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martedì 13 agosto 2024

Self Portrait

SELF PORTRAIT – Fishes Were Everywhere
Andromeda Relix
Genere: Post Prog Moderno
Supporto: cd – 2024




Chi ama la musica è uno spirito libero.
Ci sono artisti che tentano il successo cadendo nell’immenso calderone delle mode, perdendosi inesorabilmente nel contesto dei numeri, diventando solamente uno dei tanti. Coloro che suonano per passione, sicuramente si divertono di più. Non si deve necessariamente sostare su di un genere, soprattutto quando si hanno da esporre differenti concetti che necessitano di linguaggi differenti. In fin dei conti siamo noi a delineare i confini per riconoscere un certo tipo di musica, un artista è raro che parta con l’intenzione di essere monotematico.
Musica e basta, ecco la libertà.
Un gruppo moderno, molto intrigante nel contesto, si chiama Self Portrait. Si formano a Parma nel 2015 miscelando Prog al Metal, Elettronica, Psichedelia e Funk, un connubio che deriva dalla diversa cultura musicale dei singoli componenti che rispondono ai nomi di Marco Fulgoni (voce, chitarra), Martino Pederzolli (basso), Giorgio Cimino (sintetizzatori, organo) e Luigi Mazzieri (batteria). Il sound proposto è consigliato agli amanti di band come Porcupine Tree, Marillion, Pink Floyd su tutte.
Self Portrait è quindi nomen omen, musicisti che attraverso la musica, scelgono di esprimere loro stessi per riversare addosso all’ascoltatore tutta la passione e creatività.
“Fishes Were Everywhere” è il cd di debutto uscito in edizione cartonata, composto di sei brani tutti della durata media di sette o otto minuti ciascuno. L’artwork di Laura De Roma è davvero divertente, e richiama alla mia memoria gli anni ’60 e ’70, soprattutto quelli della psichedelia visionaria.
Una bella sensazione di leggerezza mi pervade subito in “Moontrip”, sia per merito delle tastiere sia per il cantato, inserendomi nel contesto Self Portrait, dove le sonorità semplici mi ricordano certi gruppi nordici, un nome su tutti gli svedesi Landberk. Arrangiamenti elettronici si affiancano a un piacevole andamento in “Tiergarten”, canzone con una prova vocale ricercata, la ritmica quasi Reggae è ruffiana e lascia solo temporaneamente spazi a interventi sostenuti. 
“Enoch” spazia tra passato e presente, dove la lezione di band classiche è assorbita e rielaborata con personalità. Nulla di particolarmente elaborato, bensì si resta legati alla formula canzone, solo in alcuni frangenti spinta verso passaggi strumentali ricercati, soprattutto negli assolo di chitarra. Qui la Psichedelia è presente.
Atmosfere gradevoli in “Nine Magpies And A Black Cat”, dettate in questo caso dall’anima mediterranea del nostro essere, perchè in fin dei conti siamo in Italia, dove la musica è annosamente vezzeggiata da buone strutture melodiche. Anche in un contesto sonoro non convenzionale, i suoni riescono a essere gradevoli, in fondo trattasi pur sempre di Post Prog Moderno.
Nell’ascoltare “Croup And Vandemar” si possono evincere piccoli ingredienti Neo Prog derivanti dal primo periodo dei Marillion, ma anche tastiere riconducibili ai Pink Floyd anni ’70. Lo stesso periodo sonoro è presente in “Discount My Time”, altro mix di generi e sbalzi temporali dove ognuno di noi che amiamo questa musica, abbiamo di che ascoltare con piacere.
In conclusione “Fishes Were Everywhere” è un disco che si lascia ascoltare con estremo piacere, l’intento di badare al sodo è recepito, e nel mio caso anche apprezzato, perché in fin dei conti una canzone deve lasciarti dentro un motivo da ricordare poiché non sempre essere complessi, conduce a un buon risultato. MS





Versione Inglese:


SELF PORTRAIT - Fishes Were Everywhere
Andromeda Relix
Genre: Modern Post Prog
Support: cd - 2024


Those who love music are free spirits.
There are artists who attempt success by falling into the immense cauldron of fads, losing themselves inexorably in the context of numbers, becoming just one of many. Those who play for passion certainly enjoy it more. One need not necessarily be stationed on one genre, especially when one has to expound different concepts that need different languages. At the end of the day, we are the ones who delineate the boundaries to recognize a certain type of music; an artist rarely starts with the intention of being monothematic.
Just music, that's freedom.
A modern band, very intriguing in context, is called Self Portrait. They were formed in Parma in 2015 mixing Prog to Metal, Electronic, Psychedelia and Funk, a combination that comes from the different musical culture of the individual members who answer to the names of Marco Fulgoni (vocals, guitar), Martino Pederzolli (bass), Giorgio Cimino (synthesizers, organ) and Luigi Mazzieri (drums). The proposed sound is recommended for lovers of bands such as Porcupine Tree, Marillion, Pink Floyd on all.
Self Portrait is therefore nomen omen, musicians who through music, choose to express themselves to pour all the passion and creativity on the listener.
"Fishes Were Everywhere" is the debut CD released in a hardback edition, consisting of six tracks all with an average duration of seven or eight minutes each. The artwork by Laura De Roma is really fun, calling to my memory the 1960s and 1970s, especially those of visionary psychedelia.
A nice feeling of lightness immediately pervades me in "Moontrip", both because of the keyboards and the singing, putting me in the Self Portrait context, where the simple sounds remind me of certain Nordic bands, one name above all the Swedish Landberk. Electronic arrangements sit side by side with a pleasant progression in "Tiergarten", a song with a sought-after vocal test, the almost Reggae rhythm is pandering and only temporarily leaves room for sustained interventions.
"Enoch" ranges between past and present, where the lessons of classic bands are absorbed and reworked with personality. Nothing particularly elaborate, but rather sticks to the song formula, only at some junctures pushed toward refined instrumental passages, especially in the guitar solos. Psychedelia is present here.
Pleasant atmospheres in "Nine Magpies And A Black Cat", dictated in this case by the Mediterranean soul of our being, because after all we are in Italy, where music is yearly vexed by good melodic structures. Even in an unconventional sound context, the sounds manage to be pleasing, after all it is still Modern Post Prog.
In listening to "Croup And Vandemar" one can evince small Neo Prog ingredients stemming from the early Marillion period, but also keyboards traceable to 1970s Pink Floyd. The same sonic period is present in "Discount My Time", another mix of genres and time jumps where each of us who love this music, have something to listen to with pleasure.
In conclusion, "Fishes Were Everywhere" is a record that can be listened to with extreme pleasure, the intent of minding the business is received, and in my case also appreciated, because at the end of the day a song must leave you with a motif to remember since being complex does not always lead to a good result. MS







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