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domenica 29 gennaio 2023

Macchina Pneumatica

MACCHINA PNEUMATICA – Appartenenza
Black Widow Records
Genere: Progressive Rock
Supporto Bandcamp – 2022




Non finisce mai di stupire il contenitore italiano “Progressive Rock”, in tutte le sfumature possibili, a testimonianza di uno zoccolo duro che è avvinghiato ancora alla cosiddetta “musica colta” e agli anni passati, specialmente quelli del massimo splendore, ossia i ’70.
I Macchina Pneumatica dicono esattamente con il secondo album, dopo il buon “Riflessi E Maschere”, “Appartenenza”, sostantivo in cui la condizione è relativa all'oggetto di un rapporto di proprietà o di attribuzione. Ne scaturisce un concept album riguardante tematiche riferite all’omologazione e al conformismo societario, dove chi è originale e di carattere è preso per pazzo, come riesce bene a rappresentare anche la copertina dell’album. Mentre negli anni ‘60/70 l’individuo doveva essere al centro dell’interesse, oggi si deve essere tutti necessariamente uguali, uomini fatti con lo stampo. Poteva lasciarsi sfuggire alla Black Widows una band dedita all’Hard Prog con sfumature Jazz e argomentazioni del tutto “progressive”? Certo che no ed ecco alle stampe quest’album suddiviso in sei canzoni.
I milanesi Macchina Pneumatica sono formati da Raffaele Gigliotti (voce, chitarra), Carlo Fiore (tastiere), Carlo Giustiniani (basso), ed Enzo Vitagliano (batteria). La chitarra di Gigliotti apre “Appartenenza”, canzone robusta dalla ritmica perfetta e affiatata. Hard Prog che fa fare all’ascoltatore un balzo temporale fra Jumbo, De De Lind e Biglietto per l’Inferno. La voce è finalmente ottima, possente, graffiante al punto giusto, dove solitamente gli altri nel genere segnano un limite oggettivo. Anche le tastiere di Carlo Fiore di tanto in tanto salgono in cattedra e ruggiscono al momento giusto. Un inizio con i fiocchi che presenta un quartetto affiatato e dal bagaglio culturale musicale di certo superiore la media.
Maggiormente prossima alla formula canzone giunge “Pazzo”, la cadenza ritmica esalta i testi bene interpretati fra tonalità basse e alte. Un pezzo orecchiabile seppure massiccio. In “Fuoco D’Agosto” i componenti mettono in gioco le capacità esecutive con semplicità e l’aggiunta di coralità interessanti, gioia sicura per gli amanti del vecchio Prog italico. La personalità è comunque presente, lo stile dei Macchina Pneumatica è comunque ben definito. Tengo a sottolineare anche gli effetti sonori realizzati da Carlo Fiore.
“Il Cerchio” è una mini suite di quasi dieci minuti dove la band mette in tavola tutte le carte a disposizione. E’ uno strumentale che di molto si accosta al Prog Jazz, fra pause e ripartenze che alzano l’attenzione durante l’ascolto in maniera intelligente e professionale. Come già espresso, i componenti conoscono bene la materia.
“Rendimento Garantito” è una scorribanda sonora vintage contro la società moderna. L’Hard Prog è esaltato dai riff di chitarra ma intermezzato da piacevoli interventi delle tastiere oltre che da un importante assolo di chitarra elettrica. Uno dei momenti del disco che ho saputo apprezzare di più per intensità e coralità sonora.
Il disco si conclude ancora con dell’Hard Prog, il brano s’intitola “Venerdì Sera” e mette tutti sull’attenti! Inizia con un dolce giro di piano per poi andare nel classico crescendo che come formula funziona sempre.
I Macchina Pneumatica ritornano dopo tre anni e lo fanno oggi con un bagaglio alle spalle importante e aggiungo io anche contagioso, musica che ti tiene incollato avanti allo stereo senza compromessi e neppure distrazioni. Per chi ama il suono vintage, è un album da non perdere. MS





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