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venerdì 2 febbraio 2024

Tony Pagliuca

TONY PAGLIUCA – Immagin’Arie
M.P. & Records / G.T. Music Distribution
Genere: Progressive Rock
Supporto: cd / 1993 – 2023




Quando vedo il nome di Tony Pagliuca stampato su una copertina di un disco, ho sempre un sobbalzo al cuore. Crescere con la musica delle Orme per me è stato formativo, ha saputo smussare angoli non ben definiti nel mio grezzo modo giovanile di vivere il Rock, proprio come una lima. Le tastiere nelle sue mani sono altresì un faro che ha successivamente illuminato anche il sentiero del Progressive Rock italiano negli anni ‘70, assieme a quelle di Patrizio Fariselli (Area), Vittorio e Gianni Nocenzi (Banco Del Mutuo Soccorso) e di Fabio Premoli (Premiata Forneria Marconi).
Dopo capolavori storici concepiti ed eseguiti con la sua band lagunare, Pagliuca negli anni ’90 sente il bisogno d’intraprendere la carriera solista, così successivamente l’abbandono, registra “Io Chiedo” (Philips) nel 1990. Tre anni dopo è la volta di questo “Immagin’Arie”, oggi rimasterizzato e impreziosito con tre brani inediti dalla Micio Poldo Records. Fra essi “Ritratto Di Un Mattino” tratto dal capolavoro “Felona E Sorona” qui rivisitato proprio per il cinquantenario, ma andiamo con ordine senza anticipare molto.
L’amore per la musica è anche quello per l’immagine, le due muse quando si fondono assieme diventano uno tsunami di emozioni che coronano i sensi di chi sa valutare attentamente l’opera corale. Ascoltare, non sentire distrattamente, è la chiave per entrare nel mondo dell’artista che spesso per raggiungere certi risultati, mette a nudo la propria anima. Letto così sembra un fattore scontato, in realtà non lo è perché fare musica ha più significati, c’è chi la compone per piacere agli altri, e chi semplicemente per se stessi. Vibrare con l’artista lasciandosi trasportare dal suono è lo scopo dell’ascolto, il piacere… L’estraniarsi anche solo per un istante dal mondo.
“Immagin’Arie” è nomen omen, la copertina del disco è differente da quella edita nel 1993, qui è illustrata con un dipinto dal titolo “Blossom” dell’artista inglese Phil Greenwood. All’interno risiedono diverse foto che sanno accompagnare al meglio la musica di Pagliuca, la campagna avvolta nella nebbia con due alberi come soggetti principali fotografata da Silvio Fioravanti, un soffitto arcaico di Alessandro Malinverni, e il blu di base in cui un soffione lascia partire le proprie spore trasformatesi leggiadramente in note, oltre a quello del cielo e del mare di Carmine Capuano.
I brani sono diciassette comprese le bonus tracks, tutti piccoli affreschi di due minuti circa, perché per esprimere un concetto basta essere semplici e diretti, sembra quasi che Pagliuca nei primi anni ’90 voglia prendere le distanze dalla musica Prog logorroica.
La dolce nenia di “Zante” con arrangiamenti elettronici, lancia l’ascolto nel mondo colorato di Pagliuca, vi chiederete se ci sono ancora riferimenti alla band madre, ciò in qualche maniera è inevitabile, la cura per le melodie gradevoli è innata in lui. Cambia leggermente il registro “Tim Pan”, composizione calda dalle influenze sia etniche sia psichedeliche, grazie all’uso di coralità e di una ritmica incessante. Gentilezza rassicurante fra le note di “Vis De Priimaveri”, cantata dalla soave voce da Mirela Zorici, qui fanno capolino gli anni ’80 e non soltanto per le sonorità. La musica di Pagliuca alterna ricerca a folclore con l’intento di restare incastonata nella memoria, come nel caso di “To Mr. Kubrick”. Uno dei pezzi più belli dell’intero album s’intitola “Earth’s Angels” ed è anche il più lungo grazie ai quattro minuti di durata. Qui la chitarra acustica di Ruggero Robin fa il canovaccio melodico con sapienza e tecnica. Gocce sonore rappresentano al meglio il titolo del giocoso brano “Stagno”, tanto quasi da sentirsi schizzati dall’acqua stessa. S’incontrano molte coccole sonore fra i numerosi movimenti, una è “Getsemani”, e quando mi riferivo di mettere a nudo l’anima, qui ne abbiamo un palese esempio. Con “Sentidentro” immaginate un sonetto antico messo in chiave moderna dove le pause sono importanti quanto la musica. Carta vincente di quest’album è proprio la cura per certi arrangiamenti seppur relegati ad un andamento minimale. Altra ricerca scaturisce da “Total Recal” con strumenti che s’inseriscono ad ogni giro sonoro su un ritmo di base semplice per culminare in un tripudio di suoni.
Impossibile non restare ammaliati dalla solarità di “Sweet”, ma il mondo di Tony spazia anche in altre nazioni, “Parfum De Rio” dove con grazia ripercorre certe sonorità tipiche dei carioca, il tutto sempre sotto il controllo della sua forte personalità capace di rendere un pezzo perfettamente riconducibile all’autore. Le tastiere diventano solenni in “Gardzen”, successivamente è la chitarra acustica a ritornare in cattedra con la dolcissima “Double Moon”, malinconicamente straziante. Solo questo brano vale l’acquisto dell’album.
Il cd si conclude con “Garden In The Groove” per poi lasciare spazio alle tre gustose bonus tracks, “Ritratto Di Un Mattino” semplicemente da brivido, “Ninna Nanna Germano” composizione inedita del compianto amico ed ex Orme Germano Serafin, e “Ciao Taty Come Stai”, canzone d’amore dedicata a sua moglie Tatiana dove Tony finalmente si cimenta alla voce.
Concludendo, “Immagin’Arie” è un disco amichevole, benefico, rilassante, arioso, gentile e premuroso nei nostri confronti, tutto questo ovviamente per chi lo sa comprendere, perché non tutti vibriamo nella stessa maniera. Provateci. MS 




