli anni passati, un contenitore in cui
trovare diversi stati d’animo. Ci si emoziona durante l’ascolto, e questo è lo
scopo della musica e quando esso viene raggiunto, non resta che socchiudere gli
occhi e ripremere il tasto “play”. MS
VIDEO PROMO: https://www.cantinasocialeprog.com/Astraforismi/CS-video_A.html
Versione Inglese:
CANTINA SOCIALE - Astraforismi
Ma.Ra.Cash
Genre: Progressive Rock
Support: cd / Digital - 2024
“A winning team can't be touched”, this saying often
reflects the trend of many things, attitudes that have worked in one way or
another over a period of time. This is also the case with the band Cantina
Sociale produced by the historic Turin keyboardist of Arts & Crafts, Beppe
Crovella (Electromantic Music).
Well did the musician do to give this lineup a chance
to express its music, a perfectly balanced mix of past and present. After the
excellent “Chaosfera” dated 2017, “Astraforismi” now presents again the same
lineup consisting of Elio Sesia (guitars), Rosalba Gentile (keyboards), Marina
Gentile (guitars), Filippo Piccinetti (bass) and Massimiliano Monteleone
(drums). Even the artwork is always entrusted to Antonio Catalano with graphics
by Luciano Rosso, this way of doing things reflects the attitude bands had
especially in the 1970s, that is, associating a certain type of image with
music by relying on a well-referenced style.
Image has always been important to an album, think
Pink Floyd without the Hipgnosis studio, or Yes without Roger Dean or Genesis
without Paul Whitehead, surely the result would not have been the same. The
artwork makes it much easier for a prospective buyer to understand what kind of
music this album might contain.
“Astraforismi” consists of eight songs, all
instrumental as is characteristic of the band. The album addresses, at least
with the titles, the social situation in which we live. The feeling I get in
this reading and listening is the one I used to find more or less in Area's
critical approach, although in this case there is no desperate desire on the
part of the authors to destabilize the listener, rather to give a soundtrack to
a certain photograph of a moment. Here, then, is the biting electricity of
“Arrabbiati Cronici” manifesting all the critical spirit, and just as Demetrio
Stratos said, “My machine gun is a double bass that shoots in your face what I
think about life”.
“Alfabeti Perduti” is introspective, the opening
keyboards carpet the thoughtful dialogue between guitar and bass, a song in
which to be carried away by these timeless sounds that are part of the DNA of
purely Mediterranean Progressive Rock.
“Caffè Sospeso” is a courtesy, an act of generosity,
in this case it is the keyboards that relay to Marina Gentile's electric
guitar. Above all, it exudes positive energy; this is precisely an emblematic
case of my earlier observation of balance between past and present.
In “Claudicanti” the atmospheres become rarefied, the
piano follows paths close to Jazz in a context bordering on Psychedelia in
which certain loops of the King Crimson school are also part. A broken rhythm
serves as a background for Marina's electric guitar that seems to want to speak
in “ I Lamentosi”, here more denoting the Social Cellar's desire to search in
the Progressive world, a creative effort that places them in a vintage bi basic
context. Piccinetti's bass plays a key role throughout. But it is with “Sguardi
Sospetti” that the band lays bare all the chemistry between the elements,
immersing themselves in a marriage of ballad and instrumental fugue that is
interesting as well as smudge-free. The classic crescendo in which to be
carried away.
“Le Cose Perdute” is a sound picture where every note
seems to be in possession of a color, for a pastel-colored end result. The
album ends with “Bla Bla Bla”, where the chatter is carried away by the wind,
but not the music, which remains bound by Mediterranean charm once again.
“Astraforismi” is a comeback in which the Social
Cellars manifest a deep maturity, music for the mind, as they liked to say in
years past, a container in which to find different moods. One is moved while
listening, and this is the purpose of music, and when it is achieved, one only
has to squint and press the “play” button again. MS
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