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domenica 6 agosto 2023

Disvevia

 
DISVEVIA – Whitin All This Space
Autoproduzione
Genere: Neo Prog / Psichedelia
Supporto: Bandcamp – 2023




San Poerino, una località in campagna sita fra Arezzo e Siena, qui un nutrito gruppo di amici musicisti provenienti da altre zone toscane, crea una sala prove in un casolare in mezzo al nulla, fra grigliate, sole e risate.
Gli ingredienti sono davvero ottimi per creare quell’equilibrio/intesa che spesso si va cercando con molta difficoltà. La band Disvevia si forma nel 2020 e il nome prende ispirazione da Federico II di Svevia, re di Sicilia nel 1.200, famoso per essere un personaggio poliedrico e aperto alle contaminazioni, pur vivendo in tempi dove l’imposizione è stata all’ordine del giorno. Le caratteristiche sono giuste per un atteggiamento di certo Progressivo.
La formazione è numerosa, infatti comprende Gualtiero Anselmetti (sassofono contralto), Roberto Biliotti (tromba), Stefano Borsi (batteria), Coro Jazzy Ensemble (coro), Mattia Cavicchi (chitarra acustica, seconde voci), Marco Cecchi (basso, seconde voci), Fabio Colonnello (didgeridoo), Marco Di Bari (chitarra elettrica), Marco Iozzia (percussioni, batteria, drum machine), Simone Lupo (chitarra acustica, chitarra classica, seconde voci), Elisa Magrini (voci), Matteo Magrini (voci), Francesco Manetti (chitarra elettrica), Federico Mazzinghi (voce, basso elettrico, sintetizzatori, campionamenti), Matteo Muscedra (pianoforte, tastiere, ciaramella), Riccardo Paggi (basso, armonica), e Daniele Ramisti (chitarre).
In copertina per questo debutto possiamo visionare un autoritratto di Egon Leon Adolf Schiele, pittore austriaco espressionista dell’arte moderna oltre che incisore allievo di Gustav Klimt.
La registrazione in studio dei quattordici brani che compongono l’opera, è supervisionata da Matteo Magrini.
Sin dal primo pezzo intitolato “Vaia Vaia”, si estrapolano le numerose influenze psichedeliche prossime al mondo dei Pink Floyd e a quello dei Doors, qui addirittura si può ascoltare un richiamo finale al famoso brano “The End”. Un pianoforte inizia “Hook”, l’intenso cantato è in lingua inglese mentre la musica leggermente malinconica, sposa un periodo più moderno alternandosi a fasi elettriche, quasi al limite del Metal e del Neo Prog, questo grazie anche al prezioso apporto della chitarra dal sentore anni ’80. Scaturisce molta intensità, il suono datato dona un fascino particolare all’insieme.
Acustico l’inizio di “Palmi Al Cielo”, per poi lanciarsi in un cadenzato e massiccio riff  elettrico, qui il canto è effettuato in lingua italiana. Alti e bassi sonori rendono il risultato scorrevole. Si apre uno squarcio di sole attraverso “Come Un Respiro Qualunque”, il cantautorato si fa largo a gomitate fra queste influenze sonore, a dimostrazione di un’apertura mentale dei componenti di certo non ordinaria, il nome Disvevia conferma così il già descritto perché. Un giro di basso inizia l’amara “Carne Di Cristo” , qui il punto di forza risiede nel ritornello. Lascio poi a voi la scoperta delle perle contenute all’interno di  questo lavoro, compresa l’operistica e cinematografica “Dies Irae”, con tanto d’intro di Wolfgang Amadeus Mozart.
“Whitin All This Space” è un debutto ricco di generi, forse anche troppi per un neofita che si avvicina oggi al Progressive Rock, tuttavia per chi vi scrive è invece il punto di forza, tutta la fluidità dell’ascolto, a mio avviso, ne prende giovamento. Mentre i Disvevia cercano la loro identità definitiva, io già apprezzo così, compreso il palpabile divertimento che i musicisti trapelano durante l’esecuzione e nel concepimento di questi bei brani. E a proposito di grigliate, qui c’è davvero molta carne al fuoco. MS





Versione Inglese:


DISVEVIA - Whitin All This Space
Self-production
Genre: Neo Prog / Psychedelia
Support: Bandcamp – 2023
 
San Poerino, a town in the countryside located between Arezzo and Siena, here a large group of musician friends from other parts of Tuscany create a rehearsal room in a farmhouse in the middle of nowhere, amid grills, sunshine and laughter.
The ingredients are really good to create that balance/understanding that often goes looking for with much difficulty. The band Disvevia was formed in 2020 and the name takes its inspiration from Frederick II of Swabia, king of Sicily in 1,200, famous for being a multifaceted character and open to contamination, despite living in times where imposition was the order of the day. The characteristics are right for a certainly Progressive attitude.
As I said, the lineup is large, in fact it includes Gualtiero Anselmetti (alto saxophone), Roberto Biliotti (trumpet), Stefano Borsi (drums), Coro Jazzy Ensemble (choir), Mattia Cavicchi (acoustic guitar, second vocals), Marco Cecchi (bass guitar, second vocals), Fabio Colonnello (didgeridoo), Marco Di Bari (electric guitar), Marco Iozzia (percussion, drums, drum machine),
Simone Lupo (acoustic guitar, classical guitar, second vocals), Elisa Magrini (vocals), Matteo Magrini (vocals), Francesco Manetti (electric guitar), Federico Mazzinghi (vocals, electric bass, synthesizers, samples), Matteo Muscedra (piano, keyboards, shawm), Riccardo Paggi (bass, harmonica), and Daniele Ramisti (guitars).
On the cover for this debut we can view a self-portrait of Egon Leon Adolf Schiele, an Austrian expressionist painter of modern art as well as a printmaker who was a student of Gustav Klimt.
The studio recording of the fourteen tracks that make up the work is supervised by Matteo Magrini.
From the very first track entitled "Vaia Vaia," one can extrapolate the many psychedelic influences close to the world of Pink Floyd and that of the Doors, here one can even hear a final callback to the famous song "The End." A piano starts "Hook," the intense singing is in English while the slightly melancholic music marries a more modern period alternating with electric phases, almost bordering on Metal and Neo Prog, this also thanks to the valuable contribution of the guitar with a hint of the 80s. It unleashes much intensity, the dated sound lending a special charm to the whole.
Acoustic the beginning of "Palmi Al Cielo," then launching into a cadenced and massive electric riff, here the singing is done in Italian. Sonic highs and lows make for a smooth result. A glimpse of sunshine opens through "Come Un Respiro Qualunque," songwriting cranks its way through these sonic influences, demonstrating an open-mindedness of the components that is certainly not ordinary, the name Disvevia thus confirming the already described why. A bass turn begins the bitter "Carne Di Cristo" , here the strong point lies in the refrain. I then leave it to you to discover the gems contained within this work, including the operatic and cinematic "Dies Irae," complete with an intro by Wolfgang Amadeus Mozart.
"Whitin All This Space" is a debut full of genres, perhaps even too many for a neophyte approaching Progressive Rock today, however for the writer it is instead the strong point, the whole fluidity of the listening experience, in my opinion, benefits from it. As Disvevia searches for their ultimate identity, I already appreciate it this way, including the palpable fun the musicians exude while performing and conceiving these fine songs. And speaking of grilling, there is indeed a lot of meat on the grill here. MS



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