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lunedì 5 dicembre 2022

Krell

KRELL - Deserts
Sneakout Records / Burning Minds
Genere: Hard n' Heavy
Supporto: cd – 2022




Quando s’incontrano due esponenti importanti di band storiche come Danger Zone e Crying Steel c’è solo da pensare che nel 2022 l’Hard Rock italiano gode ancora di buona salute. Sto parlando di Luca Bonzagni (voce) e di Francesco Di Nicola (chitarra, basso), due assi dell’Hard’n Heavy Metal italiano. Bonzagni è fra le migliori ugole del panorama Hard Rock italiano e non di certo lo scopro io oggi, Di Nicola è un axe man rodato, in sostanza una sicurezza e a completare la band c’è Paolo Caridi alla batteria (Ellefson – Soto), vero e proprio motorino scoppiettante.  Il trio bolognese registra presso i Pristudio di Bologna di Roberto Priori questo debutto formato da dieci tracce accompagnato da un libretto che all’interno contiene curiosamente soltanto foto di deserti. In effetti, la società di oggi porta a desertificarci, o per meglio dire, condurci in un luogo in cui estraniarsi per staccare dalla follia umana. Questo mi fa pensare il messaggio visivo, ma potrebbe essere anche l’aridume che c’è in noi, ampio spazio quindi alla fantasia e all’ascolto di questo disco prodotto sempre da Francesco Di Nicola.
I Krell conoscono la materia, hanno assimilato la storia in quanto vissuta, questa non è solo musica ma un vero stile di vita, già “Desert” è un abito vestito a pelle. La chitarra richiama riff atavici vissuti negli anni ‘70/80, quelli mai passati di moda, cari a Motörhead almeno per fare un nome. E via con cadenze granitiche in “Crushing Your Life”, un mix fra Hard Rock e Judas Priest. Tuttavia non manca aria fresca dettata dal sound moderno, un bilancino sembra che dosi il tutto.
Senza tregua subentra “Learn Or Burn”, maggiormente ponderata da un ritmo spezzato alla Led Zeppelin e resta molto difficile restare fermi durante l’ascolto. Non c’è innovazione, c’è essenza, “In The Cold” è ulteriore staffetta da adrenalina ad adrenalina mentre la voce acida di Bonzagni ha a tratti del maligno che non guasta. Pur essendo un trio il suono riempie la mente, all’insegna di grande professionalità, qui nulla è dato al caso. Regolare l’andamento di “Pride”, compatto e massiccio con la chitarra che si diverte in un assolo finale ruggente. Se poi volete capire al meglio il genere in questione, soffermatevi su “Secrets And Lies” magari riascoltandolo subito una volta finito perché qui ci sono tutti gli elementi che lo compongono da sempre. “Love’s A Flame ha molto dei Guns & Roses, qui però è la batteria a salire in cattedra. “The River” è ruvida al punto giusto, “Why I’m Here” è vicina al mondo Saxon, la polvere della strada si alza al passaggio del tir del Rock e a concludere “The Mantis” altre rasoiate elettriche a sfinire l’ascoltatore su una ritmica serrata e irresistibile.
“Deserts” è un disco che scorre giù come un bicchiere di birra fresca, l’anima dell’Hard Rock è pulsante, il tempo sembra non esistere durante l’ascolto che è consigliato in qualsiasi posto, auto, sala, lavoro, in palestra, in una fuoriuscita qualunque, insomma, è come il pomodoro, sta bene su tutto. Questo accade solo quando un artista vive la musica con passione e la faccenda diventa inesorabilmente contagiosa. MS







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