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mercoledì 7 febbraio 2024

Viima

VIIMA - Väistyy Mielen Yö
Autoproduzione
Genere: Prog Folk
Supporto: cd – digital – 2024




Ho sempre nutrito stima nei confronti del Rock Progressivo proveniente dai paesi nordici, anche della Finlandia, questo perché lo stile è ben definito, generalmente supportato da numerose tastiere e tanti anni ’70, il tutto amalgamato dall’inconfondibile suono velato di malinconia prettamente relegato alla loro cultura. Facile innamorarsi dei numerosissimi cambi di tempo e d’umore che trapelano da ogni brano, L’ho apprezzato in band come Tasavallan Presidentti, Kalevala, Pharaoh Overlord, Wigwam, Orne, Overhead, solo per fare alcuni nomi importanti e fra loro ci metto anche i Viima.
La band di Helsinki, poi trasferitasi a Turku nel 1997, ha nel proprio DNA il Folk, e iniziano a suonare brani di band come Pentangle, Curved Air, ma soprattutto Jethro Tull, tanto da prendere il nome iniziale di Lost Spectacles, estrapolato dalla famosa canzone "The Hare Who Los His Spectacles" dall'album “A Passion Play”. Come moltissimi artisti, iniziano a provare negli scantinati e altresì vanno incontro a numerosi cambi di formazione. Rilasciano nel tempo due album apprezzati dalla critica di settore, “Ajatuksia Maailman Laidalta” (Viima Records – 2006) e “Kahden Kuun Sirpit” (Viima Records – 2009), a seguire un gran numero di date live. Passano moltissimi anni prima di poterli riascoltare in un lavoro da studio con nuovi elementi, finalmente questo accade oggi grazie a “Väistyy Mielen Yö”. Ora la band è formata da Hannu Hiltula (flauto, tastiere, voce), Mikko Uusi-Oukari (chitarre, Mellotron), Mikko Väärälä (batteria, voce, tastiere, carillon), Aapo Honkanen (basso) e Risto Pahlama (voce, tastiere Mellotron) e vede la collaborazione dell’ospite ex del gruppo Kimmo Lähteenmäki (tastiere, fiati).
Chi ama il Mellotron qui ha di che ascoltare, ma anche Hammond e molto altro ancora. L’inizio affidato a “Tyttö Trapetsilla”, ha molto dello stile Landberk, la differenza tuttavia deriva dal flauto. Il Folk è già presente ma anche sonorità maggiormente Rock alternate a fasi stranamente allegre oltre ad un vigoroso assolo di chitarra elettrica. Con quasi cinque minuti di musica questo è il brano più breve dell’album, così a seguire giunge la mini suite di diciannove minuti “Äiti Maan Lapset”, suntuoso esempio di Progressive Rock totale, dove ogni ingrediente tocca sia la storia del tempo che fu, sia idee più moderne. Una vera e propria gemma sonora da apprezzare come un buon bicchiere di vino invecchiato. L’Hammond ruggisce, l’energia sprigionata è coinvolgente, così ammalianti i passaggi più pacati, specialmente quelli descritti con linee di basso calorose. Quello che vado a sottolineare è il cantato in lingua madre, probabilmente non congeniale a molti dei nostri ascoltatori, eppure tutto si sposa alla perfezione, per me così deve essere, il fascino è dunque elevato all’ennesima potenza.
Basta poco per restare conquistati dalle dolci arie di “Pitkät Jäähyväiset”, gli anni ’70 si palesano durante l’ascolto per una sensazione di appagamento totale, anche durante l’intervento della chitarra elettrica che tenta di dare maggiore mordente al brano grazie a un riff al limite dell’Hard Prog, le tastiere completano il concetto. “Perhonen” a sua volta richiama altrettante vicissitudini, i Viima cavalcano sopra arie ben definite e collaudate. La chiusura spetta a “Vuoren Rauha”, sette minuti abbondanti di storia del genere aperte da un soffio di vento che immerge l’ascoltatore in ambienti gelidi in cui solo il suono di un pianoforte riesce a scaldare l’anima.
“Väistyy Mielen Yö” a mio avviso è un ritorno maturo che riporta la band nel giusto collocamento che gli spetta, quello delle band nordiche più importanti del settore. MS





Versione Inglese:


VIIMA - Väistyy Mielen Yö
Self-production
Genre: Prog Folk
Support: cd - digital - 2024


I have always held Progressive Rock from the Nordic countries, even Finland, in high esteem, this is because the style is well-defined, generally supported by numerous keyboards and lots of 70s, all amalgamated by the unmistakable sound veiled in melancholy purely relegated to their culture. Easy to fall in love with the numerous tempo and mood shifts that seep out of each song, I have appreciated it in bands like Tasavallan Presidentti, Kalevala, Pharaoh Overlord, Wigwam, Orne, Overhead, just to name a few important names, and among them I put Viima.
The band from Helsinki, which later moved to Turku in 1997, has Folk in its DNA, and they start playing songs from bands like Pentangle, Curved Air, but especially Jethro Tull, so much so that they take the initial name Lost Spectacles, extrapolated from the famous song "The Hare Who Los His Spectacles" from the album "A Passion Play". Like so many artists, they begin rehearsing in basements and likewise go through numerous lineup changes. They release in time two critically acclaimed albums, "Ajatuksia Maailman Laidalta" (Viima Records - 2006) and "Kahden Kuun Sirpit" (Viima Records - 2009), followed by a large number of live dates.
Many, many years pass before we get to hear them again in a studio work with new elements, finally this happens today thanks to "Väistyy Mielen Yö". Now the band is made up of Hannu Hiltula (flute, keyboards, vocals), Mikko Uusi-Oukari (guitars, Mellotron), Mikko Väärälä (drums, vocals, keyboards, music box), Aapo Honkanen (bass) and Risto Pahlama (vocals, Mellotron keyboards) and features former band guest Kimmo Lähteenmäki (keyboards, woodwinds).
Those who like Mellotron here have plenty to listen to, but also Hammond and more. The beginning entrusted to "Tyttö Trapetsilla", has much of the Landberk style, the difference however comes from the flute. Folk is already present but also more Rock sounds alternating with strangely upbeat phases as well as a vigorous electric guitar solo. With almost five minutes of music this is the shortest track on the album, so next comes the nineteen-minute mini-suite "Äiti Maan Lapset", a sumptuous example of total Progressive Rock, where every ingredient touches on both the history of the time that was and more modern ideas. A true sonic gem to be enjoyed like a fine glass of aged wine.
The Hammond roars, the energy released is engaging, so bewitching are the quieter passages, especially those described with warm bass lines. What I am going to emphasize is the singing in the native language, probably not congenial to many of our listeners, yet it all fits together perfectly, for me this is how it should be, the charm is thus elevated to the nth degree.
It takes only a little to be won over by the sweet tunes of "Pitkät Jäähyväiset", the 70s come through during the listening for a feeling of total fulfillment, even during the intervention of the electric guitar that tries to give more bite to the song thanks to a riff bordering on Hard Prog, the keyboards complete the concept. "Perhonen" in turn recalls as many vicissitudes, Viima riding over well-defined and proven tunes. Closure falls to "Vuoren Rauha", seven full minutes of genre history opened by a breeze that plunges the listener into icy environments where only the sound of a piano can warm the soul.
"Väistyy Mielen Yö" in my opinion is a mature comeback that brings the band back to its rightful place, that of the top Nordic bands in the sector. MS

 




 

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