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sabato 23 settembre 2023

Bruce Soord

BRUCE SOORD – Luminescence
KScope
Genere: Progressive Rock – Indie – Acustico
Supporto: cd – 2023




Il chitarrista e cantante dei The Pineapple Thief, Bruce Soord, ha una vita artistica parallela a quella dello Steven Wilson più intimistico. Ultimamente ha condiviso nella sua band anche il batterista Gavin Harrison, il che la dice lunga sulla qualità della musica proposta. La sterminata discografia dei The Pineapple Thief ci racconta la vena compositiva del musicista, sempre molto ispirata e ricercata. Nel tempo la sua musica giunge ad una svolta altamente malinconica nel 2006, il suo primo figlio Felix nasce prematuro e dopo cinque giorni di vita, muore. Questo episodio cambia la visione dell’artista nei confronti della vita, di conseguenza la musica.
“Luminescence” è il terzo album da solista, prettamente acustico, la chitarra è protagonista nel disegnare armonie tristi pur sempre gradevoli. Leggerezza, riflessione, essenzialità, questi sembrano essere gli aggettivi cardini della musica di Soord la quale palesa sempre una cura per la registrazione altamente professionale, altro punto d’incontro con Steven Wilson.
Gli argomenti trattati nelle dodici canzoni registrate per la durata di quaranta minuti, colgono la scena quotidiana, a partire dalle esperienze live all'impossibilità di trovare un punto di fusione con lo stress della vita odierna. L’autore sembra essere una vera anima in pena, c’è molta inquietudine, e tutto questo si ripercuote nella chitarra, sfiorata, accarezzata, quasi non avesse l’intenzione di disturbare con picchi sonori.
Ottimi gli arrangiamenti, ci sono anche accompagnamenti d'archi, con il contributo del membro dei The Divine Comedy, Andrew Skeet.
Non mancano neppure inserimenti elettronici, mentre la voce sempre pacata di Soord lega il tutto in maniera indissolubile.
Uno dei brani che ho maggiormente apprezzato è “Day Of All Days”, anche lui di Wilsoniana memoria, ma anche “Olomouc” con i suddetti archi.
Il canovaccio segue imperterrito senza mutare di molto, in fondo l’anima sensibile dell’artista oggi è questa e non me ne dolgo più di tanto. I pezzi scelti come lancio del disco sono “Dear Life” e “Nestle In”, entrambi gradevoli seppur privi di assoli strumentali in crescendo, questo è un poco quello che manca all’intero disco che tuttavia si lascia apprezzare per la qualità generale.
Bruce Soord ci accarezza l’anima, in punta di piedi, una gentilezza sonora che di questi tempi risulta essere più una mosca bianca che altro. Io apprezzo. MS




Versione Inglese:


BRUCE SOORD - Luminescence
KScope
Genre: Progressive Rock - Indie - Acoustic
Support: cd - 2023


The Pineapple Thief's guitarist and vocalist Bruce Soord has an artistic life parallel to that of the more intimate Steven Wilson. Lately he has also shared drummer Gavin Harrison in his band, which says a lot about the quality of the music on offer. The Pineapple Thief's endless discography tells us about the compositional vein of the musician, always very inspired and searching. Over time his music comes to a highly melancholic turn in 2006, his first child Felix is born prematurely and after five days of life, dies. This episode changes the artist's outlook on life, consequently the music.
"Luminescence" is the third solo album, purely acoustic, the guitar takes the lead in drawing sad yet still pleasant harmonies. Lightness, reflection, essentiality, these seem to be the pivotal adjectives of Soord's music, which always manifests a highly professional care for recording, another meeting point with Steven Wilson.
The topics covered in the twelve songs recorded for the duration of forty minutes, capture the everyday scene, from live experiences to the impossibility of finding a melting point with the stresses of today's life. The author seems to be a real soul in pain, there is a lot of restlessness, and all this is reflected in the guitar, brushed, caressed, as if he did not intend to disturb with sonic peaks.
The arrangements are excellent; there are also string accompaniments, with contributions from The Divine Comedy member Andrew Skeet.
There is no shortage of electronic insertions either, while Soord's ever-quiet vocals tie the whole thing together inextricably.
One of the tracks I enjoyed most is "Day Of All Days," also of Wilsonian memory, but also "Olomouc" with the aforementioned strings.
The plot follows undaunted without changing much, after all, this is the sensitive soul of the artist today and I don't regret it too much. The songs chosen as the album's launch are "Dear Life" and "Nestle In," both of which are pleasant if lacking in instrumental solos on the crescendo, this is a little what the whole record lacks, which nonetheless lets itself be appreciated for its overall quality.
Bruce Soord caresses our souls, on tiptoe, a sonic gentleness that turns out to be more of a white fly these days than anything else. I appreciate. MS





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