Versione inglese:


TONY PAGLIUCA - Imagin'Arie
M.P. & Records / G.T. Music Distribution
Genre: Progressive Rock
Support: cd / 1993 - 2023


When I see Tony Pagliuca's name printed on a record cover, I always have a jolt to my heart. Growing up with Orme's music for me was formative, he was able to smooth out undefined corners in my rough youthful way of experiencing Rock, just like a file. The keyboards in his hands are also a beacon that later illuminated the path of Italian Progressive Rock in the 1970s, along with those of Patrizio Fariselli (Area), Vittorio and Gianni Nocenzi (Banco Del Mutuo Soccorso) and Fabio Premoli (Premiata Forneria Marconi).
After historic masterpieces conceived and performed with his lagoon band, Pagliuca in the 1990s felt the need to pursue a solo career, so subsequent to his abandonment, he recorded "Io Chiedo" (Philips) in 1990. Three years later it was the turn of this "Immagin'Arie", now remastered and embellished with three unreleased tracks by Micio Poldo Records. Among them "Ritratto Di Un Mattino" taken from the masterpiece "Felona E Sorona" revisited here just for the 50th anniversary, but let's go in order without anticipating much.
The love of music is also the love of image, the two muses when blended together become a tsunami of emotions that crown the senses of those who can carefully evaluate the choral work. Listening, not distractedly hearing, is the key to entering the world of the artist who often bares his or her soul to achieve certain results. Read this way it seems like an obvious factor, actually it is not because making music has multiple meanings, there are those who compose it to please others, and those who simply for themselves. Vibrating with the artist by letting the sound transport you is the purpose of listening, the pleasure... The estrangement even for a moment from the world.
"Immagin'Arie" is nomen omen, the album cover is different from the one published in 1993, here it is illustrated with a painting entitled "Blossom" by British artist Phil Greenwood. Inside reside several photos that best know how to accompany Pagliuca's music, the fog-shrouded countryside with two trees as the main subjects photographed by Silvio Fioravanti, an archaic ceiling by Alessandro Malinverni, and the basic blue in which a dandelion lets off its spores gracefully transformed into notes, as well as that of the sky and sea by Carmine Capuano.
There are seventeen tracks including bonus tracks, all small frescos of about two minutes, because to express a concept it is enough to be simple and direct, it almost seems that Pagliuca in the early 90s wants to distance himself from logorrheic Prog music.
The sweet dirge of "Zante" with electronic arrangements, launches the listener into Pagliuca's colorful world, you may wonder if there are still references to the mother band, this somehow is inevitable, the care for pleasant melodies is innate in him. Slightly changing the register is "Tim Pan," a warm composition with both ethnic and psychedelic influences, thanks to the use of chorality and a relentless rhythm. Reassuring gentleness among the notes of "Vis De Priimaveri", sung by the suave voice of Mirela Zorzi, peeps from the 1980s here, and not only because of the sounds. Pagliuca's music alternates between research and folklore with the intent to stick in the memory, as in the case of "To Mr. Kubrick". One of the most beautiful pieces on the entire album is titled "Earth's Angels" and is also the longest thanks to its four-minute running time.
Here Ruggero Robin's acoustic guitar does the melodic canvas with skill and technique. Sound drops best represent the title of the playful track "Stagno", so much so that one almost feels splashed by the water itself. One encounters many sonic cuddles among the many movements, one being "Getsemani", and when I referred to laying bare the soul, here we have a blatant example. With "Sentidentro" imagine an ancient sonnet put in a modern key where the pauses are as important as the music. The trump card of this album is precisely the care for certain arrangements albeit relegated to a minimalist trend. More research flows from "Total Recal" with instruments that insert themselves at every sonic turn over a simple basic rhythm to culminate in a riot of sound.
Impossible not to be charmed by the sunshine of "Sweet", but Tony's world also ranges to other countries, "Parfum De Rio" where he gracefully retraces certain sounds typical of the cariocas, all always under the control of his strong personality capable of making a piece perfectly relatable to the author. The keyboards become solemn in "Gardzen", later it is the acoustic guitar that returns to the chair with the very sweet "Double Moon", melancholically heartbreaking. This track alone is worth the purchase of the album.
The CD concludes with "Garden In The Groove" and then leaves room for the three tasty bonus tracks, "Ritratto Di Un Mattino" simply spine-tingling, "Ninna Nanna Germano" an unreleased composition by the late friend and former Orme Germano Serafin, and "Ciao Taty Come Stai", a love song dedicated to his wife Tatiana where Tony finally tries his hand at vocals.
In conclusion, "Immagin'Arie” is a friendly, soothing, relaxing, airy, kind and caring record towards us, all this of course for those who can understand it, because we do not all vibrate in the same way. Give it a try. MS







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