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a cura di MASSIMO SALARI
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sabato 3 settembre 2022
Coral Caves Project
CORAL
CAVES PROJECT – Journey To The End Of The Light G.T.
Music / M.P. & Records Genere: Rock Progressivo Italiano Supporto: cd – 2022
Il
Rock Progressivo Italiano prosegue imperterrito il proprio cammino. In barba
alle mode omologate dai soliti media, il genere si ritaglia uno spazio nel
cuore dei simpatizzanti dei tempi che furono tuttavia aperto anche a nuovi
innesti. Il mondo delle band italiane post anni ’80 sembra piccolo, ma come ho
dimostrato nel mio libro “Rock Progressivo Italiano 1980 – 2013 (Arcana), così
non è. Fra le band trattate ho nominato anche i palermitani Coral Caves. Si
formano nel 2001 e dopo il primo ep intitolato “Coral Caves promo 2006”
esordiscono ufficialmente con “Mitopoiesi” nel 2008 (Mellow Records)
raccogliendo consensi sia di pubblico che di critica. Le influenze musicali
vanno ricercate nei classici gruppi di punta come i Genesis, la nostrana
Premiata Forneria Marconi, i Pink Floyd e i Camel su tutti. Pietro Saviano
(voce, basso) è l’artefice principale della musica dei Coral Caves e nel 2016
si coadiuva dell’artista oltre che amico Luca Di Salvo (batteria), anche per
rispolverare alcune vecchie registrazioni. Nel tempo è aggiunto al logo della
band l’aggettivo Project perché si circondano di musicisti come Dario Gallotta (chitarra),
Lucio Gallotta (chitarra), Francesco "Pippo" Ribaudo (chitarra dodici
corde, mandolino), Andrea Montalbano (chitarra), Simone Campione (chitarra),
Massimiliano Vacca (batteria), Salvadores Arcoleo (piano, organo), Gianni
Varrica: Rhodes (organo, mellotron, sintetizzatori), Alessio Romeo (piano,
sintetizzatori), Alessandro Fiore Bettina (piano), Vincenzo Cosenza (sassofono)
e Federico "Chicco" Mordino (percussioni). Sotto
l’ala protettrice di Vannuccio Zanella realizzano oggi “Journey To The End Of
The Light”, disco suddiviso in tre parti, la prima con una suite ispirata al
romanzo "Viaggio Al Termine Della Notte" di L.F. Celine, la seconda è
formata da brani scritti nel passato e rivisitati, mentre la terza è composta di
due cover, "Here Comes The Flood" di Peter Gabriel e
"Lavender" dei Marillion, per un totale di dieci canzoni. Le
atmosfere che si desumono durante l’ascolto spartiscono l’attenzione
dell’ascoltatore attraverso sonorità cupe, psichedeliche, Funky, latine e
appunto Progressive. Buona anche l’incisione realizzata ai Pentagramma Studio e
W-Rec Studio di Palermo. La
musica è altresì accompagnata da un artwork efficiente, personale e di chiara
lettura, grazie alle scritte bianche su sfondo nero (finalmente) realizzata da
Ondemedie e le immagini di Alessia Bennardo. La
suite “Part1” ha la durata di ventiquattro minuti circa ed è aperta da “Place
De Cuchy”, un intro con il sax e il flauto su di un arpeggio che assieme alla
chitarra slide ci riporta negli anni ’70 in un mondo prettamente appartenente
alla psichedelia Pinkfloydiana. “Molly” si accosta alla formula canzone,
semplice e diretta con ottimi arrangiamenti e quando parte l’assolo di chitarra
sopra l’hammond e successivamente quello del sax, c’è di che godere. Percussioni
annunciano la calda “Africa” dove le note del brano si sostituiscono ai raggi
del sole. “Ballad Of Modern Man” si ritaglia uno spazio anche nel Neo
Progressive mentre il sound vintage avvolge la stanza in un finale superlativo.
La suite si conclude con “Ballet Dancers” e non nascondo qualche reminiscenza
proveniente dalla Premiata Forneria Marconi periodo Bernardo Lanzetti. La
seconda parte del disco s’intitola “Lost And Found” ed è composta di due brani,
“Semiotica” e “In The Arms Of Morpheus”. Piano e voce inizia il primo pezzo
interpretato ottimamente da Pietro Saviano con enfasi, dove la cadenza e la
tonalità avvicinano il sound dei Coral Caves Project a quello dei Genesis più
delicati periodo Peter Gabriel, e il flauto come un evidenziatore sottolinea
questa mia sensazione. Il tempo di un giro di frequenze su una radio e poi via
verso “In The Arms Of Morpheus”, canzone libera da regole prestabilite ma orecchiabile,
molto Marillioniana specie in certi arpeggi. La
terza parte inizia con la cover di “Here Comes The Flood” e dimostra il
perfetto agio in cui si trova la voce di Saviano. Lo stesso accade per la
splendida “Lavender” dei Marillion. Si finisce con “End Of The Night” questa
passeggiata emotiva fra le note rassicuranti dove mi sembra di camminare in un
viale durante un periodo autunnale dove le foglie gialle rappresentano
l’esperienza e la meditazione. Il
mondo musicale dei Coral Caves Project è concreto, rispettoso del passato,
sapiente al punto giusto dove la cultura degli elementi è sfoggiata nel
pentagramma, e non c’è vanità ma solamente tanto amore per le belle melodie.
Una delle migliori uscite di Progressive Rock Italiano di questo 2022
sicuramente. MS
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