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a cura di MASSIMO SALARI
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sabato 11 marzo 2023
Malombra
MALOMBRA – T.R.E.S. Black
Widow Records Genere:
Progressive Heavy - Gothic Metal Supporto: cd – 2023
Nella
penombra si aggirano losche immagini che la nostra fantasia riesce a inventare.
Non sempre è ciò che pensiamo di vedere e questo ci intimorisce, lascia adito a
circostanze ambigue, dove atavici spaventi sono irrefrenabili. Ma diciamo la
verità, la paura è un’emozione che in qualche caso non ci dispiace provare, fa
sentire vivi, specie se è frutto appunto dell’immaginazione. La musica è
portatrice sana di emozioni e come tale non disdegna nemmeno passaggi
nell’oscurità, cosa sarebbe stato un film come “Profondo Rosso” senza la
colonna sonora dei Goblin? Un altro esempio è il genere Doom, in tal caso
consiglio l’ascolto di maestri come ad esempio gli svedesi Candlemass, e se poi
ci aggiungiamo del Gothic Metal il risultato di certo ne trae beneficio. Da
noi in Italia abbiamo avuto un grande numero di artisti che hanno approfondito
l’argomento, come ad esempio i Death SS e lo stesso Paul Chain per fare solo
due nomi, ma gli anni ’80 ci deliziano di queste sonorità in lungo e in largo,
e la casa discografica genovese Black Widow Records ne sa qualcosa al riguardo,
in quanto maestra nello scoprire e diffondere talenti. Fra i numerosi nomi
della scuderia spiccano gli storici Malombra che esordiscono discograficamente
nel 1994 con l’album omonimo. Fra le file della band ha militato il bassista
Diego Banchero, parte considerevole del circuito, anche fondatore del gruppo Il
Segno Del Comando, ma la figura portante dei Malombra è quella del cantante
estroso e carismatico Mercy (Renato Carpaneto). Sono
passati ben ventidue anni dall’uscita del loro terzo album “The Dissolution Age”
(Black Widow – 2001), potete capire la sorpresa che mi coglie alla vista del
logo Malombra sopra una nuova copertina qui per opera di Alessandro Sardino e
di Mercy stesso, sapendo poi che in passato la band ha avuto all’interno screzi
e quindi un vero e proprio stop. Il disco “T.R.E.S.” esce anche in formato
doppio lp contenente sette brani, tutti di media e lunga durata. Oggi suonano
nel disco Matteo Ricci (basso, Mellotron, vocoder, chitarra), Fabio Cuomo (batteria,
tastiere), Giulio Gaietto (batteria, synth) e Mercy (voce). “T.R.E.S.” è un
progetto che ha aspettato anni per vedere la luce, inizialmente intrapreso nel
2002 circa e poi sospeso, ma oggi lo possiamo godere in tutto il suo splendore. Come
in una colonna Sonora suoni inquietanti introducono all’ascolto di “Astarte
Syriaca” ma sono registrati molto bassi, e se si alza il volume si resta
travolti dall’inizio delle chitarre elettriche che giungono improvvisamente
come un pugno allo stomaco. Il
cantato di Mercy in qualche caso al limite dello stonato, fa volare con la
memoria agli anni ’80 quando il Rock italiano comincia ad avere una propria
personalità anche grazie a band come Litfiba o C.C.C.P solo per fare due nomi. “Baccanalia”
ha una durata superiore ai nove minuti e la nebbia ci avvolge fra le note
sempre inquietanti e un organo dona all’ambiente un inquietante scenario
ecclesiastico. Mercy recita più che canta, il crescendo ha una cadenza ritmica
travolgente da rituale. “Malombra” ha la durata di dodici minuti, scuri come la
pece, questa volta l’apertura è affidata al piano e al synth, ma il risultato
non cambia, l’angoscia è sempre dietro l’angolo pronta a invaderci. Il Metal è
lasciato da parte per dare spazio a un ambiente che potremmo definire maggiormente
progressivo, salvo fuoriuscire con tutto il vigore a sua disposizione nella
parte finale del brano che ritengo essere il più bello dell’intero album.
Parlare delle singole canzoni del disco non è che abbia poi molto senso in
quanto tutto va ascoltato come opera unica e quindi nella sua interezza dove
morte, oscurità, riti, e tutto quello che si potrebbe aggirare attorno ad una “Malombra”
sono protagoniste. Certamente
è un disco indirizzato ad un pubblico di nicchia, ma chi volesse addentrarsi
anche per la prima volta nel mondo Malombra “T.R.E.S.” è una buona occasione, l’importante
è non avere paura del buio ma soprattutto…Open Mind! MS
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